Fra le mille marche vecchie e nuove, ho trovato anche molti, moltissimi stand di produttori asiatici e attirato dal prezzo, mi sono fermato a dare
un'occhiata.
Ad un primo sguardo, i capi proposti sono belli, i tagli e i colori sono attuali ma, dopo aver provato una giacca in pelle mi
è sorto qualche
ragionevole dubbio;
- la pelle è molto, forse troppo morbida, al tatto sembra un giubbotto da passeggio, non mi ha dato l'impressione di poter reggere ad
un eventuale scivolata senza strapparsi; lo spessore della pelle stessa mi ha lasciato perplesso, pochi millimetri di materiale per una tuta integrale
da pista, un capo che dovrebbe sopportare scivolate anche a velocità ragguardevoli.
- le protezioni; in gomma, neoprene, spugna, alcune delle quali di dimensioni ridotte rispetto agli standard che siamo abituati ad usare e,
sopratutto, di uno spessore e, chiaramente, di una consistenza ridicoli.
In alcuni modelli, le " protezioni " sono cucite direttamente nella tuta, in altri, la tasca che le contiene è sagomata o addirittura così stretta da impedire la sostituzione della protezione con un modello più resistente.
- le finiture interne, chiaramente meno in vista delle esterne, sono più " alla buona ".
Non sono un maniaco della sicurezza, quando è stato il momento, ho comprato il mio giubbotto attirato
più dal prezzo che dall'eventuale
protezione che mi offre ma ho trovato scandaloso quello che ho visto nei vari stand.
Molti di noi, potrebbero essere attirati dal basso costo dell'abbigliamento in questione; in Italia non si trovano tute integrali a 150 euro nemmeno
ai mercatini rionali ma, dopo aver toccato con mano il prodotto, ci si deve rendere conto che indossare una cosa del genere, equivale a guidare in pantaloncini e maglietta.
Igor
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