Questa operazione apparentemente banale, nasconde invece molte insidie. Agire sulla leva dell'anteriore o pestare il pedale del posteriore sembra così semplice ma abbiamo a che fare con una quantità di incognite praticamente infinita.
Voglio proporre questo articolo per la nota importanza e delicatezza di questa operazione, da cui dipende la totale (o quasi) sicurezza per un motociclista. Mia intenzione è di descrivere questo "gesto" e proporre dei consigli per cercare di compierlo al meglio. Ogni commento è ben accetto, anzi ricercato, se nel caso qualsiasi punto di questo articolo presentasse dei "dubbi" o "precisazioni".
Introduzione - La moto, due ruote da controllare
Le motociclette hanno (come tutti ben sappiamo) solo due punti d'appoggio sulla strada in quanto dotate di due ruote e questo dimezza l'efficienza della frenata.
Addirittura in curva non è quasi possibile fermarsi in quanto dobbiamo tener conto anche del mantenimento del nostro equilibrio in traiettoria.
Fattore importante i pneumatici, che rischiano di perdere aderenza (mentre si piega, sul bagnato...) andando ad incidere seriamente sul nostro controllo del mezzo, sopratutto perché non tutti noi possiamo fare affidamento su una "sbandata controllata".
Un modo per evitare di trovarsi in situazioni "estreme" e unico modo per rendersi conto dei limiti è la nostra coscienza, non osiamo se non sappiamo quello che stiamo facendo.
Cerchiamo di "vedere" prima una curva cieca e rallentiamo prima: dall'esito di una frenata può dipendere la nostra vita e avere una precedenza "sulla strada" non significa essere certi di passare...
La tecnologia al servizio della frenata
La tecnologia ha fatto notevoli progressi negli ultimi anni trascorsi. Oltre all'ormai indiscusso ABS che ci aiuta moltissimo in fase di frenata, merita di essere sottolineata la soluzione chiamata CBS (Combined Brake System, ovvero la frenata combinata).
Questo sistema ripartisce l’azione della leva del freno anteriore (o leva/pedale posteriore) su entrambe le ruote in modo intelligente.
Il concetto di base di questa soluzione sorge da un comportamento di sicurezza che noi motociclisti conoscono bene. Cerco di illustrarla:
In automobile non ci facciamo caso, ma ogni volta che si agisce sul pedale del freno si avvia una precisa azione di rallentamento controllato elettronicamente su tutte e quattro le ruote. Quelle anteriori sono giustamente avvantaggiate dalla vicinanza del servofreno, dalle dimensioni dell’impianto frenante e dall’elettronica; le ruote posteriori hanno una precisa funzione di mantenimento dell’assetto, sempre ovviamente servo-assistita.
In moto la dinamica sarebbe anche la stessa, ma il cervello elettronico siamo (con sorpresa) noi! Se non siamo in grado, la frenata diventa pericolosa e magari molto più lunga di quanto non si possa immaginare.
Come si effettua una frenata
La migliore decelerazione in assoluto avviene sempre e comunque con entrambe le ruote: anteriore e posteriore, ripartita generalmente in 70% davanti e 30% dietro. Teniamo presente però che in caso di curve o strada sconnessa le percentuali si modificano e possono anche invertirsi e modificarsi radicalmente.
In linea generale, tuttavia, i freni vanno usati sempre entrambi e assieme. L’unica variabile è l’intensità con cui ognuno viene usato.
Le moto più recenti (come ho scritto nell'introduzione) sono abbastanza leggere (dipende anche dal modello e dal genere) e alcune di esse sono dotate di ABS (Anti-lock Braking System): il sistema di assistenza alla frenata che evita il bloccaggio dei pneumatici nelle frenate più brusche.
Tuttavia molti motociclisti (anche esperti) sostengono che l’ABS nelle motociclette talvolta possa costituire un “problema”, poiché rende difficile il “lasciare andar via la moto” (ovvero separarsene) in caso di caduta. Ditemi anche voi cosa ne pensate riguardo a questa mia affermazione e personalmente, così come accade nel campo automobilistico, ritengo che un buon pilota sia molto più efficace di qualsiasi sistema elettronico.
Però nessuno nasce “imparato” e si sa, c'è qualcuno che guida meglio fin da subito e altri che necessitano del loro tempo per assumere una totale (o quasi) confidenza con la moto, l'importante resta sempre e comunque compiere le azioni con la dovuta "coscienza" e attenzione.
Tuttavia, i freni in moto vanno usati in modo possibilmente moderato e facendo attenzione a dove si effettua la frenata e deve essere sempre tenuto considerazione il tipo di manto stradale. Dobbiamo sforzarci di tenerlo in considerazione addirittura come se fosse una parte del nostro corpo: scorgere una "traccia" di sabbia deve farci capire che dobbiamo assolutamente effettuare un cambiamento radicale nello stile di guida con il quale stiamo portando la moto, per evitare inutili (e scoccianti) cadute o per meglio scrivere "scivolate" che oltre a danneggiare la moto, danneggiano noi stessi.
Quando le condizioni della strada non sono delle più favorevoli, l’aderenza dimuisce. I sassolini fanno saltellare la ruota in curva; i vari animali morti schiacciati, etc. rendono tanto più pericolosa la strada per una moto di quanto non lo sia per un’automobile che può sempre contare su altri tre battistrada.
Altri trucchetti e consigli
Oltre al consiglio di frenare sempre con entrambe le pinze (come già ripetuto), sfruttiamo il più possibile il freno motore nelle strade in discesa. Come sappiamo in discesa i freni funzionano meno (per via del surriscaldamento dovuto all'attrito) e l'uso concomitante del freno motore aiuta il rallentamento controllato della moto oltre che a perseverare l'usura e l'efficienza dei freni. In caso di terreno “dubbio” è sempre meglio rallentare ed utilizzare prima il freno motore e talvolta ripartire la frenata più sul posteriore che sull'anteriore.
Per “freno motore” si intende (in gergo errato) l'azione di rallentamento che interessa solo la ruota posteriore semplicemente scalando sequenzialmente le marce (anche solo una) senza poi accelerare. Non equivale ad una frenata, ma aiuta nell’impostazione della stessa.
Prestiamo attenzione a non rilasciare bruscamente la frizione dopo aver scalato: la leva della frizione occorre rilasciarla sempre gradualmente, anche se velocemente, pena la perdita dell’assetto sul posteriore.
Evitiamo le frenate in curva: se proprio non possiamo farne a meno, usiamo leggermente entrambi i freni (con maggiore importanza a quello posteriore).
Quel dito "sempre" sul freno
Molti motociclisti (io compreso) per abitudine, sicurezza e comodità tengono la mano destra sull’acceleratore con il dito indice sulla leva del freno anteriore (anche indice e medio per la verità). Questo perché non serve tutta la mano per agire sulla leva, ma un impianto frenante "funzionante" non necessita di una "forza" estrema per fermare la moto.
Questa "impostazione" di guida è una buona abitudine in quanto con questo "sistema" il ritardo di frenata si riduce al minimo. E' utile soprattutto nelle zone trafficate e in città per aver appunto una miglior reazione di frenata. Aver una "miglior reazione" o meglio una "pronta reazione" è utile perché prima che le pinze dei freni facciano presa sui dischi e rallentino il mezzo, il nostro caro cervello deve "trasferire" l’ordine a mano e piede.
Durante questo tempo, si continuano a percorrere metri senza rallentare. Per esempio ad una velocità di 80 Km/h prima di iniziare a frenare si percorrono circa 20 metri! (con un tempo di reazione di circa un secondo). Se il dito fosse già sul freno i tempi e gli spazi tendono a dimezzarsi (di norma).
Mai pinzare, per quanto possibile, con la ruota anteriore in sterzata o in manovra: il rischio è quello di sbilanciarsi e cadere, anche praticamente da fermi, addirittura sull’asfalto in perfette condizioni!
Il nostro caro e amato Saluto Motociclistico
Premetto che dobbiamo mantenere viva questa nostra (e solo nostra) tradizione e lo dico soprattutto a chi si approccia ad entrare nel nostro mondo (o a chi ne fa parte da poco) che se state usando la frizione, siete in curva o non potete muovere in sicurezza la mano per fare la nostra magica "V"… non salutate! Nessuno si arrabbia se nota ed intuisce la vostra "situazione". Si può salutare anche facendo un piccolo cenno con le dita senza staccare le mani dal manubrio, oppure usando il piede..un buon motociclista capisce sempre...
Come ho scritto nel testo introduttivo, esistono un'infinità di incognite da calcolare e tenere in considerazione mentre effettuiamo una frenata e non posso (purtroppo) scrivere tutto... esiste anche io mondo "matematico e fisico" da tenere in considerazione: formule, calcoli, equazioni etc. e per concludere l'articolo vi lascio con la formula fisica per il calcolo dello spazio di frenata:
SF = (v^2) / (2*g*a)
dove
v = velocità
g= accelerazione di gravità
a = coefficiente d'attrito
Il coefficiente di attrito varia da 0,8 (strada asciutta e fondo ruvido) a 0,05 (strada ghiacciata): su strada
ghiacciata lo spazio di frenata può diventare 16 volte superiore! È da notare che nella formula manca ogni riferimento alla massa del veicolo. Infatti, la massa influenzerà la forza con la quale grazie ad una maggiore pressione nell'area di contatto tra le due superfici, si renderà efficace il coefficiente di attrito e quindi il freno.
Secondo questa "formula-base", al raddoppio della massa non corrisponderà nessuna variazione nello spazio di frenata. Questo in teoria. Nella pratica invece intervengono altri fattori, tra cui la fusione della gomma determinata dalla maggiore pressione al suolo ed il conseguente "effetto scivolo": il coefficiente di attrito diminuisce e lo spazio di frenata si allunga. Quindi i veicoli più pesanti hanno coefficiente di attrito
minore e conseguente spazio di frenata maggiore.
Dobbiamo tenere conto anche del tempo di reazione (circa 1s) che aggiunge ulteriore spazio di frenatura.
Ecco l'esempio vero e proprio, assumendo come valori una velocità pari a 100 km/h, su una strada asfaltata asciutta con fondo granuloso uniforme (a= 0.8).
Lo spazio di reazione ammonta a circa 28 metri e lo spazio di frenatura a circa 50 metri: ne deduciamo che a 100 km/h occorrono circa
Spero di avervi dato dei buoni consigli e degli ottimi spunti di riflessione! Sentitevi liberi di migliorare e diffondere questo articolo!