Moto
Provenzano... che passione!
Scritto da burdese - Pubblicato 03/12/2005 11:11
Un paio di giorni fa, dopo la solita salita a Provenzano, mi sono perso a pensare, nuotando tra vecchi ricordi.

Oramai sono passati diciotto anni dalla mia prima “salita”.
Un ricordo indelebile: fu il mio caro capogruppo Michelino che mi trasmise questa passione, che mi passò il testimone e fece di me un portatore sano di una delle malattie più diffuse tra i motociclisti catanesi…
Ricordo che ero un ragazzino alle prime armi, con molta grinta ma con poca esperienza.
Con la mia amata Ducati avevo trovato a Provenzano il mio habitat naturale…ogni curva era adrenalina pura…fare il pelo all’asfalto mi regalava sensazioni meravigliose, che non tutti hanno la fortuna di provare.
C’erano però delle regole molto ferree, dettate dal capogruppo.
A Provenzano non si superava; il gruppo procedeva in modo corretto e nessuno metteva mai in difficoltà chi stava davanti; poi, magari, se avevi voglia, riscendevi da solo per farti una salitina in solitario.
Quando si arrivava su ci si fermava al solito bar, ci si sedeva e si parlava sempre -ma sempre- di moto.
A quei tempi avere una moto di grossa cilindrata non era una moda come oggi: quando si compivano i diciotto anni si pensava più a comprare la macchina che una moto supersportiva, e per questo motivo si era in pochi a ritrovarsi a Provenzano.
Il nostro gruppo era formato da gente che aveva una passione enorme, ed io ero il ragazzino del gruppo, che prendeva consigli da tutti: apprendevo subito, segno che il talento c’era, ma forse più che di talento dovrei parlare di “passione pura”.
Parlo di gente che ha fatto la storia di Provenzano; alcuni di loro, purtroppo, oggi vivono in un altro mondo; quei pochi che sono rimasti, ancora oggi, la domenica, stanno sempre lì…e qualche volta ci si ritrova seduti davanti al solito bar come se il tempo non fosse mai passato.
Per qualche annetto non ho potuto fare la mia abituale “salitina”, per via di un grave incidente che ho avuto… Ma poi il richiamo di Provenzano è stato più forte ed ha vinto. Ha vinto su tutte le promesse che avevo fatto a familiari ed amici… Ricordo ancora oggi cosa dicevo a chi parlava di moto: “Non se ne parla più!”; ma in fondo sapevo di potermi tenere per sempre dentro questa grande passione. Prima o poi sarebbe scoppiata… Ho parlato di “portatore sano”… Sì, proprio così, la “sindrome di Provenzano” aveva combattuto e vinto contro le tante cure: credetemi… non c’è rimedio! Provenzano è passione, è filosofia… è il luogo dove il vero motociclista trova la chiave di tutto.
E’ vero, gli anni passano e le cose cambiano… ho incominciato a notare che forse la passione è stata scavalcata dalla moda… ho cominciato a guardarmi intorno ed a sentirmi un pesce fuor d’acqua.
Inizialmente non capivo, pensavo che fosse tutto dovuto ad una mia crisi… poi, con il passare dei giorni e dei mesi ho cominciato a penetrare i nuovi meccanismi, a tirare, con fatica, le mie prime conclusioni… ed infine credo di essere arrivato al nocciolo della questione.
A Provenzano ci sono ormai due tipologie di motociclisti. Io li ho classificati “Leoni” e “Gazzelle”. Ricordate quel proverbio che dice “…non è importante se siete leoni o gazzelle, l’importante è correre…”? Bene, oggi a Provenzano è proprio così: non è importante se siete leoni o gazzelle, l’importante è salire.
E così, dicevo, ho delineato due gruppi: i “Leoni” sono quelli che vedi arrivare con i superbolidi da 180 cv, con air box in pressione, da quindicimila euro più accessori, con tute all’ultimo grido, con delle saponette mai usate che potrebbero essere rivendute benissimo per nuove, e con gomme che sicuramente andrebbero bene anche al miglior pilota del mondo (Valentino) per fare il giro veloce per la Pole.
Messo in un angolino -in disparte- trovi la “Gazzella”, con la sua inseparabile compagna, che oramai è con lui da qualche annetto, con più di cinquantamila km -un misto tra una naked, una granturismo e un’enduro- tranquillo a godersi l’arietta frizzante senza che nulla lo infastidisca; non gli importa più di tanto se non è riuscito a consumare tutta la superficie della gomma posteriore o di non avere l’ultima supersportiva che gli avrebbe permesso di fare un tempone in salita.
Appoggiato al guardrail a fumarsi la sua solita sigaretta, si guarda in giro ed osserva con ironia tutti quei “Leoni” che danno spettacolo solo sbattendo sul tavolo il libretto della moto, per fare a gara a chi -grazie al portafogli più sostanzioso- si è comprato il maggior numero di cavalli alla ruota.
La Gazzella sta lì, a chiedersi cosa cavolo se ne farà mai uno di 180 cv… Forse non lo capirà mai, o forse l’ha già capito, quando s’è messo dietro uno di quei “Leoni” in qualche salita.
Con queste mie parole voglio dirvi che la moto non può essere “moda”, ma soltanto sincera passione.
Molti di voi sono saliti con me, per la prima volta, a Provenzano.
Chi c’è venuto con me si sarà accorto di quanto impegno metto nel cercare di farvi capire che non conta nulla riuscire a superare un compagno per arrivare prima di lui…
A me sta benissimo farmi una salita dietro la coda di qualcuno di voi; tutto questo me lo hanno insegnato diciotto anni di salite: un bel bagaglio di esperienza!
Cerco di tramandare a voi questa grande passione che a suo tempo mi è stata tramandata; vorrei fare diventare anche voi portatori sani della ben nota e riconosciuta “sindrome da Provenzano”. Per questo ho sempre cercato di proporre a questo bel gruppo la filosofia della “Gazzella”, non quella del “Leone”.
Nel gruppo di Leoni ce ne sono ancora, ma prevedo che qualcuno diventerà gazzella, mentre qualcun altro andrà via per la sua strada per sempre.
Ragazzi, Provenzano è un posto unico nel suo genere; la famosa Pirelli ha proprio a Giarre -alle pendici dell’Etna- uno dei suoi centri studi più importanti, e sicuramente, se andrete durante la settimana, vi capiterà di trovare qualche collaudatore Pirelli che scorazza in qualche stradina di montagna testando qualche nuova mescola, che domani magari troveremo nelle nostre gomme.
Dobbiamo essere felici di avere un posto così, che molti nostri “colleghi” di altre province ci invidiano.
La grande montagna è sempre lì ad osservarci in silenzio, e sta solo a noi farle capire se siamo leoni o gazzelle, se viviamo di vera ed autentica passione o solo di moda.
Provenzano… che passione!

Burdese
 

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Commento di: tilt il 06-07-2009 09:08
Articolo davvero bello che penso valga per ogni montagna (senza nulla togliere alle montagne siciliane) e per ogni moto o motociclista.

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