Durante la guida siamo costantemente sotto tensione venendo provati da elementi di disturbo che alla lunga limitano le nostre capacità percettive.
Le cattive abitudini non ci aiutano di certo ed eccoci in auto ad armeggiare cellulari e a regolare autoradio mentre magari ci guardiamo il capello nello specchio retrovisore, anziché concentrare l’attenzione solo ed unicamente sulla guida.
A rendere le fasi della guida di un mezzo ancora più difficoltose ci sono i continui mutamenti della strada a cui si aggiungono le condizioni atmosferiche .
Spesso inoltre guidiamo in condizioni di forma precaria, magari fisicamente stanchi, con problemi fisici o acciacchi dovuti all’età.
Tutto questo contribuisce a rallentare i tempi di reazione durante la guida. Tutto il nostro corpo lavora al limite delle capacità.
Durante la guida impieghiamo circa 1/4 di secondo per elaborare e reagire ad uno stimolo visivo e se vi sembra poco immaginate di dover reagire con tempestività mentre state viaggiando ad una velocità di 100km orari, prima che si arrivi ad elaborare e iniziare una manovra che possa scongiurare un pericolo si sono già percorsi circa 7 metri di strada.
La presenza di colori meglio percepibili aumenta la rilevabilità a distanza ed inoltre dovrebbe facilitare il momento in cui viene assunta una situazione come potenzialmente critica, dalla quale, poi, seguiranno in cascata, il riconoscimento dell'input visivo (valutazione), la decisione di mettere in atto una contromisura adeguata all’emergenza che si va profilando ed, infine, l'azione vera e propria. Per questo un migliore input percettivo permette di prendere per tempo provvedimenti difensivi.
Il ridotto ingombro delle due ruote aumenta il rischio di non essere notati, l'automobilista talvolta "non vede" il centauro specie quando questi si muovono lateralmente all'autoveicolo, perché la loro immagine rischia di cadere nel "punto cieco" della retina del conducente.
La superficie sensibile dell’occhio è la retina, costituita da miliardi di ricettori sensibili il cui compito è quello di analizzare la luce da cui sono colpiti e di inviare al cervello, tramite il nervo ottico, le informazioni ricevute. Nella retina non si ha una distribuzione omogenea della capacità di “vedere” le parti più periferiche della retina distinguono con difficoltà e quando un oggetto entra nel campo visivo dell’occhio determina il movimento istintivo della testa e dell’occhio stesso al fine di portare l’immagine nella zona centrale della retina, ove si ha la massima capacità di “vedere”.
Molti studi sono stati effettuati al fine di determinare se i mezzi di trasporto colorati con determinate tinte potevano meglio stimolare le zone periferiche della retina in modo da avere una reazione pronta dell’intero sistema visivo.
Chi ha gli anni del sottoscritto ricorderà quei bei colori che facevano bella mostra su molte vetture degli anni 60 e 70 e forse ricorderà anche che il motivo di una simile tendenza non era propriamente una moda ma era anche legata a studi scientifici supportata da dati statistici sulla sicurezza dei colori più visibili , le Ford Capri bianche, le Manta arancioni, le Kadett rosse, la scelta di queste colorazioni erano lette come sagge scelte di sicurezza attiva. Uno di questi studi basati sull’analisi dei rapporti di polizia relativi a circa 900.000 incidenti rileva che le auto verniciate di nero sono statisticamente le più soggette a rischio di incidente a differenza di quelle bianche, in mezzo sono comprese tutte le altre tinte, con una percentuale di rischio decrescente per le vetture grigie, argento , blu e rosse ; giallo, beige e crema si avvicinano ai valori percentuali del bianco, ma nessuna di queste offre risultati migliori di quest’ultima tinta. Effetti di riduzione di sinistrosità si sono osservate specie negli studi relativamente alle flotte aziendali, in auto vivacemente colorate (ad esempio giallo, arancio) sono circa la metà di quelli che si osservano in auto di colore scuro.
La moto nera è oggi più che mai di moda, e senza alcun dubbio è un colore che contribuisce a rendere una moto elegante ed accattivante. Fortunatamente nell’ultimo periodo c’è un ritorno al colore bianco, altri colori si fanno strada con tinte micaliscenti sui toni verde e orange e poi ci sono i colori storici di alcune case come il rosso Ducati.
Certo tutti i colori impiegati in determinate ambientazioni eccezionali possono essere di contrasto e visibili, perfino il nero. Ma l’eccezione non ci interessa in una più ampia valutazione.
Non si vuole affatto demonizzare un colore a discapito di un altro ma obiettivamente bisogna riconoscere che alcune tinte probabilmente con la complicità di un quadro cromatico d’insieme dato dall’ambiente naturale in cui viviamo, sono meno percettibili.
Ancora oggi alcune società di assicurazione considerano determinante il colore del mezzo, elemento che contribuisce alla determinazione del premio.
Certo non si può pensare che tutti scelgano il colore del proprio mezzo in base alla sua visibilità, ma di certo la diffusione di queste informazioni può contribuire ad accrescere una mai sufficiente coscienza in merito alla sicurezza attiva. Naturalmente se quanto detto sopra vale per le auto tanto più deve essere preso in considerazione per mezzi quali le due ruote che nel confronto perdono in visibilità per la ridotta stazza.
Vien da se che per avere risultati soddisfacenti è necessario che tutti i veicoli del parco circolante adottino la stessa filosofia di pensiero, essendo la norma estesa a tutti i veicoli a motore, l'effetto protettivo per le due ruote appare duplice:
- da una parte aumenta la visibilità della moto, che possono così essere meglio percepiti dagli automobilisti ;
- dall'altra, fatto non trascurabile, anche gli autoveicoli sono meglio percepibili dagli utenti delle due ruote.
In futuro la tecnologia ci verrà senz’altro in aiuto, già oggi la più importante compagnia automobilistica del mondo la GM ha in progetto una vernice di colore variabile.
Sulla carrozzeria, prima della mano di vernice, viene steso uno speciale rivestimento ai polimeri sensibile ai campi magnetici. Con un semplice tocco su un pulsante una piccola scarica elettrica viene fatta passare sulla carrozzeria, a questo punto le particelle di ossido di ferro cambiano il proprio allineamento, alterando così il modo di riflettere la luce. E l'auto, come per magia, cambia colore, nel rispetto di ogni momentaneo capriccio cromatico. Per mantenere i colore desiderato, fra quelli disponibili, ovviamente l’auto dovrà risultare accesa. Una volta spenta ritornerà al colore base bianco.Questa tecnologia potrebbe trovare un’uso nella sicurezza passiva magari dotandolo di un processore intelligente che interagisce con l’ambiente circostante modificandone le qualità cromatiche per meglio renderne visibile la sagoma.
Un’altra novità arriva questa volta dal sol levante e ci riguarda più da vicino visto che il tutto è sperimentato per le future due ruote, la moto fluorescente.
L'idea arriva dalla Yamaha e viene incontro alle tesi che con quest’articolo abbiamo voluto avanzare.
A rendere più visibili di notte i motoveicoli sarà una speciale pellicola luminescente applicata naturalmente sulla carrozzeria. Resistente alle intemperie, calore e graffi, la pellicola accumulerà la luminosità diurna per ridiffonderla di notte.
Questo sistema consentirà quindi di avere una visione tridimensionale della moto, particolarmente evidente di fianco, dove in genere non si hanno segnalazioni luminose.