Sono sicuro che uno degli oggetti che non dimentichiamo mai quando ci infiliamo casco e guanti prima di uscire, è la nostra cara macchina fotografica, ormai sinonimo di fotografia digitale. C'è una sostanziale differenza tra "fare delle foto" e "fare belle foto", spesso bastano davvero pochi accorgimenti.
Vorrei innanzitutto sfatare il mito che per fare belle foto ci voglia un'attrezzatura di grande valore, alcuni tra i più grandi fotografi mondiali, hanno immortalato alcune delle loro più belle immagini con digitali da poche centinaia di euro, la differenza in questo caso la fa il sentore di essere davanti a qualcosa che possa far nascere emozioni in chi guarda la foto.
E queste considerazioni valgono a maggior ragione per chi va in moto, e che per ovvi motivi può portare con sé solo attrezzature di piccole dimensioni (digitali compatte) con possibilità di regolazione e potenzialità a livello ottico certamente inferiori. Ma le vere potenzialità si annidano nella mente e nelle sensazioni di chi fotografa.
LA FOTOGRAFIA DA REPORT
La fotografia "da report motociclistico" (neologismo coniato in questo istante) è abbastanza semplice dal punto di vista "emozionale", si vuole rendere partecipi gli altri di un giro in compagnia, si fotografano gli amici, le moto, i paesaggi e i cartelli dei passi alpini o appenninici. Nessuna regola e nessuna pretesa, gli altri guardano i posto in cui sono stato, i volti dei compagni di viaggio e le tracce dei luoghi un cui o lasciato un po di gomma sull'asfalto.
Dal punto di vista tecnico si posso dare alcuni consigli. Il primo è quello di evitare il classico controluce, quelle foto con uno sfondo bello illuminato (un cielo o uno sfondo chiaro) con le sagome delle persone che diventano fantasmi scuri dei quali non riusciamo nemmeno a distinguere l'espressione. L'esposimetro delle digitali compatte, meno sofisticato delle reflex, misura la luce mediando i vari valori e cercando di regolare diaframma e tempo in modo da ottenere un compromesso, spesso questo compromesso porta la digitale a settare i parametri per non bruciare il fotogramma nella parte più chiara, con il risultato di esporre il fotogramma in modo insufficiente per ottenere dei volti sufficientemente chiari.
Il problema si può ovviare in due modi, il primo è quello di utilizzare il flash anche se la fotocamera indica che non ce n'è bisogno, il cosiddetto flash di riempimento, che serve appunto per illuminare i volti. Ricordiamoci che i flash delle digitali compatte hanno una portata limitata che nel migliore dei casi arriva a 3-4 metri.
Un altro metodo è quello di bloccare l'esposizione sui volti delle persone. Quando premiamo il pulsante di scatto a metà, la digitale blocca sia il fuoco che l'esposizione (in alcune digitali la cosa è automatica, in altre più sofisticate il parametro è da settare nel menu). Questo significa che possiamo zoomare fino al primo piano dei volti delle persone, premere il pulsante di scatto a metà, in modo che l'esposizione (coppia tempo-diaframma) sia bloccata correttamente su volti, poi tornare con lo zoom originale con il panorama e scattare. Il risultato sarà uno sfondo sin troppo chiaro ma i volti delle persone saranno correttamente illuminati.
Un altro consiglio, quando fotografate una persona cercate di non metterla al centro del fotogramma, tenetela da una parte (non troppo, nel primo terzo di foto) e fate in modo che lo sguardo sia orientato all'interno del fotogramma, se la persona è a destra deve guardare verso sinistra, guardare all'interno del fotogramma e non verso l'esterno.
FOTOGRAFIA ED EMOZIONI
Ma ogni tanto dovremmo provare a scattare anche foto con uno spirito diverso, la fotografia vuole essere anche mezzo di comunicazione e di espressione, la fotografia comunica, e per comunicare deve contenere un messaggio. Un piccolo esempio:
- fotografo una moto supersport del 2008 nel bel mezzo di un
piazzale vuoto di un passo di montagna
- fotografo una moto supersport del 2008 nel bel mezzo di un piazzale vuoto di un passo di montagna con a fianco un vecchietto con il bastone che la guarda
Nel primo caso ho fotografato una moto (e di foto come quelle ne trovo a centinaia nelle riviste), nel secondo caso ho voluto condividere lo scorrere del tempo, la tecnologia del presente, sotto lo sguardo vigile di chi ha vissuto il tempo delle grandi trasformazioni tecnologiche, una persona sul viale del tramonto da una parte, una moto fiammante che inizia la sua vita dall'altra.
Al di là di decine di esempi il concetto è semplice, una fotografia deve mettere in moto la mente e le emozioni di chi la guarda, a volte non basta un bel panorama.
ALCUNE INDICAZIONI PER COSTRUIRE BUONE IMMAGINI
Le foto vanno anche "costruite". Lo stesso soggetto ripreso in due modi diversi può dare origine a due foto di carattere completamente diverso.
Una delle regole più importanti è quella dei terzi. Dividete mentalmente la foto in nove porzioni (3 in verticale e 3 in orizzontale) e fate in modo che le parti fondamentali del fotogramma siano distribuite nei punti di incontro delle linee, come indicato nella figura sotto.
In questo esempio la regola è stata rispettata, e la foto se pur semplice, ha di certo un effetto migliore che non se la luna fosse stata perfettamente in centro.
Anche in questo caso il soggetto è nei punti di intersezione delle linee che dividono i terzi.
Stessa cosa vale per foto di panorami cielo-terra, cielo-mare, facciamo sempre in modo che la parte per noi importante occupi in orizzontale i due terzi della foto, se ci interessa di più il cielo, lasciamo che lo stesso occupi i due terzi superiori del fotogramma, se ci interessa di più la terra o il mare facciamo in modo che terra o mare occupino i due terzi inferiori del fotogramma.
In questa foto mi interessava il cielo che è nei due terzi superiori del fotogramma, e mi interessava l'albero che è in uno dei punti di intersezione dei terzi.
Immaginate la foto con metà cielo sopra e metà collina sotto, e con l'albero al centro, sarebbe una foto molto meno interessante.
Un'ultima considerazione, quando fotografate linee oblique fate in modo che le stesse orientino lo sguardo verso il soggetto principale.
Guardate ad esempio come in questa foto dove il soggetto principale è la bicicletta, come le linee del sentiero portino lo sguardo verso il centro del fotogramma, fateci caso, dopo un po si perde la percezione della bicicletta e lo sguardo è attirato verso il centro del fotogramma.
In alcuni casi la regola dei terzi o altre regole hanno poco senso, in questo caso ad esempio il soggetto è al centro, senza regole di posizione particolari e secondo me sta bene li dov'è.
Quest'ultima foto per dirvi che in fondo le regole sono un aiuto ma anche la fantasia e l'intuizione del fotografo sono importanti.
Questi piccoli accorgimenti possono rendere le nostre foto di report o le foto delle nostre moto più accattivanti.
Ricordatevi infine che se fate vedere le foto ai vostri amici a casa, mai più di una ventina di foto, magari montate in un filmato con della buona musica, mai più lungo di 5 minuti. Saranno meglio apprezzate.
Inoltre quando scattate diventate per un attimo osservatori delle vostre stesse foto, mettetevi idealmente davanti ad esse, immaginatele incorniciate appese a un muro, e chiedetevi cosa potrà provare chi la guarderà.
Auguro buone foto a tutti, fatene tante, saranno patrimonio inestimabile in futuro quando per forza di cose vivremo di ricordi e non saremo più in sella.
Non preoccupatevi della digitale che avete in tasca, che sia un reflex da 5.000 euro o una compatta da 50 euro, le macchine fotografiche più potenti sono i vostri occhi, la vostra mente e le vostre emozioni, la più sofisticata delle apparecchiature non vale nulla senza che dietro allo scatto ci sia un'idea.