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Inviato: 16 Lug 2020 12:47
Oggetto: [report] Racconto dei laghi di Canca...NO
... e di pioggia (scampata), di batterie ko, di cascate, di svizzeri figli di papà, di monoammortizzatori scoppiati e di un bel giro in moto
Il buon Klaus propone un giro un po' diverso dal solito Resia e subito aderisco con piacere. Nelle due settimane tra la pubblicazione del topic e la data del giro riusciamo a scoprire che la strada per i laghi di Cancàno (con l'accento sulla seconda a) è a pagamento e che il giro del lago non è fattibile, che la strada del lago di Iseo è chiusa da entrambi i versanti, poi solo uno, poi neanche quello, poi boh..., che il passo Gavia è stato asfaltato (sì, rispetto a quando era sterrato... ), che fa schifo, che si fa, che non si fa... e soprattutto che il meteo per sabato 11 prevede pioggia . Le nefaste previsioni meteo (invero non così nefaste, a leggerle bene) fanno desistere un po' di partecipanti (ognuno con le proprie giuste ragioni, ci vorrebbe però da parte di tutti e non solo di alcuni, la correttezza di cancellarsi dalla lista sul topic), alla fine Mandello dovremmo essere in sette.
Parto con Salvo (Mizal) ad un orario non proprio compatibile con un giorno festivo (le 7:00 della mattina) ma per un bel giro in moto si fa questo e altro, e dopo un'ora e poco più di noiosa autostrada (intervallata dall'altrettanto noiosa novedratese) arriviamo all'area di servizio di Mandello sulla statale 36 che Klaus è già lì che ci aspetta.
Prendo il telefono per verificare se ci sono messaggi sul ritardo di Paolo (ElVufero) e purtroppo leggo che l'amico vercellese è rimasto in panne sulla A4: batteria KO è la prima diagnosi del problema.
Nel frattempo ci raggiungono Amedeo (il cui nome scoprirò solo in serata...) e compagna (sulla grafia del suo nome, è thailandese, non mi sbilancio neppure ora...).
Visto il numero limitato di partecipanti, ci configuriamo in modalità "giro tra amici", senza obblighi di rispetto del programma, degli orari, della meta. Si va dove ci porta la moto...
Verificato che per fare colazione si deve fare la coda (norme anti-Covid) stiamo per desistere quando, visto che proprio sopra la nostra testa si sta concentrando una cella temporalesca, decidiamo che forse è il caso di attendere che si sposti (il radar meteo consultato da Klaus suggerisce che in breve tempo sarebbe tornato il sereno ) e ci concediamo, separati in due gruppi, un breve ristoro. Nel frattempo comincia a piovere, ci portiamo sotto la pensilina del distributore di benzina (le moto restano sotto l'acqua, tanto male non fa) e attendiamo pazienti che spiova.
Sono le 9 passate e decidiamo di ripartire, asciutti. Giunti all'imbocco della Valchiavenna, Klaus fa una deviazione dalla strada principale. Lo seguiamo e ci troviamo alla cascata della Boggia, in territorio di Gordona, di fronte ad uno spettacolo della natura: l'acqua del torrente Boggia (o Bodengo) ha scavato (o ha modellato) una profonda gola nella roccia e si getta con una cascata in un piccolo laghetto proprio di fronte ad una spiaggia di ciottoli. Complice la giornata non soleggiata il posto è deserto, ne approfittiamo per fare qualche foto e goderci quanto la natura offre alla vista.
Superata Chiavenna ci fermiamo alle cascate dell'Acquafraggia (le avevo sempre viste dalla strada ma non ero mai andato sotto il salto d'acqua) dove, dopo un bivio errato e un'incomprensione sul baretto ci concediamo anche un caffé.
Passiamo il posto di frontiera ed entriamo in territorio svizzero. Pochi chilometri ed ecco materializzarsi il classico giovinastro svizzero di buona famiglia a bordo di una costosa auto tedesca accessoriata in modo un po' tamarro (Mercedes A45 AMG con tanto di alettone posteriore). Essendo le nostre moto notoriamente agili più delle auto e potendo per questo evitare la fila di veicoli a quattro ruote, il giovane tamarro viene sorpassato e subisce la cosa come un affronto alla sua (minima) virilità: al successivo centro abitato dove rallentiamo (ligi al codice della strada svizzero e avvisati della possibile presenza di rilevatori di velocità - lo scorso anno mi multarono poiché passai alla supersonica velocità di 58 Km/h), decide di lavare l'onta col sangue e risorpassa Klaus con una manovra azzardata tentando di urtarlo. Il nostro, giustamente, non ci ha visto più: una serie di improperi al figlio di papà svizzero e qualche minuto un po' animato. Resosi conto che il comportamento, pur giustificato, gli si poteva ritorcere contro, decide di passare oltre e non preoccuparsene più. Non contento, il bimbom****a si prodiga in un paio di frenate improvvise con il solo scopo di provocare il tamponamento da parte di chi gli stava dietro (Amedeo), fortunatamente senza esito. Nel giro di pochi minuti lo sorpassiamo tutti e ci gustiamo la salita al Maloja.
In Engadina fa decisamente fresco, il cielo è coperto e il consueto vento di questa zona, manna per i kitesurfer al lago di Silvaplana, è pungente. Prima di salire al Bernina facciamo una sosta (nel parcheggio di un fiorista, pensavo Klaus volesse comprare dei fiori per la tomba del tamarro ) per aggiungere uno strato all'abbigliamento. E' da quando sono salito in moto che ad ogni buca (per fortuna in Svizzera sono poche) sento un colpo metallico al manubrio e alla sella, approfitto della sosta per capire se c'è qualcosa che non va ma senza fortuna.
Salendo verso il Bernina cominciamo a sentire qualche sporadica goccia di pioggia, non ci fermiamo al passo, una foto alla Forcola di Livigno è però d'obbligo.
Fatte le foto di rito, ricontrollo lo stato della mia moto e ora mi rendo conto che il monoammortizzatore perde olio (è un ammortizzatore a gas, l'olio è solo quello per la lubrificazione dello stelo, di sicuro il paraolio è andato). Rientrare o continuare è pressoché la stessa cosa: proseguo.
Entriamo a Livigno, cerchiamo un posto per mettere qualcosa sotto i denti (prima ancora un posto dove lasciare le moto) e ci rifocilliamo con un pranzetto leggero: pizzoccheri, polenta taragna e funghi per me e Salvo, pizzoccheri e basta (ma il golosone prenderà anche il dolce) per Klaus, una pizza per Amedeo (che ha preso alla lettera le nostre dichiarazioni di pranzo leggero) e un tipico piatto di Livigno per la compagna di Amedeo (sul cui nome ancora non mi sbilancio): la carbonara!
Mentre pranziamo il meteo ci delizia con un po' di pioggia, dopo il caffé ha smesso e possiamo risalire in moto all'asciutto. Rifornimento di benzina all'esorbitante prezzo di 0,911 €/l, acquisto di generi extradoganali, passo per vizioso avendo acquistato una stecca di sigarette e un litro di alcool etilico.
Percorriamo il passo Eira, Trepalle e il passo Foscagno, sulla discesa vediamo le torri di Fraele (iniziale meta del giro, insieme ai laghi di Cancano, che però abbiamo deciso di saltare causa tempo non troppo bello, orario già tardo e modalità giro tra amici) e, una volta arrivati a Bormio, decidiamo di scendere per il passo dell'Aprica e la Valcamonica, scartando il Gavia visto che lo stato del mio ammortizzatore non è compatibile con la strada dissestata.
Saliamo ad Aprica da Stazzona e nella nota località sciistica facciamo un pausa caffé poiché il pranzo leggero ha causato un po' di abbiocco in tutti quanti (particolarmente in Amedeo, l'unico ad aver pranzato davvero leggero ). Ordino un "caffé con gelato", come scritto sulla lista, ma il cameriere non capisce... dopo un paio di minuti di dialogo sul filo dell'incomprensione (e pure del vaffa, ma tant'è) prendo un affogato al caffé: caffé con gelato 3,50€, affogato al caffé 5,00€. A quel bar non mi vedranno più!
Stiamo per ripartire, ormai sulla via del ritorno, ma la moto di Salvo non parte. Nemmeno il quadro si illumina... Un paio di controlli di routine, collegamenti batteria, fusibili e il nostro si accorge di aver lasciato accesi i faretti ausiliari. Diagnosi: batteria a terra. Prognosi... riservata!
Come un novello Archimede Pitagorico (quello disneyano di Topolino, non il matematico siracusano) mi si accende la lampadina: nel bauletto ho un booster (mai usato prima d'ora se non come lampada). Colleghiamo l'apparecchio e la Tracer torna "miracolosamente" in vita. Suggeriamo a Salvo di non spegnerla per un po' e ripartiamo. Si scende verso Edolo, si percorre la Valcamonica, quindi la Val Cavallina con il lago di Gaiano e quello di Endine, infine, al momento di imboccare la SS42 a due corsie, una deviazione per incidente: non ci facciamo scoraggiare, troviamo una strada alternativa e finiamo a prendere l'autostrada a Dalmine. Ultima sosta per i saluti all'area di servizio Brianza Nord, a completamento di una bella giornata in moto "vivacizzata" da qualche imprevisto, fortunatamente risolvibile.
P.S. l'ammortizzatore della mia moto è stato sostituito lunedì sera con un pezzo proveniente da un'altra Honda... non mi resta che provarlo e verificare come va!
P.P.S. scusate per le foto ribaltate ma proprio non riesco a raddrizzarle!
Edit topomotogsx: foto sistemate