Non scrivo questo report perché senta una particolare esigenza sentimentale di farlo: i vari impegni lavorativi e privati mi tolgono più tempo che in passato e... mi sono impigrito parecchio, con l'età che avanza.
Tanto che, in questo periodo, ho saltato TUTTI i report di TUTTI i giri fatti dall'inizio di questa stagione. 
Lo scrivo per PORTARMI E PORTARCI UN PO' DI FORTUNA METEOROLOGICA.
Già, perché dopo aver osservato svariate lune nuove, studiato lo stratwarming, consultato viscere di animali sacrificati come gli aruspici...
il tutto INVANO... 
mi sono convinto che il meteo stia facendo tantissimo lo str... solo ed esclusivamente perché, fino ad ora, non ho scritto nemmeno un reportino.
PROVIAMO... anche se, dal finale del presente report, già si potrebbe evincere che non serve a una ceppa!
Alex organizza un girozzo abbastanza simpatico ma lo inficia immediatamente sistemando un orario di partenza devastante:
8:30 da Rivoli, il che significa che io mi dovrò svegliare alle 6:40. Di sabato. 
In ogni caso, mi organizzo la sera prima in modo da pulire bene la catena e da lubrificarla a dovere, dopo averla lasciata colpevolmente inzozzata dal giro precedente (quello di Sab 19 in Liguria... fatto a metà perché funestato dal meteo, manco a dirlo!
) per ben 6 giorni.
Mi alzo, guardo fuori, non sono convinto ma parto lo stesso perché la voglia di moto è tanta. Le temperature mi invitano a scegliere un completo tecnico estivo... ma l'antipioggia è sempre con me.
Parto deciso, evito la strada normale e viaggio in autostrada per recuperare quei 10 minuti che mi permetteranno di far colazione nel baruccio del nuovo punto di ritrovo rivolese (gran bella idea!
).
Arrivo e ci sono già Conte81 (saponette-dotato, quindi già dichiarante le proprie bellicose intenzioni
) ed Alex: colazioncina insieme e, nel frattempo, sopraggiungono tutti gli altri.
Ci si affretta a partire perché la notizia della sera prima è "C'è il Giro d'itaGlia che parte da Susa, c'è casino su!".
Bene, durante il tragitto il buon Ter, Susino doc, chiama sia me che Alex (santo interfono bluetooth) per spiegarci come si possa fare per raggiungere il Monce nonostante i sedicimila blocchi delle FdO... noi non ci capiamo un accidente e il Ter comprende che dovrà scortarci!
Giunti a Susa, una poliziotta dalla quale mi farei arrestare quattordici volte al giorno
ci lascia passare il primo blocco; in corrispondenza del secondo, arriva il Ter con Gabry: padre e figlio ci scortano, attraverso stradine assurde, al di fuori del macello e direttamente lungo la strada del Monce.
GRAZIE AMICI!
Salita al Monce ---> TAMARRIA TOTALE,
causata dalla presenza, sul codino della moto di Alex, di una telecamerina che riprende me e Conte far del cine nero su per il passo che ben conosciamo. 
Arrivati in cima (quanta neve ancora!!!), breve momento di sosta e si riparte alla volta della valle della Maurienne, tra mille cantieri stradali, semafori rompiscatole lentissimi, deviazioni... ok, abbiamo capito che i Francesi riparano le strade in maggio.
Sempre in valle, ci fermiamo presso un intermarché per acquistare generi di prima necessità (leggi: il pranzo a base di taboulé!) e fare il pieno: qui, a causa di una vecchia che ci mette trent'anni alla cassa, perdiamo un bel po' di tempo...
Riprendiamo la strada, attacchiamo la salita verso la Croix e subito dobbiamo cambiare strada, prendendo quella "bassa"... contraddistinta, manco a dirlo, da cantieri, polvere, ghiaione, schifo vario. Un'agonia.
Soltanto gli ultimi km di salita verso il colle ci permettono di goderci un po' le nostre cavalcature ed il panorama circostante che, nonostante il cielo plumbeo, è sempre un bello spettacolo maestoso.
In cima, parcheggiamo sul ghiaione e attacchiamo il pranzo senza alcuna pietà, chiacchierando amabilmente.
Dopo aver salutato Conte ed il redivivo Peppe, che tornano a valle prima, ripartiamo belli rifocillati e speranzosi di non prendere acqua... dopo 3 km al massimo siam già lì a smadonnare per il colore violaceo del cielo davanti a noi ma ancora non piove.
Un raggio di sole rischiara il pomeriggio: una ciclista PAZZESCA, una gnocca del dio limpido che sale in direzione opposta alla nostra... mai vista una roba così pedalare su un colle.
MAI. Faccio una testa così ad Alex via interfono e tutti gli altri se ne accorgono per il mio gesticolare sfrenato... 
w la natura.
Dopo il raggio di sole... inizia a gocciolare. Ma sì dai, l'antipioggia la metto più avanti... Alex se la mette, io aspetto ma poi cedo anche io... e faccio bene, perché la pioggia non mollerà più da qui sino alla fine del giro.
Strade bagnate.
Andature bradipesche.
Niente tamarrìa sul Lautaret.
Niente paesaggi con chiaroscuri da favola.
NIENTE.
Solo il b.d.c. stretto stretto.
CHE ODIO.
Pausa caffè a LaGrave o giù di lì: che buono... preferirei limonarmi la vecchia barista!!!
Si riparte e si giunge a Briançon senza infamia e senza lode, dove io ed i Cuneesi (Fabry, Vince e Beppe) salutiamo Alex e Davide. Noi andremo verso sud, per un ritorno da Vars e Maddalena (sperando in un meteo migliore), i Torinesi verso est ed il Mongi.
Nonostante il cielo un po' più chiaro... CAMBIA NIENTE. PIOGGIA, o al massimo strada bagnatissima.
OVUNQUE.
Faccio un Vars da vergognarmi ed una Maddalena ancora peggio
e mi ritrovo alla sosta al bar in cima con poca voglia di vivere... se ne accorgono tutti... sarà perché non tolgo nemmeno il casco dalla testa? 
In ogni caso, dopo qualche minuto ripartiamo verso valle: questo è l'unico tratto asciutto ed io ne approfitto per riprendermi un po' e divertirmi lungo i tornanti.
Passiamo Vinadio, poi Demonte (dove Vince ha nostalgia della sua amica vacca dell'anno scorso...
) ed arriviamo a Borgo non prima di esserci salutati a bordo strada.
A BORGO, C'E' IL DILUVIO UNIVERSALE.
Prendo tanta di quell'acqua... mai nella mia vita di motociclista ho beccato una roba del genere, nemmeno nei viaggi in Foresta Nera o Trentino. Indescrivibile.
Avendo indossato, per scarsa fiducia nei pantaloni da me "modificati" a suo tempo (diventati pinocchietti inguardabili) soltanto la giacca antipioggia (che fa egregiamente il proprio dovere... facendo scolare tutto verso il basso...), mi ritrovo con una popolazione di rane nelle mutande
e me la porto a casa per un centinaio di km. Un piacere infinito, il fresco sciacquio in mezzo alle balle. 
Sì sì.
Nel tratto Borgo - Cuneo dò fondo a tutto il mio repertorio di bestemmie urlate nel casco, certo che questo possa motivare al meglio il Signore del Motociclismo...
ma così non è, e mi tocca anche inventarne di nuove nella speranza che serva a qualcosa.
NIENTE. Mi tengo il fortunale sulla testa fin quasi a Fossano.
Da Marene in poi, niente più pioggia né strade troppo bagnate ma... c'è la noia dell'ultimo tratto.
Arrivo a casa 12 ore e mezza dopo esser partito, con circa 600 km sul groppone di cui almeno 250 passati a lottare contro l'acqua.
Bene, Signore del Motociclismo: vediamo di smetterla.
