Ziggy2 ha scritto:
Ciao,
io da giovane ho sempre avuto la moto, da studente era il mio solo mezzo di locomozione.
Tra i 20 e 25 in moto ho fatto anche delle belle vacanze. Yugoslavia, Grecia...
Poi attorno ai 30-35 ho comprato uno scooter. L'ho usato per 5/6 anni ma ancora adesso non ho capito bene come lo si dovesse guidare e cosa bisognasse fare per curvare dignitosamente....boh!
Ho capito che lo scooter non è una moto ma, soprattutto, ho capito cosa significa "non essere moto".
L'ho messo in vendita a Maggio 2004 per tornare alla moto. L'ho vendo a fine Luglio e dico "va bé....ora aspetto Settembre.....
Settembre 2004: mia moglie mi comunica l'avvento del primo figlio. Bello Bello....la moto può aspettare!
Giugno 2009: mia moglie mi comunica l' avvento del secondo figlio... la moto che?
Ottobre 2011: mia moglie mi comunica l' avvento della prima figlia....requiem per la moto ....
ORA, 13 ANNI DOPO LA VENDITA DELLO SCOOTER E:
Data: Settembre 2017
Età anagrafica: 52 anni
Evento: vedo l'annuncio di una Husqvarna Enduro ( TE610) a 20 km da dove abito. Mi ci fiondo.
La vedo davanti al garage, le avrei ciucciato il serbatoio dal tanto che mi intrigava!
No specchietti, no pedane passeggero, no paracatena, no frecce....una Maya desnuda davanti a me, zitta, che mi guarda suadente e percepiva il mio vacillare.
Il proprietario la avvia. Lo scarico modificato completa l'opera. Il rumore è grezzo, bastardo ed impertinente come quello del mio Teneré di 25 anni prima.
Ci monto sopra.
Prima , seconda, terza..... e tutto d'un tratto mi accorgo che c'era una parte del mio cervello dimenticata, costretta in un angolo, probabilmente anche un pò ammuffita.
Non so ancora per quale strano fenomeno biologico, ma il mondo è diventato di colpo più luminoso, più chiaro, come quando dopo tanto tempo aumenti la luminosità dello schermo del telefonino.
Il mio naso ha cominciato a percepire odori dimenticati, i massaggi dell'aria sul viso (col casco ovviamente), sul collo, sulle spalle, l'orlo dei pantaloni che ti picchietta sulle caviglie quasi come un frustino ad incitare il cavallo.
E poi il contagiri illeggibile ma sostituito dalle vibrazioni delle tue chiappe, il contachilometri lontano laggiù sostituto dallo sforzo delle tue braccia contro il vento e poi la voce, la voce di quel bellissimo e fido animale che stringi tra le gambe ed è più contento di te e che, come un cane affezionato, prova a parlarti abbaiando e scodinzolando.
Prima, seconda, terza, quarta, una progressione che, in modo inversamente proporzionale, ti scala gli anni dalla carta di identità regalandoti vita.
Il giro è stato breve ma rivelatore.
Tornato dal proprietario, a stento, mi sono staccato dai fianchi stretti e ormai caldi della mia intemperante compagna.
Stà di fatto che quando ho detto: "ok la prendo", il proprietario mi ha risposto "non c' era bisogno che lo dicessi, bastava guardare il tuo sorriso nel casco quando sei ritornato".
Ecco perchè la moto over 50.