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Inviato: 6 Giu 2017 20:58
Oggetto: Report 02/06/2017 Le Gole dell'Ardeche 1a parte
02/06/2017 Le gole dell’Ardeche
1a Tappa Milano – Montelimar
Bene, finalmente l'agognata partenza. Tutto preparato,....si.... insomma tutto,....si fa per dire, quando stacchi alle 18, ti attacchi a google map per vedere ancora gli ultimi dettagli, smadonni perché non trovi il cavetto giusto per la telecamera, in compenso ritrovi il trasmettitore Bluetooth che avevi dato per disperso incolpando tutti i componenti della famiglia, compresa la gatta che ogni tanto viene a ingozzarsi qualche avanzo.....va be, quel che c'è , c'è e....domattina si va. Ultimo particolare, ho notato che google map identifica la "barriera sull'A4, Milano -Torino", con quella in uscita,… appunto per il capoluogo piemontese, non vorrei mai che .......nooo, allora specifico “ Ghisolfa” per fugare ogni dubbio ....e ...vado a dormire tranquillo.
Alle 6 meno un quarto, sono in piedi, doccia, vestizione dell’armatura" e il "cavallo " bardato con cura ed attenzione la sera prima, scalpita ed è pronto per l'avventura.
Temperatura ideale, poco traffico, anzi per niente, i soliti scassacazzi con il cane, che ha giusto le sue esigenze, solo che le strisce pedonali di Lecco probabilmente fanno proprio ca...... e loro da bravi esserini intelligenti lo capiscono subito e le onorano nei migliori dei modi. Sarà anche per far contenti....il Berlusca e la Brambilla....no, non quella che mi da l'amicizia in facebook.....avete capito benissimo, ....quella che tiene più ai cani che..... alle persone, ma anche questa è un'altra storia. Cosa non si fa per una manciata di voti.....
7:20 e alzo la sbarra del telepass alla barriera .....quella della Ghisolfa, direzione Milano -Torino. 7:35......suona il cellulare......."io ci sono....Piero te dove sei?" " Dove dovrei essere!!! Appena oltre il casello autostradale ...detto...della Ghisolfa direzione Milano Torino."......"No perché io sono a Rondissone........" "Rondi...chèèè?"....."....eh--- alla barriera in uscita a Torino".........ma p*****a di quella.......maiala , ....mi era venuto....appena per un attimo.... il sospetto, ...cominciamo bene....il fatto è che poi va anche peggio, ma la finisco qui, giusto perché non sono uno che tace, ma neanche mi piace infierire. Sopraggiunge Sandro ed andiamo a recuperare Antony.
Veniamo alle cose che contano, a Torino un po’ di traffico e….un bel temporale. Ovviamente la pigrizia di fermarsi e indossare l’antipioggia, quindi per un po’ si cuoce a vapore, visto che poi esce il sole. Le indicazioni sono per Pinerolo, che il navigatore pensa bene di farci attraversare per il centro città. Per uno che ha fatto il militare nella Brigata “Pinerolo”, che non ci era mai stato, anche……una curiosità di meno. Eh, che ci volete fare, gli “anziani” diventano capricciosi. Poi le indicazioni per il Sestriere, strada divertente, molto, si passa per Villar Perosa,…..volete dire che ho portato sfiga…….., se è così, era assolutamente voluta. Seguono Pragelato e via di seguito. Al Sestriere sosta d’obbligo per una caffè e le necessita corporali. Poi si risale in sella e si scollina. Nella discesa ci troviamo in coda ad un gruppo di HD che senza timore reverenziale ci beviamo e procediamo di buona lena.
A Briancon prendiamo le indicazioni per Grenoble. Anche qui, strada gratificante, il tempo volge al meglio e tutta l’attenzione è rivolta al paesaggio, che ci ringrazia con scorci maestosi. Passiamo l’abitato di La Grave, sempre nel medesimo scenario ci avviciniamo al lago di Chambon, un invaso artificiale che ben mi ricordavo, ma che google map si sdegna di considerare nell’itinerario che mi ero prefissato. Infatti devia su una stradina, che mi sembra a dir poco improvvisata. Giunti sul posto si svela l’arcano. Una vasta frana interrompe la via principale e il traffico viene deviato su una strada secondo me artificiale ricavata sull’altra sponda del lago. Stretta, impervia, ma senz’altro pittoresca, insinuata fra i boschi di conifere e lo strapiombo sul lago…….Beh , di che ci lamentiamo, ci dobbiamo abituare….no?
Proseguiamo a buona andatura sulla strada che percorre la valle ed alterna tratti rettilinei a ad altri molto tortuosi, che giocano a rimpiattino con il percorso del fiume.
Ora arriviamo a Grenoble. Ci sono due possibilità. Immettersi sull’autostrada, che la aggira a sud, aumentando notevolmente i km da percorrere, o entrare nel centro città. Io l’ho fatto almeno una 20° di volte e ….entro in città. Chiaramente bisogna affrontarne il traffico, per giunta è pure mezzo giorno. In Francia oserei dire intelligentemente, hanno riservato una stretta corsia, sulla destra della carreggiata, in entrambi i sensi di circolazione, a favore di moto e scooter, ancor più intelligentemente, gli automobilisti francesi….la rispettano, se casualmente vanno ad occuparla, si scusano e, si affrettano a liberarla. Riferito all’Italia….. Fantascienza !!!
Dopo aver elogiato l’acume dei “cugini”…….facciamola breve, in tre….ci siamo persi. Io me ne assumo anche la colpa, sono davanti, con un mezzo agile e leggero, devo solo stare nella corsia riservata, bazzecole, …con un mezzo di soli 400kg + bagagli , un occhio sul navigatore, uno al traffico, il terzo, …occhio, sugli specchietti retrovisori. Per un attimo lo distolgo,….spariti. Siamo in centro città, a passo d’uomo, avrò pure svoltato ad angolo, qualcuno avrà pure guardato avanti…….niente, accosto ,aspetto…….nessuno. Ho visto un Santo sbirciare dalle nuvole e guardarmi con aria di rimprovero….avrà sentito le bestemmie?
Che faccio? Intanto inutile dire che mi ero portato sulla strada corretta, che anche ricordavo bene, quindi riprendo la marcia ed esco da Grenoble e mi avvio sulla circonvallazione. Dopo un buon quarto d’ora suona il telefono del garmin, fra una balla e l’altra si conviene di trovarci sotto il cartello segnaletico cittadino che indica l’abitato di Cognins le Gorges.
Arrivo nel punto stabilito…….e aspetto. Nel frattempo mi sdraio su uno splendido prato e tolgo qualche crampo allo stomaco.
Di nuovo ricongiunti , piccolo spuntino e, inizia la Route de Vertige che ci dovrebbe portare fino all’abitato di Presles.
La strada è una stradina, larga circa 2 mt, asfalto in ordine, che subito prende a salire nascosta in un fitto bosco.
Mentre prima il caldo si faceva sentire, ora si prosegue al fresco, in un’atmosfera che per il primo tratto induce tranquillità. Dopo un paio di km, ci si insinua in una stretta gola, e fra piccole gallerie, tratti a strapiombo, scavati nella roccia, parapetti praticamente inesistenti, si respira l’aria dell’avventura in questo scenario senz’altro inusuale. Magari avrete notato mancanza d’entusiasmo nel descrivere questo tratto di strada, che in realtà generava molte aspettative. La strada è anche affascinante, solo è molto corta. Finisce subito, non fai in tempo ad assaporarla che è già finita. Parlo del tratto più spettacolare. Poi si prosegue in una bella atmosfera , che per gli appassionati può ricordare abbastanza fedelmente le peculiarità ambientali e stradali del nostrano Passo del Vivione.
Giunti sulla sommità di questo che è un altopiano, commetto un errore imputabile solo e solamente ad una mia considerazione sbagliata. Ad un bivio, il garmin mi indica una direzione con un cartello di un paese sconosciuto, a destra il cartello con l’indicazione per Presles. Avrei seguito il consiglio del navigatore, se non che la strada si riduceva ancor di più, e nuvoloni minacciosi comparivano sopra le nostre teste. Quindi prendo a destra, la strada resta quella con le caratteristiche di prima, ma esco dalla rotta prefissata , per cui navigo a vista in quanto il navigatore vuole rimandarmi cocciutamente sull’itinerario precedente.
Dopo un po’ di peripezie , con l’aiuto di Sandro, recuperiamo l’abitato di Saint Nazaire en Royans e ritorniamo sul tracciato iniziale, immettendoci dopo un paio di richieste ,alla vecchia maniera, a residenti compiacenti, sulla D76 imboccando il percorso segnalato anche con cartelli indicanti peculiarità turistiche, sul Cirque du Combe Laval. Tutto bene vero……? Una cippa……inizia a piovere. Per un po’ insistiamo, ma poi l’intensità aumenta e sostiamo per indossare l’antipioggia. Avete mai provato a guidare una moto col parabrezza quando piove ? Qualcuno può azzardare….ripara,…. può essere, ma all’imperlinatura del paravento, si somma quella del casco e……..non si vede più nulla. Ok, qualcuno dirà che non sono mai contento……avrà anche ragione.
La strada non è stretta come quella della Route de Vertige, anche ben asfaltata, poi inizia la giostra, lo spettacolo ora è inebriante, non si avverte più neanche la pioggia, anzi a tratti ….piove col sole e a farci compagnia e magari buon augurio un paio di spettacolari arcobaleni. Mi spiace, ma le parole non rendono la bellezza della scena. Anche qui strada scavata nella roccia, archi e piccole gallerie che si susseguono, precipizio da un lato, ad ogni curva, uno scenario che cambia e impressiona, la paura……che finisca subito. No , questo dura, si gode e ci gratifica per i km percorsi e la fatica che comincia a farsi sentire. Poi…avete presente quando uno è ingordo……ecco, percorso ormai finito, ultima terrazza panoramica , per non lasciare niente, svolto per attraversate la carreggiata, ma sono in pendenza, non ho la prontezza di realizzare, anzi veramente lo faccio in ritardo, mi fermo a metà, il peso della moto si sposta a valle e io non provo neanche lontanamente a sorreggerla, so che si adagerà a 60° appoggiandosi sul telaio e sugli scarichi. Ma figura da pirla. Pirla principiante. Comunque c’è sempre una prima volta. Immediatamente intervengono alcuni motociclisti, quelli che stavano sulla piazzola, manco a farlo apposta erano italiani, mi aiutano a rialzare i 400 e oltre kg del mio cancello e dopo un attimo che serve alla pompa della benzina per riattivarsi. Riparto. Nessun danno, ma certo potevo evitare. Ora mettiamo nel mirino Montelimar, dove abbiamo deciso di pernottare, non prima di transitare anche per il Col de Rosset, asfaltato a nuovo. Spettacolo. A Montelimar scendiamo all’IBIS, nulla di che ma decisamente accettabile, la stanchezza un po’ si fa sentire, anche quella mentale, perché comunque sentirsi responsabile per la buona uscita ha la sua valenza. Montelimar non è un gran che, per cenare abbiamo trovato a fatica, perché alle 09:30, i cosiddetti ristoranti non accettavano più clienti. La giornata, fra luci e ombre è terminata. Domani è un altro giorno. L’Ardeche ci aspetta.