Eccomi a scrivere il report di una gita in Austria e Dolomiti che definire meravigliosa è riduttivo (dal 23 al 27 settembre 2013)
Primo giorno:
Esco dal garage alle 5 di mattina ed arrivo a Bellinzona alle 7, 45, sosta benzina e, vista la bassa temperatura, anzi faceva un freddo porco
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Si comincia a stare meglio a Chur, da dove mi dirigo a Vaduz, che non visito, perché non ho l’abbigliamento adatto essendo imbottito come l’omino Michelin e non sapendo dove lasciare la roba.
Giunto a Bludenz attacco la salita della Silvrettastrasse dalla parte giusta, bellissima con i caratteristici tornanti in parabolica, da sottolineare che il meteo è fantastico, come meglio non potrebbe essere.
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Arrivo alla diga posta ai piedi del maestoso Piz Buin, non il burro di cacao, ma la montagna, cioè, per capirsi, è il burro di cacao che prende il nome della montagna e non viceversa…..ammiro il fantastico panorama, sparo un bel po’ di foto ed inizio la discesa, dove i colori d’autunno la fanno già da padrone.
Giunto a Landeck percorro un breve tratto della via romana Claudia Augusta (asfaltata, non più sulle lose), e poi inizio a salire lungo la Kaunertalgletcherstrasse e, dopo aver costeggiato il lago Gepatsch, inizia la vera ascesa al ghiacciaio; non so quale aggettivo usare per descrivere la magnificienza della natura che mi circonda, soprattutto quando arrivo in cima con la moto a fianco delle piste da sci, lascio, come farò altre volte la parola alle foto, dico solo che la Kaurnertal mi è entrata nel cuore.
Dovendo giungere ad Imst per la notte, per soprammercato decido di arrivarci valicando il PillerJoch, passo di per se non eccezionale ma lungo il quale si gode di un fantastico panorama sul fondovalle.
Non sapendo neanche una parola di tedesco a parte dankeschon mi portano qualcosa da mangiare che non capisco cosa sia ma non è male, e poi ho digerito benissimo.
Ah, dimenticavo che in Austria gli orari sono diversi, tipo si mangia alle 18,30 e si fa colazione alle 7,00
Secondo giorno
Sveglia e colazione molto presto, devo però, come dice il commissario Montalbano, tambasiare un poco (cazzeggiare) perché, oltre a fare freddo, il sole non ha ancora nemmeno illuminato le montagne.
Alle 8,30 inizio la salita all’Hantennjoch, passo davvero bello, sia come panorami che come strada, sia in salita che in discesa.
Giunto a Warth è ora di raggiungere il Flexenpass, bello pure questo anche se più trafficato e con una galleria in discesa a senso alternato per lavori stradali.
Successivamente percorro il fondovalle in autostrada (ho la vignette) per raggiungere Bludenz, base per la Faschinastrasse culminante al FaschinaJoch, questo colle non mi ha entusiasmato un po’ per i continui lavori ed un po’ perché è un centro abitato quasi continuo.
Guardo la cartina e non essendo tardi e leggo che la Bregenzerwalkdstrasse la danno come tutistica/panoramica, la imbocco ma si rivela solo un fondovalle per cui dietro front e via per l’Hochrtannbergpass, davvero bello, mi è piaciuto proprio tanto.
A Warth, sotto quest’ultimo passo non mi faccio mancare una salita in seggiovia per ammirare dall’alto tutto questo ben di Dio.
Nuovamente il Flexenpass e poi l’Arlbergpass, speravo meglio, è solo un passo di transito, largo e trafficato per portare i turisti a Sankt Anton am Arlberg, che non visito per il motivo già descritto sopra ma che non pare certo una località per barboni, cosa che, per altro già sapevo.
Lungo il ritorno ad Imst, inspiegabilmente una lunga galleria viene fatta percorrere a senso alternato con lunga attesa ingannata da un ragazzo ed una ragazza che, usciti dall’auto si dedicano ad effusioni amorose…..beato lui lei era (è) una gran gnocca.
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L’anticipo con cui raggiungo l’albergo mi invita a percorrete la Pitztalgletcherstrasse che è bella ma occorrerebbe camminare un po’ per raggiungere il ghiacciaio, cosa che non posso fare per il solito motivo.
Di nuovo cena alle 18,30, passeggiata e a nanna, fotocopia del giorno prima.
Terzo giorno:
Solito cazzeggiamento sino alle 8,30 e poi via per la meta che più mi ha emozionato lungo la vacanza, la Otztalglechnerstrasse la strada asfaltata percorribile più alta d’Europa 2.829 slm.
Troppo bella , oltretutto sotto un cielo blu e terso, al casello pago poco e raggiungo la base del ghiacciaio dal quale si diparte una deviazione che porta al famoso tunnel che, in uscita scollina proprio a 2.829 slm.
Qui mi viene in mente la disputa tra francesi ed austriaci su chi abbia il valico asfaltato più alto del continente, secondo me il più alto è l’Iseran perché la Bonette è un passaggio farlocco tracciato solo per superare i 2.800 slm e il dislivello del tunnel della Otztal appare un poco forzato visto che per raggiungere gli impianti sciistici all’uscita occorre scendere.
Non mi faccio mancare la salita in ovovia al ghiacciaio dove si stavano allenando gli sciatori austriaci, non ci sono commenti che valgano lo spettacolo naturale che mi circonda.
Da sottolineare che più viaggio più rivaluto le capacità di guida dei cuneesi, considerati, in Piemonte, non proprio fulmini di guerra, in Austria, per percorrere una rotonda fanno una fatica di Sisifo e, se devono girare in una via a destra devono fermarsi, sterzare e ripartire……..
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Meta successiva la Kuthaisattel, il colle e la strada sono davvero belli e poco trafficati, me li sono proprio goduti.
Piccolo tratto in autostrada verso il Brennero che, stranamente, mi fanno pagare nonostante avessi la vignette e poi ultima meta della giornata, il ghiacciaio dello Stubai.
La strada per raggiungerlo non è nulla di che ma il panorama che si gode salendo con l’ovovia sino al top of Tirol a 3.210 slm non ha prezzo.
Successivamente raggiungo Vipiteno attraverso il Brennero per statale, questo passo non mi piace per nulla.
In albergo, finalmente, risento (più o meno) parlare italiano, almeno con me, in ogni caso mi trattano benissimo e mi trovo bene; dopo cena passeggio per il paese, carino ed ordinato.
Quarto giorno:
Dolomiti ed altro.
Inizio con il passo Pennes, stupendo in autunno, tortuoso in salita da Vipiteno e poi scorrevolissimo sino a Bolzano dove decido una variazione al programma, aggiungo l’Alpe di Siusi, in realtà sarebbe aperta solo sino alle nove del mattino, ma faccio finta di niente ed arrivo in cima, dove mi fanno presente il divieto, al che (la faccio breve) do la colpa al navigatore.
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Vengo comunque punito perché una nuvola carogna mi impedisce di godere dei colori del gruppo dolomitico dello Schiliar, pazienza.
A questo punto riprendo il programma originario e, raggiunta Tires inizio il su e giù per i colli Nigra e Costalunga e poi, da Moena, San Pellegrino, Valles e Rolle, frugale pranzo a San Martino di Castrozza a base di strudel quindi passo Croce d’Aune, qui si vede che è passato di recente il giro d’Italia perché nel tratto verso Feltre (quello percorso in discesa dai ciclisti) l’asfalto è un biliardo.
Penultima fatica, ma la più pesante è il tratto Caupo, Monte Grappa, Bassano, sono, tra salire e scendere 60 km di strada non proprio ottimale, anzi, tra Caupo e cima Grappa fa proprio schifo, quindi è molto lenta, la fatica vale comunque la pena perché a cima Grappa c’è l’enorme mausoleo dei caduti della prima guerra mondiale a cui ho reso omaggio pensando che, mentre io sono qui a viaggiare in moto, quei ragazzi non hanno avuto neanche la minima possibilità di vivere la loro età e non solo, ho proprio un moto di rabbia contro chi ha trascinato una generazione in quell’inferno.
L’ultima fatica sarebbe il colle Xon che mi porta in albergo a Recoaro terme, invece il tratto più pesante è la pianura Bassano, Thiene, Schio che la stanchezza mi fa sembrare grande come Los Angeles.
Giungo comunque a Recoaro Terme dove, in albergo, vengo trattato e nutrito decisamente bene.
Quinto giorno:
In teoria se il meteo si fosse confermato buono mi sarei fatto ancora la Lessinia prima di rientrare a casa, ma, una volta sveglio, vedo un cielo grigiastro che ti invita più al suicidio che ad un giro in moto per cui, direttamente a casa.
Ringrazio la mia fedele e fantastica motocicletta per la compagnia in questa grandiosa vacanza, ed ora ancora qualche uscita per godere dei colori dell’autunno.
Foto:
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