xadamaster ha scritto:
Buongiorno, o Buonasera a tutti voi, dipende da quando leggete. Sono un vecchio frequentatore del forum, ma saranno 3 anni buoni che non mi faccio vivo.Avevo troppe cose che nella mia vita si sono accavallate e così, insomma, non ho scritto più. Ho continuato ad andare in moto, quello si.Ho deciso di rimettermi a scrivere perchè non riesco venire a capo da una situazione, e per tal ragione avrei bisogno di quelle persone che hanno alle spalle parecchi anni di guida e di "vecchi" motociclisti attempati con ampia esperienza, per un fatto che ora mi accingo a raccontarvi, se avrete la pazienza di leggere tutto.Fino a qualche mese fa da sei anni e mezzo avevo una ER 5, moto discreta, pochi cavalli, e con la quale ho sempre dato il massimo in tutti i sensi durante questi sei anni.Qualche mese fa ho cambiato moto, sono così passato ad una suzuki gladius 650, altro tipo di moto, sicuramente migliore e molto più performante. Ed è qui che devo fare un autodafè e non capisco cosa stia succedendo: come diceva De Andrè, si sa che la gente da buoni consigli quando non può più dare il cattivo esempio, in questa frase mi ci rivedo appieno (anche se al contrario), infatti quando avevo la prima moto, sicuramente meno performante, il mio pensiero era rivolto alla sicurezza, al fatto che sono i km che fanno il motociclista e non a quanto spingi, a non ingarellarsi in strada, al fatto che la gara è nella tua testa contro il tuo orgoglio. Con la nuova moto qualcosa è cambiato specialmente se ci si aggiunge un mio amico, con cui ogni tanto usciamo e che ha la moto da un anno e mezzo. A questo punto i vecchi pensieri, tutto quello che ho imparato anche qui sulla sicurezza decade tutto, perchè quando siamo in futa (la strada statale conosciuta sia a Bologna che da molti di fuori città) quei pensieri vengono attenuati da un velo rosso, una potenza agonistica a cui difficilmente resisto e che mi spinge a voler stargli davanti, nonostante sia cosciente che ciò che faccio è scellerato e complice anche lui che rintuzza cercando di passarmi nonostante andiamo già abbastanza veloci, io gli rispondo colpo su colpo, passando anche in punti rischiosi, perchè il mio orgoglio ha una fame pazzesca.Così la settimana scorsa, siamo andati a Loiano, ci siamo fatti un piccolo aperitivo serale ed abbiamo parlato del più e del meno, dopodichè siamo tornati a casa. Abbiamo preso una strada diversa, più stretta e con molte curve, ed il mio passeggero era sempre l'orgoglio.Con l'occhio guardavo quanto il mio amico fosse distante, e più si avvicinava più acceleravo, così sono uscito fuori strada, la moto è andata a destra io a sinistra.Ho sentito una forte botta sulla nuca, tanto da farmi rimanere pietrificato per un buon minuto (non so quanto tempo sia effettivamente trascorso forse anche meno), non riuscivo a respirare ne a parlare, ho anche pensato di morire per mezzo secondo, poi i sintomi si sono attenuati e mi sono ripreso, ed ho scoperto che il mio amico guidando troppo vicino a me mi ha preso sulla nuca con la forcella della ruota anteriore. Ora cosa mi ritrovo? Ne valeva questa sfida col mio orgoglio? Ed anche se mi fosse passato o fosse stato davanti a chi glie ne sarebbe fregato? Avrei la mia bellissima moto ancora intatta in garage. Per fortuna sto bene gli esami sono andati tutti con esito positivo, ed anche la moto non si è fatta molto per chi se lo fosse chiesto. Ora ho capito cosa voglia dire cadere sulla Futa, quella strada intervallata da mazzi di fiori, anche vedere il soffitto bianco ai neon, e la ciambella della tac dell' ospedale mi lascia un piccolo segno indelebile nella coscienza, perchè sapevo che quel genere di caduta potevo evitarlo. A questo punto vi domando: so bene che se quella sera fossi rincasato da solo, sarei andato, lo so bene, molto più piano. Ma la presenza del mio amico mi fa "vedere rosso", ed a questo punto io credo che non riuscirei mai a viaggiare in sua compagnia, perchè a me piace non avere mai nessuno davanti e così anche lui, considerate inoltre che già da un anno e mezzo si creda un discreto "piegatore" e che si chieda: "perchè ancora non abbia piegato molto", io ci vedo qualcosa di superficiale ma di questo in parte sono stato complice anche io nell'insegnarglielo. A me piacerebbe fare un giro in compagnia in relax gustandomi più le curve ed il panorama ma quando cerca di passarmi, o le distanze si riducono allora ritorna quel grido d'orgoglio. Chiariamoci, io non sto facendo una lamentelaperchè so di essere stato un irresponsabile e perciò io vi sto dicendo: ho un problema, ho scoperto di essere orgoglioso e competitivo tale da mettere a rischio la mia salute quando accantono la mia razionalità, ma per questo non abbandonerò la moto ma voglio invece, risolvere questo problema, e chiedo a chi in moto c'è molto più tempo di me, se anche lui un tempo sentiva le stesse voci come le mie e come le ha risolte, si tratta di un problema umano che mi distanzia dal vero significato dell'essere un motociclista e dalla ricerca dell'essenza del motociclismo e dalla sua (se esiste) filosofia. E la paura di questo distacco mi allarma, perchè mi chiedo: cosa mi sta succedendo? Basta una ventina di cavalli in più per cambiarmi?Io non voglio essere uno smanettone che si vanta di giocare il jolly in curva, e non voglio essere prima di tutto un ipocrita, eppure quando si verificano le condizioni che vi ho descritto, quelle voci irrazionali di gara e rabbia si fanno vive. Forse dovrei uscire con altre persone più mature ( e che magari guidano più distanti).E' tutto nella mia testa ma ho bisogno di un esorcismo e di buoni consigli.
Quello che ti è successo è il primo avviso del destino,ti conviene non prendertene troppo gioco e poi ricordati che sulla strada non sei da solo