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Report est Europa/Russia 2012
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13873834 Inviato: 24 Ott 2012 17:40
Oggetto: Report est Europa/Russia 2012
 

Dall’Italia all’Austria
In partenza da Cologno Monzese, io e un altro pazzo come me di nome NIccolò ci siamo diretti a Vienna. Sin dall’arrivo in città,dopo 840 km,abbiamo incontrato splendidi scenari. Vienna è così ricca d’arte e attrazioni, che sarebbe stato impossibile visitare tutto. Tra i numerosi castelli e gli eleganti palazzi storici, abbiamo deciso di visitare il Prater: la moderna area che conta circa 250 attrazioni e divertimenti, tra cui la giostra più grande del mondo. Fin qui,tutto perfetto,dal manto stradale alla segnaletica e all’educazione degli automobilisti,l’unica nota dolente,se così si può dire è che sulle autostrade austriache è obbligatorio il kit di primo soccorso,rigorosamente diviso in 2: mini kit per i motociclisti al costo di 13 euro (poco ingombrante) e mega kit da automobilista al costo di 29 euro (grosso come una 24 ore)..noi nel dubbio e non avendo spazio a bordo non l’abbiamo comprato!!
Dall’Austria alla Slovacchia
Dopo aver percorso una tratta di appena 55 km, siamo giunti in Slovacchia. Anche qui, non si contano i castelli e i palazzi antichi. Tra i monti e i villaggi medievali però, si scorge un paesaggio diverso. Questa terra narra le vicende di popoli europei: dai celti ai romani, dagli ungari alle truppe imperiali tedesche. Anche l'ultimo secolo racconta una storia travagliata. Eppure, la Slovacchia ha fatto grandi progressi, e ha ottenuto la nomea di Tigre dell'Est. Anche in slovacchia manti stradali perfetti e segnaletica perfetta,qui grazie al cielo,nessun obbligo di kit vari sulle autostrade.
Dalla Slovacchia all’Ucraina
In prossimità del confine tra Slovacchia e Ucraina, siamo stati sorpresi dal traffico. Una fila di macchine ma soprattutto di TIR interminabile! Ci siamo guardati attorno e da buoni avventurieri, volenterosi di scattare qualche foto-ricordo, abbiamo scovato qualche interessante curiosità. Ed eccolo lì! Abbiamo trovato un soldato in uniforme, degno di una foto! Purtroppo però, siamo stati prontamente ripresi. Qui, non si può! Niente foto alle uniformi: è la regola. Essendo in moto abbiamo superato tutta la coda e ci siamo posizionati davanti a tutti ma lo stupore più clamoroso è che,le persone, al posto di dirci qualcosa, sono venuti a chiederci foto in sella alle moto!! Dopo quasi 2 ore di disbrigo pratiche doganali (rigorosamente in lingua russa) e controlli vari, comprese le moto, siamo riusciti a entrare in territorio ucraino tirando un sospiro di sollievo perché alle 12.30 c’erano 38 gradi!!
Purtroppo il nostro “sogno”di strade perfettamente asfaltate qui termina..i km di asfalto successivi alle frontiere sono devastanti, sia per la schiena sia per le moto, si saltava come grilli!!
Arrivati a Kiev, capitale dell’Ucraina, abbiamo scoperto altrettante particolarità. Tra cui, il monumento dedicato alla madre terra. Si tratta di una statua altissima, in acciaio e cemento. Un angelo, molto grande, con una spada rivolta al cielo. Siamo stati positivamente sorpresi dai luoghi caratteristici, che rendono la città una delle più affascinanti capitali europee. E proprio a Kiev mi sono accorto che un paraolio della forcella sta per abbandonarmi..a ogni frenata lascio bava d’olio sullo stelo, ma questo è solo l’inizio..
Dall’Ucraina alla Russia
Superata la frontiera ucraina, sempre dopo 2 orette per disbrigo pratiche doganali e sempre dopo aver superato la coda interminabile di TIR ,abbiamo fatto rotta verso Mosca tramite la M1, ovvero la loro autostrada, peccato che non ha protezioni fra le careggiate di marcia, passa attraverso le città quindi con semafori e attraversamenti pedonali e ti trovi biciclette in contromano.
Mosca è uno dei maggiori centri culturali del mondo. La città si sviluppa attorno al Cremlino, una cittadella fortificata al cui interno si trovano antichi monumenti. Qui, abbiamo visitato la Piazza Rossa, che è considerata la piazza centrale di Mosca e della Russia. Sulla stessa piazza, sono presenti numerosi monumenti storici appartenenti a diverse epoche e noti in tutto il mondo: dalla Cattedrale di S. Basilio ai monumenti sovietici più famosi, tra cui il mausoleo di Lenin e i magazzini statali GUM.
La città russa offre ben 8 corsie autostradali, il traffico però è molto intenso a causa anche degli innumerevoli suv presenti e il manto stradale è dissestato. Inoltre è facile imbattersi in code dovute a qualche Skoda o Lada anni ’80 rimasta in panne e tenuta insieme con lo scotch!! Infatti, una volta trovato alberghino e sistemato le moto nel retro abbiamo scelto di camminare e usare la Metropolitana. Così, abbiamo incontrato Tatiana, conoscitrice dell’italiano e amante della nostra cultura mediterranea. Lei è stata la nostra guida improvvisata! Un piccolo aneddoto da raccontare; stanchi e affamati dopo la lunga giornata passata a camminare decidiamo di cercare un ristorantino, chiaramente Tatiana amante della cultura italiana ci porta in un grazioso ristorante Italiano e sorpresa sorpresa , in Russia si fuma nei locali aperti al pubblico (si fuma ovunque), una sensazione bruttissima per noi che non siamo più abituati da ormai 12 anni e nemmeno ci pensavamo a questo fattore..!!
Poi, da Mosca ci siamo diretti a San Pietroburgo (770km) effettuabili tramite la M10 o E105, la seconda città della Russia. Qui, le vie sono così inframmezzate da corsi d’acqua da ricordare Venezia. Dalla nostra partenza, in Italia, abbiamo avvertito un forte cambiamento climatico, la temperatura è di 22 gradi di giorno e 11 alla mattina. È stata davvero una bella esperienza, però! Ci siamo spinti fino al nord-ovest della Russia, a poca distanza dall’Estonia e dalla Finlandia.
San Pietroburgo (Leningrado) svela un attraente ambiente culturale e artistico, ma anche puro divertimento diurno e notturno. A differenza di Mosca, abbiamo visitato la città in moto in quanto San Pietroburgo ha un’ottima viabilità e le strade sono più che decenti. Sottolineo anche il fatto, che mentre a Mosca sono tutti frenetici con la mano perennemente sul clacson a Leningrado c’è molta più quiete e calma. La nostra avventura nelle città Russe è stata più che soddisfacente (manto stradale a parte), anche se è stato proprio qui che siamo incappati in una disavventura. Già, perché siamo stati derubati! Il serbatoio di una delle nostre moto, l’Africa Twin del’92 del mio socio, è stato svuotato. Siamo stati derubati di ben 11 litri di benzina tramite il tubicino del rubinetto della riserva, un ricco bottino con i tempi che corrono. Ci tengo a sottolineare che in Russia la benzina costa 68 cent al litro, a detta dei russi, davvero troppo cara!!

Dalla Russia all’Estonia
Lasciata la Russia, facciamo rotta verso Tallinn tramite la A 121,abbiamo preferito questa strada rispetto alla M11 perché costeggia il mare e passa da Petrodvorest, citta che accoglie le ville estive degli zar di Russia. Tallinn è la capitale e la città più popolosa dell'Estonia. Si trova nella costa settentrionale del paese, sul Mar Baltico. Anche Tallinn è una città molto affascinante, è ricca di storia e cultura prevalentemente di origine Finnica, ricca di divertimenti e vita notturna. Grattacieli moderni sorgono vicini a vecchi palazzi storici. Tornando in Europa, sono tornate anche le strade perfettamente asfaltate, un tocca sana per la mia Holins che ormai perde olio anche senza frenare.
Dall’Estonia alla Lettonia
Arriviamo a Riga tramite la A1 o E67 che costeggia il mare sebbene quest’ultimo si veda ben poco a causa della folta vegetazione. Riga è carina! Qui, ce n'è davvero per tutti i gusti! Si può passeggiare per le stradine ciottolate della città vecchia, osservando i segni delle guerre passate o attraversare il mercato e mescolarsi con la gente locale. Oppure ancora, ci si può divertire tra i tanti locali notturni! La nota dolente, è che da qui in poi l’euro non esiste più; alcuni lo accettano, altri no.. e può capitare che se accettano l’euro ti danno il resto in Lats quindi il mio consiglio è di pagare solo con carta di credito anche perché ti fregano sul cambio! Abbiamo anche trovato il concessionario ufficiale Ducati Riga rigorosamente documentato in foto! Peccato che fosse ora di pranzo e quindi chiuso!!
Dalla Lettonia alla Lituania
Abbiamo continuato l’avventura raggiungendo Villniuss tramite l’ A10 che dopo Panevézys diventa A2, la capitale della Lituania, che sorge sul fiume Neris ed è poco distante dal confine con la Bielorussia. È una città vivace, nonostante il passato amaro e difficile. Come per le altre 2 capitali, anche qui asfalti curati e segnaletica ottima.. ma il vero problema di queste nazioni è che gli automobilisti non sono abituati alle moto e succedeva che i sorpassi (specie su riga continua) non fossero ben visti, nella maggior parte dei casi si vedevano i conducenti sbraitare o spostarsi bruscamente spaventati ma a volte è capitato di discutere animatamente, ancora oggi mi chiedo come ho fatto e in che lingua ho discusso!!

Dalla Lettonia alla Polonia
La nostra tappa in Polonia è stata davvero particolare. Varsavia è un centro pieno di vita, che evidenzia il connubio tra antico e moderna. La capitale polacca è stata completamente ricostruita dopo i bombardamenti tedeschi che l’hanno rasa al tappeto; il centro di Varsavia è davvero caratteristico con le antiche mura di mattoncini rossi (ricostruiti anche loro) e la grande piazza centrale. Dopo numerosi giorni di astinenza da cibo italiano abbiamo deciso di mangiare in una pizzeria in centro (rigorosamente ornata di tricolori italiani), siamo entrati titubanti perché è risaputo che la pizza si mangia bene solo in Italia, invece con gran stupore sia per gli occhi e soprattutto che per il palato abbiamo mangiato una pizza assurdamente buona tanto da chiedere il bis!! Attenzione però, ricordate di specificare che sulla pizza volete il pomodoro perché molti blasfemi la ordinano col Ketchup!!! Nemmeno in Polonia, nonostante sia euro zona, ci sono gli Euro; in pratica ( Estonia a parte) 3 giorni di viaggio e tre valute diverse. Santa Visa è corsa nuovamente in aiuto!!
Ad Auschwitz invece (arrivati tramite E75), l’atmosfera è completamente differente. Si respirano ancora la morte, la tristezza, il dolore e l’angoscia. Ciò che è successo è indimenticabile! Raggiungere Auschwitz è relativamente semplice poiché è abbastanza segnalata. Nelle vicinanze del più grande campo di sterminio nazista però, abbiamo capito che la visita non sarebbe stata facile a cominciare da quando siam passati sopra i binari del treno in prossimità del bivio della morte, ovvero, sui binari per il trasporto, diciamo normale, era stato creato lo scambio per far entrare i vagoni carichi di deportati direttamente al campo di sterminio. Una volta entrati nella città è impossibile non vedere i grandi capannoni in mattoni tutti confinati all’interno del filo spinato. Facciamo tutto il giro e parcheggiamo le moto all’ombra su un enorme prato verde che poi in seguito abbiamo appreso fosse altro spazio dove sorgevano baracche per la detenzione dei prigionieri . Ci dirigiamo verso l’ingresso verso le 14,35 e al momento di pagare il biglietto, la ragazza addetta ci dice in Italiano di aspettare 25 minuti perché alle 15 l’ingresso è gratuito! Una volta dentro abbiamo visto oggetti che hanno testimoniato gli orrori avvenuti in quei luoghi. Molti turisti, specialmente le donne uscivano piangendo. All’ingresso del Lager è possibile vedere la famosa scritta ARBEIT MACHT FREI perfettamente originale, cioè IL LAVORO RENDE LIBERI, e al suo interno sono visibili luoghi di morte, specie nei sotterranei dove avvenivano gli esperimenti su cavie umane e dove c’erano le camere a gas lasciate originali e intatte. A rendere il tutto ancora più drammatico sono le centinaia di foto appese lungo i corridoi in primo piano dei deportati, rigorosamente divisi per sesso. Preferisco non divulgarmi più di tanto sul campo di sterminio perché a pensarci mi viene ancora il magone.
Dalla Polonia alla Repubblica Ceca
Dopo una tappa così tristemente importante, dovevamo raggiungere luoghi più allegri e spensierati. Quindi, ci siamo diretti a Brno, la capitale della Moravia, parte della Repubblica Ceca. Siamo subito corsi al Circuito di Brno, denominato ufficialmente Circuito di Masaryk, dal nome del primo presidente cecoslovacco Tomáš Masaryk. Il circuito è completamente immerso nel verde, impossibile vederlo dalla strada, bisogna alzare le antenne e seguire le indicazioni. Purtroppo però, nonostante girassero dei comuni privati non ci hanno fatto entrare!
Un po’ delusi, abbiamo quindi fatto rotta su Praga, considerata una delle citta più belle al mondo, io direi una perla di rara bellezza. Qui, abbiamo incontrato un appassionato di Aprilia, un possessore di Pegaso; il ragazzo proprietario di un bizzarro locale, appena ha visto la mia Tuono ha riconosciuto la colorazione e mi ha chiesto se fosse la Factory, appena ho confermato ha voluto salirci sopra e farci le foto!! Grazie alla sua gentilezza, ci ha fatto parcheggiare le moto davanti al locale e abbiamo proseguito la visita a piedi.. gli ho anche lasciato il mio personale ricordino.. una graziosa macchia d’olio della forcella che ormai perdeva olio anche restando ferma! Nemmeno in repubblica ceca c’è l’Euro nonostante lo accettino un po’ ovunque, usano la Corona ceca.. ennesimo e provvidenziale aiuto di Santa Visa!!
Dalla Repubblica Ceca all’Austria
Facendo rotta verso l’Italia, siamo tornati in Austria e finalmente siamo ritornati all’Euro. Abbiamo raggiunto Mauthausen e visitato il lager di sterminio nazista. Si tratta di una fortezza in pietra eretta dal 1938 in cima a una collina che è anche bella da vedere se non che fu un luogo di morte vero e proprio. Non è stato facile visitare ciò che è considerato uno dei campi di sterminio peggiori. Anche qui, abbiamo provato fortissime sensazioni di angoscia, in quanto contrariamente ad Auschwitz che fu un campo di lavoro, qui i deportati venivano sterminati nel giro di 2 o al massimo 3 giorni nelle famose docce a gas (gaskammer). L’ingresso ha un prezzo politico di 2 euro e al di fuori del lager si vedono tutti i monumenti eretti dalle nazioni, Italia in primis per la commemorazione dei defunti. Inoltre è possibile visitare la rupe chiamata sarcasticamente e cinicamente dai Tedeschi “la parete dei paracadutisti ”,ovvero, per risparmiare munizioni, i deportati tutti messi in fila, venivano poi spinti giù da questa rupe alta circa 60 metri.
Continuando il nostro viaggio e ormai a “pochi” km da casa, attraversiamo Innsbruck e passiamo l’ultima notte a Landeck (decisamente più economica), una graziosa città dell’Austria, capoluogo dell’omonimo distretto nella regione del Tirolo. La città non è stata invasa dal turismo, tuttavia offre bellissimi paesaggi godibili al massimo con passeggiate e graziosissime pensioncine e alberghetti ideali per i bikers! Inutile dire che le strade in Austria sono rasenti alla perfezione. PS: se non si ha fretta, fare autostrada in Austria è un insulto al mototurismo!!
Il rientro in Italia
Come ogni anno arrivati all’ultimo giorno ci si sveglia sempre con quel velo di tristezza misto voglia di casa.. da Landek proseguiamo verso il confine di stato elvetico direzione St. Moritz per attraversare il più classico dei giri domenicali per noi bikers del nord, ovvero la citata St. Moritz e Maloja ma le sorprese non finiscono nemmeno all’ultimo giorno; l’ Africa Twin del mio socio ha cominciato ad andare a un cilindro solo, facendo del grande fumo nero!! Ricordate che al mio socio avevano rubato 11 litri di benza? Per recuperare la benzina da dargli ho usato 4 bottiglie di plastica trovate nei cassonetti di cui, 3 d’acqua e una d’aranciata.. chiaramente non erano pulite e non abbiamo avuto tempo di farle asciugare e scolare per bene, inoltre essendo rimasto a piedi verso sera e per di più di domenica, non c’erano distributori aperti per comprare una tanichetta e quindi crediamo che il suo problema sia stato dovuto alle impurità che c’erano all’interno delle bottiglie e quindi trasferite nel serbatoio quando abbiamo fatto il travaso! In ogni caso, i nostri fidi destrieri, il mio zoppicante e il suo con la tosse dopo 7200 km ci hanno riportato a casa.
Conclusioni
Il viaggio in se per se è stato alquanto deludente, nel senso che durante i km a bordo delle moto c’è stato ben poco da vedere, le strade dell’est sono praticamente tutte dritte e prive di scenari o quanto meno scorci degni anche solo di una sosta/pausa merendina, quindi vi consiglio coperture di mescola dura (io come ogni anno ho montato le Pirelli Diablo Strada e il mio socio le Pirelli Scorpion Trail) e tanta pazienza, diciamo che i paesaggi da mototurismo sono ben altri!

Ultima modifica di Klaus77 il 24 Ott 2012 17:48, modificato 3 volte in totale
 
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13873854 Inviato: 24 Ott 2012 17:46
 

ma nessuna foto?
 
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13873875 Inviato: 24 Ott 2012 17:50
 

kli_GSR600 ha scritto:
ma nessuna foto?
non sono capace di metterle!! icon_redface.gif ma si possono vedere in questo sito dove mi hanno pubblicato il viaggio in maniera molto più sintetica
Link a pagina di Motoscootercity.com
 
13874371
13874371 Inviato: 24 Ott 2012 20:03
 
 
13879365
13879365 Inviato: 26 Ott 2012 12:45
 

Bel viaggio, complimenti. icon_wink.gif
A veder le foto, direi che il viaggio ha meritato davvero... 0509_up.gif
 
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13881367 Inviato: 26 Ott 2012 21:15
 

JO74 ha scritto:
Bel viaggio, complimenti. icon_wink.gif
A veder le foto, direi che il viaggio ha meritato davvero... 0509_up.gif
ciao jo,grazie..però tu hai fatto il viaggio che io bramo da anni..prima o poi toccherà anche a me l'isola...
 
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