marta1987 ha scritto:
Sarà mica che il motociclista pensa che tutto gli sia dovuto? o è la particolare conformazione di una moto (agilità, statura piccola e non ingombrante) che permette al conducente di infrangere alcune regole?
In parte, la risposta alla domanda e' "SI'".
Anche se per approfondire il discorso occorrerebbe differenziare (non so se sia stato fatto negli studi che citi) gli utenti a due ruote in due tipologie primarie:
1) Chi utilizza la moto o lo scooter perche' ama quel tipo di mobilita' e le sensazioni che ne ricava
2) Chi utilizza la moto o lo scotter perche' ne sfrutta l'agilita' e la praticita' che ne deriva dall'uso nel traffico.
Nel primo caso c'e' una sorta di autocompiacimento, che sublima in concetti come "vado in moto per passione", "noi motociclisti siamo come i cavalieri medievali" e in comportamenti associativi (come il saluto tra sconosciuti, similmente agli appassionati di montagna).
Questa elezione a categoria "eticamente superiore" agli automobilisti porta ad una sorta di autoassoluzione nei confronti delle piccole (e grandi!) infrazioni al cds... vedi anche concetti come "se usassi la macchina inquinerei di piu', quindi mi merito un trattamento di riguardo".
Quest'ultimo concetto, se noti, lo trovi anche fra i ciclisti urbani che viaggiano sui marciapiedi o in contromano ("Sono ecologico, non inquino... QUINDI dovreste chiudere un occhio sul mio comportamento e prendervela con quelli che inquinano")
Nel secondo caso, invece, l'infrazione alle regole e' una diretta conseguenza delle motivazioni che hanno portato a scegliere le due ruote al posto delle quattro.
Tipicamente ti sentirai rispondere "Eh, se volevo stare in coda usavo la macchina che almeno se piove sto all'asciutto".
marta1987 ha scritto:
in altri studi invece, i motociclisti non hanno mostrato alti livelli di percezione del rischio, ma alti livelli di preoccupazione. Perché il motociclista è preoccupato se non ha paura del rischio??
Perche' OGGETTIVAMENTE in caso di incidente tra un motociclista ed un altro utente della strada (che in 9 casi su 10 e' un'automezzo) il motociclista e' quello che subisce i maggiori danni.... se so che se un altro fa una manovra sbagliata sono io ad avere la peggio, ovviamente mi preoccupo.
La scarsa valutazione del rischio e' invece dovuta ad un fattore diverso, che non riguarda solo i motociclisti ma tutte le tipologie di utenti della strada.
Un sondaggio di qualche anno fa (perdona, non ho la fonte, ma me lo ricordo bene) rivelo' che l'80% circa dei guidatori italiani si ritiene un utente della strada MIGLIORE DELLA MEDIA.
Ora... questo e' matematicamente e statisticamente impossibile, ma e' sufficiente ad instillare nel guidatore la convinzione che se dovesse mai avere un sinistro, la colpa sara' molto probabilmente "dell'altro", e non propria, perche' lui non tiene comportamenti a rischio, o almeno lo fa molto meno degli altri.
Ma opinione, ovviamente.... nessuno studio dietro... solo anni si guida e osservazioni.