Domenica mattina, di buon ora ci si incontra e si parte.
Si monta in auto, si`, auto avete letto bene, e si prende l'autostrada, direzione Policlinico Gemelli, Roma.
Avrete capito gia` che non si tratta di una gita in moto, ne` di una gita di piacere.
Vi spiego meglio: un mio caro ha avuto un incidente qualche giorno fa, un brutto incidente davvero. Purtroppo e` inutile dire che per strada si deve andar piano e usare la pista per correre perche` il dramma e` accaduto in pista, appunto. E non in una pista da quattro soldi o peggio in un kartodromo improvvisatosi in pista per le 1000 ss. Il circuito e` uno dei piu` famosi e organizzati d'Italia...
Il mio parente era alla fine del suo turno, felice e divertito della magnifica giornata trascorsa, quando gli capita una banale scivolata, roba che si mette in conto quando si gira in pista.
Ma purtroppo, si rialza ma non fa in tempo a mettersi al sicuro che viene centrato da un'altra moto.
Io non c'ero, ho sentito i racconti e vi posso assicurare che la scena e` stata scioccante.
Non mi dilungo sulla dinamica dell'incidente e vi dico subito l'epilogo: il mio parente viene preso in pieno sulla spalla e sul casco e dopo un attimo che prova a rialzarsi si atterra definitivamente e va in un profondo coma.
L'altro ragazzo non perde i sensi e urla disperatamente dal dolore: mi han detto che si e` spaccato il bacino e fratturato gravemente le gambe.
Sabato scorso quindi abbiam fatto questa "uscita alternativa" per andare a far visita.
Vi posso assicurare che gia` solo l'attesa nella sezione rianimazione e medicina d'urgenza di quel posto e` qualcosa di straziante.
Arriva gente in barella di continuo, vedi ovunque gente in attesa con la sofferenza negli occhi e il cuore ti arriva in gola perche` non sai che vedrai quando sara` il tuo turno per entrare.
Arriva il mio turno per entrare in sala, ma voi siete mai entrati in una sala rianimazione?
Altro che film, qua la sofferenza e` reale.
Lavo le mani, applico il disinfettante e in un attimo mi conducono al letto dove giace il mio caro, assediato da tubi, tubicini, sonde, cavi e monitor...
Avrei voluto provare a parlargli sperando che sentisse dal suo sonno profondo, avrei voluto fare coraggio alla moglie che era li` a stringergli la mano, ma avevo un nodo in gola.
Si prova a stimolarlo in tutti i modi, per riattivare il suo cervello, per farlo risvegliare, per farlo tornare dai suoi cari che lo aspettano, ma e` dura, credetemi.
Ieri gli ho registrato l'audio della motogp, lui e` un gran fan di Rossi, e l'ho inviata alla moglie che glielo ha fatto ascoltare, pare che nella giornata ci siano stati segni di reazione da parte sua. Si spera, si prega, si prova di tutto.
Adesso stiamo cercando un modo di chiedere a Rossi se puo` registrarci un messaggio audio dove lo chiama per nome e lo incita, magari puo` essere uno stimolo valido per lui, chissa`. Se qualcuno di voi ha suggerimenti per questa cosa, si faccia avanti, grazie!
Comunque entrare lì dentro mi ha fatto capire anche meglio quanto valga la vita e quanto sia facile perderla. Questa esperienza mi ha segnato indelebilmente e credo che da oggi avrò ancora più timore e rispetto del mezzo che ho la fortuna di cavalcare, pur essendo io un motociclista che ha iniziato a 16 anni, ha interrotto per un bel pezzo ed è tornato in sella a 33 anni suonati.
Ecco, una visita in certi posti credo posta servire a tutti, giovani e meno giovani.
In chiusura, vi dico questo, a tutti i miei amici motociclisti: usate sempre la massima prudenza; cercate di concentrarvi sull'ambiente che vi circonda e non solo sulle traiettorie.
E usate sempre le protezioni, sempre, anche per fare una commissione di 2km.
Se in pista, bardati con tutte le migliori protezioni del caso, e` accaduta una cosa del genere, figuriamoci per strada, e peggio, se uno va in moto col "caschetto" e vestito in modo inopportuno.