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Viaggio in Croazia 2008
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5741242 Inviato: 20 Set 2008 17:15
Oggetto: Viaggio in Croazia 2008
 

Viaggio in Croazia 2008

Bene… eccoci alle tanto agognate, sognate, desiderate ferie estive! Perbacco, dopo un anno di lavoro il momento è giunto!
Beh, la lista di posti dove andare era veramente lunga ma la priorità, almeno per quest’anno, andava ad un posto di mare.
Non che Capo Nord, l’Irlanda o la Scandinavia siano da meno, ma alla fine, da un insieme di posti, di piani, di infiniti itinerari possibili, la decisione si è materializzata quasi da sola ed è spuntata lei… la Croazia.

Quindi, riflettendo sul da farsi e scartando i già visti laghi di Plitvice e le cascate di Krka, (meritevoli di una visita, magari meglio non in piena Estate) e l’Isola di Hvar (bellissima), quello che ne è venuto fuori è stato un percorso sia lungo la costa (ma evitando il caos), che all’interno, scoprendo strade e paesaggi inaspettati, soprattutto lontani dalla folla e inseriti in un contesto di natura aspra, inviolata e selvaggia (e a volte di asfalti scassati) dove finalmente, dopo molto tempo, ho potuto riascoltare quel magnifico suono ormai raro nel nostro tecno-mondo lanciato a velocità folle… il silenzio.

Beh, ok con la spiritualità da motozen, ma praticamente?!

Dunque, con circa 12 – 13 giorni a disposizione e l’idea di massima di dove andare, restavano da definire alcune cose: no autostrade, se non in caso di estrema necessità, e per quest’anno no campeggio, soprattutto vista sia l’abbondante offerta di appartamenti e camere, sia il programma di spostarsi ogni giorno in un posto diverso, il che solitamente rende il monta-smonta-rimonta dell’attrezzatura un’operazione divertente i primi tre giorni, leggermente snervante per i successivi dieci… .

Stipare l’occorrente per due nel K75 alla fine non è stato difficile; l’Estate è sempre Estate e l’inzuppamento in caso di temporale o brutto tempo non provoca certo fastidi assimilabili a quelli invernali, anzi è il troppo caldo a volte ad essere un problema… .
Diviso equamente lo spazio nelle borse per l’abbigliamento (ridotto al minimo) - una per me, una per lei e la borsa da serbatoio in comune -, le uniche cose irrinunciabili sono state solamente le tute antipioggia, il kit pronto soccorso e una bomboletta ripara-gomme (piccola, leggera e scaramantica); per il resto, a parte pantaloni e giacca in cordura sempre indossati, quello che effettivamente serve è davvero poco!

Per orientarsi, una mappa Freytag & Berndt “Croazia Costa – 1:200.000”, si è rivelata ottima; dettagliata, precisa e comprendente una buona parte dell’interno del Paese; come sempre le carte stradali contengono molte informazioni se studiate con attenzione… ma insomma, è o non è anche questo uno dei piaceri del viaggio?!, eppoi, anche le soste per girare pagina diventano un’occasione per darsi un’occhiata intorno, no?!

Anche non viaggiando in autostrada e nonostante le statali non siano proprio bellissime, partendo da Verona è comunque possibile arrivare al confine Sloveno; scegliendo un giorno festivo senza camion e visto il periodo senza molto traffico, la cosa si è rivelata fattibile.

Visto il piano strade verdi, il valico di Basovizza è stato l’ideale; in Slovenia una bella strada porta dal confine a Divaca e da lì, la 405 lungo il fiume Reka sbocca sulla 6, che arriva direttamente in Croazia alla frontiera di Rupa.
Bellissimo il paesaggio e le strade, poco traffico e buono l’asfalto; non serve correre ma nemmeno si va troppo piano, il giusto insomma! Ah, e poi niente vignetta!
Dal confine Slovenia – Croazia per raggiungere la costa, la 8 non dice quasi nulla, (si può prendere l’autostrada a Jurdani) mentre Rijeka è proprio da evitare… ; traffico, smog, caos… insomma tutto quello di cui in moto si fa volentieri a meno!
In verità la musica non cambia poi di molto almeno fino a Novi Vinodolski; da lì in poi però… eccola! per magia la insulsa 8 si trasforma! Comincia ad apparire quella che è la sua vera natura di costiera curvaiola, anche se il meglio di sé lo da solo da dopo Senj.
La situazione oggi è molto migliorata rispetto ad anni fa; la strada è larga e il fondo da un certo punto in poi è più che buono senza buche o rattoppi, la segnaletica chiara (curve pericolose, mezzeria, ecc…) e la visibilità buona.
Il paesaggio poi fa il resto, con la montagna da una parte, mare ed isole dall’altra… un mega-caravan olandese di 15 metri davanti, preceduto da un camper italiano in lotta con un tedesco per chi va più piano… insomma un irrefrenabile invito al sorpasso e alla piega!

Comunque, visto che non di sola costa si vive, il primo itinerario all’interno inizia (volendo) proprio poco dopo Senj; dal paese di Sveti Juraj una strada ben indicata porta verso Krasno Polje.
In dieci minuti si passa dal mare al paesaggio montano accompagnati da una bella strada, più stretta ma mai difficile, in mezzo a prati e foreste di abeti.
Da Krasno Polje inizia l’avventura; l’indicazione da seguire è verso Klanac, parecchio più avanti.
Eh già, scordatevi la fretta, le pieghe o i sorpassi! Prima di tutto perché non c’è assolutamente nessuno da sorpassare (anche la strada sarebbe troppo stretta per farlo) e poi perché il piacere di questo percorso è di godersi le foreste e le montagne attraverso le quali si passa.
La strada non finisce mai ma non c’è da preoccuparsi, la direzione è praticamente una sola. Gli unici (rari) incontri sono con altri impavidi che la percorrono in moto in senso inverso o con qualche enorme camion carico di legna; occhio perché non c’è spazio per tutti e due!
La zona infatti è un’immensa foresta e la ragione di questa strada è di permettere il trasporto dei tronchi a valle.
A parte un po’di ghiaino su qualche curva portato dalle piogge, l’asfalto è in buone condizioni; abbiamo trovato solamente un breve tratto di sterrato, peraltro facilmente percorribile con qualsiasi moto.
Arrivati a Klanac, via Donje Pazariste e Aleksika si continua a destra per Gospic o a sinistra per Perusic, sulla 25 che porta sempre a Gospic.
Da Gospic si può tornare sulla costa sempre sulla 25; dopo aver attraversato ancora un tratto di montagna (la strada è una larga statale che sta venendo riasfaltata) si arriva in procinto del mare attraverso una discesa fatta di una serie di belle curve, un vero balcone di fronte all’isola di Pag.

Unica raccomandazione tassativa per questo percorso: da farsi assolutamente col serbatoio pieno!, non è molto facile farsi venire a prendere o trovare un distributore lassù!

Ritornati sulla costiera (sempre la serpentosa 8), il divertimento non manca almeno fino a Starigrad, con curve sia ampie che strette, brevi rettilinei e insenature che la strada segue per poi ritornare immediatamente ad affacciarsi sul mare.

Orbene, a questo punto i km. fatti sono abbastanza per qualche puntualizzazione di carattere generale; non crederete infatti che fin’ora non si sia mai mangiato, dormito o fatto benza!
Per quanto riguarda le sistemazioni per la notte, come detto l’offerta di stanze e appartamenti è sempre abbondante anche in piena stagione, soprattutto lungo la costa dove passano e arrivano la stragrande maggioranza dei turisti.
Praticamente ogni croato con una casa vicino al mare tiene una o più stanze (se non appartamenti interi) per le vacanze… degli altri.
La scelta è ampia ma come sempre bisogna fare i conti con i propri gusti; se si è solo in due anche una stanza può andare bene, a patto di essere disposti a tollerare a volte una certa promiscuità con i padroni di casa o con altri ospiti. Questo non vuol certo dire che mentre vi fate la doccia vi troviate in bagno qualcuno di indesiderato, magari però al piano di sotto si fa da mangiare, o nel cortile razzolano i ragazzini… insomma nulla di preoccupante o di particolarmente fastidioso, diciamo che aiuta a socializzare, via!
Da non trascurare poi la tutt’altro che remota possibilità di incontrare altri motociclisti (da tutta Europa), nel qual caso l’amicizia è cosa fatta!
Per quanto riguarda i prezzi, naturalmente dipendono da vari fattori; il tempo che ci si ferma, il posto (più a sud, più caro), il tipo di sistemazione, i proprietari, ecc… .
Un buon sistema per trovare i posti migliori è quello di non fermarsi troppo tardi, oppure… molto tardi; prima delle 17.00 infatti, quasi tutti ancora viaggiano (quindi c’è più scelta), mentre dopo le 19.00 si può magari spuntare un buon prezzo (un appartamento al costo di una stanza), visto che al proprietario fanno comunque comodo i soldi che magari per quella notte non avrebbe preso; il rovescio della medaglia è che si rischia di dover cercare un po’… .
Durante il nostro viaggio ci siamo fermati in sei tra appartamenti e stanze; il bilancio è a favore degli appartamenti, soprattutto per quanto riguarda la comodità, l’indipendenza e il costo in rapporto alle sole camere da letto.
La spesa è variata dai 25 ai 35 Euro/notte per stanza o appartamento, alcune volte con colazione, altre no, alcune volte molto grandi e puliti, altre no, ma sempre entro limiti tollerabili.
I distributori di benzina non mancano nelle grandi città e sono abbastanza frequenti lungo la costa, mentre nell’interno è sempre buona cosa fare rifornimento appena possibile, evitando il panico da riserva sparata.
Il prezzo della benzina è inferiore al nostro, ma non di molto; certamente non è uno degli articoli su cui si risparmia.
L’offerta di ristoranti, trattorie, grill e minimarket è abbondante; come in tutti i posti turistici bisogna affidarsi più che alto alla fortuna, prediligendo posti semplici e dai menù poco ricercati.
Il pesce è buono ma, anche se sembra strano, non sempre è freschissimo come il fatto di essere sul mare potrebbe far credere. Molto cambia invece sulle isole, specialmente piccole, dove il pescato viene venduto e consumato direttamente sul posto. Il costo di una buona cena di pesce è comunque molto più tollerabile che da noi.

Nei pressi di Zara il caldo si fa sentire, il paesaggio si appiattisce e la 8 torna ad essere una statale poco più che qualunque.
Ora, per chi volesse provare l’ebbrezza del turismo disastrofilo, questa parte di Croazia offre uno scorcio di come le ferite della guerra siano ancora presenti.
Dal paese di Starigrad, proseguendo sempre sulla 8 in direzione Zara, dopo lo svincolo di Posedarje, prestando attenzione si può vedere sulla sinistra l’indicazione per Islam Latinsky, praticamente un piccolo villaggio sulla 56, ma solo l’inizio di una zona dove le molte case bruciate e bombardate creano un’atmosfera particolare e un senso di inquietudine del tutto estranei alla bellezza lasciata alle spalle. Sembra davvero un altro mondo.
Tutta l’area infatti era diventata nel periodo precedente la guerra un’enclave serba che, allo scoppiare delle ostilità non è stata risparmiata dalle bombe di entrambi i contendenti.
I croati bombardavano i serbi i quali bombardavano i croati che lanciavano bombe sulle case serbe.
Già… le ferite sono ancora aperte, anche tra la gente.
A proposito, se vi dovesse frullare l’idea che qualche cespuglio a bordo strada potrebbe essere l’ideale riparo per un’impellente necessità, beh… abbiate l’accortezza di badare bene a dove mettete i piedi, tutti i terreni attorno alla strada sono ancora un campo minato ma non vi preoccupate, grandi cartelli vi avvisano per tempo, facendovi spalancare il gas fino al prossimo albero sicuro!

Da Zara fino a Spalato la costiera anche se segnata in verde sulla mappa offre per lo più tratti rettilinei, qualche bel paesino dove fermarsi per la notte, parecchia polizia anche sapientemente appostata con Telelaser, ma non molto di più.
Eh si, occhio ai rettilinei invitanti... il fresco piacere di una sventolata in barba ai limiti di velocità anche qui può costare (abbastanza) caro.
Niente di terrorizzante percarità, ma se si è combinato qualcosa (velocità eccessiva, sorpasso, luci non accese) prima si paga e poi si ha indietro la patente; pratico no?!
Le auto della polizia sono tutte Skoda Octavia berlina, nuove, bianche con strisce gialle e blu sulle fiancate, abbastanza difficilmente riconoscibili così come i poliziotti in moto, molti e quasi tutti su BMW F650GS o grosse K bianche o argento, anche queste nuovissime e pulitissime.

Passati i sobborghi industriali di Spalato e continuando verso Sud si incontra il paese di Omis, subito riconoscibile perché una coda di auto, già qualche km prima indica che si sta arrivando in un posto particolare; che volete, tutto il mondo è paese… tutti in fila sotto il sole chiusi in scatolette ad aria condizionata… . Oddio… superare a passo d’uomo una colonna di auto e camper roventi incrociando ogni tipo di veicolo, ferma-parti-prima-fermo-riparti, non è il massimo, ma in palio oltre alla soddisfazione, ci sono un paio di itinerari che fanno dimenticare le tribolazioni coderecce.

Il paese si trova alla foce del fiume Cetina, che nel suo ultimo tratto scorre tra un canyon che conferisce al posto un aspetto quantomeno suggestivo.
Dal centro di Omis partono due strade, una prima e una dopo il ponte sul fiume; la seconda (quella dopo il ponte) verso Zidvarje - Vukosavic- Sestanovac, stretta e a volte sconnessa, prosegue lungo la riva sinistra, nel caldo fondovalle del canyon.
Percorrendola attraverso un bel paesaggio, si sale per qualche tornante e facendo attenzione a trovarle, ci si può fermare in qualcuna delle piazzole sulla sinistra (usate come partenze per le discese del fiume in gommone) e, parcheggiata all’ombra la moto, tuffarsi nelle fiume fresco e pulito per un bagno ristoratore d’acqua dolce! Ah, attenzione alla corrente, altrimenti invece che col gommone il rafting lo si fa col culo, fino al mare!
Una volta rinfrescati, proseguendo si arriva all’incrocio con la 39 e continuando verso Makarska e la riviera, si ritorna sulla costa su una bella strada larga (trafficata) ma con un paesaggio con vista mozzafiato dall’alto sul mare e sull’isola di Brac.

L’alternativa eventualmente è quella di iniziare sempre da Omis il percorso dall’altra strada, quella prima del ponte, e salire tra stretti tornanti verso Gata, Zvecanje fino a Blato na Cetini, congiungersi alla 62, girare a destra verso Sestanovac per poi imboccare la 39 fino al mare, oppure chiudere il cerchio ritornando a Omis lungo il canyon del fiume Cetina.
L’inizio di questa seconda possibilità offre una ripida arrampicata e una bella vista sul canyon e sul fiume.

La successiva parte di costa, soprattutto attorno alla città di Makarska, non è entusiasmante (molto affollata e trafficata) ma la strada è bella e ampia ed invita ad assaporare il gusto del viaggio, a godersi il panorama e a pensare alla meta successiva.

Ad una settimana dalla partenza, il caldo e i circa 1000 km fatti cominciano a farsi sentire, così come la voglia di fermarsi qualche giorno a godersi, dopo tanto asfalto, anche un po’ di mare.

Chiacchierando coi proprietari di un appartamento vicino a Igrane sulle prospettive per i giorni seguenti, salta fuori che uno dei posti più belli e meno affollati sia l’isola di Korcula, raggiungibile in circa due ore e mezza di traghetto dal vicino porto di Drvenik; continuando invece via strada ci si può arrivare seguendo la costa sempre sulla 8, attraversando un brevissimo tratto di Bosnia – Herzegovina per poi percorrere a ritroso la penisola di Peljesac fino a Orebic dove in nave si giunge velocemente sull’isola.
Una opzione non compromette l’altra, visto che l’itinerario che non si segue all’andata lo si può fare al ritorno.
Con 30 Kune a testa e 65 per la moto (circa 18 Euro in totale) si sale a bordo di un traghetto “piatto”, grande abbastanza per venti - venticinque auto sul quale, visto il mare calmo, non c’è bisogno nemmeno di legare le moto.

La compagnia di altri motociclisti è inclusa nel prezzo; in questo caso francesi, inglesi e austriaci.

Le prime a sbarcare velocemente nella cittadina di Korcula (lato est dell’isola) sono le moto, già precedentemente imbarcate per prime.

La strada principale (118) scorre da un capo all’altro dell’isola, in un percorso obbligato qualsiasi sia la destinazione; eh… a quali duri obblighi sono sottoposti i motociclisti…!
Immediatamente si sale abbandonando la costa verso il centro dell’isola; la strada è ampia, tortuosa quanto basta (quasi nessun tornante), mai troppo ripida, con un buon fondo e piacevolmente molto poco trafficata!
Il panorama che si può ammirare dalla catena di monti che attraversa Korcula ripaga, appaga e stupisce! A seconda del lato in cui ci si trova si vedono le isole circostanti (Hvar, Lastovo), senza mai perdere il senso della proporzione di una terra che invita ad essere scoperta aspettando l’affacciarsi del mare dopo un’altra curva, alla fine di una valle o dalla cima di un monte.

Lungo la strada principale si incontrano piccoli paesi (Pupnat, Cara, Smokvica) e i centri più importanti (Korcula, Blato e Vela Luka); tutti meritano di essere considerati, alcuni di più, altri meno.
Anche qui i gusti personali giocano la loro parte; viste le dimensioni dell’isola è possibile girarla ed esplorarla tutta senza particolari problemi in due – tre giorni, godendosi le diversità che offre, dai piccoli villaggi sul mare alle città (per modo di dire) più turistiche (ma mai troppo affollate o caotiche) di Vela Luka o Korcula. Quest’ultima poi almeno una visita la merita davvero.
Tutto quello che riguarda l’isola lo si può vedere, gustare e apprezzare con lo spirito delle cose semplici; l’animo è sereno perché non c’è niente di cui avvedersi.

Si va a Korcula per lasciarsi guidare da sperdute strade che tra i vigneti e gli ulivi sboccano in piccoli (a volte molto piccoli) paesi che circondano strette insenature o si affacciano lungo la costa, dove un insieme di poche case costituisce una località, segnata sulla mappa solamente da qualche quadratino grigio.

Ci si gode il caldo, a volte molto caldo, il bel tempo (le piogge sono rare d’Estate), i fichi dolcissimi (acc…, vivere al nord…), il pesce, il buon vino e se come noi si decide di fermarsi qualche giorno, naturalmente il mare. Praticamente niente spiagge, solo scogli che ci si tuffano direttamente dentro, un mare limpido, caldo e salatissimo.

L’ideale per qualche variazione sul tema sarebbe esplorare la costa con qualche barchetta o gommone; chiedendo nei porticcioli dei paesi sicuramente se ne possono trovare, altrimenti… moto! Le strade dell’isola si possono percorrere tutte, visto che non sono molte, per cercare il posto che più piace in qualcuno dei paesi lungo la costa cresciuti attorno ad un porto di pescatori (Prigradica, Prizba, Grsica…), luoghi semplici dove però spesso le case sono nuove e gli appartamenti gradevolmente ben tenuti.
C’è poco da vedere a Korcula, ma molto di cui godere, se lo spirito del viaggiatore si accorda con quello del posto!

Comunque, se non si decide di rinunciare a tutto e piantarci le tende, prima o poi arriva anche il momento del ritorno… .

Sfruttando il percorso alternativo lungo la penisola di Pelisac si può ritornare sulla “vecchia” 8 da sud; da Korcula a Orebic il traghetto (uno ogni ora) impiega 20 minuti imbarcando velocemente auto e moto le quali, come sempre hanno il privilegio di passare avanti alla lunga fila che si forma al porto.
Da Orebic il tragitto è praticamente obbligato, sulla bella 414 in direzione Janina/Dubrovnik si ha l’impressione di trovarsi ancora su di un’isola, visto che il mare accompagna sempre il percorso ora a destra, ora a sinistra.
Nei pressi di Ston è notevole la cinta di mura che circonda e sale su di un’intera collina.
Di nuovo sulla “terraferma”, la 8 prosegue verso nord attraversando la Bosnia per una quindicina di chilometri, alternando begli scorci verso l’interno con caotici paesi che di buono hanno solo il fatto di farsi attraversare rapidamente.

Per non volersi rifare il percorso dell’andata tale e quale, al bivio di Dubci (da dove si arriva scendendo dall’itinerario lungo il canyon del fiume Cetina), si può risalire la 39 verso l’interno e allo svincolo di Sestanovac girare a sinistra, imboccando la 62 verso nord.

La prima parte della strada scorre vicino al fiume (e all’autostrada che si scorge di tanto in tanto) e la sensazione è di trovarsi come spesso accade, in mezzo al nulla e lontani da tutto.
Anche se l’asfalto non è nelle migliori condizioni (ma mai pericoloso) curve larghe e veloci (la carreggiata però è un po’ stretta) si aprono su un paesaggio di monti e colline.
Evitando la costa e risalendo verso nord da questo punto, alla fine della 62 presso Kapela il programma prevedeva, a grandi linee, di seguire la E59 – E71 – 1 fino a Sinj, proseguire sempre sulla E59 – E71 – 1 per Knin, arrivare fino a Gracac da dove ridiscendere sulla costa con la 27 – 54 nei pressi di Zara.
Oppure, proseguendo sempre nell’interno, da Gracac continuare sulla 50 verso Gospic e da lì in direzione Otocac sempre sulla 50 arrivare a Senj, sulla costa, con la 23.
Tutte queste strade sono segnate in verde, se non completamente almeno per lunghi tratti; prendendo la cosa come segnale per un percorso interessante, difficilmente si resta delusi.

Il brutto tempo però si sa, a volte ci si mette senza tregua… un invisibile confine ha mantenuto le nubi cariche di pioggia lontane dalla costa ma esattamente sul percorso scelto per il rientro!
Un intera giornata ad inzupparsi senza divertirsi troppo (col richiamo delle curve sulla 8…) è sufficiente per cedere alle tentazioni; costa sia, di nuovo curve, mare e sole!

Fino a Senj valgono i princìpi dell’andata, si approfitta sia della parte più bella della strada costiera sia del fatto di averla già percorsa, sfruttando l’esperienza!
Arrivati a Senj, imboccando la 23 in direzione Zuta Lokva, ci si può inoltrare in una strada (verde) che sale in mezzo ai boschi con tornanti non difficili e un buon asfalto, per poi diventare pianeggiante e dirigersi, come 50, verso Otocac ed eventualmente i laghi di Plitvice.
Proprio per essere la via verso il parco e i laghi, pur se bella è molto trafficata (anche di camion) e non si lascia godere fino in fondo.

Da Senj in poi, verso Rijeka, non c’è storia se non quella già vista; solo camper, caravan e quant’altro possa ostruire la carreggiata e limitare la visuale.
L’unico modo per alleviare la pena è di evitare Rijeka, salendo sulla destra poco dopo il paese di Jadranovo e proseguire fino ad oltrepassare la città su stradine arroccate sulle montagne che circondano il golfo. Un’impresa, piuttosto che un divertimento.

Una volta ripresa la 8 dopo Rijeka o a Jurdani, il confine si può attraversare a Rupa oppure dopo Pasjak, proseguendo poi sulla 7 slovena in direzione dell’Italia.

La punizione per chi non prende l’autostrada (e quindi non compra la vignetta) è in agguato! Sotto un sole cocente al valico di Pasjak, zelantissimi doganieri sloveni controllano i documenti di tutti gli occupanti di ogni mezzo che passa il confine! Immaginatevi la coda!

Per fortuna gli ultimi chilometri di Slovenia regalano paesaggi veramente piacevoli! Colline, fiumi, boschi di abeti e belle strade senza traffico dividono la stretta fascia che separa la Croazia dall’Italia; i percorsi non sono poi molti in quella zona (la 7, oppure la 404 che si collega con la 6…) se l’obiettivo è tornare verso Trieste, altrimenti anche da sola la Slovenia merita davvero un viaggio!

Si sa, viaggiare in moto lascia sempre ricordi indelebili… non ci si stanca mai, e anche dopo giorni passati in sella si ripartirebbe immediatamente!

Pur avendo visto tante cose e con la possibilità di vederne molte altre, ogni esperienza rimane comunque soggettiva e poco si presta ad essere una vera e propria “guida di viaggio”; quindi niente “fate questo, visitate quello”, eccetera… .
Le strade percorse ed indicate sono solamente una piccola parte delle alternative possibili e quasi sempre frutto di scelte dettate dal gusto personale della ricerca di qualcosa di particolare.
Le variabili sono praticamente infinite e le opportunità altrettanto; non ci sono percorsi prestabiliti o posti che obbligatoriamente devono essere visti; la guida giusta per ogni avventura deve solo essere la voglia di partire, vedere e osservare le cose dal proprio punto di vista.

Ed è proprio così che nascono (e restano) le emozioni che rendono ogni viaggio un’esperienza unica.
 
5746569
5746569 Inviato: 21 Set 2008 14:04
 

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Ultima modifica di DanieleCossu il 22 Mag 2009 20:14, modificato 1 volta in totale
 
5752477
5752477 Inviato: 22 Set 2008 9:03
Oggetto: Viaggi.
 

Yamatricker, il tuo commento mi fa veramente moltissimo piacere!
Il mio è stato solamente un viaggetto, soprattutto dopo aver letto della tua impresa!
Non ti nascondo che quello che hai fatto continua a farmi riflettere sul vero significato dei viaggi in moto; non semplicemente viaggiare ma attraversare e impregnarsi dell'atmosfera e delle emozioni dei posti e delle persone.
Davvero leggere del tuo viaggio diventa un'esperienza e un insegnamento!
A presto!

P.S.: Solo qualche altro itinerario in Germania e Austria e Corsica ma niente paragonabile alla Mongolia o all' Iran di Sgaimone. Ti terrò aggiornato dei miei progetti!
 
5752602
5752602 Inviato: 22 Set 2008 9:15
 

bel giro, scritto benissimo.
piacevolissimo da leggere!!!!

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che bello, mi hai fatto rivivere le emozioni delle volte in cui ci sono stato (in macchina icon_sad.gif )
complimenti

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