TRAGEDIA IN CAMPO
Nicola non ce l'ha fatta
morto dopo 16 giorni di coma
E' durato poco più di due settimane il sogno di un miracolo. Ieri all'ospedale San Maurizio di Bolzano ha cessato di vivere Nicola Tomasi, il giovane calciatore trentino entrato in coma il 5 aprile dopo un banalissimo incidente di gioco accaduto durante un incontro di
un campionato giovanile del Trentino Alto Adige.
Le sue condizioni erano apparse subito gravissime, praticamente disperate. Attaccante di razza, trascinatore del gruppo, guascone amato dai compagni di squadra e dagli amici il giovane calciatore del Santo Stefano di Mori nel tentativo di superare il portiere rivale era volato in aria, cadendo violentemente a terra, di schiena e aveva battuto il capo. Un cortocircuito cerebrale lo aveva bloccato sull'erba sintetica del campo di Maso Ronco, vicino a Bolzano, dove stava cercando di portare la sua squadra alla vittoria.
Erano scattati i soccorsi. Il trasporto all'ospedale del capoluogo trentino. Ma ogni tentativo, nemmeno le cure dei sanitari abituati a trattare casi difficili, avevano sortito l'effetto. Si sperava in un lento recupero e la flebile luce della speranza per questo motivo non si era mai spenta.
Come aveva detto Massimo Bertelli, il rianimatore che lo aveva in cura nel reparto di terapia intensiva nell'ospedale regionale di Bolzano, Nicola Tomasi aveva subito un grave trauma cranico. Ma nessuno aveva smesso di sperare di poterlo riabbracciare.
Per questo il giovane attaccante trentino era stato assistito in continuazione dai genitori, il padre Riccardo Tomasi e la madre Katia Gobbi. Gli amici del figlio avevano promosso più iniziative nel tentativo di fargli sentire il loro calore e cercare di risvegliarlo dal coma. Così, il giorno del suo compleanno, l'11 aprile, si era trasformato in un appuntamento speciale. I compagni di squadra e gli amici erano saliti da Mori con il pulmino della società per dare vita a una festa di compleanno speciale nel reparto di rianimazione del San Maurizio ed essere vicini ai familiari dello sfortunato ragazzo. Una speranza. Far sentire le loro voci e il loro calore forse avrebbe aiutato Nicola a riprendersi. E' accaduto decine di volte nel mondo, avevano detto, perché non provare? E come regalo per i 19 anni di Nicola avevano scelto un messaggio di speranza.
''Tommy, noi desideriamo con tutto il cuore che tu ti riprenda: devi superare questo brutto momento, siamo in tanti qui con te, in tanti e tutti in cerca del tuo ritorno''. Tutto inutile. Ieri la speranza e' svanita. E' un giorno triste per lo sport ed anche per il calcio, pur abituato ad altri drammi. La salma del giovane calciatore è già stata trasferita all'obitorio dell'ospedale. I familiari hanno dato parere favorevole all'espianto degli organi. Sarà l'ultimo regalo di Nicola.
ciao nicola... ci vediamo in paradiso...
(21 aprile 2008)
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