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..ciao nicola...
4271892
4271892 Inviato: 24 Apr 2008 17:51
Oggetto: ..ciao nicola...
 

TRAGEDIA IN CAMPO
Nicola non ce l'ha fatta
morto dopo 16 giorni di coma


E' durato poco più di due settimane il sogno di un miracolo. Ieri all'ospedale San Maurizio di Bolzano ha cessato di vivere Nicola Tomasi, il giovane calciatore trentino entrato in coma il 5 aprile dopo un banalissimo incidente di gioco accaduto durante un incontro di
un campionato giovanile del Trentino Alto Adige.

Le sue condizioni erano apparse subito gravissime, praticamente disperate. Attaccante di razza, trascinatore del gruppo, guascone amato dai compagni di squadra e dagli amici il giovane calciatore del Santo Stefano di Mori nel tentativo di superare il portiere rivale era volato in aria, cadendo violentemente a terra, di schiena e aveva battuto il capo. Un cortocircuito cerebrale lo aveva bloccato sull'erba sintetica del campo di Maso Ronco, vicino a Bolzano, dove stava cercando di portare la sua squadra alla vittoria.

Erano scattati i soccorsi. Il trasporto all'ospedale del capoluogo trentino. Ma ogni tentativo, nemmeno le cure dei sanitari abituati a trattare casi difficili, avevano sortito l'effetto. Si sperava in un lento recupero e la flebile luce della speranza per questo motivo non si era mai spenta.

Come aveva detto Massimo Bertelli, il rianimatore che lo aveva in cura nel reparto di terapia intensiva nell'ospedale regionale di Bolzano, Nicola Tomasi aveva subito un grave trauma cranico. Ma nessuno aveva smesso di sperare di poterlo riabbracciare.

Per questo il giovane attaccante trentino era stato assistito in continuazione dai genitori, il padre Riccardo Tomasi e la madre Katia Gobbi. Gli amici del figlio avevano promosso più iniziative nel tentativo di fargli sentire il loro calore e cercare di risvegliarlo dal coma. Così, il giorno del suo compleanno, l'11 aprile, si era trasformato in un appuntamento speciale. I compagni di squadra e gli amici erano saliti da Mori con il pulmino della società per dare vita a una festa di compleanno speciale nel reparto di rianimazione del San Maurizio ed essere vicini ai familiari dello sfortunato ragazzo. Una speranza. Far sentire le loro voci e il loro calore forse avrebbe aiutato Nicola a riprendersi. E' accaduto decine di volte nel mondo, avevano detto, perché non provare? E come regalo per i 19 anni di Nicola avevano scelto un messaggio di speranza.
''Tommy, noi desideriamo con tutto il cuore che tu ti riprenda: devi superare questo brutto momento, siamo in tanti qui con te, in tanti e tutti in cerca del tuo ritorno''. Tutto inutile. Ieri la speranza e' svanita. E' un giorno triste per lo sport ed anche per il calcio, pur abituato ad altri drammi. La salma del giovane calciatore è già stata trasferita all'obitorio dell'ospedale. I familiari hanno dato parere favorevole all'espianto degli organi. Sarà l'ultimo regalo di Nicola.

ciao nicola... ci vediamo in paradiso...

(21 aprile 2008)

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Ultima modifica di fedeyamahar1 il 26 Apr 2008 14:33, modificato 2 volte in totale
 
4271922
4271922 Inviato: 24 Apr 2008 17:57
 

Stavo per uscire con amici....Questa notizia mi ha davvero raggelato intristito.......
Un abbraccio ai familiari di Nicola, e un lamps al piccolo Niko.... doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif icon_cry.gif
 
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4271982 Inviato: 24 Apr 2008 18:06
 

ciao nicola....

R.I.P. icon_cry.gif

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4272010 Inviato: 24 Apr 2008 18:10
 

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4272641 Inviato: 24 Apr 2008 19:19
 

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4274717 Inviato: 25 Apr 2008 1:01
 

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4275376 Inviato: 25 Apr 2008 10:07
 

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4275755 Inviato: 25 Apr 2008 11:24
 

lamps fratello,riposa in pace icon_cry.gif
 
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4276635 Inviato: 25 Apr 2008 13:31
 

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4276955 Inviato: 25 Apr 2008 14:47
 

Addio Piccolo campione...
Siamo vicini alla famiglia e a tutti gli amici
 
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4277156 Inviato: 25 Apr 2008 15:44
 

icon_cry.gif icon_cry.gif proteggici da lassù.. icon_cry.gif icon_cry.gif
 
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4283137 Inviato: 26 Apr 2008 13:48
 

...che tu possa continuare a correre nel Paradiso dei Guerrieri... 0510_abbraccio.gif
 
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4283358 Inviato: 26 Apr 2008 14:21
 

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4286175 Inviato: 26 Apr 2008 21:22
 

ciao nicola...un forte abbraccio...
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4286527 Inviato: 26 Apr 2008 22:30
 

Purtroppo e' troppo facile morire, e troppo difficile vivere!
Anche in uno sport non ritenuto pericoloso, una giornata puo' trasformarsi all'improvviso da allegra e spensierata, in tragedia.
Un abbraccio ai familiari. doppio_lamp_naked.gif
 
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4288155 Inviato: 27 Apr 2008 10:25
 

Il parroco in lacrime: "Grazie Nicola"


A Nicola diciamo "Grazie perché sei esistito"». Su queste parole si è incrinata la voce persino al parroco, don Tarcisio Guarnieri. Per salutare Nicola Tomasi, il calciatore del Santo Stefano morto per colpa di un incidente di gioco, sono arrivati in 2000
Il tuo saluto

27/04/2008 10:11


«A Nicola diciamo "Grazie perché sei esistito"». Su queste parole si è incrinata la voce persino al parroco, don Tarcisio Guarnieri. Si è fermato un attimo, per trattenere i singhiozzi. Ma non è riuscito a fermare del tutto le lacrime. Perché anche per lui quello di ieri non è stato un funerale semplice, ammesso che di semplici ce ne siano. Don Guarnieri era lì, nell'arcipretale di Mori, e aveva davanti l'intera comunità. Per salutare Nicola Tomasi, il calciatore del Santo Stefano morto per colpa di un incidente di gioco, è arrivata una folla che probabilmente nemmeno s'è mai vista, in quella chiesa. Duemila, forse di più. La maggior parte fuori: nemmeno riuscivano a trovare spazio dentro. C'erano i parenti di Nicola, certo. E c'era la sua comunità. Che ha deciso di stringersi attorno a quella famiglia in modo vero, non retorico. E poi c'erano i ragazzi. Un mare di ragazzi, che in due settimane hanno vissuto il dramma dell'angoscia, la tensione dell'attesa e della speranza. E il vuoto della fine. A questa gente don Tarcisio doveva parlare, dare spiegazioni e, se possibile, speranza. «Le parole non vengono in certi casi, ma tant'è, bisogna tentare», ha ammesso all'inizio. E poi è idealmente sceso da pulpito. Perché pur restando lassù, don Guarnieri non ha dato lezioni. È rimasto uno tra gli altri, parte della sua comunità. E per questo è riuscito a parlare loro. Li ha presi per mano, in qualche modo, mostrando da che parte guardare. Ed ha ricordato, soprattutto, quel ragazzo che ha saputo «lasciare in breve tempo una eredità inestimabile, la vita non la si valuta dagli anni accumulati, ma dalla sua qualità». E questo è riuscito a fare Nicola, lasciare un segno. Non si spiegano altrimenti quelle centinaia e centinaia di giovani. È soprattutto a loro che il parroco voleva parlare. Lo si è capito subito. I canti erano pensati per loro, come pure le metafore calcistiche del «tifo per la vita» e dei «tempi supplementari». Anche se questa è stata la parte complicata. Convincerli che i tempi supplementari, che parlano di vita eterna e speranza in un altrove assoluto, ci sono. E ci si deve credere per non lasciarsi schiacciare. Ad ascoltare, una folla muta. Il cui sguardo vagava dal viso del parroco alla bara. Era lì in mezzo, Nicola. Protetto dal legno chiaro e accompagnato da ciò che amava di più: sul cuscino di rose rosse era stata adagiata la sua maglietta, quel numero 10 su sfondo giallo. E poi il pallone, con la firma dei compagni. E lo snow board. Lui era lì in mezzo e, tutt'attorno, gente che chiedeva spiegazioni. E che, in quell'omelia, in qualche modo si è identificata. Ha applaudito, alla fine. Forse anche un po' per allentare una tensione che si faceva via via più palpabile. Poi l'addio vero, struggente. Tutti i mondi di Nicola hanno voluto salutarlo, uno dopo l'altro. Gli amici del bar, i compagni di squadra, gli amici di San Valentino, i dirigenti del Santo Stefano. Ogni realtà, una parola diversa, un'immagine differente di quel diciannovenne con i capelli scompigliati. Fino alle parole del sindaco, che hanno voluto soprattutto testimoniare alla famiglia, ai genitori Catia e Riccardo e alla sorella Francesca, il senso di una comunità che vuol esserci davvero. E non solo per un giorno. Poi, dopo tante parole, lo spazio è andato al rito. E alla commozione di chi quel nodo in gola non riusciva a mandarlo giù. Nicola è stato accompagnato al cimitero dalla sua squadra. Tutta la squadra. E dai familiari. Fuori dalla chiesa, lo aspettavano gli altri atleti del S. Stefano, in un'ideale catena umana verso il cimitero. Ma non appena la bara è arrivata sul sagrato, dove attendevano centinaia di giovani, l'emozione si è sciolta in un applauso. Perché a vent'anni, quando si saluta, non lo si può fare in silenzio.

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