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Inviato: 28 Ago 2007 19:40
Oggetto: report capo Nord: 19-30 luglio 2007 ( report concluso)
Bene amici alla fine è andata. Il viaggio a Caponord è stato compiuto: l’avevo detto al Toscana Treffen del settembre scorso: “sono deciso ad andarci, anche da solo” e così è stato.
Come tutti i viaggiatori torno carico di orgoglio per l’impresa compiuta; di fotografie, desideroso di ammannire l’intero reportage all’incauto che solo mostri una timida curiosità, convinto come sono che si tratti delle foto più belle del mondo dove sono certamente raffigurati luoghi meravigliosi, per me indimenticabili; soprattutto carico di nostalgia, perché mi sono divertito, ho visto posti bellissimi e corso con la mia moto assaporando un gusto di libertà, che qui è ignoto. Spazi immensi, liberi da case e costruzioni, orizzonti che si inseguivano come scatole cinesi e costruivano nuovi panorami in cui si mischiavano a comporre un ibrido esaltante la montagna, il lago e il mare e..credetemi ripartirei domani.
Bando alle ciance.
Sono partito il giorno 19 luglio verso le 13 e sono tornato a Napoli il 9 agosto intorno alle otto di sera.
Non so esattamente quanti chilometri ho percorso, perché non li ho segnati. Non per snobismo, ma perché mi sono dimenticato di azzerare il contachilometri e quando me ne sono reso conto ho poi continuato a dimenticarmene, sicché, ad un certo punto, ho deciso di lasciar perdere. Io sono molto distratto.
Grosso modo ne ho percorsi poco più di 10.000 ( ricavato dal ricordo dei Km che segnava la mia RT alla partenza)
Ho scelto di raggiungere la Norvegia seguendo la strada del traghetto da Kiel, forse non da duri e puri delle due ruote, ma molto utile sul piano del tempo e piuttosto divertente perché il traghetto per vecchi riccastri americani è divertente con il suo corredo di kitsch.
Il viaggio è idealmente diviso in due parti.
Una prima ( sino a Capo Nord) prevalentemente dedicata alla natura e al gusto di andare in moto su strade come da noi non esistono; una seconda volta piuttosto a vedere le città di Stoccolma e Copenaghen, con la parentesi di Clamar Slot ( una mezza bufala) e con percorsi sostanzialmente di trasferimento su strade noiose.
Qui dico solo che tra Stoccolma e Copenaghen la prima vince a mani basse e che la seconda mi ha piuttosto deluso, oltre a farmi apprezzare i vincoli architettonici ( la cubitale scritta LG MOBILE o il logo del MC a lampade colorate su un palazzo del ‘700 sembra eccessiva anche per gli spiriti più moderni e innovatori).
Do qui conto della prima parte, che si è svolta dal 22 luglio ( approdo in terra norvegese) al 31 luglio ( giorno in cui ho lasciato Capo Nord e sono arrivato a Rovaniemi in Finlandia).
Come ogni viaggio ci sono stati contrattempi: brillano due forature del pneumatico posteriore in terra svedese avvenute nel giro di cinque giorni . Tali eventi, oltre al constatato singolare modo di gestire la manutenzione stradale ( sostanzialmente basato su una fiducia illimitata nell’attenzione e nella perizia del conducente), hanno indotto un’insperata rivalutazione della rete viaria autostradale italiana, rivalutazione i cui primi sentori si erano manifestati alla visione di un ingorgo sull’autostrada tedesca nei pressi di Amburgo, al cui confronto i celebrati ingorghi della Salerno –Reggio Calabria sono autoraduni sfigati per pochi intimi.
Una notizia: i motociclisti tedeschi fanno la fila nell’ingorgo autostradale come le macchine.
Mi scuso, ma io ho optato per la consuetudine italica, facilitata dalla larghezza dell’autostrada tedesca e dalla correttezza dei teutonici automobilisti ( che se tu puoi passare non per questo si fanno venire un travaso di bile e mettono l’auto di traverso)
Comincio con una foto della protagonista: la mia RT che è stata grande, giacché ha anche saltato l’ispezione dei 30.000 Km il che per un BMWista costituisce ( molto più che per la sua moto) quasi subire una violenza ...vedete voi di che tipo. Non ha mai perso un colpo, solo dopo l’ennesimo diluvio in terra finnica ( fatale l’incrocio con un camion che ha ricreato l’effetto di un secchio da 150 lt scaricato di botto) sono andate in tilt le frecce di sinistra. Per il resto, una spada; soprattutto sotto gli acquazzoni ha tenuto strada come se fosse su un binario e come un incrociatore ha proceduto in assoluta sicurezza e vi garantisco che, soprattutto in Finlandia e Germania, di acqua ne ho presa molta, per quantità e per la durata di qualche centinaio di chilometri.
Qui siamo ad Hannover prima dell’ultimo tratto per Kiel la mattina del 21 luglio.
Dei primi giorni di viaggio non c’è molto da dire: autostrada e poi ancora autostrada.
Partito verso mezzogiorno da Napoli, mi sono fermato a Novara ( casa materna).
Da lì il 20 ho fatto tappa , via Como e Bregenz, ad Hannover dove ho pernottato.
Il mattino del 21 ho raggiunto Kiel e verso le 12,30 mi sono imbarcato:
Questo è il pacchiano interno della Color Line, la nave che mi ha portato il mattino dopo ad Oslo, dove sono sbarcato verso le 9 del 22 .Le finestre che si vedono sono quelle delle cabine che affacciano sul “corso principale” della nave, zeppo di negozi, boutique, bar , ristoranti, intrattenitori
[img] Link a pagina di Img508.imageshack.us
E questo è il tramonto la sera del 21 preso dalla Color Line in navigazione verso Oslo
Domenica 22 Luglio da Oslo a Bergen
Sbarco ad Oslo e prendo la E18 sino a Drammen poi la E134. Allo sbarco nessuna formalità, né alcun controllo. Sarà una costante di tutto il viaggio: per quante frontiere ho varcato non ho mai visto un solo doganiere o poliziotto addetto al controllo dei documenti
Prima tappa la starvinka di Heddal, indicata come la più grande della Norvegia.
Come da foto, si tratta di una chiesa realizzata interamente in legno, con un particolarissimo tetto realizzato con una sorta di tegole lignee che mi ricordano le scaglie del pesce, una peculiarità Norvegese. Quelle più moderne in genere sono realizzate in legno bianco, mentre le più antiche si presentano come questa e come quella di Lom, vista il giorno successivo.
Un particolare della singolare e bella copertura
La E 134 costeggia dapprima boschi e fiumi,
poi si snoda lungo l’Hardangevidda dove il paesaggio si fa più aspro e punteggiato di tratti coperti di neve; suggestivo e affascinante
Qui, causa la chiusura per lavori di una galleria, partecipo alla più surreale coda automobilistica della a mia vita: si procede a senso unico alternato e la coda, molto lunga ma ordinatissima, si forma e si snoda in una natura incontaminata e nel più assoluto silenzio.
Risalgo poi lungo la E13 sino a Brimnes, costeggiando il Sorfjorden.
Dopo Roldal si incontrano le belle e imponenti cascate ( in realtà una divisa in due) di Latefoss
A Brimnes salgo sul primo traghetto norvegese ( molti ne seguiranno), attraverso il Sorfjorden e sbarco a Bruravik: questo è il braccio del Sorfjorden visto dal traghetto
Deviazione panoramica sulla 572 passando per Ulvik ( così evitando un tunnel) e poi sulla E 7 in direzione di Bergen dove giungo la sera.
Questo è l’Hardangerfjorden che la E7 costeggia per un tratto.
Sono le prime immagine dei Fiordi; forse non delle più suggestive ( a mio parere i panorami dei fiordi più belli, per limpidezza e grandiosità, li ho visti dopo Tromso sulla strada per Nordkapp), però rendono bene la particolarità di quei panorami: l’orizzonte non è mai netto e definito; cime di monti si susseguono e dove lo specchio d’acqua sembra finire ricomincia segnato poi da altri monti. Gli alberi, che ne coprono le pendici , scendono giù fino all’acqua senza che una riva addolcisca lo stacco tra l’acqua e la montagna
Lunedì 23 luglio da Bergen a Erdal
La giornata si apre con la visita di Bergen, che tutte le guide indicano come la “capitale dei fiordi”.
La caratteristica sono le vecchie case dei pescatori colorate, con costruzione a modo di palafitta, oggi per lo più destinate a negozi per turisti.
Devo dire la verità, Bergen non mi è piaciuta molto: troppo turistica e troppi turisti tutti assieme. Hai l’impressione che ogni cosa esista in funzione del turista. Anche il mercato del pesce, indicato come altra particolarità locale, sa piuttosto di un grande negozio OROGEL all’aperto e le troppo colorate e ordinate bancarelle finiscono a tradire la provenienza assolutamente commerciale dei prodotti esposti. La mia impressione resta confermata da un colloquio che ho con un campano ( di Pompei) sposo di una norvegese e senza troppi rimpianti trasferitosi in Norvegia.
Riparto in tarda mattinata, e sulla 566 compio il semicerchio opposto a quello dell’andata raggiungendo Voss; di lì, supero le cascate di Tvinde:
ancora lungo la E13 sino a raggiungere Vangsnes, lungo la valle Myrkdal e i monti Vikafjell
sino a raggiungere il Sognefjiorden, che attraverso in traghetto a Vangsnes
Dalla valledi Myrkdal ai monti Vikafjell la strada si inerpica sino a raggiungere una piccola cascata, poi scorre lungo l’altopiano ghiacciato, dove la neve appare predominare ( vedi le foto di poco prima)
Comincia la traversata del Sognefjell sino a raggiungere Lom dove si trova un’altra splendida Starvinka .
il Sognefjell:
il traffico sul Sognefjell:
La starvinka di Lom:
Proseguo poi sulla E 15 diretto verso la cima di Daisnibba, ma piove, si è fatto tardi e comincia ad imbrunire.
Tutti gli alberghi sono pieni ( ammetto che l’età e la tranquillità economica mi hanno portato a preferire alberghi con buoni bagni e docce e comodità) e quindi devio verso Stryn, una bella zona di laghi, ricca di camping , dove, piuttosto stanco, nei pressi di Erdal riesco a trovare una Hytta per la notte.
La cena è costituita dalla rivisitazione di una pizza con un simpatico colloquio con Lucia, che parla l’italiano perché viene a lavorare nella zona di Courmayer.
Altro colloquio ho con Rolf, che mi sconsiglia dal visitare Alesund e Kristiansund , indicate come troppo turistiche. Lui consiglia Molde.
Dovete considerare che la mia scioltezza con la lingua inglese e la mia proprietà di vocaboli è tipo quella che nei film americani degli anni ’50 recitavano i servitori di colore ....potere avere ..... comunque chiacchieriamo per un po’.
Martedì 24 da Erdal a Trondheim.
il Mattino dopo perdo un discreto lasso di tempo alla ricerca degli occhiali; quando ormai sono rassegnato compare la ragazza del ricevimento nel cui ufficio, sino a quel momento chiuso, gli occhiali erano rimasti dalla sera prima. Sono molto distratto e disordinato: perdere e ritrovare oggetti è stata una costante del viaggio
Ritorno sulla strada lasciata la sera prima e raggiungo la cima di Daisnibba ( che si raggiunge con un tratto di strada sterrata a pagamento), esibendo la RT in un protofuoristrada con preoccupanti tornanti ( penso alle polemiche tra Starman e Mattodilei sul Forum BMW : ma è uno sterrato fatto più che altro di brecciolino). E’ nel fare quei tornanti in discesa che per un senso di puro masochismo mi tornano in mente le polemiche sul servofreno BMW.
Il panorama da Daisnibba:
la strada che porta alla cima di Daisnibba vista dall'alto:
Sulla cima un tedesco con GS ( vecchio modello per la gioia di Starman) si mostra interessato alla mia RT e mi chiede informazioni sui freni ( brake): vuole sapere se bloccano troppo.
Da Daisnibba raggiungo Geiranger ( questo è il fiordo):
e quindi Eisdal ( dove passo il fiordo in traghetto); da qui a Andalsney si snoda la E63 che attraversa il Trollstigveien e quindi si impenna per la cd “Strada delle Aquile”.
Si tratta dei panorami tra i più belli che abbia visto durante il viaggio: dapprima la valle verde con polle e cascate di acqua , poi il grigio scuro e aspro delle rampe che incorniciano la strada e portano ad una parete di roccia riphttp://img403.imageshack.us/img403/8418/norvegiai171vw7.jpgida, segnata da cascate che cadono dritte sulla strada.
[img][/img]
poi la strada delle Aquile e la parete dei Troll:
Ho incontrato un ragazzo di Ferrara che con un GS ( nuovo) stava tornando da Capo Nord in solitaria e percorreva in senso inverso la mia strada:a lui devo una bella foto che mi ha scattato in uno dei punti più belli della vallata.
Poiché è tardi decido una al programma previsto, accorciando il percorso: lascio fuori Alesund ( seguendo il consiglio di Rolf), prendendo direttamente per Molde e da qui lungo la E 39 arrivo in serata a Trondheim dove pernotto
Questo dovrebbe esere il fiordo di Molde ( ma non ve lo posso dare per sicuro)
Comincio con l'inserire le due foto che ieri sono saltate
la prima è della E 134 poco dopo Heddal, riguarda quindi il giorno 22
la seconda è una vista della strda che attraversa la valle dei Troll ,lungola E63 prima della strada delle Aquile e rende bene l'idea di quanto la natura in Norvegia appaia incontaminata anche per la scarsa presenza di macchine, gitanti etc etc
Mercoledì 25 da Trondheim e Mo I Rana
La mattina giro per Trondheim, che mi piace molto. Anche qui ci sono le caratteristiche case dei pescatori norvegisi, palafitte su legno, rimodernate a cui si accompagnano le moderne interpretazioni del medesimo edificio.
il vecchio:
il nuovo:
l'insieme:
Molto bella la cattedrale e tutta la città; pulita, elegante, con belle strade e viali ariosi, bei giardini non dà l’impressione di essere stata organizzata al fine di soddisfare il turista, che forse, proprio per questo, resta più contento avendo l’impressione di muoversi in una dimensione più reale rispetto a quella di altri luoghi ( vedi Bergen)
Da Trondheim seguo la E06, salvo qualche deviazione, fino a Mo I Rana, ormai prossimo al circolo polare.
la strada non offre immagini particolarmente suggestive, vi sono bei tratti lungo torrenti
Questi fiori, che non so quali siano, costeggiano buona parte delle strade norvegesi, sino quasi a Nordkapp, presentandosi in macchie più o meno fitte
questa è invece una starvinka "moderna", sempre in legno ma rigorosamente bianca. Attorno a queste chiese ( così come attorno a quelle piùantiche), senza alcuna particolare protezione o divisione, sorgono i cimiteri, con le lapidi che sbucano dalla terra e l'aspetto più di un giardino che di un camposanto, almeno secondo i nostri stilemi
E questa è Mo I Rana ( un posto strano quanto il nome) fotografata alle 11,30 di notte nella sua luce surreale delle notte artica, in cui la luce del crespuscolo si dilunga sino a tarda notte
Giovedì 26 da Mo I Rana a Bodo
Il circolo polare artico lo passo in traghetto da Kilboghamn a Jektvik : in effetti non segue pedissequamente la E 06, ma devio per una strada statale E 17 ( individuata tramite guida), che offre bei panorami sui fiordi.
Questo è il passaggio del cicolo polare artico, indicato da quella struttura in metallo bianco che si vede sulla riva
il particolare del segno del circolo
I fiordi sulla statale 17 verso Bodo
Bodo ha un bel porticciolo e qui mi godo i primi cieli artici . Le Foto che seguono sono state fatte al tramonto e in tarda notte
Venerdì 27 e sabato 28 : da Bodo alle isole Lofoten – Volver
Traghetto per le Lofoten preso in tutta tranquillità alle dieci del mattino.
Ho intenzione di fermarmi due giorni e di ripartire, poi il 29 alla volta di Tromso.
Sono fortunato perchè, dopo le piogge dei giorni scorsi, proprio dal 28 in poi il sole assisterà tutto il mio viaggio sino a capo Nord , regalando splendide giornate.
dal traghetto verso le Lofoten:
Sulle isole Lofoten c’è poco da dire di una bellezza impressionante, tanto da sembrati false ( le foto non aggiungono nulla alla brillantezza dei colori).
Complice le belle giornate i colori appaiono tanto brillanti e nitidi da farti pensare che la natura abbia voluto imitare certi quadri dei vedutisti settecenteschi.
Ancora una volta si mischiano assieme montagna e mare e compaiono spiagge che si potrebbero benissimo spacciare per panorami esotici.
Il piacere è aumentato dalle strade: fondi perfetti, scarso traffico, rettilinei e curve dolcissime che si susseguono, incorniciati da panorami pittorici.
Trovo da pernottare per la prima notte a Volver, poi mi sposto in un camping vicino, con una camera su un bellissimo panorama.
Il giorno 28 me ne vado girando per le isole e vado nei paesini più interni.
La notte del 27 girovagando alla luce del sole che non termina mai, incontro un ragazzo che sta allenandosi con il suo aeromodello in vista di una gara. Su un cielo rossastro l’apparecchio compie evoluzioni fantascientifiche, disegnando tutte le figure del volo acrobatico.
A Volver mangio dell’ottimo Baccalà ( come suggerito dal nome del pub)
ad A del salmone alla griglia davvero saporito, ad Henningsvaer un’aringa che mi mette a dura prova ( non è cibo per me).
A Volver il sabato mattina perdo il portafoglio con documenti, soldi e CARTA di CREDITO.
Rimasto con circa 15 lt di benzina nel serbatoio e l’inutile passaporto, passo le peggiori quattro ore della mia vita in contatto con l’ambasciata italiana a Oslo e mia moglie: la prima mi bonifica un po’ di soldi, che peraltro si sarebbero potuti ritirare solo a Trondheim ( il che equivaleva alla fine del viaggio, oltre al non indifferente problema del come raggiungere quella città) il secondo mi consola e mi fa convinto che l’unica strada è chiedere un prestito grazioso a turisti italiani ( da trovare) . La sede più vicina di un consolato italiano è Tromso.
E’ ad un nuovo difficoltoso ( ricordate la mia padronanza della lingua inglese) contatto con la polizia norvegese ( tutti avvenuti rigorosamente via citofono) che capto la risolutiva frase in risposta al mio lamento: “..and we have found it” ( se è scritto in modo errato perdonerete..è comunque coerente con la mia conoscenza dell’inglese).
Ebbene sì, il portafoglio, cadutomi dal giubbotto all’atto di lasciare l’albergo, era stato ritrovato da un ragazzino – kid – il quale lo aveva consegnato al padre, che a sua volta lo aveva consegnato al museo di Volver il cui custode aveva avvertito la polizia. Ed infatti presso il museo di Volver rientro in possesso dei miei averi ( superfluo dirlo, non manca nulla di nulla) e ritorno ad essere un uomo libero e felice.
Le isole Lofoten sono splendide e giustificano da sole un viaggio in Norvegia , lascio la parola ad alcune tra le fotografie più belle di tutto il viaggio.
Il paesino di A al punto estremo della E10, la strada che attraversa tutte le Lofoten, nell'isola di Moskenesoya
Reine:
Una spiaggia:
Nusfjord:
ancora spiaggia e mare ( con montagna):
La costa e la chiesa di Kabelvag ( isola di Augustvagoy)
il bagno alle Lofoten
labellissima spiaggia di Utakleiv:
il panorama al tramonto del 28 dalla camera del camping vicino a Volver
Domenica 29 da Volver nelle Lofoten a Tromso
E’ un percorso piuttosto noioso, forse anche perché dopo quanto visto ci si è abituati al meglio.
Alcuni begli scorci si aprono tra Fiskebal e Hanay, merito invero del navigatore che, stupido come è, ignora gli orari dei traghetti e quindi mi indirizza su un percorso più veloce che tale in realtà non è ( arrivando io dopo che il traghetto è partito). Non mi sono troppo arrabbiato perché la giornata era splendida e i panorami dell’Hadselfjorden ( che la strada sino ad Hanay costeggia)
Da Volver si percorre la E 10; si traghetta a Fiskeball per Melbu e da lì si prosegue sulla E 10 sino a incontrare la E 6, la strada che conduce a capo Nord
Qui siamo sulla E 10
e questo ( facile a immaginarsi) è il bar ( dentro una tenda....Sami) più singolare che abbia mai incontrato in vita mia: il caffè si prendeva dalle caffettiere in ferro che vedete sulle braci
questo è un tentativo di fotografia artistico ( vi prego di avere compassione): vorrebbe dar conto dei panorami che a volte i retrovisori riflettevano ( l’idea infatti mi è venuta proprio mentre viaggiavo verso Tromso e guardando il retrovisore piuttosto che macchine vidi montagne e nuvole)
Pernotto a Tromso, che si raggiunge deviando dalla E6 e prendendo la E8 che porta a questa città, certamente la più importante del Nord
Di Tromso non c’è molto da dire. Non è una bella città, anche se riesce ad armonizzare vecchie costruzioni , quale l’imponente cattedrale in legno, con costruzioni di estrema modernità, come la biblioteca.
Il monumento al baleniere lascia perplesso il mio spirito favorevole al fermo di questa caccia.
La cosa più spettacolare resta il ponte con il quale si raggiunge la città
Lunedì 30 da Tromso a capo Nord
Siamo arrivati alla meta finale e alle foto che Fil ha visto in anteprima a Copenaghen.
Questa è una delle tappe più lunghe e piuttosto noiosa.
A volte penso che, liberandosi dall’enfasi della meta , uno dovrebbe avere il coraggio di fermarsi alle isole Lofoten o , meglio ancora se si potesse, dalle Lofoten arrivare direttamente a capo Nord, perché lo spettacolo del sole che non tramonta mai è assolutamente unico, di una bellezza travolgente; ma del molto che si frappone tra le isole artiche il punto estremo dell’Europa, poco giustifica quei molti chilometri.
Nondimeno, proprio durante questa tappa ho visto gli scenari più belli dei fiordi, con l’acqua di una tale limpidezza da essere specchio del paesaggio che vi si rifletteva.
Purtroppo, non sono riuscito a determinare in quale punto preciso mi trovassi ( o meglio al momento lo avevo anche individuato, ma non avendolo segnato ....) anche perché lE6 dopo Tromso costeggia fiordi per un lunghissimo tratto, praticamente sono ad arrivare alla deviazione dell’E69, la strada che conduce a Nordkapp
dopo i fiordi si incontra una strada assolutamente brulla, che ho fatto con un vento micidiale che spostava la moto ad ogni raffica
Dopo questo poco incoraggiante tratto, il panorama si addolcisce per la presenza del mare e compaiono le prime renne, che vanno e vengono per la strada in assoluta tranquillità ( sicché si deve fare occhio per il rischio di uno sgradevole investimento)
Foto di rito
dopo il tunnel, passata Honnisvag, gli ultimi 30 Km da capo Nord sono su una splendida strada, larga con curve dolci e fondo perfetto che , in uno con il panorama che circonda, fanno il vero piacere di guidare .Tanto più che ci si sbizzarrisce all’una di notte alla luce del sole, infastiditi solo da qualche torpedone che rientra
Non c’è dubbio che Capo Nord è anche una macchina per tosare il turista, a cominciare dal biglietto che bisogna pagare per entrare nel recinto, parcheggiare e potersi avvicinare al mitico globo di metallo, sotto il quale la ressa è pressoché continua.
Difficile però resistere alla tentazione di qualche souvenir e dall’invio della cartolina con il timbro postale di Nordkapp.
Nulla però impedisce di rifiutare tutto questo e di vedere lo spettacolo al di fuori della zona recintata....il sole è lo stesso ed ho visto alcune tende piantate in punti di un assoluto romanticismo
Queste sono le foto che in un certo senso coronano la prima parte derl viaggio.
Il Tramonto:
la luce di notte:
il sole di notte, alto sull'orizzonte anche dopo la mezzanotte e così per tutta la notte
Giuro che quest'ultima foto non è stata scattata con il pensiero ad una destinazione pubblicitaria, però l'idea mi è venuta quando l'ho rivista ( è già diventata il mio screen saver in ufficio).
Se la BMW è interessata possiamo ragionare......RT fino a dove il sole non muore mai
Questo è l'ultimo panorama della zona di Caponord, visto al mattino successivo quando riprendo il viaggio verso Rovaniemi
Nel pomeriggio tra Ivalo e Rovaniemi ( Finlandia) prendo la prima lavata epica; il mattino dopo, diretto verso Stoccolama, replico tra Rovaniemi e Kemi.
Nel pomeriggio versoi le 18 nei pressi di Sundvall il glorioso Roadtec Z6 posteriore con ormai circa 15.000 Km tira le cuoia e fora.
L'uso della bomboletta è una comica, perchè il buco ha la larghetzza di un matita e la schiuma come entra dalla valvola pari pari esce dal foro.
Verrà sostituito con un misconosciuta Avon Azaro, che a sua volta tirerà le cuoia dopo circa 900 Km, il giorno 5 a meno di 200 Km da Copenaghen.
La temperatura elevatissima del pneumatico al momento della foratura ( la seconda) mi ha fatto pensare che non fosse quanto di più adatto per la mia moto, carica. Non sono un esperto ma anche foggia e intaglio mi lasciavano perplessi.
Non c'era però molta scelta perchè come, mi fece capire il gommista, quello era l'unico pneumatico di dimensioni e specifiche adatte( corrispondenti a quelle del defunto) che in quel momento si era riusciti a trovare ( erano le 9 di sera passate)
Questa è la mia RT sul carrellino di fortuna dove è stato cambiato il pneumatico da Ross, titolare della Dackia specializzata in gomme per trattori e mezzi pesanti ( un punto di contato con l'RT) e che mai prima di allora aveva cambiato il pneumatico ad una moto. Ho operato sotto la mia direzione ed forse è per questo che la nuova gomma ha avuto vita così breve
E qui finisce il mio viaggio a Caponord; Stoccolma e Copenaghen sono un'altra storia e, pur essendovi arrivato in moto, fanno parte di un turismo più ordinario.
In fin dei conti se ci fossi andato in aereo sarebbe stato lo stesso.
Considerazioni Finali
Non c’è dubbio, un report si fa anche ( soprattutto?) per gratificare se stessi e il proprio viaggio ( mi veniva da dire impresa), si spera nel plauso degli altri, che soddisfa il nostro ego. Nel mio caso, poi, ammetto che l’operazione era piuttosto vile: difficile resistere al fascino di Caponord e molte di queste fotografie sono oggettivamente belle quanto lo sono i luoghi che raffigurano.
Quello che manca e mancherà sempre, per quanto si voglia far capo a grandi formati, è la dimensione degli spazi e degli orizzonti
Tuttavia, se voi sapeste la fatica e il tempo che ci sono voluti per caricare tutte quelle foto apprezzereste ancora di più quel lavoro e perdonereste quel tanto di egocentrismo e di orgoglio che con probabilità vi si legge.
Un report però si fa anche per il piacere di mettere a disposizione degli altri la propria esperienza e per condividerla con gli altri.
Molte fotografie, perché così ognuno si può fare un’idea diretta dei luoghi e un po’ perché penso all’emozione che provavo io quando progettavo il viaggio e studiavo le fotografie fatte dagli altri.
Se tornassi indietro, con il classico senno del poi, forse tradirei l’impostazione classica che vuole si salga dalla Svezia e dalla Finlandii ovvero si torni ( come ho fatto io) attraverso quei due stati.
Io farei solo Norvegia perché la natura è così bella e il piacere di guidare la moto così assoluto che non vale la pena disperdersi in altro: fatevi solo la Norvegia, magari salendo lungo tutta la costa e poi tornando dall’interno ( o viceversa).
Qualcuno chiedeva quanto mi è costato. Nel mio caso piuttosto tanto, ma si può spendere molto meno. I camping offrono delle decorose Hytte ed il prezzo non è davvero alto; se si opta per la tenda le spese scendono ulteriormente. Allo stesso modo si può mangiare senza spendere cifre eccessive. Dipende dall’impostazione che si vuole dare al viaggio. E’ evidente che viaggiando in due i costi si riducono ( una doppia in albergo divisa in due costa certamente meno di una singola).
Nel mio caso, poi, due forature nel giro di cinque giorni con due conseguenti cambi del pneumatico posteriore, non hanno giovato sui costi del viaggio! ma questo non è obbligatorio che succeda.
Generalmente, comunque la Norvegia è cara, la più cara tra Svezia e Danimarca, ma il costo complessivo dipende molto dal come ci si organizza e dalle scelte si fanno. E’ un ovvietà, ma sta a significare che è possibile compiere il viaggio anche con budget contenuti e non è indispensabile attendere troppi anni.
Ho visto moto di ogni tipo, anche se certamente una Touring o una Enduro sono i mezzi più indicati.
Non solo per la possibilità di carico, che in un viaggio di almeno due settimane ha il suo valore, ma soprattutto perché dovrete mettere in conto inevitabili lavate di acqua: sarà in Norvegia o sarà in Germania, quando andate o tornate, ma di acqua, salvo una fortuna epica, ne prendere e tanta.
Ed è probabilmente lì che si fa una differenza cospicua con le sportive: in Germania, sotto il diluvio, sono rimasto colpito dal vedere due jap supersportive procedere a passo d’uomo e mi sono fatto l’idea che potesse dipendere dalle condizioni di visibilità e dall’assenza di una seria protezione dalle intemperie.
Per la pioggia ho usato i calzoni in goretex della Dainese e sopra i pantadiluvio della Tucano: il tutto ha retto egregiamente
Ho in genere viaggiato con il giubbino Tag della Spidi con imbottitura e sotto una maglietta di cotone a maniche lunghe. Quando pioveva “montavo” sopra tutto l’antipioggia, leggerissimo e traspirante. Mai usta l’imbottitura dei calzoni ( pure portata), né sottotute.
Per i guanti hanno retto i BMW pro-summer in goretex, poi sostituiti dagli Spidi più pesanti, quando il diluvio superava le due ore. Entrambi i capi hanno retto.
Ai piedi Stivali in goretex, salvo il tratto di avvicinamento a Kiel ( all’andata) quando ho usato scarpe ( e pantaloni) più leggeri.
Non ho mai sofferto il freddo nel vero e proprio senso del termine; paradossalmente le giornate più fredde e ingrate le ho patite nel sud della Norvegia in Finlandia e al ritorno verso Monaco. Le isole Lofoten sono calde ( anche se io il bagno non me lo sono fatto).
Ho studiato il percorso prima, servendomi di guide e report, tra i quali devo citare quello di Comm 73 alias Filippo. Le soste e gli alberghi li ho decisi di volta in volta.
Ho utilizzato il GPS TTR 2, ottimo e utilissimo, soprattutto nei centri urbani per trovare vie e alberghi. Vi assicuro che arrivare a Stoccolma e in dieci minuti, senza un solo errore, trovarsi nel luogo voluto non è poco. Non si può però abrogare la cartina , che io tenevo sulla borsa da serbatoio
Pur avendo molto posto sulla RT, ho comunque utilizzato la borsa da serbatoio, dove tenevo gli antipioggia di pronto uso e altri ammennicoli, mi è così rimasto dello spazio libero in una borsa laterale, che utilizzavo nelle soste e nei giri per appoggiarvi un po’ di equipaggiamento ed essere così più libero.
Tutto lo spiegamento di valigie e borse mi ha consentito di portarmi dietro calzoni e scarpe più leggere che ho usato all’andata, tenendo nei bagagliai gli stivali e i calzoni in goretex. Al ritorno il tempo era un tale schifo che ho continuato a viaggiare come in Norvegia.
Come guida ho usato la The Rough Guide, ottima ed attendibile per alberghi e ristoranti, meno completa per quanto invece riguarda le notizie sui luoghi e sui monumenti. Insomma io vi affiancherei una classica Michelin, per avere più notizie sulle città e sui luoghi, mentre la Rough va benissimo per individuare alberghi, ristoranti e quant’altro. E’ anche attendibile sui prezzi, il che non guasta.
In Norvegia, sulla strada ho visto la polizia una volta sola; di autovelox ce ne sono pochi ed in genere sempre nei pressi dei centri urbani e di luoghi abitati .
Non ho mai avuto difficoltà nel fare benzina; tenete presente che all’estero usano la carta di credito ovunque, anche nei bar apparentemente più sperduti. Vi troverete in imbarazzo ( almeno a me è successo), perché all’estero il commerciante la carta non la tocca propria e tutta l’operazione ( strisciatura, invio etc) la deve fare il cliente.
Non mi viene in mente altro.
Saluti a tutti, a disposizione per ogni chiarimento e informazione; grazie per la pazienza, l’attenzione e le parole di apprezzamento e i complimenti.
E’ stato un gran bel viaggio ...ed ora bisogna pensare al prossimo
Dimenticavo, questo sono me, viaggiatore e autore di questo report, in uno dei più arditi e demenziali autoscartti del viaggio
Saluti
Fr
Ultima modifica di Ranko il 29 Ago 2007 19:45, modificato 15 volte in totale