Ma che moto?
Essenzialmente da 100 cc a max 223 cc (e ben 16.7 cv) della Hero Honda
Karizma, l’unica moto ad avere anche un look in qualche modo
apprezzabile a gusti nostrani.
Karizma
La pubblicità della moto si fa’ essenzialmente facendo leva sul consumo che sfiora picchi (100 km/l) quasi impensabili dalle nostre parti.
Molti i produttori oltre alla citata Hero Honda ci sono ovviamente le sorelle Kawasaki e Suzuki più i locali Bajaj, Tvs ecc.
C’è da dire che qualsiasi moto s’inforchi da queste parti, è necessario avere un coraggio da leoni comunque, dato che i pericoli si sprecano.
Io, italiano verace e discreto pilota di auto, sono fra i pochi occidentali che guida per conto suo, anche se solo sulle “autostrade” e lo faccio solo perché non mi fido del mio autista, nonostante lo ritenga decisamente superiore alla media, e per questo sono guardato come se fossi matto dagli altri expats.
Avventurarsi su una strada indiana è una rulette russa, anche se fatta con un revolver che ha qualche milione di camere vuote.
I morti per incidenti d’auto, nella sola Delhi, sono circa 3.000 all’anno, i camion rovesciati solo 12 ogni giorno...
Io vado molto spesso ad Agra, ogni volta incontro almeno due/tre morti nei 185 km che separano questa città da Delhi.
I pericoli sono i più vari ed assurdi: pedoni che attraversano senza proprio guardare, barrocci portati da buoi, da cammelli, da asini in forma asinina ed in forma umana; trattori contromano che si sorpassano, pazzi che viaggiano a 130 all’ora con pullman dalle ruote lise, perdendo e riprendendo costantemente il controllo del loro mezzo, mucche pascolanti e, ovviamente, sacre che si riposano dietro una curva in corsia di sorpasso che se le ammazzi ti ammazzano te per rappresaglia, camion lunghissimi che fanno gli zigzag, inversioni a U ed entrate in strada delle serie facciamo a chi s’ammazza prima, carichi sporgenti, carichi incredibili e tutto il resto, quello che non scrivo per decenza e quello che ancora non so ma incontrerò nel mio prossimo viaggio...
Stabilito che guidare una moto è cosa da pazzi e che moltissimi lo fanno solo perché non ne possono fare a meno, arriviamo alla cosiddetta elite, si anche fra chi va in moto ci sono le caste, i famosi TWO (TwoWheelersOnly) che sono anche i veri bikers.
Tanto per incominciare disdegnano tutte le moto sotto i 350 cc, includendo nel loro mondo solo i possessori di una certa moto la famosa e famigerato Royal Enfield Bullet
Bullet
Adesso commercializzata con due motori, 350 e 500 cc (quest’ultima una volta sola prerogativa dei militari) e cinque o sei versioni, è la sola moto che gli indiani comprano quando e perché si sentono dei Bikers.
La suddetta Royal Enfield vanta un motore che 50 anni fa doveva (forse) essere all’avanguardia, ma che adesso fa solo sorridere.
Vecchio, mai migliorato, eppure quest’oggettaccio dalle linee che si vorrebbero americaneggianti, ma sono solo sorpassate, ha un suo, perverso, fascino forse a causa dei rombanti 22 cv o forse proprio a causa di quel rumore d’antan che a me cinquantenne fa ricordare quando ancora circolavano i Falconi con il volano rosso.
In ogni caso solo i possessori di Enfield (da poco c’è ne è una con l’accensione elettrica...) o di altra moto superiore ai 350 cc possono chiedere d’iscriversi ai Bikers club.
Chiedere e basta perché solo chi può dimostrare di aver fatto viaggi superiori ai duemila Km verrà esaminato.
Classisti (o castisti), politicamente non corretti, questi ragazzi sono comunque da catalogare nella categoria Bikers per la loro infinita passione e per i viaggi (avventurosi veramente) nel Nord dell’India, ma non solo.
Il più famoso di loro ha guidato sul percorso Delhi/Chennai/Delhi percorrendo la distanza di 7000 km in poco meno di un mese (credetemi, è stato veramente bravo, tanto per cominciare è sopravvissuto).
Finisco segnalando il sito di uno dei più attivi club www.60kph.com e con uno dei loro motti preferiti :
GAS, GRASS OR ASS: NOBODY GETS A RIDE FOR FREE!
Ciao dal subcontinente
Frontierman