Leggi e Burocrazie
La burocrazia e i pezzi aftermarket
Scritto da ellobo - Pubblicato 08/02/2008 08:06
Considerazioni sul montaggio delle parti afertmarket (i tubi in treccia nello specifico) che, anche se omologate e più sicure di quelle originali, risultano non regolari se non previo collaudo alla motorizzazione.

Il tutto nasce da una domanda posta dal lettore alla redazione di Motociclismo, domanda comparsa nel numero di febbraio in edicola, infatti il lettore scrive: “…scrivo per chiederle un parere: vorrei montare una pompa freno radiale con annessi tubi freno treccia metallica, ma la sostituzione della pompa è legale? E’ necessaria l’omologazione della stessa?”.

La Redazione di Motociclismo risponde cosi:”…Motociclismo ha trattato diffusamente l’argomento relativo al tuning e ai limiti dalla legge sul fascicolo di ottobre 2007, (vero l’ho letto con molta attenzione). La sostituzione degli impianti frenanti con altri diversi dall’originale (anche se omologati), è una modifica che – se la moto viene utilizzata su strada – impone l’aggiornamento della carta di circolazione presso il Dipartimento trasporti Terrestri. Non osservare questa norma significa violare l’art. 78 del C.d.S., che prevede il pagamento di una sanzione amministrativa di 370 euro entro 60 giorni ed il ritiro della carta di circolazione, che viene inviata alla Motorizzazione per la revisione straordinaria. Ti ricordo poi che in caso di incidente, per ogni modifica, anche parziale, con componenti non conformi all’originale, l’assicurazione potrebbe rivalersi sul conducente sia sul piano civile che su quello risarcitorio.”

Ora dopo aver letto questa lettera mi sono sentito un leggero brivido lungo la schiena, che lentamente vi tralascio di descrivere sin dove è arrivato.
Inoltre sono iniziate le mie domande, quella che più mi fa incavolare, è il non capire come si permette l’omologazione di parti “aftermarket”, e poi in teoria ed anche in pratica si fa di tutto per non farli acquistare e soprattutto mettere in crisi le società che producono tali componenti.
Rimane un puro controsenso che probabilmente è solo italiano, io vi sfido a leggere il C.d.S. e l'applicazione delle normative europee, c’è ne per tutti i gusti.

Nel caso specifico, vorrei capire il motivo per cui io dovrei essere sanzionato, avendo migliorato il sistema frenante della mia motocicletta.
Sborsando fior di Euro, per avere una frenata che mi permetta di fermarmi in spazi nettamente inferiori rispetto a quelli degli impianti originali.
Impianti di cui tutti conosciamo le pecche, ad esempio l’effetto polmone delle tubazioni e la forza che occorre applicare sulle leve delle normali pompe freno.

Inoltre questa mi sembra la stessa regola, che aveva portato, sempre le stesse case produttrici, nell’annosa diatriba legale, poi vinta, contro le case motociclistiche per ovviare al monopolio nella costruzione di pezzi di ricambio aftermarket, ricordate i terminali omologati Euro 2 ed Euro 3, esatto.

Altra domanda riguarda la rivista Motociclismo, (personalmente la leggo tutti i mesi), la quale tra i vari articoli e piena di pubblicità di vendita di questi prodotti, vi sfido nel trovare una qualsiasi dicitura che dica “da utilizzare solo in circuito”, quindi perché non fare una campagna di protesta contro queste assurdità della nostra legislazione, cosi come fatto ad esempio con i paraschiena, per sensibilizzare tutti al loro uso?

Non è detto che essendo una regola del C.d.S questa sia giusta, anzi sarebbe piacevole fare un rapporto tra queste regole assurde, e tutte le altre che potrebbero permetterci di andare sulle strade in tutta sicurezza, con guard-rail che non uccidono, manti stradali che ti tengono in strada e non ti fanno volare, ecc. ecc. e che nessun responsabile della viabilità applica.

Perché assatanarsi solo ed unicamente contro di noi?
 

Commenti degli Utenti (totali: 17)
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Commento di: Davide il 08-02-2008 08:07
Premetto che con voglio contestare quanto hai scritto che mi trova d'accordo.

La normativa dice in sostanza che - su ogni veicolo - la modifica all'impianto frenante comporta ulteriore visita alla motorizzazione. La norma c'è per motivi di sicurezza, e se ci pensi bene non è poi così sbagliato: se ognuno montasse i freni che gli pare, chissà cosa potrebbe succedere...

Quindi tu puoi montare i tubi in treccia, però poi devi andare alla motorizzazione a fare un collaudo, cosa che può costare un centinaio di euro e come formalità non so se sia sufficiente presentarsi con il certificato di omologazione e te li passano...

Secondo me, bisognerebbe studiare una soluzione al problema di sicurezza, partendo dal presupposto che se uno cambia i freni non li mette peggiori o per andarsi ad ammazzare, quindi li toglierei da quegli elementi che - se sostituiti con un tipo genericamente omologato per una moto con X caratteristiche - comportano il collaudo.

Per non parlare del controsenso di chi vende elaborazioni...
Commento di: ellobo il 08-02-2008 09:12
Perfettamente daccordo, infatti alla fine del tuo commento ci ritroviamo della stessa idea.
Infatti rimane un dubbio sul perchè avendo montato un "pezzo migliore ed affidabile" sulla moto, inoltre con già una omologazione per il montaggio, io mi debba recare presso la motorizzazione per dire in sostanza: "scusate ho montato questa pompa radiale omologata della ditta pinco pallino, considerando che siete un carrozzone che non serve a nulla mi ridate una ennesima omologazione per l'utilizzo di questa pompa? Grazie eccovi altre €100,00 in modo tale che partecipo direttamente al vostro stipendio".
In sostanza personalmente è tutto qui!
Commento di: LucaRsLove il 28-05-2011 22:53

ciao a tutti....ieri ho comprato degli specchietti aftermarket bellissimi solo che mi rimane il buco centrale degli originali...volevo comprare i copri buchi degli specchi ma non li trovo qualcuno puo mandarmi qualche link o la marca che li produce??
Commento di: Vetro il 08-02-2008 09:24
Il controsenso sta nel fatto che ti vendono un pezzo omologato ma che in realtà nei fatti non lo è fin quando non viene verificato dalla motorizzazione...
Commento di: Vitto58 il 08-02-2008 21:29
Tutto verissimo in modo sacrosanto.

Però, nella nostra bella penisola, patria di santi poeti & navigatori, vige una regola non scritta che più o meno recita "tutto si può costruire, tutto si può vendere, qualcosa poi si può forse anche usare".

Solo per dire che così tutti lavorano, come direbbe Totò "tenimm' e criature", e gli eurini girano, insieme a qualcos'altro...

Vorrei fare solo un banale esempio.

Chi non conosce più o meno l'uso del cb detto anche "baracchino"?

La norma per il suo uso parla chiaro, potenza limitata, niente uscite dalle frequenze ammesse, livello di disturbo sulle bande adiacenti sotto stretto controllo.

Bene.

In Italia è pieno di aziende che producono amplificatori lineari fino a 1000 watt, quando la potenza ammessa per legge è di 4,5 watt, di apparati eco e microfoni amplificati da urlo che fanno arrivare la modulazione a livelli tali da interferire pesantemente con altri e più necessari mezzi di comunicazione, antenne tipo ripetitori della rai, tutto materiale totalmente fuori legge, non solo in Italia, ma anche in buona parte dei paesi Europei.

Ecco, tutta 'sta roba, si può costruire, nessuno lo vieta, si può comprare, nessuno lo vieta, ma NON si può usare, perchè poi la Polizia Postale si arrabbia...

Dopo ovviamente la usano tutti, spendere 1500 € per un mega lineare, poi tenerlo sopra il comò non mi sembra proprio il massimo...

Forza fratelli, arriveremo anche noi a norme para-Europee, vedi Germania e Inghilterra, dove il tuning meccanico ed estetico non è ostacolato da 300.000 articoli e commi applicativi, che trasformano chi modifica dei particolari in un potenziale criminale, ma sicuro a quel punto, forse non avrò più l'età per guidare una moto...
Commento di: rick11 il 09-02-2008 10:37
Secondo me la cosa si potrebbe risolvere facilmente, così come si fa con gli impianti elettrici o di riscaldamento.
In tal caso, per ogni modifica o sostituzione di pezzi, non c'è bisogno che un ente statale collaudi successivamente l'impianto così modificato ma ci si affida al lavoro dei professionisti del settore, e mi sembra ora sia obbligatorio un certificato di "lavoro a regola d'arte"
La cosa più logica sarebbe dunque lasciare la verifica ai meccanici professionisti: quando montano pezzi omologati aftermarket, così come per i ricambi originali, potrebbe bastare un certificato di "lavoro a regola d'arte" rilasciato dall'officina che esegue il lavoro.
E' ovvio che mai e poi mai lo Stato si potrebbe invece "accontentare" del lavoro eseguito da un semplice privato, ad esempio il padrone della moto
Commento di: ellobo il 10-02-2008 08:37
Credo che questo sia una delle possibilità, non conoscendo esattamente la normativa ad esempio germanica o inglese.
Comunque non è ammissibile la nostra situazione, è chiaro che con i tempi che occorrono per mutare qualcosa farò sicuramente prima a smetere di andare in moto!
Commento di: whisper81 il 10-02-2008 19:27
Premesso che sono d'accordissimo con i vostri interventi riguardo l'inutilità di spendere 100 e passa euro per omologare 2 volte un pezzo...
Vorrei inserire un ulteriore spunto di riflessione
partendo proprio dal discorso "tubi in treccia, pinze radiali brembo, pasticche sinterizzate, dischi wave" etc etc...

Se io fossi rappresentate di un organo statale risponderei così: "mah, ragazzuoli cari, tutta 'sta tecnologia afertmarket è sul serio necessaria per girare ai 50 in città, ai 70 sulle statali, ed ai 130 in autostrada?"

Non credo sarebbe immediato rispondere... Istintivamente infatti mi vien da dire che l'utilità dei tubi in treccia è nulla a meno che non si sia realmente capaci di andare in moto...
Quando mai si scalda tanto l'olio creando l'effetto polmone?? Scendendo come dei proiettili dai nostri amati colli/montagne...
Ma è contro la legge fare certe cose, perchè dunque vi aspettereste che la legge favorisca l'uso di componenti utilizzati da chi opera contro la legge stessa?
Le moto di oggi (e anche quelle di ieri e del giorno prima) sono dotate di impianti frenanti assolutamente sufficienti per l'uso normale.
La pista è un discorso a se, ne convengo, ma nessuno in pista vi viene a chiedere conto di che pinze montate...
Commento di: allo490 il 11-02-2008 09:37
potrei essere anche d'accordo su questo punto, ma devo fare un appunto, magari proprio riguardo alle tubazioni in treccia: non tutte le moto hanno impianti freno da SS. se parliamo di moto sportive e costose potrei anche darti ragione, hanno un potenziale frenante di base che va ben oltre le possibilità stradali "di legge". ma ci sono anche moto di categoria "inferiore". esempio: una ER-5, non è una moto per correre, non ne ha nessuna intenzione progettuale e costruttiva, ed ha un impianto frenante di conseguenza; premesso che non ci voglia correre, i freni di quella moto non danno la minima fiducia: spugnosi, per nulla modulabili, insomma, un impianto migliore non serve solo ad andar forte, ma anche a poter frenare (in questo caso) in maggior sicurezza. in città non vi è mai capitato di dover fare una frenata brusca? e non è decisamente meglio un impianto che ti dica (con qualsiasi moto!): "attenzione se tiri ancora perdi l'anteriore".

sulla questione legge e sicurezza, il c.d.s. si è fermato a 40 anni fa, tempi in cui effettivamente un 125 risultava troppo lento per poter percorrere un'autostrada, mentre era considerata sicura su questo tipo di percorrenze una Vespa 150.

insomma, una revisione approfondita, e senza ulteriori scopi di lucro, andrebbe fatta soprattutto sulla carta, ma non quella di circolazione.

lamps.
Commento di: ellobo il 12-02-2008 10:41
Tutto sinceramente cooerente, ma visto che "l'incavolatura" è partita da me vorrei replicare.
Per i tubi in treccia visto l'esperienza devo dirti che bastano pochi km di tornanti, senza esagerare in velocità, e la frenata s'allunga e di molto, (esperienza con l'er6n).
Pompa radiale, personalmente è stata una scelta dovuta, nel senso che visto il volo e la rottura di quella di seie, nella sostituzione a parità di costo ho preferito montare la Brembo.
Perchè? Semplice! Minore forza in fase di frenata sulla leva e miglior risultato frenante, in sostanza freni in meno spazio. Inoltre essendo abituato ad usare uno-due dita per frenare,(è un mio limite), con la pompa radiale acquisto più sicurezza.
Per quanto ruguarda i dischi e le pastiglie ritengo che queli di serie vadano bene, e quindi evito di fare lo "sborone".
Le mie modifiche nascono solo per un maggior senso di sicurezza, che non è una sensazione, ma è realtà. Quindi ripropongo a me stesso la domanda, perchè dovrei reimmatricolare la moto?
Ciao
Commento di: whisper81 il 13-02-2008 00:29
grazie per i vostri commenti, sto rivedendo la mia posizione ed il mio punto di vista...
Non conosco molte moto e pur avendone provate alcune non posso certo definirmi esperto.
Mi dispiace sinceramente che moto che comunque costano un discreto numero di euro non siano in grado di offrire prestazioni decenti su componenti importanti come i freni...
Meglio 10 cv in meno che 10 metri di frenata in più!
Sono d'accordo in ogni caso, la reimmatricolazione sia facilmente accostabile ad una "tassa" e niente di più.
Commento di: Lem il 14-02-2008 11:40
Io non capisco come su certe supersportive (io ho gsxr1000) non montino ancora i tubi in treccia di serie, visto e considerato che è fatta più per la pista che per la strada, mentre certe moto italiane (aprilia, ducati etc.etc9 li hanno di serie, Mah!!!!!!!!!!!
Commento di: allo490 il 14-02-2008 13:10
i listini parlano chiaro, il gixxer non costa quanto un'RSV, tantomeno come un 1098, può mica essere solo il marchio?

insomma, per il gixxer la marzocchi 50mm, l'ohlins ed i brembo te li devi pagare da solo se li vuoi.

lamps.
Commento di: hulk70 il 02-12-2009 16:12
non preoccupatevi ragazzi! basta farsi fare la revisione dal meccanico stesso e lasciandogli le sue 30 euro passa tutto, ve lo assicuro! allora che ne diciamo delle frecce o specchietti aftermarket? se è vero tutto ciò se ci ferma il caramba che la sera prima a litigato con la moglie non ci resta che farci la croce! E poi scusate, ma quante moto perfettamente originali ci sono in giro senza aver cambiato neppure un tappino della valvola gomma? non si può vivere con questa paura! tanto se chi ti ferma ha deciso che ti vuole multare lo fà e basta. io una volta stavo portando la moto dal mecca a 6km. da casa per cambiare il terminale che non era omologato(presa di 2° mano). mi ferma la stradale e nonostante gli esibisco la fattura di acconto e li invito a seguirmi dal mecca(ero quasi arrivato),mi dicono che dovevo chiamare il carro attrezzi e che vista la mia buona fede mi "graziano" scrivendomi un verbale di un finto sorpasso che non avevo effetuato. questo a loro dire per aiutarmi se no mi dovevano sequestrare la moto. risultato 35 euro di multa e gli ho dovuti anche ringraziare... scommetto che se fermavano un romeno con la faccia da tagliagole lo avrebboro ignorato. quando sono uscito dal mecca gli sono passato davanti e gli ho fatto una bella sgasataaaaa!!!!!! capito la morale? (comunque la storia è verissima) ciao a tutti!
Commento di: R_I_O il 11-02-2008 11:44
scusate... ma guardando proprio al portafogli... quanto costa l’aggiornamento della carta di circolazione presso il Dipartimento trasporti Terrestri?
Commento di: The_Big_Ferdy il 16-05-2011 08:45
Io credo che sia giusto un controllo, specialmente parlando di sicurezza (sostituzione freni, sostituzione manubrio ecc.) da parte diciamo dello Stato. Quello che non condivido assolutamente è pagare per aggiornare la carta di circolazione. Questo dovrebbe avvenire gratuitamente considerando che si montano parti che già hanno ricevuto l'omologazione. Lo Stato dovrebbe solo controllare che l'uso che si fa di determinate parti è consono allo scopo per cui sono state costruite. Ma qui in Italia purtroppo è tutto rapportato al "pagare". Non ha senso.
Lamps
Commento di: AntoMicaLento il 03-10-2017 07:53
Il problema sta tutto nel capire se un qualcosa è più o meno sicuro, ma oltre questo chi produce la moto deve dirti se il pezzo va bene per la tua moto.
Che la normativa possa essere analoga a quella delli scarichi e rendere la vita più facile a tutti non c'è dubbio a patto che le modifiche rispettino l'art 78 cds