Vabbè...
ma non intendevo solo riferirmi a "variazioni soggettivamente migliorative" di componenti ciclistiche evidenti (come si potrebbe intendere la sostituzione degli ammo posteriori con altri di diversa "marca").
Qui posso ancora comprendere (anche se con un poco di sforzo, dato che i Paioli, se "finiti", non sono rigenerabili come i Koni).
Mi riferivo anche a componenti di ciclistica che sono di fatto "materiale di consumo", come i pompanti.
Come ben sai i pompanti delle Guzzi sono assolutamente sigillati...
Ed hanno il "tappo" superiore in plastica che, dopo anni, si cristallizza ed "esplode".
Quando finiscono... finiscono !
E se la Guzzi non li produce più... (per fortuna...
) che fare...?
Secondo questa impostazione museale la risposta è una sola: mettere la moto sotto naftalina....
Rimane comunque un bell'oggetto da guardare....
... ma non mi sembra che si tuteli così la storia di un modello "glorioso"degli anni '80, che è ancora oggi assai più sicuro e stabile, su strada , della mia Yama moderna.
(le ragioni tecniche le posso rimandare ai forum tecnici..)
allora bastavano anche le foto sui depliant (rigorosamente dell'epoca).
Insomma, secondo la mia personale opinione, si è passati da un estremo ad un altro
(come spesso accade dopo periodi di eccessivi abusi...)
Oltre a creare grosse disparità tra chi ha avuto la possibilità di iscrivere dei veri e propri obbrobri (e tali
appaiono anche sulle foto del Certificato...) ed hanno quindi la pratica possibilità di entrare nell' enorme area dell' "anello ferroviario" di Roma (che in sostanza coincide con Roma...) senza rischiare una consistente multa, e quelli che, per interventi di manutenzione "de facto", sono
costretti ad intaccare l'assoluta originalità del mezzo.
Senza considerare i contratti agevolati con le Assicurazioni....
Comunque.... per raggiungere le consolari ed uscire dalla città col Le Mans (e far vedere come è fatto dal "vivo") mi basta fare il "giro largo"...