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Una storia da condividere: Seconda parte
Scritto da black76 - Pubblicato 01/09/2010 12:22
Segue da Una storia da condividere (prima parte)...

...che si trova a questo link.


Arrivato a casa ero ancora abbastanza incredulo dell’esperienza fatta e come se il garage fosse un box, o come se mi fossi appena sbrodolato addosso l’olio di una bruschetta, salto giù dalla moto e mi guardo i pantaloni. Si, non me lo ero immaginato, il segno è rimasto indelebile.

Poi con la stessa foga guardai le gomme per vedere quanto le avevo chiuse e con enorme sorpresa e sollievo notai che un bordino sano c’era ancora sia sull’anteriore che sulla posteriore.

Il cervello però a volte fa degli strani scherzi e dal garage alla porta di casa, mentre salivo le scale iniziai a sentire male alle gambe. Nemmeno avessi fatto 2 ore di calcetto… Quando l’adrenalina scomparve completamente iniziai a pensare che forse avevo esagerato, che avevo rischiato troppo e che mai più avrei dovuto guidare così.

Tutti i giorni successivi, a lavoro, la sera, sempre, continuavo a pensare che per fare certe “bravate” avrei dovuto avere un motivo più che valido. Guidare per migliorarsi o migliorare la propria tecnica è una cosa, rischiare è un’altra cosa. E se anche con il senno di poi mi resi conto che le mie manovre non erano niente di speciale o folle, se anche andando per strada vedevo dei trenini di motociclisti che senza toccare rischiavano moooolto più di me, realizzai che in un certo senso io avevo abbattuto un mio limite e che nel farlo avevo fatto un piccolo salto nel buio.

Io non sapevo, mentre lo facevo, se ero al limite della moto. Avevo dei riferimenti che mi dicevano che era possibile grattare, ma tra il dire e il fare c’era di mezzo il rischio e la domanda nacque spontanea: per cosa sto rischiando?

Non era per il senso d’appartenenza al gruppo dei “saponari grattati”, non era per dimostrare qualcosa a qualcuno (giravo quasi sempre da solo) e non era per una sfida con me stesso.

Era un po’ come quando si è ragazzini e ci si accende la prima sigaretta. C’è la trasgressione, il rischio di essere scoperti, il rischio del danno consapevole alla propria salute e tuttavia si fa anche senza che ci sia nessun amichetto a guardarti.

Fumare è stupido, il mondo è pieno di gente che fuma, il mondo è stupido e anche io lo sono. No, troppo facile.

E così come impiegai tanto impegno e sforzo per grattare le saponette m’impegnai a capire perché lo avevo tanto desiderato.

Applicai la stessa tecnica usata per toccare il ginocchio per avere questa risposta: smisi di sforzarmi di cercare la soluzione diretta alla domanda e iniziai a pensare a come raggiungere il nuovo traguardo, questa volta solo mentale, attraverso una strada diversa. Mi concentrai quindi sulle traiettorie.

Feci un passo indietro e mi chiesi: perché ho comprato questa moto? E perché proprio questa e non un bell'enduro stradale comodo con bauletti ecc.. o una supersport?

Le moto naked sono moto strane, buone per tutto e poco adatte a qualsiasi cosa. Sono dei mezzi un po’ indecisi per persone con le idee a volte poco chiare. Sono quindi perfette per chi si deve appassionare ad un nuovo mondo per poi decidere quale sarà la “donna” della sua vita.

Ops! “Donna”, pensai, e quando mi chiesi perché proprio la parola “donna” era la parola che più mi faceva sentire che stavo imboccando la strada giusta e un brivido mi percorse la schiena.

Era però una cosa a cui non volevo pensare, cancellai, resettai e mi riconcentrai a pensare alla moto naked. Mi dissi che era un po’ scomoda, e magari poco adatta ad andare in due specialmente se poi si vuole fare una guida allegra… e subito mi resi conto che stavo ancora pensando ad una zavorrina.

Cancello, resetto, mi sforzo per concentrarmi di più e dico: “concentrati, le donne qui non c’entrano nulla, si parla della tua moto”. Ok, le moto naked 600 4t hanno una gran coppia dopo i 9000 giri, e sono un po’ come te, calmo e tranquillo, ma se vuoi allora sai farti valere con chiunque. Sanno andare piano e anche andando piano sanno piegare e pennellare le curve, dare emozioni. Non sono da pista o da gara, sono da emozioni forti con poco sforzo. Le giappine poi hanno anche bisogno di poca manutenzione, metti acqua e olio e cammini cent’anni (di solitudine), lo dicono tutti! Non sono mica come le Ducati che sono delle gran prime donne, affascinanti e bellissime che quando passano tutti si girano a guardarle. E pensai, sì però poi devi starle dietro come ad una donna, e se trascuri qualcosa, anche solo un piccolo particolare, ti ritrovi steso per terra o appiedato.


Eureka! Ecco perché non trovo le risposte, pensai. E’ solo perché non mi piacciono ed è più facile ignorarle che capirle! Eppure erano sempre state lì a portata di mano, sotto il naso. Ci giravo intorno tutto il tempo e non volevo vederle. Era come mettere fuori il ginocchio per toccare senza rendersi conto che si tocca solo quando tutto il resto è stato fatto correttamente. Che il toccare non è il traguardo ma solo la conseguenza o il premio per aver fatto tutto per bene.

Circa 2 o 3 mesi prima di comprare la mia motina c’era stato un evento nella mia vita che mi aveva segato molto. Dopo circa 8 anni che ero insieme a una ragazza questa mi lasciò adducendo come motivazione che non mi dedicavo a lei come lei avrebbe desiderato. Io non capii cosa c’era di sbagliato nel mio atteggiamento e a nulla servirono gli sforzi per recuperare la relazione.

Provavo a toccare e non facevo caso al resto, alle traiettorie, alla schiena dritta, a non chiudere quando il davanti tendeva scivolare. Finii per terra, mi feci male e non volli più nemmeno provare a risalire in sella.

Avevo finalmente capito che era facile essere bravi in pista e provare emozioni forti in affitto per 2 ore, ma non essendo piloti o gigolò di mestiere avrei dovuto capire che la felicità era da un’altra parte.

Con la moto ci devi andare in giro anche per strada e per essere un bravo motociclista che sa veramente godere e apprezzare di ogni attimo in sella devi saper assaporare anche il panorama in rettilineo a 40 km/h.

Bene, pensai, la saponetta è stato per me come fare sesso. Pura frenesia di arrivare. E, guarda caso, solo quando ho smesso di provarci ci sono riuscito.

Il giorno dopo aver realizzato questo lasciai a casa i pantaloni di pelle con le saponette, indossai dei comunissimi jeans, ma con stivali, guanti e paraschiena, 70 km/h al massimo e feci uno dei giri più belli che avessi mai fatto con la mia bimba.

Su quella stessa strada, in un colpo solo, la mia moto mi aveva portato a capire molte cose e finalmente a trovare il coraggio vero per accettare le risposte alle domande più scomode e difficili, quelle che poi ti fanno veramente godere del tutto.(…)

Teoricamente il racconto continua ma direi che sono già andato un bel po’ fuori tema motociclistico… e siccome già immagino i commenti, puntualizzo che il parallelismo donna-moto-sesso è un puro espediente narrativo. :)

Lamp.
Black
 

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Commento di: derbi95 il 01-09-2010 12:47
bel racconto, un po difficile da capire per me che ho 15 anni, pero l -esempio con la prima sigaretta diciamo che rende!
lamps!
Commento di: gaietix il 01-09-2010 13:57
io sono un 94
mai provata una sigaretta
ma non riesco a lasciare l'adrenalina che prendo quando scendo in piega tentando di far toccare le pedaline del mio motard 125 con l'asfalto...
non ci sono ancora riuscito ma fino a quel momento mi sa che non smetterò di tentarci :D
Commento di: B_VOX17 il 01-09-2010 20:50
GRAN ARTICOLO.. ti capisco a pieno fino alle pieghe senza grattare (le mie sono ancora "pieghe" dritte ;p).. la ragazza con cui stavo mi ha lasciato dopo quasi 3 anni e credevo non potesse succedere xké era la mia vita..un mese e mezzo dopo ho preso patente A3 e moto, la mia Suzukina SV650 K7.. hai ragione a fare analogie tra donne e moto secondo me, e con il tuo racconto mi hai fatto trovare 2 risposte: con la ragazza ho sbagliato miei comportamenti,che nel subconscio mi hanno fatto fare i passi giusti con il mio nuovo amore bicilindrico..piano piano la porti fuori,ti vesti a dovere ma nn troppo (anche x questioni economiche come con le donne;p), giacca adatta guanti jeans e stivali,e ti conosci con rettilinei a velocità ridotta con panorama, curve un po' tese ma dopo poco piú naturali sempre molto cauti xké non la conosci..poi le prime litigate mentre la giri da fermo,inversioni da fermo o manovre a 2km/h e ti cade ( come le prime con la ragazza,futili motivi e futili discussioni ;p).. ma dopo, sempre meglio, schiena dritta, traiettoria e un pelo di gas in piú del giorno prima e tac.. senza pensarci 1 dito in piú verso il fine gomma..
Voglio chiuderla?Voglio "grattare"?Voglio saper andare forte?.. Non lo so'..dopo questa storia d' amore finita e questo amore platonico finalmente iniziato nella realtà posso dirti che l unica cosa che so', é che voglio farci MILIARDI DI KM e basta..senza previsioni, solo costanza e attenzione sempre! (cosa che varrà anche x una donna, se mai ne troveró un altra da amare)
BUONI GIRI A TE E A TUTTI GLI ALTRI CENTAURI, old e new school! LAMPS
Commento di: Tuk90 il 02-09-2010 00:08
Ciao! bell'articolo, spesso quando si tenta di raccontare qualcosa che sentiamo come molto profondo... si finisce con il parlare di "altro".. ma solo perchè per noi in realtà è collegato... e spesso è la risposta che cercavamo..
Io ho solo 20 anni, ho un 125...con si e no 24 cavalli... ma fidati che posso capire cosa intendi...
Quando sono in sella anche io penso che potrei andare giù un altro centimetro, che potrei arrivare a fare quella curva un pelo meglio del giorno prima... e probabilmente piano piano accadrà..
Ma mi rendo conto di quanto la moto conti per me, delle emozioni che mi trasmette veramente, del "vero rapporto" più che del "sesso di un momento"... quando siamo in garage e devo mettere o togliere la chiave dal quadro... quando le luci della neutra e dell'olio si spengono o quando al mattino il controllo della cts mi dice che lei c'è...
Io mi godo persino i momenti in cui la moto è ferma e in silenzio... e dici bene che anche i 40 orari in rettilineo possono dare qualcosa..
Lamps
Commento di: carenasan il 02-09-2010 14:45
hai detto bene. la moto è andare incontro a delle risposte anche senza raggiungerle mai. L'importante è andare!
Commento di: VERONIQUE il 03-09-2010 11:55
ciao sai hai ragione, leggendo il tuo articolo ho capito perchè mi è venuta voglia di imparare a guidare una moto, io che in vita mia non avevo nemmeno guidato un piccolo motorino. ciao
Commento di: gianhornet il 03-09-2010 17:16
grandiSSSSSSSIIIIIIMO!!!!emozioni a manetta, solo ed esclusivamente personali!!
grattare il ginocchio è pericoloso per strada, molto rischioso, ma chi non risica non rosica!!! e domani vado al passo penice per due curve come si deve!!!
una raccomandazione a tutti: USIAMO SEMPRE LA TESTA NON SOLO PER METTERCI IL CASCO!
CIAO CIAO A TUTTI
Commento di: Axe991 il 03-09-2010 19:28
Il parallelismo donna-moto-sesso, è un espediente narrativo dici tu, ma neanche troppo secondo me. Non sto criticando, anzi... Sono le stesse emozioni che provo io in sella alla mia Bimba (una Ducati preciso), a cui dedico tutto... Una cosa che riporto è stato il commento di una mia amica una sera, mentre davo una carezza al serbatoio dopo un giro: "quando Alessandro guarderà così una ragazza vorrà dire che è innamorato." e questo mi fece riflettere. Io non ho mai provato emozioni nei confronti di ragazze, sì mi diverto, faccio quello che devo fare, ma la separazione non è mai stato un problema per me: quando se na va una se ne trova un'altra. Mentre so di essere affezionato alla mia moto, quando vedo altre moto e faccio un commento, della serie: "minchie che belva" o provo la Ninja di un mio amico, che a livello di tutto è superiore a Lei, poi le spiego comunque è lei la mia, e non la cambierei per nessuna. Capisco a pieno le tue emozioni Black, e apprezzo il tuo racconto integralmente.
Lamps
Commento di: Alibi il 06-09-2010 11:37
Non c'è due senza tre.... Dai, un'ultimo sforzo, siamo tutti ansiosi ;)
Bel racconto, sarà perchè io amo le retrospettive interiori... ma è utile per ciscuno di noi fermarsi e interrogarsi sulla propria vita, sulle proprie scelte, e riflettere sul proprio io. Aiuta a capire
Commento di: NicoNinja92 il 27-09-2011 19:47
Anche se a distanza di un anno, mi sento comunque in dovere di commentare quest'articolo che mi ha toccato nel profondo, probabilmente per la peculiarità con le mie sensazioni, con i miei dubbi assillanti, con la mia impazienza. Avessi letto questo articolo non più di 3 giorni fa, la mia bimba non si sarebbe fatta alcun male. In cinque minuti mi hai (se posso darti del tu) dato più risposte di quanto mi sarei mai potuto aspettare.
Un grazie di cuore,
V.