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Inviato: 4 Giu 2018 22:58
Oggetto: 02/06/2018 - Il prezzo della libertà
Ci sono momenti che temi più della paura stessa, e che esorcizzi convincendoti di credere fermamente che non ti capiterà mai di viverli.
Non così.
Invece, nel tardo pomeriggio di un sabato qualunque, ti capita di sentire, attraverso l'ipertecnologico interfono bluetooth collegato al tuo cellulare, proprio quelle parole così tristi.
Roba da non riuscire più a tirare la leva della frizione, o ruotare di quel tanto che basta la manopola dell'acceleratore, perché le forze ti mancano e temi persino di perdere l'equilibrio fisico insieme a quello della tua anima, che sta già rotolando.
Resisti, resisti soltanto perché sì, nonostante tutto, stai facendo la cosa che ami di più al mondo.
Una volta, in un'epoca più umana, saresti dovuto tornare a casa per sentire quelle parole tristi, avresti dovuto guardare negli occhi quella persona mentre te le diceva... oggi, nel tardo pomeriggio di un sabato qualunque, non c'è nemmeno bisogno di scendere dalla tua moto.
Capisci così, dentro a quel casco, quanto ti costa tutta la tua libertà.
Parto dalla fine, dagli ultimi 70 km di questo giretto tra amici, perché il ricordo di questo sabato qualunque può anche essere positivo.
Perché proprio la bellezza della giornata mi ha permesso di sopportarne il finale.
Giro extra-Tinga nonostante i partecipanti siano tutti iscritti, perché non c'è stato il tempo di organizzarlo a dovere sul forum: presi dal panico come siamo, sempre in questa stagione impazzita, per un meteo che continua a non collaborare.
Si procede col mezzo - tecnologico, rieccoci - più rapido che abbiamo a disposizione: whatsapp, fra la mezzanotte del venerdì e le sette di mattina del sabato.
Raccatto al volo altri tre temerari - Emanuele, Claudio e Dario - e si decide insieme che si andrà a fare il semplice ma suggestivo "giro del Galibier", ovvero Mongi, Lautaret, Galibier (ma soltanto il tunnel, perché il passo è ancora chiuso causa ritardi nel "déneigement"), Télégraphe, Modane, Lanslebourg, Monce e a casa.
Partiamo dal nuovo ritrovo rivolese ed iniziano i problemi, causati - anche - dal giorno di festa della Repubblica: niente rifornimento né bar, ovvero i due motivi che ci hanno portato a cambiare il ritrovo...
Confidando di fare il pieno a Cesana, partiamo senza troppi indugi all'arrivo di Dario e ci divertiamo un bel po' nei tratti che ci piacciono di più (Exilles, e poi Ulzio-Cesana).
All'arrivo al distributore di Cesana, vediamo che non c'è benzina... ma come si fa? Io sono quello messo peggio... mi dicono che c'è un altro distributore in paese, saliamo ma... nulla.
Smoccolando, decido di tornare lemme lemme verso Ulzio, nella speranza di trovare un distributore aperto... mi accompagnano tutti, leali come sono! Grazie amici!
Ad Ulzio becco il primo distributore e mi ci fiondo quando il computer di bordo mi dice "Autonomia 0 km"... mai successo!
Faccio un pieno carissimo e ripartiamo tutti felici e contenti.
Monginevro trafficato, poi Briançon: qui sostiamo per il rifornimento di Claudio e Dario e per l'acquisto dei generi di prima necessità per il pranzo... il supermercato è un po' affollatto, perdiamo qualche minuto in più del solito.
Ripartiamo e ci spariamo un Lautaret a cannonazzo, di quelli che si ricordano (speriamo che si vedano anche, visto che Emanuele è on-board-camera-dotato e mi riprende! ): arrivati in cima, facciamo pranzo (anche perché Claudio è affamato e sarebbe capace di addentarmi un braccio).
Il caffè lo offro io, visto che stamattina ho fatto casino col pieno di benzina... beh, nonostante siamo in Francia, credevo decisamente peggio!
Ci prepariamo belli come il sole (che sta sparendo...) e via verso il Galibier! Non ho mai fatto il tunnel, che bella novità!
NO.
Perché è tutto chiuso a partire da 100 m dopo l'incrocio col Lautaret??? Eppure avevo letto che il tunnel era aperto...
Sconsolato, chiedo agli altri cosa vogliano fare: proseguire verso ovest e poi, a Grand Maison, salire verso Glandon o Croix de Fer, oppure tornare indietro?
Claudio decide per la seconda, perché deve essere a casa presto; gli altri preferiscono proseguire... salutiamo Claudio e andiamo verso La Grave, poi il Lac du Chambon, poi Bourg d'Oisans.
Lac du Verney, con la sua strada che passa "addosso" alla diga; poi Grand Maison, sempre un gran bello spettacolo... COL DU GLANDON APERTO!
Bene: svoltiamo a sinistra all'incrocio tra le strade che portano qui e alla Croix de Fer e in men che non si dica siamo in cima al Glandon, dove parcheggiamo e ci dedichiamo alle foto di rito. Ci sono parecchi motociclisti e turisti di ogni tipo... il paesaggio è sempre molto bello, da queste parti.
Indugiamo un bel po' prima di scendere: lo facciamo attraverso la D927, che trovo sempre migliore e più divertente della D926 che porta alla Croix de Fer.
A Saint Étienne de Cuines ci raduniamo (Dario s'è fermato qualche volta per fare qualche foto aggiuntiva ai bei paesaggi, ancor più straordinari alla luce di un ritrovato sole), poco dopo facciamo benzina... e ci spariamo tranquilli la sempre caldissima valle della Maurienne. Incredibile la differenza di temperatura e di umidità che c'è SEMPRE E REGOLARMENTE fra gli alti colli e qui.
A Lanslebourg faccio passare avanti il buon Emanuele per l'ultima salita, quella al Moncenisio: mi diverto un mondo a seguirlo a velocità siderali... arriviamo in cima e fa un freddo cane; ci sono pure un sacco di nuvole.
Decidiamo di prenderci un buon caffè qui: il caffè è un po' così ma la barista è tanta roba davvero.
Scendiamo: mi sento stanco, quindi mi metto tranquillo in coda e mi lascio dondolare dietro a Dario che fa l'andatura.
Da Susa in poi, nulla di importante da segnalare fino ai saluti ad Avigliana ovest: grazie ragazzi, è sempre un piacere girare con voi e condividere anche le piccole avversità che ci si parano davanti... il Galibier sta lì, aspetta solo noi!
Faccio una chiamata prima di ripartire verso casa... ma questa è un'altra storia. Già raccontata.
Finita.