Questo messaggio riprende un tema che avevo introdotto in un thread ormai vecchio (ma spero che sia sempre utile: Ulteriori considerazioni sui guanti invernali e il freddo ).
Ho deciso di aprire un nuovo topic e di elencare le mie considerazioni con quanta più precisione mi è concessa dai miei 4 neuroni .
Ci tengo a sottolineare che non faccio pubblicità a niente e a nessuno. Il mio desiderio è portare chi vuole condividere il mio punto di vista alla consapevolezza di una strategia complessiva di gestione del freddo. Poi ognuno si comprerà ciò che vorrà/potrà.
Chi si avvicina alla scelta dei guanti invernali senza essere un motociclista (o una scooterista, come nel mio caso) navigato, di solito pensa solo a 3 cose, e in quest'ordine:
1) costo
2) estetica
3) fuori fa freddo
Riguardo al punto 1, vorrei solo dire che io stesso sono disoccupato, e le mie scelte sono le più conservative possibili, da questo punto di vista. Ma non scrivo per discutere di prezzi.
Tralascio volutamente il punto 2 (perché ciò che ne penso è: ).
Vengo al punto 3, che poi è quello importante. Mi scoccia insistere come una maestrina isterica, ma devo farlo. Il problema NON è la temperatura bassa in sé. Il problema è dato da sei variabili, e ognuna di queste ha un suo peso specifico nell'equazione:
- [1]temperatura
- [2]tasso di umidità
- [3]tempo di percorrenza
- [4]velocità media
- [5]sudorazione
- [6]copertura complessiva del corpo
Non credo debba approfondire ogni punto. Mi basta riuscire a spiegare qualcosa che ho vissuto molte, ma molte volte: proteggere le mani è fondamentale, ma non serve assolutamente a niente se non si considera il corpo nel suo complesso. Questo perché il corpo umano è fatto per mantenere costante la sua temperatura di esercizio (in media 36,9 °C) e quando la pelle è obbligata a disperdere calore, il corpo dapprima aumenta la termogenesi generale, almeno finché ci riesce, dopo di che... taglia via i rami secchi per conservare il tronco. Questo significa che per un certo periodo di tempo (che dipende dalla dispersione del calore, perciò dalla combinazione dei punti da 1 a 5) i piedi e soprattutto le mani riescono a combattere il freddo, e questo finché il cervello non considera che gli organi interni siano in pericolo. Fino a quel momento, perciò, la strategia del motociclista è minimizzare la dispersione. Dopo quel momento, l'unica possibilità è l'apporto di calore dall'esterno.
In generale, non serve a un belino morto comprare guantoni che manco in Antartide, se poi vi vestite da aperitivo di tendenza . Sono situazioni che mi ricordano quando a 16 anni andavo in discoteca d'inverno e incrociavo certe sgallettate starnazzanti che erano avviluppate in 3 giacche imbottitissime fino alle natiche, sotto calzavano francesine e calze da 10 denari... e lamentavano di avere freddo .
Coprire in maniera confacente il corpo (e i piedi... perfino se riparati dalle carene) è di primaria importanza, per minimizzare la dispersione termica!!!
Alla luce di questo, le ulteriori considerazioni.
Ormai sono 2 anni che viaggio con gli IXS imbottitissimi. Continuano a essere di una scomodità folle, però permettono di andare anche in Siberia. Ci ho viaggiato non solo sotto zero in autostrada (da Milano a Masone... oltre è sempre estate), ma anche in condizioni di nebbia fittissima (non vedevo a 20 metri), e ci sono perfino caduto (ahimé, ho preso una lastra di ghiaccio).
Avevo anche provato le chauffrettes di Decathlon (sia per le mani che per i piedi) e, mentre quelle per i piedi sono davvero utili, a quelle per le mani posso dire di avere rinunciato subito perché:
1) impediscono una presa efficace delle manopole;
2) specialmente all'inizio producono talmente tanto calore da dare alla mano chiusa quasi una sensazione di bruciore;
3) ma soprattutto, NON RISOLVONO il problema dei lunghi spostamenti, specialmente se poi il guanto permette uno scambio di temperatura eccessivo, perché non riscaldano il dorso della mano, che è la parte più esposta!
Secondo me, le chauffrettes per mani sono un oggetto veramente interessante per chi sta fermo o per chi va a correre (o va in bicicletta), ma non per chi va in moto.
Ora, se anche fossimo sotto zero, ma in una giornata relativamente secca, un viaggio di mezz'oretta in cinquantino attraverso Milano può essere effettuato anche con guanti "primaverili". Viceversa, andare da Cossato a Milano, in pallostrada, in una giornata di nebbia fittissima, richiede protezioni di massimo livello perfino se la temperatura esterna fosse mediamente di 8°C (cosa realmente sperimentata da me).
L'imbottitura serve fino a un certo punto, perché se la superficie esterna del guanto permette un eccessivo scambio termico, l'effetto dell'imbottitura sarà vanificato in men che non si dica. Paradossalmente, i sopraguanti antipioggia Tucano Urbano (che possiedo), benché praticamente privi di imbottitura, in certe occasioni funzionano meglio dei miei guanti "primavera-autunno" in Tinsulate 40, perché isolano molto meglio dall'aria. Per contro, però, fanno sudare di più le mani e questo significa che la ritenzione del calore funziona molto bene all'inizio, ma poi la situazione peggiora rapidamente, perché il sudore (che è acqua) ha una conducibilità termica esponenzialmente superiore all'aria. Perciò, come al solito, bisogna valutare tutte e 6 le varibili.
Il mio "sfogo" nasce dalla frustrazione di aver letto milioni di consigli... assolutamente inutili perché non circostanziati. Andare da Sesto San Giovanni a Corsico è più o meno come andare da San Pellegrino Terme a Orio al Serio, in termini di distanza. Ma il viaggio non è assolutamente comparabile in termini calorimetrici, neppure se fossimo nella stessa giornata e alla stessa ora. Il liceale che vuole andare da Gardone a Brescia dovrà quasi sempre coprirsi molto di più rispetto a quello che va da Liscate a Monza.
Io differenzio con estrema accuratezza i viaggi che faccio. Spero che qualche esempio possa aiutare chi avrà voglia di leggere a farsi un'idea (sempre al netto dell'attitudine individuale, s'intende):
- Per spostamenti entro Milano, oppure da Strona a Biella (altro percorso che a volte compio), o anche per andare (tipo) da Milano a Saronno piuttosto che a Melzo (e nelle ore diurne, pure a Pavia o a Lecco), anche nei mesi più rigidi, di solito uso guanti in Tinsulate 40 con sottoguanti Decathlon. Sono viaggi quasi sempre inferiori alla mezz'ora o al massimo di 40 minuti, dove non viaggio a velocità sostenuta per lunghi periodi, e in cui non ho particolari protezioni al corpo (se non la giacca, naturalmente dotata di imbottitura). Nel caso sia sera, posso optare per aggiungere i sovrapantaloni antipioggia (e antivento).
- Per spostamenti che vanno dai 30 minuti (ma a velocità sostenuta) fino ai 60-70 minuti, di solito opto per i guanti IXS con sottoguanti Decathlon, sovrapantaloni e magari anche un secondo paio di calzini, oppure indosso direttamente gli scarponi ("banali" scarponi da montagna a caviglia alta, impermeabili e imbottiti). Immancabile la protezione per il collo.
- Per ogni viaggio più lungo, non ci sono dubbi: full protection. Questo significa, nel mio caso: guanti IXS e sottoguanti Klan (ergo: si entra nella fascia in cui è necessario l'apporto esterno di calore) che poi non è detto accenda al massimo; calzamaglia sotto i pantaloni, e sovrapantaloni; due paia di calzini (+ la calzamaglia) e scarponi ben allacciati; due maglie, di cui una pesante; giacca imbottita; protezione per collo e anche naso.
Ultima nota. Forse avrete capito che, quanto ho scritto, si riferisce a viaggi in pianura padana e in giornate senza pioggia. Quando sono a Imperia, è rarissimo che usi i guantoni IXS e la calzamaglia. Magari indosso lo stesso i sottoguanti Klan, se vado a Nizza o a Genova (quindi viaggi lunghi), ma sono casi eccezionali. Per contro, quando decido di andare a Livigno o posti simili, indosso la calzamaglia perfino a settembre. Bisogna sempre valutare dove si va...