Buongiorno bikers,
oggi vorrei raccontarvi la storia della mia Ninja 250r.
Certo, probabilmente è una storia che avrà molte affinità con quella di ognuno di noi bikers; è una storia di passione innata, di crescita personale e motociclistica, di viaggi, modifiche e sogni.
Proverò a non essere prolisso, anche se mi riuscirà difficile dato che il mio desiderio è di parlare della cosa che amo di più al mondo: la moto (e la mia in particolare).
Integrerò il racconto con qualche foto “di repertorio” in cui si vedrà la moto com’era negli anni passati, mentre le foto più recenti provengono tutte da una sorta di servizio fotografico che ho scattato pochi giorni fa.
Non parlerò di costi e mi piacerebbe che non lo faceste nemmeno voi, ognuno dedica alla propria passione ciò che ritiene adeguato e non deve renderne conto ad altri (forse all’esattore ma spero non ce ne siano in giro).
Chiedo venia anticipatamente se la sezione non è la più appropriata e se l’integrazione delle foto non sarà fatta nel modo corretto.
M’illudo che mi seguirete fino in fondo (a oggi), per cui: buona lettura!
<2010
La mia storia di motociclista, a differenza di molti, non nasce nella florida età adolescenziale. Non ho avuto una 125cc, non ho mai spataccato in qualche Vespa, né la moto è una passione di famiglia.
Certo, mio nonno faceva il passo del Muraglione con la Vespa 125 Primavera per venire a trovare mia nonna da Firenze a Rimini, mio zio che non ho conosciuto aveva una Moto Guzzi, ma io sono nato ovviamente troppo tardi per vedere l’una e l’altra.
Su una cosa sono sempre stato ferreo però: non ho mai voluto uno scooter. Sentivo una passione indecifrata per le due ruote, ma riuscivo a definirla nella misura giusta per capire che gli scooter sono tutt’altra cosa, e, per me, solo un surrogato motociclistico poco idoneo a chi sogna di valicare vette ed esplorare il mondo in sella.
Perciò ho trascorso l’adolescenza spostandomi in bici, fino a raggiungere l’età adeguata per prendere la patente A2.
Ora, nel 2009 le cose funzionavano diversamente: potevi prendere la patente A2 a diciotto anni compiuti; dopo due anni di esperienza, oppure al compimento del ventunesimo anno di età anagrafica, si sarebbe tramutata automaticamente in A3 (senza limiti di potenza).
Per cercare di ottenere la A3 prima dei ventuno anni ho avuto la brillante idea di iscrivermi a scuola guida a ottobre, scelta quanto mai infelice dato l’inverno piovoso, tanto è vero che mi sono patentato ad aprile 2010, un mese dopo il mio diciannovesimo compleanno.
La prima volta in sella
Il giorno della mia prima guida l’istruttore mi porta in un parcheggio, spiega due dritte su cambio, freno e acceleratore, trascorre una decina di minuti a guardarmi e poi se ne va dicendo “tu stai pure qui a provare e quando vuoi riporti la moto in autoscuola”.
Ovviamente la prima guida in moto (una Honda 125 naked che dovrà poi sostituire perché come velocità di punta faceva i 97 Km/h) si trasforma in un giro di due ore per la città. Mi sembrava che la moto fosse un’estensione naturale del mio corpo, come se, in fondo, quella non fosse la prima volta ma solo l’ultima di tante altre. Classica situazione da sorriso a trentadue denti con i moscerini spiaccicati sopra insomma.
2011
All’inizio di quest’anno trovo, a Rimini, una Ninja 250r usata. Prendo contatto con il venditore, sono interessato, ma prima che vedessi la moto mio padre mi propone di andare da un concessionario di Lugo (RA), conosciuto da amici.
Io pensavo che la Ninja 250r esistesse solo nera o verde, ma quando arriviamo lì l’unica in casa è bianco perla. È amore a prima vista, la sorpresa e l’inattesa tonalità mi colpiscono e non riesco più a staccare gli occhi da quelle linee semplici e un po’ desuete rispetto alle moto più blasonate.
Giusto per non farmi mancare niente salgo anche su una MV Agusta F4 RR, sognando per qualche istante e lasciandola con un “prima o poi…”.
La perdita di tre anni di vita arriva poco dopo, quando mio padre mi guarda e dice “la prendiamo?”. È tutto un vortice di emozioni, non capisco più niente fino a quando mi ritrovo sul sedile posteriore della macchina, indeciso sulla realtà degli eventi.
Un mese dopo arriva il fatidico momento di ritirare la Ninja, nel frattempo ho comprato guanti e casco (Nolan N63: mai più).
Mio cugino, in sella alla sua Suzuki GSR-600, mi farà da scorta. Usciamo dal concessionario in sella, imbocchiamo l’autostrada, e, completamente ignari dell’esistenza di una cosa chiamata “rodaggio”, tiriamo (io almeno, lui poco) fino a 160 Km/h. La moto non fa una piega però.
Era l’ultimo sabato di maggio, il sabato dopo la moto aveva già 1000 Km. Primo tagliando, un viaggio spregiudicato a Bologna, entro la fine di giugno i Km erano saliti a 3000.
Ad agosto si prospetta un viaggio in moto fino a Grottammare, dove avevo appena trascorso una decina di giorni.
Costruisco velocemente un supporto per il navigatore satellitare, in plexiglass e alluminio. La presa accendisigari verrà aggiunta al rientro dal viaggio.
Staffa per il navigatore satellitare, avrebbe dovuto essere provvisoria ma è troppo funzionale ed è rimasta così
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Due giorni prima di partire arriva la prima ed unica caduta, colpevoli la mia esperienza e un vecchietto che mi ha tagliato la strada mentre curvavo, per cui il tutto si trasforma nella più classica scivolata del motociclista: semi manubrio sinistro piegato, pedalina cambio storta, freccia distrutta, carene crepate.
Riesco ad andare dal meccanico Kawasaki (Baffoni, per chi fosse di Rimini), il quale per una bella batosta pecuniaria sistema la moto a tempo di record. Incolla la carena sotto le crepe, e, mi duole dirlo, rimarrà nelle medesime condizioni fino ad oggi a causa della spesa proibitiva del carrozziere.
Vado a Grottammare, sosta, proseguo fino al mio paese in provincia di Foggia, sosta, ritorno a Grottammare e quindi Rimini.
I Km si fermano a 7000 Km, la moto resterà chiusa in garage da settembre a febbraio dell’anno successivo.
2012
L’anno in cui userò meno la moto. Durante l’inverno acquisto il giubbotto, Dainese diventerà la mia marca di riferimento per l’abbigliamento motociclistico. A marzo vado in Puglia, dove chiudo la moto in garage utilizzandola raramente (un serpente fa la muta dentro il mio codone).
Per tornare a Rimini intraprendo un viaggio di dieci ore sulla SS16 Adriatica. Stabilisco il record di 500 Km con un pieno, in altre parole poco meno di 33 Km/L.
Tornato a casa due mesi dopo compro un casco nuovo (Lazer Dayton Maya, ancora oggi quello). D’estate la moto è ancora ferma, salvo un viaggio a Grottammare che si protrarrà per un mese circa.
Alla fine dell’anno conosco la mia fidanzata, di Coriano, paese del Sic.
2013
A gennaio nuova chilometrata fino a Grottammare. Il mese dopo arrivano gli stivali e guanti nuovi (negozio in fallimento), a maggio i pantaloni.
Ad aprile partecipo come volontario al motomemorial del Sic, organizzato dai 58boys. Un evento unico che mi apre gli occhi su quanto vasto e bello sia il mondo delle moto.
Ai vari viaggi brevi di coppia si aggiunge, a giugno, un viaggio in Abruzzo come parte di una delegazione di 58boys per l’inaugurazione di un piazzale dedicata a Simoncelli sul Gran Sasso. Siamo in cinque (io, tre Ducati Monster e un BMW GS1200). Al viaggio di ritorno sopravviviamo in tre, percorrendo in totale 666 Km fra Abruzzo, Umbria, Marche e Romagna in dieci ore esatte. Il paesaggio lunare di Castelluccio di Norcia è l’immagine più nitida che ho di quel viaggio.
A giugno guido fino a Torino, ovviamente senza nemmeno considerare l’esistenza di autostrade.
Foto scattata a Pavia, di ritorno da Torino
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Nell’arco dell’estate partecipo a giri più sportivi sui passi. Faccio la conoscenza di Viamaggio, Spino, Mandrioli, Boca Trabaria, Calla, Carnaio, Futa, Raticosa.
Al passo della Calla
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Al valico di Boca Trabaria (sono quello a sinistra)
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Durante il giro Viamaggio - Spino - Mandrioli
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Giretto rapido dietro San Marino
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A settembre, essendo passati i due anni di garanzia, decido di provvedere da me al tagliando dei 12000 Km.
Con il manuale d’officina alla mano mi addentro sempre di più nelle viscere della moto, imparando a conoscerne ogni vite e guarnizione. Il tagliando ha successo e mi restituisce una moto fresca e scattante.
La Ninja nuda!
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A novembre mi perdo nella vastità dell’EICMA come un bambino al parco giochi. Salto da una moto all’altra, incontro piloti, faccio incetta di adesivi, indago sugli ultimi ritrovati della tecnologia per moto come le batterie al litio.
Prima o poi...
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Magari a cinquant'anni, non adesso
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A dicembre ordino tubi in treccia Accossato, batteria al litio Li-On Battery, porta targa Lightech e manopole Domino. Fra una cosa e l’altra aggiungo dettagli in ergal alla Ninja, avendo deciso quale sarà il terzo colore della mia moto: rosso.
Staffa homemade, quella originale mi strisciava il terminale
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La batteria al litio pesa poco meno di 1Kg
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Manopole Domino
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Uno dei tanti dettagli in ergal rosso Lightech
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2014
A gennaio si avvia la trafila con AliExpress: ordino delle leve snodabili e regolabili (diciamo come le V-Trec) e delle frecce a LED. Queste ultime arriveranno dopo un paio di settimane, le leve invece si perdono e richiedono tre mesi perché possa averle.
Frecce a LED, è stato necessario cambiare l'intermittenza ed effettuare il cosidetto "diode method"
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Le leve snodabili, allungabili e regolabili
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A marzo entro in contatto con Valerio, pugliese, un altro felice e soddisfatto possessore della Ninja 250r. È un pistaiolo, ama veramente tanto le moto e, forse per sintonia biker, mi offre a prezzo stracciato un terminale LeoVince SBK L EVO in carbonio. Ancora oggi quando gli rompo le scatole sulle modifiche da fare si dimostra sempre disponibilissimo.
Il terminale tirato a lucido con WD40
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Nell’ultimo mese si aggiungono alla moto gomme Pirelli Diablo Rosso II, retroilluminazione cruscotto a LED, para serbatoio Kawasaki, filtro aria Sprint Filter e pedane arretrate Lightech, il tutto collaudato in un deludente giro di 690 Km in Garfagnana, purtroppo molto autostradale. La velocità massima da me raggiunta si sposta a 163 Km/h, misurata con il GPS.
Filtro aria Sprint Filter vs stock
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Para serbatoio originale Kawa
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Retroilluminazione cruscotto a LED, poca spesa tanta resa (quello a sinistra è un voltmetro)
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La pedana del cambio
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La pedana del freno
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Supporto homemade per il codone crepato
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Durante il motogiro in Garfagnana
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Ecco quindi qualche foto della mia Ninja 250r Emera, nelle condizioni in cui si trova oggi, 16000 e rotti Km e tanti altri da percorrere insieme.
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Upgrade futuri: cupolino a doppia bolla (PowerBronze, già ordinato e in arrivo), collettori di scarico e centralina aggiuntiva (tempo indeterminato però), miglioramenti all’impianto frenante.
Sogno da coronare: andare a Capo Nord con Emera in solitaria (anche se saremo sempre in due).
Grazie per avermi seguito fin qui, buon giro e ci si becca per le strade reali e virtuali del Tinga!