tango5 ha scritto:
tante cose dette esatte, ma manca un particolare:
quattro 600 cc diverse messe al confronto sui 400 m percorrono lo stesso spazio nello stesso tempo (o quasi), ma per brevità immaginiamo che spaccano il secondo tutte e quattro.
Se il più esperto di noi le prova tutte e quattro, potrà descrivere a sensazione che la prima ha una erogazione lineare (honda?), la seconda ha una erogazione nervosa cioè meno cattiva ai bassi e fulminea agli alti (yamaha?), la terza ha due punte di potenza ed è una via di mezzo tra le precedenti (kawasaki?) e poi la quarta ha un p'ò di tutto (suzuki?), ma in realtà hanno percorso gli stessi 400 metri nello stesso tempo. Allora dov'è la differenza?
L'esperto già ci è arrivato, ma forse non lo sa dire. Le sue sensazioni corrispondono esattamente con i grafici rilevati nelle prove al banco e riportati su tutte le riviste specializzate.
Per calcolare bene l'accelerazione massima, bisognerebbe calcolare la derivata della equazione a=s/t (al quadrato). Calcolare in modo brutale tale valore è come se si facesse una media delle accelerazioni di ogni istante. I fisici direbbero che tracciato il grafico bisognerebbe dividere lo stesso in tanti segmenti, calcolare l'area di riferimento dei segmenti e calcolare la derivata. Non so spiegarlo meglio, ma le cose stanno pressapoco così.
Per capirci meglio, se il calcolo della accelerazione fosse sui 1500 m con la formula a=s/t(quadrato) il valore è decisamente più basso. Penso che su questo siamo tutti d'accordo....
allora delle quattro moto qual'è quella che produce una maggiore accelerazione? In modo indicativo, (andrebbe verificato) quella che rappresenta un grafico più spigoloso tracciato dalla risultante di velocità prese istante per istante in telemetria (r6?), ma non è detto che sia più veloce, dipende da molti altri fattori: sospensioni, rapporti, trazione, peso, velocità del cambio, ecc...
In ogni modo considerato ciò tutte le seicento sono in grado in prima marcia, quando la potenza è massima (14.000 giri?) con gomme da qualifica ed asfalto nuovo con pilota puntato in avanti di raggiungere solo per quell'attimo più di 9,8 m/s2.
analisi molo critica ma sensata. ma purtroppo, in fisica siamo costretti a ipotizzare molte cose. se volessimo essere pignoli dovremmo dividere il tempo della prova all'infinito pre ricavare sempre un valore più dettagliato dell'acelerazione ma allora interverrebbero di grossi problemi di calcolo... molto più semplice è montare un accelerometro giroscopico su ogni moto e verificare con una cadenza temporale di 1/100 di secondo l'accelerazione.. ma a quel punto diventerebbe un'aporssimazione e si dovrebbe passare al 1/1000 e via così... per semplicità ci si basa su un'informazioni uguale per tutti i mezzi ovvero un test sulla distanza che quella resta uguale per tutti... (volendo essere pignoli no ma lasciamo perdere i discorsi prettamente teorici).
quindi calcolare il tutto in base alla velocità intercorsa per raggiungere i 100km/h direi che èla via migliore. sui 0-400 metri lascerei perdere.. invece la via dell'accelerometro risulta la migliore.
riguardo le curve di potenza, queste sono ininfluenti ai ini di una partenza da fermo ricercando la magiore accelerazione possibile. questo perchè si partirebbe con tutte le moto sfrizionando come dannati con il motore al regime di potenza massima... quindi erogazioni brusche o lineari sarebbero ininfluenti...
poi se vogliamo dirla tutta anche la posizione del pilota e il punto di contatto con la moto farebbero percepire al centauro mato delle accelerazioni non del tutto concordi con i calcoli teorici o con i rilevamenti di un accelerometro..
resta sempre valido anche che se andiamo verso nord accelereremo meno perchèa ndiamo in salita ovviamente stò scherzando