A me l'onore/onere di aprire il report di questo giretto organizzato dall'amico Emanuele alias gatosloco79 con il prezioso aiuto di Angy452, profondo conoscitore del percorso... che fino all'ultimo è stato in dubbio sulla presenza!
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Ci si ritrova in 6 alla barriera di Melegnano, insieme ad altre decine di motociclisti che lì si erano dati appuntamento, e si prosegue per la noiosissima e rettilinea pallostrada fino a Casalpusterlengo. La A1 è un'esperienza principalmente olfattiva, paragonabile alla A14 cantata dal rocker di Correggio: "dalle visiere (in moto i finestrini non ci sono, per fortuna) passa odor di mare (no, al massimo di fiume o di risaia), diesel, m...a, morte e vita!"
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Il tempo di una sosta carburante e di un caffé che ci mette in pace con il mondo e si riparte, ché la strada è lunga. A Castel San Giovanni recuperiamo ElVufero68 che aveva attraversato la pianura per altri itinerari e, schivando gli innumerevoli autovelox, percorriamo la statale della Val Tidone fino a che diventa un percorso interessante, in linea con l'obiettivo dell'uscita: mal di curve.
La strada sale e, in non perfette condizioni ci porta al passo del Penice, famoso sia per i ripetitori televisivi, per le sciovie
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Sabato mattina la presenza e il viavai di "due ruote" al passo confermava la fama!
Al passo si unisce al giro anche closurer, giunto lì litigando con il navigatore satellitare!
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Una statua rappresentante un pellegrino richiama la mia attenzione: scopro essere San Colombano d'Irlanda, che visse parte della sua vita a Bobbio e che, proprio dalle parti del monte Penice fondò un monastero su terre donategli dalla regina Teodolinda. Mototurismo istruttivo: fino a ieri conoscevo solo San Colombano al Lambro!
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Scendiamo dal passo alla volta di Bobbio e della Val Trebbia: la strada da pieghe più famosa d'Italia (sia tra i motociclisti che, purtroppo, tra le forze dell'ordine che per fortuna non abbiamo incontrato) non tradisce le aspettative e, a passo allegro, ci conduce verso la liguria. A Torriglia ci fermiamo per un attimo di ristoro, mi avvento su una fetta di torta poiché il calo di zuccheri si stava facendo sentire e qualcuno segue il mio "buon esempio".
Stiamo per ripartire alla volta di Recco quando giunge al bar una supersportiva BMW con pilota abbigliato di giubbotto di pelle, jeans e scarpe da tennis e zavorrina così equipaggiata: lungo capello biondo raccolto in treccia fino a metà schiena, camicia a quadri tipo boscaiolo, fuseaux neri infrachiappe (e che chiappe!) e décolleté tacco 12!
Ma io mi domando: su una supersportiva con le scarpe da tennis?
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La discesa verso Recco, interessante dal punto di vista della giuda, ci vede salutare closurer che raggiungerà casa per altre strade; è teatro di un momento di indecisione ad un bivio... chi sapeva la strada era andato avanti pensando fossimo tutti ad un'incollatura invece non eravamo riusciti a tenere il passo e, giunti ormai quasi al mare, fa sì che una terza di reggiseno renda il footing uno sport da spettatori!
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A Recco si svolge anche la centoventisettemillesima puntata di "Carramba che sorpresa!" quando, sulla strada verso il panificio dove ci saremmo scofanati chili di focaccia, Angy452 incrocia un amico d'infanzia che non vedeva da anni. Al panificio il sottoscritto invece incontra un collega di lavoro che risiede nella città ligure (ma qui la carrambata era pilotata da un SMS e una telefonata la sera precedente).
Sulla focaccia non mi dilungo in commenti, altrimenti mi viene la tentazione di ripartire immediatamente per andarmene a gustare un altro po'!
Dopo il pranzo e un buon caffé, visto che, come direbbero a Roma, "s'è fatta na certa", salutiamo elviomariani che ha deciso di tornare a Milano via autostrada (vedi un po' che ti sei perso...
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Da Chiavari inizia la stupenda salita al Passo del Bocco: una serie infinita di curve su strada larga e dal fondo in ottime condizioni dove scateniamo i cavalli delle nostre moto
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Dato che la strada che ci aspetta è ancora molta, dopo una sosta "tagliando" con scarico e reintegro liquidi, ci dirigiamo verso Bedonia e da lì verso Pontremoli (seguendo il navigatore di gatosloco79 che ci fa percorrere strade sabbiose e dal fondo irregolare in nome di non si sa ben quale opzione impostata... si capisce che non amo i navigatori satellitari?
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Tra Borgo Val di Taro e Pontremoli il passo del Bratello si rivela una piacevolissima strada da pieghe tant'è che qualcuno, non stanco di quelle fatte in movimento, pensa bene di farsi immortalare anche in "piega statica"
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E' il momento del passo della Cisa, salita da Pontremoli veramente appagante, in cima una doverosa sosta al recente monumento a Marco Simoncelli (al quale è stata intitolata la piazzetta del passo), due chiacchiere con motociclisti autoctoni che ci rivelano le insidie della discesa (il tornante presso la casa cantoniera...
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A Fornovo, prima di imboccare l'autostrada, l'imprevisto senza il quale un'uscita in moto non avrebbe ragione d'essere
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Giungo a Verbania già nel nuovo giorno e faccio in tempo anche a prendermi una scrosciante "lavata" negli ultimi tre km prima di casa: "sono arrivato, non metto l'antipioggia, tanto è un attimo!". Risultato: bagnato fino alle mutande.
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Piacevolissima giornata, nonstante la levataccia (e meno male che la partenza è stata posticipata) e il ritorno bagnato ad orari improponibili. La quantità di curve, da mal di curve appunto, è stata sufficiente a soddisfarci e la compagnia, come al solito, impagabile!
Alla prossima
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