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La "Follia Agostana"
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13707850 Inviato: 30 Ago 2012 17:44
Oggetto: La "Follia Agostana"
 

LA GENESI (no, nessun riferimenti biblici...)

La morte, il funerale, le successive commemorazioni per Marco Simoncelli erano diventati (famiglia del Sic esclusa) un evento quasi mondano, al quale partecipare più per il gusto dell'esserci e dell'apparire che per sincera commozione e dimostrazione d'affetto per il pilota. Così decisi di lasciare perdere ogni tipo di presenza a Coriano in quel periodo.
Ci andrò - pensai - quando il clamore dell'evento sarà passato, quando andare lì non sarà più una moda e non farà più parte del turismo della tragedia, come un'Isola del Giglio, un'Avetrana, un Garlasco, un Cogne... Ci andrò quando pochi vorranno andarci. Quale periodo migliore che agosto, quando tutti si riversano in riviera ma pochi folli possono decidere di andare solo sulle arroventate colline dell'entroterra? Detto, fatto!


I FOLLI PROTAGONISTI E LE LORO CAVALCATURE

In puro ordine alfabetico:
Claudio di Buscate - Suzuki GSX-R 1000 MY2010
Enrico di Rho - Honda CBR 600 R MY2008 (l'addetto alla ricerca B&B per i pernottamenti)
Fabio di San Pellegrino Terme - Honda Transalp 650 MY2011
Federico di Busto Arsizio - Ducati 996 "la Chicca" MY2001 (l'ideatore della follia e delle anse diaboliche)


I SUGGERIMENTI MUSICALI

Data la lunghezza del topic, conviene leggerlo con un po' di musica di sottofondo; il mio consiglio va a questi due CD:
Ligabue - Nome e cognome
Marc Johnson - The sound of summer running


IL PERCORSO IN BREVE

Apro Google Maps, gli faccio calcolare il percorso da Busto Arsizio a Coriano, mi propone 380 Km di autostrada, meno di 4 ore e siamo giù. No, deve esserci un virus nel computer... Rifaccio il percorso aiutato da un breviario chiamato "Curve e Tornanti, best of 1-2-3" (ne suggerisco la ricerca e l'acquisto: merita) e finalmente esce qualcosa di sensato: 1050 Km, due giorni di viaggio, due tappe da circa 530 Km l'una, SOLO 130 Km di autostrada in tutto. PERFETTO!!!
Posto il giro sul forum della "vil razza bannata", titolo del topic "Follia agostana", espongo le idee e la cartina e recupero le adesioni di cui sopra.
In pratica si tratta di scavallare gli appennini tosco emiliani più e più volte percorrendo le statali che hanno fatto la storia dei motori, con i punti di svolta (subito ribattezzate le "anse") distanti non più di 20-25 Km tra loro in modo da poterle raccordare saltando un "zig-zag" in caso di ritardi o estrema stanchezza.
Ci organizziamo sul web per qualche giorno, poi via SMS, una breve digressione sul faccialibro, stampo alcuni fogli con i bivi tanto per avere un minimo di roadbook, niente Tom Tom o altri aiuti elettronici, e si parte: punto di ritrovo sotto il primo ponte dopo il casello di Melegnano.


IL PERCORSO NEL DETTAGLIO - GIORNO 1 - SABATO 18 AGOSTO

Come detto prima, autostrada A1 percorsa alla furibonda velocità di 110 Km/h, restiamo clamorosamente pacifici quando ci sorpassa con arroganza un maxi-scooter, usciamo a Fiorenzuola d'Arda, inizia la giostra.
Cerchiamo le indicazioni per Salsomaggiore ma non esistono... inizio a pensare che se il buongiorno si vede dal mattino, con le solite abitudini tutte italiane di risparmiare sui cartelli stradali e sulle indicazioni dei numeri delle strate provinciali e/o statali, ci sarà molto da penare (arrivo da tre settimane negli USA, dove le indicazioni sono sempre precise e chiare e indicano ANCHE IN MEZZO ALLA CITTA' se stai percorrendo la Interstate giusta).
Saltiamo i primi chilometri di curve e ne approfittiamo per ricambiare il "favore" del maxi-scooter in A1, quando un gruppo di T-Max al lato della strada ci saluta ma non riceve in cambio neppure un'alzata di sopracciglio.
Arriviamo a Salsomaggiore dalla parte sbagliata; le indicazioni per Fornovo Val di Taro non si trovano, proseguiamo fiduciosi lungo la strada principale che esce da paese e subito ci sono curve; Claudio attacca la musica e si mette davanti, ma abbiamo comunque l'impressione di aver sbagliato strada. Poche pieghe e ci fermiamo a chiedere indicazioni ad un gentile abitante del posto.
Io " Scusi, la strada per Fornovo Val di Taro?"
Lui, con spiccata cadenza emiliana "Ma vè, dovete tornare a Salsomazziore e seguire le indicazioni..." poi guarda bene le moto e subito aggiunge "Mò se continuate su questa strada per Pellegrino Parmense zi arrivate uguale, e vi divertite un mondo, son tutte curve in saliscendi".
Non servono altre indicazioni: ringraziamo con un grande sorriso, proseguiamo oltre e scaldiamo le spalle (delle gomme...).
Sosta a Fornovo, dove attendiamo il quarto del gruppo che ha dovuto sbrigare alcune formalità burocratiche di poco conto; nel frattempo trangugio un litro e mezzo di acqua frizzante e Claudio mi fa notare la marca: San Fermo!!! "Incominciamo bene" penso...
Nel frattempo arriva Enrico, si prende una meritata raffica di insulti, facciamo benzina e si riparte. Suggerisco un "state leggeri che arriva l'indigestione di curve".

Fornovo Val di Taro - Aulla - SS62 della Cisa

Inizio dicendo che tutte le leggende metropolitane sulla pericolosità della strada, innaffiata di gasolio e sabbia in curva per allontanare i fastidiosi motociclisti, sono false. La strada è bella, pulita e ben asfaltata, il grip è buono e si fa presto ad alzare il ritmo. Il menù delle curve è molto ricco, ce ne sono per tutti i gusti, dai tornanti ai curvoni da pelo in quarta piena, visibilità spesso buona.
Prima del passo ci fermiamo in mezzo al bosco per uno spuntino leggero: dalle capienti borse del Transalp escono panini, affettati e bevande fresche; l'ideale per recuperare energie senza appesantirci troppo.
Si riparte a buon ritmo e chi non è impegnatissimo nella guida, con la testa bassa e gli occhi sull'asfalto, riesce addirittura a notare le continue tentazioni ai lati della strada sotto forma di cartelli che indicano altri meravigliosi passi (Lagastrello, 100 Croci, Brattello i primi che ricordo...) ma tiriamo dritto, si fa per dire, ed arriviamo ad Aulla.

Aulla - Reggio Emilia (in realtà un po' prima...) - SS63 del Cerreto
Dopo la prova di forza con la Cisa, la statale del Cerreto scorre via quasi in scioltezza.
Non che sia dritta, sia chiaro, anzi per svariati chilometri il percorso ed il paesaggio a bordo strada ricordano più le Alpi che gli Appennini: è che ormai abbiamo un po' di abitudine alle curve...
Forse si potrebbe gustare meglio se l'asfalto fosse all'altezza della Cisa, soprattutto per alcuni dossi ed avvallamenti che letteralmente fanno decollare la moto, magari già con il freno in mano e la moto impostata per la curva successiva, ma tant'è.
Prima della pianura troviamo le indicazioni per la prossima "ansa" e le seguiamo diligentemente percorrendo una veloce ma riposante superstrada il cui massimo divertimento sono le grosse rotatorie. Arriviamo a Maranello e si inizia il terzo passo appenninico, anche se la dicitura potrebbe essere fuorviante.

Maranello - Bagni di Lucca - SS12 del Brennero e dell'Abetone

Eh si, Brennero... è anche scritto sulle case cantonali lungo la statale, mica me lo sono inventato.
Anche perché a seguire i cartelli SS12 verso nord si arriva in Trentino sul passo omonimo.
Noi invece andiamo verso sud...
Una signora strada, ancora più completa della Cisa ed asfaltata altrettanto bene. Il cartello alle porte di Maranello dice "Abetone 70", ai quali dobbiamo anche aggiungere la discesa fino a Bagni di Lucca; un calcolo rapido porta alla cifra tonda di altri 100 Km di curve da macinare prima di sera, quindi preferiamo recuperare subito forze e liquidi con una doverosa sosta al bar.
Si riparte, probabilmente saltando il pezzo della vecchia SS12 che da Maranello porta a Serramazzoni con pochissimi rettilinei e molti tratti guidati; non che sulla nuova manchino le curve, ma sono ben più veloci.
Però da Serramazzoni è il paradiso della piega e del divertimento, sempre rispettando rigorosamente il limite dei 50 Km/h nei pochi centri abitati attraversati, ma scatenando la cavalleria in mezzo al nulla.
In cima all'Abetone però si deve rallentare per forza: è stagione turistica e il traffico è caotico.
Consiglio di EVITARE rigorosamente il benzinaio in mezzo al paese: prima di fare benzina mette il passamontagna ed impugna il mitra, poi fa rifornimento con la super a 1.997€/l...
La discesa è ancora più varia, tornanti compresi, poi la strada si stende un po' ed il cambio ringrazia. La stanchezza dovuta al grande caldo inizia a farsi sentire e gli ultimi chilometri li percorriamo relativamente tranquilli fino a Bagni di Lucca, dove l'arrivo delle moto e dei quattro marziani "intutati" nel centro del paese richiama una truppa di bimbi curiosi e dove, soprattutto, la doccia del B&B ci restituisce le energie per la cena.

Il parziale, azzerato uscendo di casa, segna 540 Km.


IL PERCORSO NEL DETTAGLIO - GIORNO 2 - DOMENICA 19 AGOSTO


Bagni di Lucca - Porretta Terme - Scandiano - SS632 del Passo di Monte Oppio + SS64 Porrettana
Ci si sveglia presto con l'idea di macinare tanti chilometri sfruttando il fresco del mattino e poi decidere cosa fare del resto della giornata: alle 8.30 siamo già in moto...
Risaliamo l'Abetone fino al bivio per San Marcello Pistoiese, poi seguiamo le indicazioni per Pistoia e Porretta Terme, imboccando la strada del Passo di Monte Oppio; dopo qualche chilometro divertente il percorso diventa più adatto ai motard che ai semimanubri, sintomo che forse ad un bivio abbiamo preso la direzione sbagliata, ma non è possibile tornare indietro perché Claudio ed Enrico hanno preso il largo con la complicità di un paio di sorpassi azzardati.
L'asfalto rosso, che mi ricorda la strada della Val di Cembra (una vera "pista" del Trentino per cuori impavidi, considerate le velocità medie che si possono tenere...) presenta parecchi solchi che rendono più faticosa la guida perché obbligano la moto a seguire traiettorie imposte dai solchi stessi più che volute dal pilota.
Si rientra sulla statale Porrettana poco prima di Porretta Terme e qui ci rendiamo conto di aver fatto una delle mille varianti locali invece della SS64 da Pistoia in avanti; poco male, il resto della Porrettana è più scorrevole e permette di riprendere energie in vista delle nuove "prove speciali".
Al primo cartello per Scandiano, memori della variante impegnativa appena fatta, decidiamo di tirare dritto verso il fondovalle seguendo la statale e le indicazioni del roadbook, così ci imbuchiamo in una serie di rettilinei, svincoli e superstrade che ci portano a spasso senza meta apparente. Scandiano, Sassuolo, Loiano sono i punti fissi da seguire e che ci daranno una piacevole scoperta.
Lungo la strada a scorrimento veloce in direzione Sassuolo noto le indicazioni che portano alla deviazione vista prima lungo la Porrettana; penso che seguendole avremmo risparmiato qualche chilometro e guadagnato qualche curva; da segnare per le prossime edizioni...
Proseguiamo per Loiano e la strada piatta e riposante lascia il posto quasi inaspettatamente a pochi (ma buoni) chilometri di assoluta goduria, con un tracciato a mezza costa completamente esente da traffico, ricco di saliscendi, con asfalto nuovo ma già "stagionato" che non spurga bitume ed offre il grip migliore e la totale assenza di rettilinei. Il ritmo inevitabilmente si alza così come il nostro grado di soddisfazione.
Breve pausa prima di mettere le ruote su una strada che merita rispetto e dona soddisfazioni.

Loiano - Borgo San Lorenzo - SS65 della Futa e della Raticosa
Continuando a seguire le indicazioni per Loiano, le case spariscono e le rotatorie lasciano il posto a chilometri di vera gioia immersi nella natura; visibilità perfetta, asfalto in condizioni ideali, si possono sfogare le marce alte consumando in egual misura spalle delle gomme e saponette. Un provvidenziale incrocio con segnaletica dubbiosa ci fa riprendere fiato: a sinistra per la SS65 e Loiano, dritto per Monghidoro (che è la tappa successiva memorizzata nel roadbook); che si fa? Un altrettanto provvidenziale mototurista su Triumph scioglie il dubbio per noi: "Andate a sinistra e vi divertirete un sacco!!! Se proseguite dritti per Monghidoro la strada è stretta ed asfaltata male".
Bisogna dare retta alla gente del posto!!!
L'abitante di Salsomaggiore ieri ed il motociclista di oggi ci hanno dato ottimi consigli.
Si procede a ritmo allegro: Claudio davanti, forte delle pistate annuali che lo tengono allenato, io seguo a ruota soprattutto sul veloce ma arranco nello stretto (parziale scusante: non uso il Ducati da 10 mesi, durante i quali ho guidato un supermotard, ho le gomme un po' anzianotte cioè DOT09 davanti e DOT06 dietro e non faccio attività fisica da quattro mesi...), Enrico si fa sotto nel misto stretto e Fabio maledice sempre i pochi cavalli del Transalp, la totale assenza di sterrato ed il poco appoggio del tassellato da 130 posteriore.
Arriviamo in cima alla Raticosa, il piazzale pieno di moto suggerisce di fermarsi per le foto di rito ma Enrico forse non capisce o forse è in trance agonistica e tira dritto, lo seguiamo con qualche gesto di stizza e ci fermiamo qualche chilometro dopo, di fronte al bar del Passo della Futa, dove però la coreografia è decisamente meno ricca.
Le giuste rimostranze di Fabio ("non pensavo che dovessimo fare il Campionato Mondiale Endurance dei Passi, speravo in qualche sosta in più per fare foto") suggeriscono un cambio di strategia grazie alle "diaboliche anse" che permettono di accorciare il tragitto ideato senza troppe variazioni di percorso; così decidiamo a malincuore di tagliare un ansa e sacrificare un zig-zag: eliminiamo un'andata Toscana-Emilia (SS302 Brisighellese) ed un ritorno Emilia-Toscana (SS67 del Muraglione) e da Barberino tiriamo abbastanza dritto verso Pontassieve passando da Borgo San Lorenzo.
Per colpa di un ristorante cercato e non trovato, saltiamo alcuni meravigliosi chilometri di SS65 per imbucarci in una dissestata SP per Barberino, poi sulla rovente e piatta strada verso Borgo San Lorenzo decidiamo di sostare per il pranzo: il posto è interessante, prepara dei buoni primi ed ottime crepes; inoltre è un vero paradiso per gli estimatori delle birre (la lista delle birre è alta come un paio di volumi della Treccani).
Commettiamo un errore madornale non dando retta al gestore del ristorante-birreria (sempre fidarsi dei consigli delle persone del posto...) che suggerisce di arrivare a Pontassieve (prima) passando per Londa e sulla costa adriatica (poi) percorrendo il Passo dei Mandrioli (ma alla fine prendo appunti per la prossima volta), così si riparte nel piattume stradale generale, con il caldo che ci scioglie (lascio immaginare come stavo io, con gli scarichi che prima lambiscono la gamba destra e poi si riuniscono sotto la sella...) e l'ansia del velox cittadino che ci attanaglia.
NOTA SUI VELOX TOSCANI - Ogni paese anche solo di cento anime ne ha sistematicamente due, all'ingresso del paese dalle due direzioni; tutti funzionanti, tutti inflessibili, tutti di forme differenti, tutti regolati a 50 Km/h, senza scampo, anche quelli con gli oblò ripassati di vernice. Noi tipicamente rispettiamo i limiti cittadini, ma con queste condizioni di caldo e con il cartello di inizio paese su un rettilineo di almeno 3 Km senza abitazioni nei dintorni, non escludo di vedermi arrivare a casa qualche foto... Invocherò le attenuanti meteorologiche.

Pontassieve - Bibbiena - SS70 della Consuma
Un'opera d'arte, l'università delle due ruote, l'equivalente stradale del Mugello (tanto per restare in zona...). Se restate imbottigliati dietro qualche auto i primi chilometri sono di sofferenza perché è difficile sorpassare senza rischi eccessivi, ma alla prima possibilità è fortemente consigliato prendersi un piccolo azzardo e lasciare le auto alle spalle per godersi appieno di questa collezione di curve mozzafiato. A Diacceto evitiamo, più per fortuna che per veri meriti, un agguerrito posto di blocco dei Carabinieri e poi si ricomincia a pestare sul gas. I "romantici" si fermano al bar in cima al Passo per una bevanda ed una vista del paesaggio, quelli più smanettoni proseguono oltre per non perdere il ritmo e tenere le gomme in temperatura: un'altra quindicina di chilometri da gustarsi tutti d'un fiato con il gas in mano e poi la strada spiana verso Bibbiena, al cui ingresso un emblematico quanto contorto cartello indica almeno una decina di strade terminanti in un parcheggio ed una sola prosecuzione per Chiusi della Verna, lungo la omonima SS208. La nostra strada...

Bibbiena - Pieve Santo Stefano - SS208 della Verna + Passo dello Spino

I primi venti chilometri circa di questa strada sono una vera sofferenza: percorrere tanto ben di Dio con un asfalto in condizioni pietose fa soffrire anche il mototurista più tranquillo, ma quando si arriva al bivio di Chiusi della Verna (bivio rigorosamente da NON prendere, si prosegue automaticamente lungo la strada principale) con il cartello che indica lo stato del Passo dello Spino, ovviamente aperto, beh... da lì la musica cambia. Decisamente in meglio!
L'asfalto nuovamente dignitoso permette di aprire il gas con maggiore tranquillità e piegare con sicurezza; Claudio mena le danze, io lo seguo a breve distanza, Enrico perde terreno, Fabio smoccola in una lingua incomprensibile ai più (il bergamasco stretto) per i suoi 65 CV scarsi e le gomme tassellate, ma la sua fida macchina fotografica gli regala soddisfazioni di altro tipo.
La strada è bella, bella davvero, e diventa unica quando notiamo che all'interno delle curve qualche "appassionato" (eufemismo) ha creato e dipinto i cordoli. All'inizio non ci credo, penso ad un miraggio da stanchezza e invece guardando bene vedo che all'interno delle curve il dislivello tra asfalto e prato è stato colmato e livellato da piccole colate di cemento, dipinte poi a strisce bianche e rosse. Si, sono proprio cordoli tipo pista... ma su una strada statale.
Di fronte a queste cose (su una strada statale, ripeto...) ci sono due possibilità:
si rallenta per ammirare tali manufatti
si apre il gas per "onorare" il lavoro di tali volontari
noi apriamo il gas...
Verso la fine della strada una piazzola di parcheggio ed una fontanella che regala fresca acqua di fonte ci obbligano alla sosta, sia per dissetarci dopo la prova speciale sia per fare qualche foto ai cordoli.
Si riprende la via e dopo qualche chilometro siamo a Pieve Santo Stefano, sede della prossima ansa che ci porterà verso la destinazione finale del secondo giorno.

Pieve Santo Stefano - Ponte Messa - SS258 della Marecchia o del Passo di Viamaggio

Questi ultimi 70 Km di statale sembrano, e sottolineo: SEMBRANO, insignificanti, ma solo perché nei precedenti chilometri abbiamo già gustato tutto quello che queste meravigliose strade possono offrire.
Anzi... probabilmente ci perdiamo alcuni chilometri "importanti" perché arriviamo sulla Marecchia dal raccordino (guidato, sia chiaro, mica è una superstrada) tra Pieve Santo Stefano e questa statale, che invece si propone bene già alle porte di Sansepolcro.
In ogni caso: si fa guidare e gustare, anche se a volte il manto stradale non è all'altezza del tracciato, sia per qualche dosso di troppo che per la vicinanza di alcune cave che portano un po' di polvere sull'asfalto limitandone il grip.
Ormai la giornata volge al termine, i colori del tramonto invogliano a rilassare il ritmo.
Un po' di sofferenza per trovare il B&B ma dopo alcune affannose ricerche parcheggiamo le moto sul vialetto sterrato di un meraviglioso casolare in pietra immerso nel silenzio. L'ottima grigliata della ospitalissima padrona di casa ritempra i muscoli indolenziti, il fresco vino bianco del contadino restituisce liquidi e vigore al corpo, il panorama ed il cielo stellato ridanno energie allo spirito.

Il parziale segna 970 Km.


IL PERCORSO NEL DETTAGLIO - GIORNO 3 - LUNEDI 21 AGOSTO

Tavoleto - Coriano - Rimini - SP35
Poco da dire, lo scopo era ormai raggiunto; il grosso è stato fatto nei due giorni precedenti; si tratta ora di arrivare fino a Coriano e rendere un breve e discreto omaggio al Sic.
Il ritmo è lento, è mattina ma fa già un caldo bestiale, ogni parte del corpo è ancora dolorante. Sbagliamo strada solo una volta e poi vediamo le indicazioni per Coriano, che seguiamo fino al cartello del paese.
Ci fermiamo lì sotto e notiamo che in alto, tra la I e la A è stato incollato un adesivo con il 58.
Facciamo un paio di foto, le moto parcheggiate in fila indiana e noi quattro sotto il cartello.
Ci rimettiamo in sella e tentiamo di parcheggiare nel centro del paese per fare quattro passi e scambiare alcune battute con gli abitanti ma è giorno di mercato: il centro storico è chiuso, ci sono deviazioni stradali e non si trovano parcheggi.
Decidiamo di ripartire verso casa, la stanchezza si fa sentire e facciamo la scelta che mai avremmo voluto fare: entriamo in autostrada.

Rimini Sud - Busto Arsizio - A14 + A1 + Tangenziale Ovest + A8

Da Rimini a Imola troviamo molti rallentamenti e siamo costretti più volte a "buttarci" in corsia di emergenza per evitare di restare intrappolati tra le auto in coda e la maleducazione degli automobilisti.
Anche quando il traffico si fa fluido restiamo tenacemente in prima corsia, con velocità tra i 100 ed i 105 Km/h...
Veniamo sorpassati da svariati fenomeni da circo in T-Max, canotta ed infradito, ma sorridiamo sotto il casco.
Enrico accelera e si stacca, Fabio a Modena prende per il Brennero perché per arrivare a Bergamo è più corta così.
Nell'area di servizio Somaglia, mentre ci dissetiamo grondando sudore, entra una coppia di BMW-isti con leggeri abiti in cordura, ci guardano e ci chiedono "Ma come fate?".
La risposta quasi all'unisono è questa:
Claudio "Andare in moto, piegare e sentire la saponetta che gratta l'asfalto ripaga da queste piccole sofferenze"
Io "Basta non pensarci, e poi quanto sento frullare il mio pompone mi passa il caldo"
Ci regalano un sorriso di stima.
In tangenziale saluto Claudio, che esce ad Abbiategrasso e si dirige verso casa.
Ormai da solo proseguo in autostrada fino a Busto; per ingannare il tempo mi metto a salutare bimbi e bimbe che mi guardano dal lunotto, un po' stupiti ed un po' felici del mio gesto, penso alle strade meravigliose fatte in questi giorni, penso alla compagnia dei "balordi" che mi ha accompagnato in questa follia e penso al Sic, che sicuramente ha apprezzato l'idea delle nostre anse diaboliche percorse per arrivare da lui. Una goccia di sudore mi cola lungo il casco, forse non è sudore ma poco importa.
Mi rendo conto che sto già pensando ad una versione migliorata del tracciato, per includere quei passi che abbiamo saltato, una nuova "Follia agostana MY2013" si sta già materializzando nella mia testa...
Sorrido ed apro il gas.

Arrivato a casa, il parziale segna 1390 Km.



Piccole note di orgoglio personale
- sarà vecchia, sarà pesante, sarà poco potente (vero, è la biposto da 112 CV), sarà italiana, sarà che perde i pezzi anche se è tutto da dimostrare, sarà che la guido male... ma chissà perché la mia "Chicca" tutta gialla è sempre al centro dell'attenzione: nei paesi si fermano a guardare lei e snobbano le altre moto più recenti, negli autogrill giovani e meno giovani si girano a guardarla, in autostrada vedo bimbi e ragazze con le facce appiccicate al vetro, per strada passeggeri e passeggere di altre moto chiedono al pilota di rallentare e stare accostati per vederla da vicino.
E per passarmi in uscita di curva Claudio ha confessato che doveva mettere la prima e spremere tutta la cavalleria del suo millone quattro cilindri a mandorla perché, parole sue, "in ingresso curva sei un po' fermo, ma da metà in avanti quando apri il gas quel trattore che hai sotto il culo non lo passi neanche morto... provavo in terza e mi andavi via, allora provavo la seconda e mi andavi via.. porcocazzo quanto spinge quel coso giallo... allora giù la prima e via!".

Nel corso del giro siamo passati a pochi, pochissimi chilometri di distanza da almeno quattro circuiti storici: Varano de' Melegari, Mugello, Misano ed Imola; fortunatamente i miei compagni di viaggio non ci hanno fatto caso, altrimenti eravamo ancora in giro per provare questa o quella pista...
 
13709290
13709290 Inviato: 31 Ago 2012 8:45
 

manca solo qualche foto, poi la lettura del report può considerarsi perfetta!!!!

bel giro, ottimo spirito in voi!!!

se passate ancora di qua (qua...più o meno, son del basso veneto) fate un fischio che 2.000 pieghe in compagnia non si rifiutano mai!!!! 0509_up.gif


P.s. peccato per il muraglione... a me piace un sacco! anche se verso sud vado solo in primissima primavera e inizio autunno, quando le alpi devono essere solo un ricordo! eusa_clap.gif
 
13709457
13709457 Inviato: 31 Ago 2012 9:36
 

guarda perchè ci sono i cordoli sullo spino:



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comunque sono sempre volontari quelli che li hanno fatti...
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l'ho fatta più volte (nello stesso pomeriggio 0509_banana.gif 0509_banana.gif ) quella salita...troppo bella! e poi sono stato a vedere anche la gara...

per il viaggio...bravi, molto bello.

anch'io, quando successe del SIC, mi promisi con un amico di andare a trovarlo, quando il clamore sarebbe finito...ancora non l'ho fatto...ma la voglia è tanta! doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif doppio_lamp_naked.gif
 
13710832
13710832 Inviato: 31 Ago 2012 16:38
 

BRAG ha scritto:
manca solo qualche foto, poi la lettura del report può considerarsi perfetta!!!!

Queste sono le prime foto arrivate:


Non servono commenti




Che ci crediate o no, questa è una strada statale aperta regolarmente al traffico.



Il "fototurista" Fabio deve trovare il tempo per scaricare il miliardo di foto fatte e pubblicarle da qualche parte...
 
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