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Inviato: 20 Lug 2012 13:58
Oggetto: i miei 10 giorni in Romania
Innanzitutto ecco il percorso. Su consiglio di amici rumeni taglio Bucarest ed il delta del Danubio perché poco interessanti come percorso specie in questa stagione e con il rischio di trovarci a 40 °C in un posto pieno di zanzare e con strade poco interessanti per arrivarci. Per il Delta meglio primavera ed autunno, quindi alla fine il giro risulterà il seguente, con qualche deviazione:
Un totale di circa 5.000 km percorsi in undici giorni malgrado certe strade che ci hanno costretto a centinaia di km ai 30 o 40 km/h: una vera tortura per le sospensioni ed il fisico.
Cominciamo il 6 luglio, partenza prestino, ma presto ci troviamo a sfiorare i 40 °C in autostrada e ci fermiamo vicino a Maribor, in Slovenia, perché continuare era una follia, dopo comunque 640 km. Il giorno seguente su verso l’ Ungheria, sosta sul Balaton e poi sosta al confine con la Romania. Stessa temperatura, totali 1.400 km circa prima di vedere il primo castello a Hunedoara. Prima considerazione: non entrare in Romania da Arad ma proseguire in Ungheria fino a Debrecen ed entrare da lì: si raggiunge prima la Transilvania e si evitano strade pessime, code interminabili di camion, paesaggio piatto ed industriale.
Entriamo nella “vera” Romania, in Transilvania, comincia a vedersi una fitta vegetazione, la temperatura cala di 10 gradi anche grazie a qualche pioggia. Regolarmente, alle 15, 30 di ogni giorno, il nuvolone fantozziano ci cucca e ci dà una bella lavata e arriviamo regolarmente marci in albergo.
Alberghi a iosa, di ogni genere, dai 15 € (pensioni familiari pulite ed in ordine colazione compresa) ai massimo 35 €. Pranziamo poco ma quando va con 10 € capiamo che si mangia da scoppiare. In media, con pochi euro si mangia molto bene anche la sera.
Attacchiamo, allora, la Transalpina, la strada più alta di Romania: una delusione almeno per quest’anno. La strada è piena di vere voragini, buche, interruzioni, lunghi tratti sterrati e la stanno rimettendo a posto, magari l’anno prossimo sarà meglio ma per quest’anno la abbandoniamo a metà rinunciando alla parte più bella ma decidendo di percorrere la più famosa Transfagarasan, resa nota dal video di Top Gear. Qui si, siamo in Transilvania, il manto stradale si fa ampio e in buono stato, la strada ricorda lo Stelvio ma con tratti boscosi incredibili e tornanti divertenti. Un elicottero ci fa compagnia ed i paesaggi si aprono su distese verdi quasi infinite. Passiamo la diga di Vidraru, la più alta di Romania e ci dirigiamo verso Sighishoara, cittadina di origine sassone patrimonio dell’umanità secondo l’ UNESCO. Facciamo uno strappo e dormiamo in cittadella: fa ancora caldo e l’aria condizionata arranca. Foto notturne e ripartenza: visitiamo il castello di Bran, quello di Dracula, in realtà una delusione, poi ci dirigiamo a Sinaia dove visitiamo il bel castello del primo re di Romania. E’ la zona degli orsi ma non ne incontriamo.
Da qui, proseguiamo per la Bucovina passando per le gole di Bicaz, un orrido percorribile molto suggestivo ed il lago Rosu, niente di che se non fosse per una marea di tronchi pietrificati che affiorano in superficie. In Bucovina, al confine con la Moldova, visitiamo alcuni monasteri dipinti e godiamo di paesaggi incredibili, valli e scenari austriaci, architettura sassone, boschi di conifere immensi. peccato che non fosse possibile fotografare i monasteri all’interno. Per tutto il percorso, gente che vende funghi porcini, lmponi, mirtilli, more e frutti di bosco a secchiellate.
Da qui passiamo nel Maramures, toccando il confine con l’ Ucraina. Qui ciò che domina è il legno ed i boschi. Ricordiamo il complesso di monasteri lignei di Barsana, un miracolo stilistico di chiese con campanili che sembrano razzi pronti per la conquista di mondi lontani ma tutti costruiti in legno, tetti e chiodi compresi. Da vedere anche il monastero di Sapanta che con i suoi 76 m. è l’edificio ligneo più alto d’ Europa ed il cimitero allegro che ci lascia un po’ delusi e che fotografiamo senza entrarvi.
Rotta verso casa. A Budapest incontriamo un gentilissimo amico al quale avevamo chiesto informazioni all’andata e che ci aveva indicato una bella pensione. Ci aveva detto di farci vivi al ritorno e così facciamo: ci trova un alloggio anche lì e ci accompagna in auto per un giro di Budapest: fantastico, per cena ci porta anche in un locale tipico, la sera, in un parco, con spettacolo gitano a base di violini e musica ungherese. La pioggia ci accompagna.
A questo punto a casa, ancora sosta a Maribor, pigliamo ancora un bel po’ di pioggia fin dopo Lubiana, code in Friuli, sosta a Mira per un tramezzino e poi a casa con tanta roba da lavare.
Considerazioni finali.
Il viaggio dovrebbe essere ripetuto, è stato bellissimo, per nulla pericoloso, un po' stancante. Si è vista ricchezza e povertà, la gente è stata gentilissima, i bambini salutano le moto e fanno il gesto di accelerare quando passiamo. La gente si accalca intorno alle moto e si vede la stessa economia rurale di 50 anni fa da noi, quella che appena io ancora ricordo. Tanti carretti trainati da cavalli, strade che poco a poco verranno messe a posto ma che, per ora, ancora rappresentano una bella sfida per le moto. Alla fine di certe tappe verificavamo se avevamo perso qualche bullone: provare per credere. I paesaggi sono stati una carezza al cuore.
Le moto, sollecitate decisamente dal percorso, si sono comportate benissimo. La mia, per quanto mi concerne, sembra fatta per me, una favola, una compagna di viaggio indistruttibile, affidabile e preziosa. Adesso è ancora lercia, domattina inizierò il lavaggio.
Ecco, scritto in fretta, il succo è questo e le foto seguiranno a breve
Franco