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Inviato: 19 Lug 2012 11:54
Oggetto: West GP - Col de la Croix de Fer
Colle della Croce... nomen omen, un vero calvario
Non scrivo mai report, ma avendo io le foto questa volta mi tocca.
Qualche settimana fa in assenza di proposte ufficiali si è messo in piedi all'ultimo momento un giro al Col de la Croix de Fer, meta che lo scorso anno ci è sfuggita causa tempo sfigato.
E noi sicuri che la sfiga non esiste, riproviamo.
1
Mi trovo a Torino con Paolo, partiamo verso Rivoli e si comincia bene.
La cerniera della giacca della tuta è incastrata, guido con una mano sola, con l'altra litigo tutto il tempo con la maledetta zip senza ottenere risultati mentre prendo una bronchite e Paolo se la ride.
Al bar del ritrovo arrivano nell'ordine Ale, Davide e la Miki.
Davide sfotte un barista che con un braccio solo potrebbe accartocciarci tutti e 5 moto comprese ma è un gigante buono e spiritoso, così sistemata la zip si va a raccogliere Fabio con le ossa ancora intere.
2
Ad Avigliana ci congiungiamo, spengo la moto per aspettare che Fabio si infili in testa lo scolapasta e... magia! La moto non parte più.
Proviamo prima a spingere, poi a imprecare, ma entrambe le soluzioni non funzionano, allora ci arrendiamo e tentiamo più banalmente con i cavi che invece risolvono il problema.
Un crogiuolo di cervelli, si si il positivo è quello col +
3
Mentre svolgiamo l'operazione Mimmo ci passa accanto e riesce a non notarci tirando dritto.
Qualcuno contatta Mimmo per recuperarlo, Fabio mi accompagna da un autoricambi per sostituire la batteria e il resto del gruppo aspetta felice per un'ora sotto al sole.
Quando finalmente torno con la batteria nuova fingo indifferenza, c'é chi si è sciolto fondendosi con la tuta, ma sembra non sia ancora morto nessuno.
Ripartiamo, e io sospetto che mi vogliano un po' meno bene di prima.
4
Le sfighe saranno finite? Ritroviamo Mimmo e tutto procede bene verso il Lautaret
Ma non è finita.
Arriviamo al Lautaret per scoprire che Fabio ha perso un altro pezzo di ya-ya.
Dai questa volta è solo una freccia.
E poi ya-ya ormai è una leggenda, letteralmente sparsa tra piemonte liguria e Francia
5
Visto che ormai è tardi e si è fatta ora di pranzo andiamo in massa in un bar a caccia di panini.
Con aria sdegnata ci fan presente che non ne fanno.
Beh certo è un bar, mica hanno panini.
Al chiosco di fianco invece ci accontentano con salame, formaggio grasso e burro salato.
Il panino preferito dai cardiologi, innaffiato da una buona birretta
Mentre sbraniamo il pranzo una signora pensa bene di far manovra con la macchina strisciando la targa della moto di Paolo.
Risultato: macchina rossa con riga nera sulla fiancata, vernice rossa sulla targa di Paolo, e signora che con simpatia tutta francese insiste di non aver assolutamente toccato la moto, supportata da una sua amica/testimone
Non è che servisse il tenete Colombo per vedere cosa era successo, penso che se a 60 anni sei rimasto bugiardo come un bambino forse hai perso un sacco di tempo.
Caffettino francese prima di ripartire, l'espressione disperata di Paolo descrive bene il sapore
e si riparte!
6
Ormai certi che il fato avverso si sia esaurito saltiamo in sella e ci prepariamo per uno dei tratti di misto veloce più belli delle alpi nostrane.
Ci aspettano 40 Km circondati letteralmente da migliaia di biciclette
Tutta la strada la passiamo a schivare biciclette che avanzano affiancate 5 a 5, cambiano traiettoria all'improvviso, ci frenano davanti, ci dividono e soprattutto non finiscono mai.
Mimmo apre la strada, forte della tenuta dell'a.n.a.s. si spaccia per un membro dell'organizzazione dividendo i ciclisti come Mosé col mar Rosso.
Noi dietro di lui avanziamo con fatica, facendo a spallate con i coppi e Bartali della domenica sotto un sole rovente.
40 Km infiniti
7
Ci siamo!
Parte la salita per il colle, curve belle quanto il panorama mozzafiato e nessuna bici in vista, divertimento assicurato
Giunti sul colle ci sembra di aver compiuto un'impresa sfidando il fato avverso.
E' fatta!!!
Il gruppo si concede un po' di meritato relax.
Ale tenta senza troppo successo la posa da figo, mentre Mimmo è visibile da Marte.
Fabio incarna la vecchina sulla soglia di casa e Miki e Davide sono carinissimi
8
Ormai stanchi e soddisfatti decidiamo di conderci una sosta per riprenderci dal sole che martella, troviamo un paesino con bar ombreggiato che sembra perfetto per noi.
Seee
Guardandoci attorno notiamo subito che quel paese sembra uscito dalla penna di Tiziano Sclavi.
Gli abitanti sono inquietanti, completamente intontiti e frutto di evidenti accoppiamenti tra consanguinei vagano come zombie biascicando versi gutturali.
Manca solo DYD a dargli la caccia.
La barista che sicuramente è 100% del luogo è in catalessi, che si parli in italiano o francese poco cambia, fissa il vuoto con aria assente e ottenere un suo sguardo a fuoco che duri più di un paio di secondi è un'impresa.
Dopo molta fatica riusciamo ad attirare la sua attenzione e ordinare.
Acqua gelata, un ghiacciolo, un'orangina con ghiaccio e un tè fredo al limone.
E che ci arriva?
Ci sono 40 gradi e ci porta un bel tè caldo.
Sembrerebbe una candid camera.
Per fortuna abbiamo le altre bibite gelate.
Ecco nemmeno il tempo di dirlo che un secondo dopo un insetto si precipita dentro al bicchiere dell'orangina
9
Si rientra in ritardo smodato, ci dirigiamo verso Modane per poi attaccare la salita del Moncenisio.
Dopo una rotonda accelero e la moto mi scoda di brutto, mollo il gas, controllo di non essermela fatta sotto, ringrazio di essere ancora in sella e asciutto, riapro, riscoda peggio di prima
Guardo in basso, stanno rifacendo l'asfalto, senza essermene accorto mi trovo su una lastra di ghiaia infida come una saponetta caduta nelle docce del carcere.
Davanti a noi chilometri e chilometri di quel semi sterrato, non finiva mai
10
Finalmente arriviamo alla base del moncenisio, sudati come polli allo spiedo iniziamo la salita, appena in cima la temperatura cala di 30 gradi in 30 secondi, e ci accoglie un nebbione fitto e gelato.
Davide che era sicuro che la mosca nel bicchiere non sarebbe stata l'ultima sfid(g)a ride a crepapelle, non capiamo se sia una risata isterica o un tentativo di far circolare il sangue.
Vista l'ora in cui rientriamo finalmente in pianura, tanto vale finire concedendoci un assaggino di gelato che varrà come cena.
Inutile dire quanto mi sono divertito e quante risate mi sono fatto in una gita così
Mimmo è stato un piacere vero conoscerti, spero di rivederti presto
Gli altri li conoscevo già tutti, e come ogni volta è stata una giornata fantastica.
Uno spettacolo tra le curve almeno dove non c'erano ciclisti o ghiaia, e un divertimento ad ogni sosta
Scusate ancora per l'ora passata ad aspettarmi
Dimenticavo...
Ultima modifica di HGH il 19 Lug 2012 12:45, modificato 1 volta in totale