winerider ha scritto:
Eccoci al dunque:
Ledenon, in linea d'aria da Torino, non è poi così lontano 380 km ca.
Controllo viamichelin e scelgo di fare la strada più corta e meno cara: la statale
Partenza da Torino dopo aver caricato tutto sul doblò maxi di MoriniRent (stavolta non ho rischiato di dimenticare la tuta) salsicce di Bra e Barbera al seguito per il dopo pista di giovedì sera, e alle 21:00 ca. parto per la Francia.
Autostrada fino a Oulx e poi valico di Monginevro e statale in notturna fino a Remoulins, poi Ledenon. La strada è stupenda e scorrevole, zero traffico, e arrivo al Circuito alle 2:45. Non c'è alcun guardiano e dopo aver individuato la VITO-machine di Jeanne e MRS mi parcheggio accanto a loro, cercando di fare meno rumore possibile, ma inevitabilmente sveglio Massimo. Due saliti, scarico la pedana e riorganizzo il cassone e mi ficco subito su i due materassi a dormire. C'è una bella stellata.
Intorno alle 8:00 mi sveglio, saluto i miei due compari Gianna e Massimo e dopo poco andiamo a registrarci e a prendere il briefing orario turni.
Non ho la più pallida idea di come sia fatta questa pista (ho guardato qualche video, ma non sono riuscito a capire che è un vero ottovolante).
Non ci sono pettorine, ed essendo la mia prima volta a Ledenon, mi faccio mettere nei principianti dalla sempre buona organizzazione KTM Race Orange. Ho tutto il tempo di prepararmi, una controllata alla Kappona in modalità pista e mi butto dentro nel mio turno.
Devo ammettere che i primi 3 giri li faccio tipo scampagnata, cercando di memorizzare la pista che è veramente un ottovolante dove le traiettorie non sono proprio istintive.
A differenza del Mugello, qui non ci sono istruttori a cui accodarsi, o meglio c'è solo il mitico Gunther con appresso un trenino di absolute beginners.
Gli ultimi due giri alzo il ritmo, ma ne esco un po' confuso.
Faccio la conoscenza di Luca e Raffaele, due suma' torinesi con le loro poderose CBR600RR, che si sono affiancati al nostro accampamento.
Nel paddock mentre aspetto il mio prossimo turno (ridotto a 15 min. da 20 che doveva essere) e vedo che la secchionissima Gianna ha una mappa del circuito con le traiettorie segnate da Julien de Costa. Me le studio un po' e cerco di memorizzarle ripercorrendo a mente i miei giri precedenti.
Dopo 40 minuti sono di nuovo dentro e parto con un ritmo meno scampagnaro. Stavolta ho rotto il ghiaccio e ho molto meno timore, le discese ci sono e sono ripide, come la salite, ma i birilli ai lati della pista iniziano ad avere senso. Esco un secondo in pitlane a controllare le Dunlop e mi ributto dentro per 3 giri dove inizio a tirare. L'asfalto è tiene di brutto e alla Triple Gauche sono già col ginocchio a terra, le virage du pont mi è in bocca in un secondo, stringo e vado largo sulla salita pelando il cordolo (ancora non mi fido) poi mi sposto a destra verso la corrierasse, birillo rosso a destra mi indica la staccata e quello verde a sinistra, la corda (almeno spero) tolgo una marcia ed entro in terza, una doppia curva spettacolare dove raggiungo angoli di piega inusitati, sempre in piega e buttandoci la quarta ci si lancia su per svalicare (o decollare o centrare in pieno uno che va per margherite) giù per la ripida discesa del famigerato virage du camion. Ecco se uno ha pelo, la si fa in piena (tipo Curvone a Misano) con un effetto catapulta fino alla curva (quasi un tornantino) del Cavalet, dopo un paio di giri ho capito che in uscita c'è una buca che scompone la moto, bisogna stare larghi e salire sul cordolo sinistro poi spostarsi verso destra per affrontare la doppia del virage de la servie. Ecco questa curva non l'ho mai fatta bene, anche se il grip mi ha consentito anche qui pieghe senza senso. Cercando di tenere la terza per essere più veloce inevitabilmente finivo largo, con la seconda avevo più freno motore e riuscivo a rimanere attaccato alla corda, ma ero poi un po' impiccato nel cambio di direzione per affrontare le due belle curve in discesa fino al tornantino della cuvette. Il tornantino ha il classico effetto catapulta e bisogna cercare di entre ed uscire veloci per affrontare la salitona (completamente cieca) che porta al traguardo. Usciti dalla cuvette si punta il cielo a sinistra, sparando le marce con l'anteriore che si fa ballerino, svalicando c'è il muretto dei box che desidera abbracciarti, ma si riesce a passargli accanto sparando la quinta poco prima del traguardo (sempre in salita) per poi immettersi nella Triple gauche (anche qui, quelli bravi entrano in piena) e affrontare l'ultima delle tre in terza o seconda (dipende dal motore, dai rapporti, ma soprattutto dal pelo).
Faccio ancora tre turni nel pomeriggio (c'è stato uno strano cambio d'orario), ma verso sera mi accorgo che le mie capacità di concentrazione sono andate a farsi benedire e rientro. Ho tenuto la forcella sempre sotto controllo a causa di un trafilamento d'olio, il verdetto è che ho rotto il paraolio dello stelo di sinistra (forse causa di qualche sbacchettamento in staccata, forse).
Fine dei giochi per me (ero tentato di fermarmi anche il secondo giorno).
La sera tutti insieme abbiamo iniziato con un aperitivo di crostini con paté di campagna, poi ci siamo ammazzati di grigliata (gentilmente adoperata dal mitico Massimo-MRS) salsicce, pancetta, salamelle, costolette, zucchine, melanzane e pane fritto, Barbera, Vino rosso locale (buonissimo).
Il pane sfornato dal pane di Raffaele (o era Luca) è un ottimo compagno di grigliata, dopo aver seccato tutte e cinque le bottiglie a tavola, siamo andati a russare ciascuno nel proprio cantuccio.
Verdetto sulla pista: eccezionale, stupenda. E per € 80,00!
Non vedo l'ora di tornarci.
P.S. Al ritorno tappa obbligata a Chateauneuf du Pape e rifornimento di vino rosso paradisiaco.
bellissimo report mi sembra di capire che la pista ti sia piaciuta molto ,ci credo ,io la prima volta guardando il rettilineo mi sono cacato sotto ,ma poi quando ci giri un pò le cose cambiano e di molto bravi a tutti noi ci torniamo 8-9 settembre con joe racing