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Inviato: 2 Mag 2012 18:29
Oggetto: Legnano Lavagna, 5 ore e mezza senza autostr
(cartina in preparazione)
Dopo tutto il tempo impiegato per andare da Legnano a Lavagna senza percorrere il minimo tratto autostradale, dopo avere attraversato passi di montagna senza vedere anima viva, aver toccato paesi fantasma, esserci fermati presso benzinai non funzionanti (nemmeno automatici) quando la spia della riserva non lampeggiava ma comunicava in codice “morse” PIETA' (!), dopo ben 4 ore senza toccare cibo, in mezzo a nubi grigio-volacee minacciose di scatenare temporali da un secondo all'altro, ben oltre le 8 di sera quando anche il sole si era ormai tuffato nel suo sonno profondo senza regalare più un raggio di luce, senza più nemmeno un briciolo di speranza di “svalicare” e vedere il mare o di arrivare in albergo per una doccia calda...
… avrei preferito non ricordare assolutamente questa gita.
Fino a quando, all'alba delle 22.00, con le gambine sotto il tavolo e col naso sopra un piatto di fumanti troffie al pesto alla genovese, mi son ripreso e ho deciso quindi che anche questa gita, seppur traumatica, meritava un proprio rendiconto
(in realtà mi ero ripreso già dopo l'assalto al cestino di pane buonissimo servito al tavolo del ristorante dell'albergo, ma l'immagine della resurrezione della fenice dalle proprie ceneri per merito del profumo del basilico era più poetica)
Con ordine, ricomincio dall'ora della partenza.
Il viaggio, incerti se farlo o meno fino a quando ci siamo infilati gli stivali da moto, l'avevamo programmato così come poi effettivamente abbiamo fatto, ma la strada era in effetti percorribile solo se si partiva ad orario decente di mattina. Ma non era pensabile percorrere tutta quella strada, senza sfruttare nemmeno una bretella autostradale, con partenza alle ore 16.00.
Io, senza ben presente tutta la strada che ci spettava percorrere, sono partito assolutamente tranquillo. Teo, pur cosciente di ciò che ci aspettava, ha avuto la brillante idea di non farmi presente quali difficoltà avremmo potuto incontrare. (scarsità di cibo, 7 gradi di temperatura sui passi o possibilità di non trovare l'ombra di un distributore) Ma non lo incolpo di questo. Avrei potuto informarmi meglio pure io... ma poi rischio di diventare paranoico: è per questo che in tanti casi mi lascio trascinare.
E comunque, fino a quando non ho cominciato a rendermi conto che forse ci si doveva dare una mossa, ingenuamente mi sono lasciato contaminare dalla pace dei paesaggi su cui si adagiava il lenzuolo strada, steso in mezzo alle risaie del pavese che ci hanno condotto fino ai confini della Lombardia.
Non ho avuto modo di fermarmi a fotografare quel che il ponte di ferro che attraversa il Po' a … ha lasciato impresso nella mia memoria. Non pensavo che un semplice ponte potesse incutere tale timore, fascino e riverenza: non so per quale motivo, forse traspirava l'aria industriale e fredda degli anni in cui è stato costruito... forse semplicemente la vista di tutto quel ferro nero, manciate di grossi bulloni che incrociavano travi e l'imponenza che faceva apparire ancora più piccola la strada che ospitava e per la quale è stato costruito.
Ho provato un senso di vertigine ancor più accentuato, nel planare con la moto in mezzo alle risaie, distese di specchi d'acqua che riportavano lo stesso cielo blu sotto i tuoi piedi, sotto le tue ruote.
Dopo lunghi tratti in pianura, arriviamo all'inizio dell'arrampicata. La prima parte, ancora alla luce, sul versante del Sole, con lo sguardo ancora posato su quei morbidi cuscini verdi di colline pavesi, veniamo introdotti nella realtà della montagna.
Cominci a sentire, appena sopra la pianura, l'aria fresca e secca della montagna. Fredda a breve, ancora qualche metro più sopra, verso il Penice.
Poi comincia la discesa nell'inferno della notte deserta e la traversata del Niente.
Non mi sono goduto così tanto la strada, come avrei potuto, se fatta in orario e condizioni climatiche differenti. Poi cena e...
… finalmente.
Il giorno seguente, gita decisamente più tranquilla e anzi rigenerante a Santa Margherita Ligure, vicino a Portofino:
Si fa poi ritorno verso casa, con un ultimo sguardo sulla costa. Nessuna parola, lascio solo a voi giudicare.
Ciao alla prossima