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Cerco Ortopedico o Fisioterapista per postura da Moto
10189683
10189683 Inviato: 8 Lug 2010 15:50
Oggetto: Cerco Ortopedico o Fisioterapista per postura da Moto
 

Ho cercato invano su google una postura corretta da assumere sulla moto.
Sto cercando un parere esperto di un Fisioterapista o anche di un Ortopedico.

Nello specifico, sto cercando la esatta postura da assumere sulla Moto per stressare al minimo tutte le parti del corpo potendo affrontare un lungo viaggio.
Tipo, inclinazione della schiena/colonna vertebrale, la posizione dei polsi rispetto alle braccia, la posizione delle braccia stesse, l'angolo del ginocchio ecc...
Insomma, tutti i dettagli sulle posizioni da assumere sulla moto per fare un viaggio rilassante ed evitare quei fastidiosissimi dolori di schiena, culo, polsi, collo, ecc...

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10189735
10189735 Inviato: 8 Lug 2010 16:00
Oggetto: Re: Cerco Ortopedico o Fisioterapista per postura da Moto
 

Kimera84 ha scritto:
Tipo, inclinazione della schiena/colonna vertebrale, la posizione dei polsi rispetto alle braccia, la posizione delle braccia stesse, l'angolo del ginocchio ecc...
0510_help.gif


Purtroppo molti di questi parametri sono vincolati dalla moto e dalla nostra struttura corporea...

Quando trovi una postura che non arreca dolore a te allora sei a posto. Forse sembra una cosa stupida, ma non riesco a suggerirti altro (nel limite della ragionevolezza: immagino che tu non vada in moto perennemente sdraiato sul serbatoio oppure con la schiena tipo "bustino")

Stando rilassato con il Monster riesco a fare 500km al giorno per una decina di giorni consecutivi icon_wink.gif
 
10189969
10189969 Inviato: 8 Lug 2010 16:36
 

Infatti ho letto che sdraiati sul serbatoio o, comunque, ricolti di più verso lo sterzo, la schiena è sotto sforzo e non va bene come postura.
In ogni caso, proprio per capirci qualcosa, ho preso come esempio la postura che ti offre la K100LT e ho visto che le ginocchia stanno quasi a 90° e la schiena è quasi del tutto dritta.
Ho preso come esempio la postura che offre la Bmw K100 perché leggo sempre che con questa si possono fare 800-1000km al giorno senza sentire nessun tipo di affaticamento e/o dolore e quindi, penso che sia la corretta postura da imitare ma, volevo anche qualche commento o suggerimento da qualcuno esperto.

A proposito, che postura assumi sul tuo monster per percorrere 500km in tutta tranquillità?
 
10190086
10190086 Inviato: 8 Lug 2010 16:56
 

Si siedo leggermento indietro sulla sella, braccia rilassate e sfrutto l'appoggio della borsa da serbatoio.

Inoltre tendo a muovermi il più possibile, sia in curva lavorando con le gambe, sia sul dritto cambiando l'appoggio sulle pedane.

Per me ormai è come una poltrona icon_asd.gif
 
10191324
10191324 Inviato: 8 Lug 2010 20:00
 

Sono arrivato a fare 700 ma anche 900 Km al giorno in sella alla mia adorata R1.
Devo dire che a parte un po' di dolore alla chiappe ad ai polsi (niente di insopportabile comunque...) tutto è filato liscio come l'olio. icon_wink.gif
 
10192059
10192059 Inviato: 8 Lug 2010 21:51
 

L'anno scorso percorsi 720km con la Rebel e, avevo talmente tanto dolore alla schiena e al culo che, di sera passeggiavo in barella icon_mrgreen.gif
E dire che non ho mai sofferto di nulla in vita mia facendo anche 1100km in un giorno con la macchina( una semplice Renault Clio 1.2 ).

Quest'anno dovrei partire con la moto( Morini 3 1/2 ), e vorrei evitare come la peste l'esperienza che ho fatto sulla Rebel.
Ecco perché mi sto preoccupando di trovare la migliore postura in assoluto per godermi le lunghe tratte icon_exclaim.gif
 
10192252
10192252 Inviato: 8 Lug 2010 22:17
 

eusa_think.gif

se ti accontenti di un osteopata ...
 
10192280
10192280 Inviato: 8 Lug 2010 22:22
 

Questo è un problema piuttosto comune ed è un argomento abbastanza discusso in più sedi ed occasioni (oserei dire trito e ritrito).

Comunque...

Non fatevi ingannare dalla presunta comodità di certe moto. Nessuna moto è comoda in senso assoluto. Il grosso problema deriva dal fatto che su quel tipo di moto la postura eretta, con la schiena praticamente verticale alla moto, è nefasta perchè tutto il peso del busto e della testa (a cui si deve aggiungere quello del casco) grava solo sulla colonna vertebrale e le zone che ne risentono maggiormente sono quella cervicale a causa del peso della testa (e del casco) e quella lombo-sacrale che invece sopporta tutto. E farci 800/1000 Km non è così agevole come si possa pensare (naturalmente i possessori sosterranno il contrario, anche se tornano a casa dopo solo 200 Km con i reni a pezzi...).
Paradossalmente (e contrariamente a quanto comunemente ed erroneamente si pensa) le moto meno problematiche per la schiena sono le sportive; il motivo non è affatto recondito ed in realtà è piuttosto semplice (ed ogni bravo esperto, ortopedico o fisioterapista che sia, non può negarlo); il peso viene ripartito/scaricato su più punti: schiena, braccia/polsi, gambe. E' fuor di dubbio che ogni medaglia ha il suo rovescio ed anche le moto sportive non sono esenti da alcune problematiche; il fatto è che spesso chi su queste moto lamenta dolori o altri fastidi come iposensibilità, formicolii, ecc., non si preoccupa minimamente di capire perchè ciò gli succede ma lo dà per scontato: è un dato di fatto, la sportiva è scomoda... sbagliato! Non è che io debba fare la difesa d'ufficio o l'elogio della supersportiva, intendiamoci, ma quello su cui voglio portare l'attenzione è che bisogna darsi pena di trovare la giusta impostazione, la giusta regolazione (o se serve, anche il giusto compromesso) per utilizzare al meglio e il più comodamente possibile la propria moto, qualsiasi essa sia.
Io vado in moto da oltre trent'anni portandomi dietro dei problemi ad alcune vertebre (retaggio di pratiche crossistiche in adolescenza) senza avere per questo alcun fastidio, e pur avendo guidato in svariate occasioni ogni genere di "attrezzo a due ruote" possiedo da sempre solo sportive e supersportive.

Dunque, come dicevo, su quelle moto che per scelta di progetto costringono ad una postura molto eretta non c'è molto da fare se non provare ad inserire nell'equazione moto/pilota delle variabili che conducano a risultati più efficaci e soddisfacenti.
Come? Cambiando la posizione sulla moto, variando (se necessario anche sostituendo delle componenti) le reciproche distanze ed angolazioni delle parti del corpo; la distanza del busto (o meglio delle spalle) dal manubrio per esempio, costringendo le spalle ad un avvicinamento, o la posizione delle gambe (spostando quindi le pedane) facendo in modo che gli angoli di braccia/busto e gambe/bacino cambino, cambiando di conseguenza i punti di scarico di peso/sollecitazioni. E' ovvio che questo richiede una certa sperimentazione e, in seconda battuta, un lavoro di riadattamento della guida per riabituare il corpo a quegli automatismi già acquisiti che in questo modo vanno in un certo qual modo perduti.
Sulle sportive/supersportive questo è gia in parte intrinsecamente contenuto nell'impostazione stessa delle moto; quello che sicuramente sfugge e che a tanti sembra creare ostacoli apparentemente insormontabili (ma che in realtà non lo sono) è che bastano pochi accorgimenti per volgere a proprio favore situazioni apparentemente sfavorevoli. Come? Tanto per dirne una cambiando ad esempio l'angolazione (in direzione verticale) dei comandi al manubrio. Già; perchè il tenere le leve "piatte" (ovvero che formano assieme al manubrio un piano parallelo al terreno) costringe la parte avambraccio/polso ad una angolazione innaturale e costringe il polso ad una rotazione verso l'alto, ogni qualvolta si deve afferrare il comando (che sia il freno o la frizione), che affatica l'articolazione in breve tempo.
Questo problema si acuisce ed è tanto più evidente per chi è abituato a guidare con le dita sulle leve perchè costringe ad una posizione che porta il piano gomito/mano (che nella posizione ideale lo vede perfettamente in asse scaricando quindi il peso direttamente a livello carpale su scafoide, osso semilunare ed osso piramidale) a formare invece costantemente un angolo abbastanza accentuato scaricando il peso (e le sollecitazioni che derivano dalla guida) sulla zona metacarpale e provocando tensioni a livello tendineo e muscolare.
Abbassare le leve riconduce ad una posizione (ed interazione) più naturale del corpo rispetto alla moto. Io consiglio sempre di fare questo piccolo esperimento a chi mi dice di avere problemi di affaticamento o sensazioni di intorpidimento alle braccia ed alle mani.

Purtroppo non esiste una formula assoluta (non andate a cercare misure, angoli o quantaltro) tanto meno una ricetta unica, se non altro perchè ognuno di noi ha, singolarmente, delle caratteristiche fisiche uniche (altezza, lunghezza del busto, lunghezza delle braccia, lunghezza delle gambe, peso corporeo, ecc.) che lo pongono su piani diversi (non solo a livello discorsivo, ma anche a livello puramente fisico in accopiata con la moto) da quelli di ciascun altro.
Quello che è possibile (e che secondo me è l'unica strada che il buon senso dovrebbe suggerire di percorrere) è un "lavoro di adattamento", un affinamento dell'accoppiata guidatore-moto che si raggiunge osservando e studiando il proprio "assetto" sulla moto. E dimentichiamoci di trovare l'impostazione/soluzione ottimale al primo colpo; ci vuole pazienza, pratica ed un poco di esperienza per raggiungere il migliore risultato (indubbiamente qualche fortunato esiste, ma statisticamente è poco influente).
Senza dubbio un poco di abitudine e di allenamento fisico non guasterebbero per completare l'opera, ma chi scrive è un cinquantenne alto un metro e ottanta e che pesa solo cinquanta chili e che, come dicevo, guida da sempre sportive e supersportive e con queste ha fatto tutti i viaggi della vita (meno uno: in Africa con una sportiva, per quanto possibile, non è molto consigliato ma per tutt'altri motivi) che gli hanno permesso di raggiungere moltissime mete tra le quali Capo Nord (con una Ninja) o l'Elefantentreffen (con la guida su neve e ghiaccio, sempre con una Ninja) e che gli hanno permesso di raggiungere il traguardo dei 770.000 Km percorsi.

Un'ultima considerazione: non si può assolutamente paragonare la postura sull'auto con la postura sulla moto, la differenza è abissale per posizione del sedile paragonata a quella della sella, dei comandi a pedale, del volante paragonato al manubrio e dei vari movimenti legati alla guida dell'una piuttosto che dell'altra; è sbagliato perchè l'ergonomia è nettamente differente e perchè le situazioni/sollecitazioni sono altrettanto diverse (pensiamo solo all'assenza nell'auto della spinta dell'aria su testa, braccia, busto, gambe...).
 
10194479
10194479 Inviato: 9 Lug 2010 11:11
 

Aspettavo da tempo un intervento così dettagliato!
Però, non so, alcune delle tue affermazioni vanno in contrasto con quelle poche cose che ho trovato e sono riuscito a leggere su internet.
Una di queste è che tu suggerisci la posizione che fa assumere una sportiva.
Invece, su internet, ho letto che inclinarsi verso il serbatoio è sbagliato perché, con il tempo e le vibrazioni, le varie vertebre scivolano tra di loro creando dolore.
La stessa cosa con i polsi.
Questi, devono essere perfettamente dritti( la posizione più naturale del corpo ) e annullare qualsiasi angolo che possa formarsi tra il braccio e la mano.
Invece, una sportiva fa assumere una posizione innaturale formando un angolo tra il braccio e la mano.

Poi in effetti ho visto anche la posizione che fa assumere la Bmw K100LT e, se a detta di molti questa moto fosse considerata MOLTO comoda anche dopo migliaia di chilometri, allora penso che si quella che più dovremo imitare.
O sbaglio? eusa_think.gif
Di una cosa mi sento di appoggiarti in pieno:
Una posizione apparentemente comoda, potrebbe non esserlo e, infatti, quella della custom è un triste ma verissimo esempio.
Ecco perché la sto vendendo.
A me serve una moto per viaggiare, non per farmi dire che sia bella.

frankie-zzr1400 ha scritto:
eusa_think.gif

se ti accontenti di un osteopata ...


Eh certo!
Chiunque mi sappia suggerire qualcosa di fondato su esperienze dirette o comunque scintifiche, è MOLTO BEN accetto.

P.s.
Ho ritrovato la fonte dello specialista che sconsigliava la postura di stare risolto con le spalle verso il serbatoio.
Link a pagina di Bandw.it
 
10195701
10195701 Inviato: 9 Lug 2010 13:23
 

personalmente ho notato che con la mia Sv650S (coi semimanubri) dopo 300 Km circa ho i polsi (ed in particolare il destro) da buttar via. le chiappe resistono altri 100 km ma poi diventa una tortura e non riesco più a star fermo un secondo.

A mio avviso tanto vuol dire quanto spesso ti fermi e scendi. io se vado via da solo mi fermo SOLO per far benzina, quindi dopo 5 o 6 ore sempre sulla moto credo sia normale aver dolori un po' ovunque. provate a star seduti 5 ore filate sempre fermi nella stessa posizione sul divano più comodo che avete a casa e poi mi saprete dire...Aggiugi poi le vibrazioni della moto e le sollecitazioni che ti da e non vede come sia possibile fare 700 km senza avere male..

Avevo pensato (ma è una cosa che se riesco proverò questo week end) di procurarmi in farmacia quei cerotti neri che usano anche gli atleti a rilascio graduale di antiinfiammatori. Spero che riescano a far qualcosa per il mio polso destro perchè ultimamente è lì che comincia a far male, sul lato destro dove il braccio e la mano si uniscono... solo che il gas devo pur aprirlo eusa_drool.gif

Bho, se trovo i cerotti vi saprò dire se fanno qualcosa o meno. per il resto credo che dipenda troppo dal tipo di moto e dal fisico del pilota per poter trovare una postura unica che vada bene in tutti i casi...
 
10200692
10200692 Inviato: 10 Lug 2010 9:31
 

frozenfrog ha scritto:
Questo è un problema piuttosto comune ed è un argomento abbastanza discusso in più sedi ed occasioni (oserei dire trito e ritrito).

Comunque...

Non fatevi ingannare dalla presunta comodità di certe moto. Nessuna moto è comoda in senso assoluto. Il grosso problema deriva dal fatto che su quel tipo di moto la postura eretta, con la schiena praticamente verticale alla moto, è nefasta perchè tutto il peso del busto e della testa (a cui si deve aggiungere quello del casco) grava solo sulla colonna vertebrale e le zone che ne risentono maggiormente sono quella cervicale a causa del peso della testa (e del casco) e quella lombo-sacrale che invece sopporta tutto. E farci 800/1000 Km non è così agevole come si possa pensare (naturalmente i possessori sosterranno il contrario, anche se tornano a casa dopo solo 200 Km con i reni a pezzi...).
Paradossalmente (e contrariamente a quanto comunemente ed erroneamente si pensa) le moto meno problematiche per la schiena sono le sportive; il motivo non è affatto recondito ed in realtà è piuttosto semplice (ed ogni bravo esperto, ortopedico o fisioterapista che sia, non può negarlo); il peso viene ripartito/scaricato su più punti: schiena, braccia/polsi, gambe. E' fuor di dubbio che ogni medaglia ha il suo rovescio ed anche le moto sportive non sono esenti da alcune problematiche; il fatto è che spesso chi su queste moto lamenta dolori o altri fastidi come iposensibilità, formicolii, ecc., non si preoccupa minimamente di capire perchè ciò gli succede ma lo dà per scontato: è un dato di fatto, la sportiva è scomoda... sbagliato! Non è che io debba fare la difesa d'ufficio o l'elogio della supersportiva, intendiamoci, ma quello su cui voglio portare l'attenzione è che bisogna darsi pena di trovare la giusta impostazione, la giusta regolazione (o se serve, anche il giusto compromesso) per utilizzare al meglio e il più comodamente possibile la propria moto, qualsiasi essa sia.
Io vado in moto da oltre trent'anni portandomi dietro dei problemi ad alcune vertebre (retaggio di pratiche crossistiche in adolescenza) senza avere per questo alcun fastidio, e pur avendo guidato in svariate occasioni ogni genere di "attrezzo a due ruote" possiedo da sempre solo sportive e supersportive.

Dunque, come dicevo, su quelle moto che per scelta di progetto costringono ad una postura molto eretta non c'è molto da fare se non provare ad inserire nell'equazione moto/pilota delle variabili che conducano a risultati più efficaci e soddisfacenti.
Come? Cambiando la posizione sulla moto, variando (se necessario anche sostituendo delle componenti) le reciproche distanze ed angolazioni delle parti del corpo; la distanza del busto (o meglio delle spalle) dal manubrio per esempio, costringendo le spalle ad un avvicinamento, o la posizione delle gambe (spostando quindi le pedane) facendo in modo che gli angoli di braccia/busto e gambe/bacino cambino, cambiando di conseguenza i punti di scarico di peso/sollecitazioni. E' ovvio che questo richiede una certa sperimentazione e, in seconda battuta, un lavoro di riadattamento della guida per riabituare il corpo a quegli automatismi già acquisiti che in questo modo vanno in un certo qual modo perduti.
Sulle sportive/supersportive questo è gia in parte intrinsecamente contenuto nell'impostazione stessa delle moto; quello che sicuramente sfugge e che a tanti sembra creare ostacoli apparentemente insormontabili (ma che in realtà non lo sono) è che bastano pochi accorgimenti per volgere a proprio favore situazioni apparentemente sfavorevoli. Come? Tanto per dirne una cambiando ad esempio l'angolazione (in direzione verticale) dei comandi al manubrio. Già; perchè il tenere le leve "piatte" (ovvero che formano assieme al manubrio un piano parallelo al terreno) costringe la parte avambraccio/polso ad una angolazione innaturale e costringe il polso ad una rotazione verso l'alto, ogni qualvolta si deve afferrare il comando (che sia il freno o la frizione), che affatica l'articolazione in breve tempo.
Questo problema si acuisce ed è tanto più evidente per chi è abituato a guidare con le dita sulle leve perchè costringe ad una posizione che porta il piano gomito/mano (che nella posizione ideale lo vede perfettamente in asse scaricando quindi il peso direttamente a livello carpale su scafoide, osso semilunare ed osso piramidale) a formare invece costantemente un angolo abbastanza accentuato scaricando il peso (e le sollecitazioni che derivano dalla guida) sulla zona metacarpale e provocando tensioni a livello tendineo e muscolare.
Abbassare le leve riconduce ad una posizione (ed interazione) più naturale del corpo rispetto alla moto. Io consiglio sempre di fare questo piccolo esperimento a chi mi dice di avere problemi di affaticamento o sensazioni di intorpidimento alle braccia ed alle mani.

Purtroppo non esiste una formula assoluta (non andate a cercare misure, angoli o quantaltro) tanto meno una ricetta unica, se non altro perchè ognuno di noi ha, singolarmente, delle caratteristiche fisiche uniche (altezza, lunghezza del busto, lunghezza delle braccia, lunghezza delle gambe, peso corporeo, ecc.) che lo pongono su piani diversi (non solo a livello discorsivo, ma anche a livello puramente fisico in accopiata con la moto) da quelli di ciascun altro.
Quello che è possibile (e che secondo me è l'unica strada che il buon senso dovrebbe suggerire di percorrere) è un "lavoro di adattamento", un affinamento dell'accoppiata guidatore-moto che si raggiunge osservando e studiando il proprio "assetto" sulla moto. E dimentichiamoci di trovare l'impostazione/soluzione ottimale al primo colpo; ci vuole pazienza, pratica ed un poco di esperienza per raggiungere il migliore risultato (indubbiamente qualche fortunato esiste, ma statisticamente è poco influente).
Senza dubbio un poco di abitudine e di allenamento fisico non guasterebbero per completare l'opera, ma chi scrive è un cinquantenne alto un metro e ottanta e che pesa solo cinquanta chili e che, come dicevo, guida da sempre sportive e supersportive e con queste ha fatto tutti i viaggi della vita (meno uno: in Africa con una sportiva, per quanto possibile, non è molto consigliato ma per tutt'altri motivi) che gli hanno permesso di raggiungere moltissime mete tra le quali Capo Nord (con una Ninja) o l'Elefantentreffen (con la guida su neve e ghiaccio, sempre con una Ninja) e che gli hanno permesso di raggiungere il traguardo dei 770.000 Km percorsi.

Un'ultima considerazione: non si può assolutamente paragonare la postura sull'auto con la postura sulla moto, la differenza è abissale per posizione del sedile paragonata a quella della sella, dei comandi a pedale, del volante paragonato al manubrio e dei vari movimenti legati alla guida dell'una piuttosto che dell'altra; è sbagliato perchè l'ergonomia è nettamente differente e perchè le situazioni/sollecitazioni sono altrettanto diverse (pensiamo solo all'assenza nell'auto della spinta dell'aria su testa, braccia, busto, gambe...).


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10201266
10201266 Inviato: 10 Lug 2010 11:50
 

Ho letto l'articoletto che in realtà è assai poco approfondito; è costituito da una serie di considerazioni di carattere generale e se vogliamo è pieno di ovvietà (per quei motociclisti cha hanno un minimo di buon senso e di esperienza). E' solo un vademecum del viaggiatore nel quale si affrontano a volo d'uccello diversi argomenti, tra i quali quello che qui ci interessa, e non è certo rivolto alla trattazione solo ed unicamente (e soprattutto approfonditamente) di questioni inerenti la postura e l'interazione uomo/moto.

Io non voglio assolutamente sminuire le affermazioni di chi in quell'articolo esprime il proprio parere professionale (che da un punto di vista strettamente medico saranno anche corrette) ma, mi sia permessa questa considerazione: mi sembrano assolutistiche e in alcuni casi pretestuose (vedremo dopo il perchè); mi sembrano valide solo da un punto di vista teorico e non vengono sostenute da alcun riscontro "su strada"; sappiamo tutti che dalla teoria alla pratica ce ne corre e mi sembra che chi scrive non sia mai salito su una moto (si può essere grandi teorici ma le teorie vanno sostenute da prove sul campo e dai fatti) e sono oltretuto generiche e per tale motivo conducono ad errate interpretazioni (specie a fronte di alcune affermazioni che analizzerò brevemente in seguito).

Io ho portato la mia esperienza senza avere la pretesa che venisse considerata verità assoluta e aprioristica.
Ho espresso un parere (del tutto personale) che ritengo possa essere considerato qualificato perchè viene da una persona con trentasette anni di esperienza nel settore motoristico che va in moto proficuamente pur portando con se alcune patologie e particolari condizioni; una su tutte lo schiacciamento ed una riduzione dello spazio intervertebrale a livello delle vertebre lombo-sacrali a causa di pratiche crossistiche in età troppo giovane (adolescenza). Questa persona oggi come è e come sta? La risposta è qui a disposizione di tutti: ho 50 anni, sono alto 1,80 e peso 50 Kg e, malgrado la mia patologia, non ho alcun problema alla schiena tanto meno dolori articolari (sicuramente il poco peso è un vantaggio, ma c'è come contraltare una ridotta massa muscolare a sostenerlo); riesco a percorrere in mezza giornata oltre 800 Km agevolmente (facendo le dovute soste, purtroppo non esiste ancora una moto che abbia una tale autonomia) e lo faccio su una supersportiva. Sono pazzo? Sono l'eccezione che conferma la regola? Non lo so, non sta a me dirlo, e francamente non mi interessa nemmeno che qualcuno "me lo diagnostichi"; quel che è certo è che non sono un cantastorie e non ho la necessità di mettermi in mostra. Quello che racconto è la semplice verità, fa parte della mia vita, testimoniabile e dimostrabile, ed è il frutto di questi lunghissimi anni di esperienza (e se vogliamo ne sono dimostrazione vivente); non faccio altro che metterla a disposizione di chi ha bisogno di spunti di riflessione.
Lungi da me l'idea di sostituirmi ad un medico ma i fatti parlano chiaro (e non sono certo l'unico al mondo in queste condizioni).

Rendiamoci (rendetevi) conto di una cosa: andare in moto significa sottostare ad una serie di regole ma soprattutto di compromessi, sta alla bravura del motociclista fare in modo di portare il più possibile a proprio vantaggio tutte le variabili che compongono l'equazione moto/pilota; in caso contrario se qualcuno non vi riesce... beh... mi dispiace, ma la moto non è per tutti (malgrado sia un fenomeno molto massificato); senza entrare nel merito di questioni filosofiche, la moto è anche sacrificio..

Tornando a quell'intervento, sembra venire dato per scontato il fatto che il peso del corpo non scarichi anche sulle braccia (forse per supportare a tutti i costi una teoria che non è del tutto corretta?): questo non è del tutto esatto. Come si evince dal mio intervento precedente (se lo si legge attentamente e tra le righe), potrebbe valere solo per alcune tipologie di moto ma di sicuro non vale (guarda caso) proprio per le sportive e supersportive; vi è vieppiù una inesattezza (che a me pare pretestuosa) allorchè si afferma che il peso del corpo non scarica sulle gambe... beh, allora tagliamocele via tanto possiamo portare i comandi al manubrio... Scherziamo? Sarebbe più corretto (ed intellettualmente onesto) specificare che il peso del corpo in posizione statica scarica in proporzione minore sulle gambe rispetto ad altre parti del corpo (il bacino ed il sedere per primi e su tutte), ma nel comportamento dinamico (che è quello che ci interessa maggiormenta) è tutto un altro paio di maniche. Allora domando: perchè spostando le pedane, e variando quindi angoli e punti di appoggio, si cambia, anche radicalmente, il comfort e di conseguenza la facilità (o meno) alla guida? forse perchè si pensa che in questo modo comunque non si sposta il baricentro e non si spostano i punti in cui le varie forze intervengono/interagiscono?
Ma non fatemi ridere! Qui parliamo di pura e semplice fisica, non se mettere più o meno zucchero nel cappuccino della mattina!

Forse il mio intervento non è stato letto con la dovuta attenzione (o forse io non sono stato sufficientemente chiaro ed esplicativo); io ho fatto delle affermazioni esattamente in quella direzione:
Citazione:
..... Cambiando la posizione sulla moto, variando (se necessario anche sostituendo delle componenti) le reciproche distanze ed angolazioni delle parti del corpo; la distanza del busto (o meglio delle spalle) dal manubrio per esempio, costringendo le spalle ad un avvicinamento, o la posizione delle gambe (spostando quindi le pedane) facendo in modo che gli angoli di braccia/busto e gambe/bacino cambino, cambiando di conseguenza i punti di scarico di peso/sollecitazioni. ......

qui si parte proprio da presupposti indicati nella fisica elementare...

e ancora:
Citazione:
.... Tanto per dirne una cambiando ad esempio l'angolazione (in direzione verticale) dei comandi al manubrio. Già; perchè il tenere le leve "piatte" (ovvero che formano assieme al manubrio un piano parallelo al terreno) costringe la parte avambraccio/polso ad una angolazione innaturale e costringe il polso ad una rotazione verso l'alto, ogni qualvolta si deve afferrare il comando (che sia il freno o la frizione), che affatica l'articolazione in breve tempo.
Questo problema si acuisce ed è tanto più evidente per chi è abituato a guidare con le dita sulle leve perchè costringe ad una posizione che porta il piano gomito/mano (che nella posizione ideale lo vede perfettamente in asse scaricando quindi il peso direttamente a livello carpale su scafoide, osso semilunare ed osso piramidale) a formare invece costantemente un angolo abbastanza accentuato scaricando il peso (e le sollecitazioni che derivano dalla guida) sulla zona metacarpale e provocando tensioni a livello tendineo e muscolare.
Abbassare le leve riconduce ad una posizione (ed interazione) più naturale del corpo rispetto alla moto. Io consiglio sempre di fare questo piccolo esperimento a chi mi dice di avere problemi di affaticamento o sensazioni di intorpidimento alle braccia ed alle mani. ...

C'è qualcosa che non è chiaro?

Quello su cui dobbiamo (dovremmo) trovarci d'accordo è che la posizione in sella (e la postura ed interazione alla guida) è differente da persona a persona (sia a parità di moto che non).
Se mettiamo su questa benedetta (per modo di dire...) BMW una persona di 170 cm (o meno) di altezza, a meno che questa non sia la dimostrazione che l'uomo discende dalle scimmie (ed abbia di conseguenza braccia lunghissime come un Orango), avrà in sella (ed alla guida) una posizione tutt'altro che comoda perchè sarà costretta a portare il busto/spalle in avanti per raggiungere il manubrio avendo una postura con le braccia tese (il che non va bene); di contro una persona molto più alta della media si troverà in una situazione di vantaggio perchè raggiungerà agevolmente il manubrio ma starà seduto sulla moto come se stesse su un bidet... (il che non va bene perchè il peso del corpo in questo caso scarica in massima parte sulla colonna vertebrale). Questo cosa significa? Che le regole fisse ed assolute non esistono (e se esistessero non sarebbero applicabili senza l'introduzione di ulteriori variabili od altri elementi).

Ad attila01 (ma non solo a lui) mi permetto di lasciare solo qualche considerazione.

Trecento chilometri, a velocità codice, significa stare sulla moto come minimo due ore e venti minuti se si va in autostrada dove si può mantenere la media più elevata, circa tre ore e mezza (o anche più) se si percorrono strade statali o secondarie. E' risaputo che una permanenza alla guida più è protratta e più è stancante; richiede un certo allenamento o quanto meno delle pause cadenzate per riposare e non serve certo la lezioncina del fisiatra dell'articolo per capirlo (o ricordarcelo), senza togliere che in questo caso non si può che trovarsi d'accordo.

Per il problema al polso (ma anche per qualsiasi altro problema) io prima cercherei di capire la causa; a volte è un problema che deriva da altre patologie e che acutizza o recidiva alla guida della moto; io per esempio ho sofferto della STC (sindrome del tunnel carpale) che in certi periodi, data la lunga permanenza al computer (per motivi professionali) e l'altrettanto lunga permanenza sulla moto (sono motociclista 365/365) mi ha creato parecchi disagi, con veramente pochi accorgimenti e poca terapia (medicinale e non) l'ho sconfitta.

Quando si sta in moto, tutto si riconduce alla nostra posizione su di essa; i problemi che derivano dallo stare in sella e guidare dipendono da due fattori principali: il guidatore e la moto (quella che io definisco equazione uomo/moto); mi pare ovvio, altrimenti che staremmo a discuterne a fare in questo (come in altri) topic?

Le brevi considerazioni fatte in quell'articolo sembrano prendere le mosse da un assunto che non è corretto: il complesso uomo/moto come unico e immodificabile (come mettere una Barbie sulla sua moto di plastica... eusa_think.gif ma Barbie ce l'ha una moto?... icon_asd.gif icon_asd.gif); forse poteva avere qualche valore alcuni decenni fa ma oggi è decisamente sbagliato!

Dunque, siccome è materialmente impossibile agire sul primo elemento (guidatore) modificandone la struttura fisica/corporea (c'è qualcuno che vuole sottoporsi a qualche esperimento? chiamate il dott. Frankenstein!...) è evidente che si deve "operare" sull'altro elemento (che è la moto); è tanto difficile da capire?
Non mi stancherò mai di ripeterlo, è inutile cercare chissà quali misteriose formule; non è l'uomo che si deve adattare alla moto ma è l'esatto opposto: la moto deve essere adattata all'uomo (con le dovute limitazioni, ovviamente non si può trasformare una Harley in una Ninja...).

Si può cercare la soluzione più idonea modificando i parametri dell'interazione uomo/moto; oggi siamo fortunati con tutti i prodotti aftermarket che abbiamo a disposizione (una volta era tutto un lavoro artigianale di misura, taglia, sposta, salda... rimisura, ritaglia, risalda, ecc...) questo è possibile modificando alcune componenti della moto in modo da spostare la posizione del corpo in una posizione (perdonate il necessario bisticcio di parole) più congrua (quindi più efficace e meno stancante).
A volte basta veramente poco, per esempio per i polsi abbassare la posizione delle leve è efficace come è efficace regolare il gioco della manopola del gas ed imparare ad afferrarla in una maniera diversa eseguendo il movimento di rotazione in maniera differente per non trovarsi, nelle posizioni più aperte, con il polso ruotato all'indietro (che alla lunga è quanto di più stancante e doloroso). Stesso discorso vale per i comandi a pedale; regolarne l'altezza aiuta a limitare (se non ad eliminare) quelle tensioni muscolari che si verificano nei continui movimenti delle caviglie che possono portare ad indolenzimenti se non addirittura a crampi (non parliamo della guida in pista che è fatta tutta di continui spostamenti e spinte, pressioni, ecc.).
Analogamente si "interagisce" con la moto modificando altezza e spessore della sella, posizione/orientamento del manubrio e così via.
E' una ricetta semplice, è solo una questione di equilibrio; di equilibrio nella posizione sulla moto e nel modo di condurla, di equilibrio tra la distribuzione dei pesi e l'assorbimento delle sollecitazioni (distribuire pesi e sollecitazioni significa sollevare alcune parti da compiti gravosi demandandoli ad altre).
Occorre solo costanza e pazienza nel seguire una strada che porti alla meta desiderata.
 
10201464
10201464 Inviato: 10 Lug 2010 12:26
 

Tutto molto interessante.
Aggiungo che può essere utile un piccolo (nessuno deve andare in palestra a farsi fare una tabella di esercizi apposita!) lavoro fisico preparatorio, fatto di piccoli esercizi casalinghi, un po' come quando si fa la "presciisitica".
Parlavano ad esempio di piegamenti sulle braccia per chi ha i semimanubri, in modo da non affaticare le braccia mentre queste scaricano parte del peso di busto/testa/casco sulle manopole (perchè chiaramente le braccia devono stare semi flesse e non dritte e rigide come un fuso!). Però questo esercizio è.... ovvio.
Altri consigli in merito???
 
10202417
10202417 Inviato: 10 Lug 2010 15:07
 

eusa_think.gif

partiamo dal primo assunto: l'articolo in questione è una accozzaglia di banalità - inesattezze ed errori a cui si aggiunge l'idea sempre più diffusa che sia necessaria un'autorizzazione medica per fare qualunque cosa

in seconda battuta l'eventuale scivolamento delle vertebre può avvenire anche su moto con postura "enduristica" e non solo su sportive

non voglio dilungarmi a ripetere quanto già affermato da frozenfrog, in quanto concordo con molto di quello che dice ed è inutile ripetere gli stessi concetti espressi in modo chiaro e preciso

sicuramente ognuno di noi ha la necessità di trovare il suo equilibrio con un rapporto sella-manubrio-pedane ottimale per la nostra struttura-altezza e postura

solo su un punto dissentisco e mi diversifico: il vero segreto sta non tanto nella preparazione atletica, anche se l'allenamento ai viaggi è fondamentale, quanto nella "ELASTICITA'" che riusciamo a mantenere/garantire al nostro corpo ...

tenete presente che se fermiamo 100 persone, per la strada, che NON hanno mal di schiena .. 45 hanno almeno un bulging o un'ernia discale ... anche se non hanno o non hanno mai avuto sintomi!

lo stesso si può dire chi ha mal di schiena: quasi la metà non ha lesioni muscolari osse o dei tessuti connettivali, ma il dolre dipende dallo stato di tensione della muscolatura ....
 
10206223
10206223 Inviato: 11 Lug 2010 17:32
 

ti riporto la mia esperienza:
è che siamo tutti diversi ad esempio io una moto come tutte le turistiche ad impostazione eretta non le posso guidare perchè mi danno fastidio alla schiena, ho cominciato con uno scooterone che a detta di tutti era il massimo del comfort...un par de palle...ho fatto un viaggio in Germania e l'ho venduto subito e cambiato con una Breva1100 perchè nel giro di prova mi sembrava meglio...niente da fare dopo 2 ore mi fa male la schiena allora gli ho cambiato il manubrio mettendo quello della versione sportiva la cosa è migliorata ma non scomparsa allora ho preso il V11 con i semimanubri e adesso è quasi perfetto tanto che ho fatto delle belle tirate nel viaggio lappone di giugno. Per renderlo perfetto dovrei rialzare il c ulo di 2/3 cm e arretrare un po le pedane
 
10207084
10207084 Inviato: 11 Lug 2010 20:33
 

Insomma, riassumendo il tutto, ho capito che:

1°) Non esiste una posizione universale valida per tutti per stare più comodo possibile.
2°) Dopo un po', bisogna comunque cambiare un po' la postura che si ha sulla moto cambiando il baricentro e spostare i pesi su altre articolazioni.
3°) Quella più indicata, sarebbe un compromesso tra la postura di una sportiva e quella custom.
Cioè, bisognerebbe avere le pedane arretrate, la schiena non troppo in avanti ma neanche retta come se fossimo su un custom o su una enduro perché, da posizione sportiva, si affaticheranno troppo i polsi, il collo e le braccia, per la postura enduro-custom, la schiena e il fondo-schiena.

Ci ho capito bene o il riassunto è fatto male?
 
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