Perdonate questa breve incursione di un Under20 fra gli Over50.

Ci ho pensato un po', un bel po' prima di decidermi a scrivere su questo topic.

Alberto io non l'ho conosciuto, quando ha avuto l'incidente ero iscritto da poco al Tinga ed ancora non bazzicavo molto il forum.
E' successo che un giorno della primavera 2010 sono capitato nell'Isola di Centoquaranta, e in seguito nel Salotto di Oriana, due topic nei quali spesso ho sentito parlare di Alberto.

Se era amico di persone splendide quali sono i Fieri ed i Salottisti, doveva senz'altro essere una persona speciale.

Una decina di giorni fa Oriana mi ha ospitato a casa sua, e prima che andassi via mi ha regalato il libro con i Report (scritto volutamente in maiuscolo) di Alberto. E' stato uno dei regali più belli che abbia mai ricevuto, probabilmente non sono riuscito a dimostrarglielo ad Ory perchè tendo a mascherare molto le emozioni, ma spero mi creda quando scrivo che è così. Finalmente potevo leggere qualcosa di Alberto, provare a capire qualcosina di lui, e cosa spingesse così tante persone a ricordarlo periodicamente su questo topic.

Era qualche giorno che mi mancava da leggere l'ultimo Report. In un certo senso NON volevo leggerlo, perchè sapevo cosa c'era scritto dopo, e non volevo arrivarci.. non volevo leggere quel Report sapendo che sarebbe stato l'ultimo. Oggi pomeriggio alla fine l'ho letto.

Ebbene, Alberto si è davvero manifestato attraverso quelle pagine, quegli scritti, quelle foto e quelle emoticons, più volte mi ha strappato un sorriso ed in continuazione mi sono arrabbiato con questo destino crudele che non mi ha permesso di conoscerlo.
Sembra una cosa "stupida" ed insensata anche a me, eppure semplicemente leggendo quelle poche pagine, mi sono affezionato ad Alberto.

Quando ho chiuso il libro prima, mi è venuta alla mente una frase scontata e banale nella maggiorparte dei casi, ma che sento sia assolutamente vera ed adatta.. Sono sempre i migliori ad andarsene per primi.


Questo pomeriggio ho letto le 11 pagine del topic in Sicurezza e Prevenzione e le 17 pagine di questo topic.. così, per tentare di conoscerlo un po' di più attraverso i pensieri, le immagini e le parole di chi gli ha voluto (e gli vuole) bene.

Ho visto anche che era amico di Silvio, il che non fa che confermare il mio pensiero che fosse davvero una persona eccezionale.
Mi rammarico davvero molto di non averlo potuto conoscere.

Ringrazio ancora Ory per questo dono davvero speciale.


Alberto, non lo so se esiste un'aldilà oppure no, mi auguro solamente che in futuro, mi venga dato l'onore di conoscerti

Edo

"Era una persona reale, viva, che occupava un tempo e uno spazio su questo pianeta: e ora, d'un tratto, dov'era finito? Era salito su per la ciminiera del crematorio? Era nella piccola urna piena di ossa che ci avevano restituito? Stava suonando un'arpa d'oro su una nuvola lassù? Nessuna di queste risposte aveva senso.
La domanda da fare era: A che cosa ero così attaccato, io? A qualcosa che si trovava solo nella mia immaginazione? Se non era immaginario, dov'e andato? Le cose reali scompaiono e basta? Se è così, è un bel guaio per le leggi fisiche della conservazione.
È un vecchio vizio culturale quello di pensare alle persone innanzitutto come a qualcosa di materiale, qualcosa di carne ed ossa. Finché questa idea reggeva, il problema era insolubile. Gli ossidi che erano nella carne e nelle ossa di Chris, naturalmente, sono saliti su per la ciminiera del crematorio. Ma non erano Chris.
Quello che bisognava capire era che il Chris di cui sentivo tanto la mancanza non era un oggetto ma una sorta di ampio disegno, e anche se la carne e le ossa si Chris facevano parte di questo disegno, la cosa non finiva lì. Il disegno era più vasto di Chris e di me, e ci legava con rapporti che noi non capivamo né padroneggiavamo fino in fondo.
Ora il corpo di Chris, che era parte di quel disegno più ampio, non c'era più. Ma il disegno restava. Al centro c'era un grande strappo, un buco, ed era di lì che veniva tutto il dolore. Il disegno cercava qualcosa a cui attaccarsi e non lo trovava. È forse per questo che le persone in lutto sono così attaccate alle lapidi e agli oggetti o ai ritratti dei morti. È il disegno che cerca di mantener salda la propria esistenza incentrandosi su questo o quel nuovo oggetto materiale."

Il tuo pensiero è bellissimo e mi ricorda molto quello citato da Pirsig nella postfazione del suo celeberrimo libro.



Ed è vero. Io Alberto l'ho sentito.. e non lo so spiegare. Perchè puoi ricordare una persona che hai conosciuto, ma come puoi sentire la mancanza di una persona che non hai conosciuto? Ebbene io in un certo qual modo, la sento.

Scusatemi per la mia intrusione

so più di due mesi che non mi affacciavo, sai bene il perché Albé, la mia estate é lunga poi senza pc mi é sembrato un'eternità. Ho visto i post di belle persone e non ho esitato per darti il mio salutino anche se, in tante sere ci siamo parlati sotto un cielo stellato. Annina, Eduardo ( chi sa se ha mai visto la ISS su Trivero poi ) Akilluccio e Mario ti abbracciano tutti insieme ^?p

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... si vede che ci sei, Annina ti sta aspettando.... ciao datato!!!

Un pensiero... ciao Alberto