La vera storia di Gattomammone
La guerra era finita e una famiglia viveva in una piccola fattoria vicino a un ruscello.
Nel loro pollaio c’erano tre galline: ogni giorno davano due uova e la mamma le conservava per i bambini. Avevano anche un bellissimo gatto chiamato “Gatmamon”, che era molto affettuoso e molto goloso.
Nel paese vicino vivevano famiglie più ricche di loro e un giorno "Ar Marches” chiamò papà Giovanni per dei lavoretti nel giardino del palazzo. Alla sera, quando papà tornò a casa, tutti gli corsero incontro, compreso Gatmamon.
Papà tirò fuori dalla sacca cinque salamini e subito guardò Mammone e gli disse "Varda da tucài nò, am racoumànd".
Messi a dormire i piccoli, la mamma si chiese dove poteva nascondere i salamini in modo che nessuno potesse trovarli... "Ai miterò intra stiva".
Al mattino dopo si avvicinò subito alla stufa per tirare fuori i salamini, ma scoprì che non c'erano più. Cominciò allora a gridare "Giuvàni, h'an rubò i salamèin!!”. Mammone era il colpevole, poiché si stava ancora leccando i baffi. Prese allora una scopa e cominciò a rincorrere il gatto gridando: "Se at ciàp, at mass cun er me maou!!".
Mammone corse corse finché non giunse alla casa del Marchese. Cercò disperato se in giro ci fosse un paio di stivali “delle sette leghe”, ma non trovandoli balzò sul motorino del Marchese (un leggerissimo Ducati “Cucciolo”) e, sebbene senza guanti, senza casco e senza paraschiena, guidò a tutta fino in paese. In paese era giorno di mercato. Gatmamon vide un bellissimo banchetto di formaggi e salami e con un balzo si impadronì di una fila di 7 salamini; risalì sul motorino e corse corse fino a casa, con la fila di salamini in bocca che gli svolazzava intorno al muso. Arrivò in cortile, strombettò un po col clacson e quando tutti gli andarono incontro, aprì la bocca e lasciò cadere i salamini. Poi andò a nascondersi, ancora impaurito e vergognoso per quello che aveva fatto.
La mamma cucinò i salamini con la polenta. Tutti erano felicissimi. Mancava solo gatto Mammone. Allora i bambini andarono a chiamarlo, e così anche lui si mangiò un bel salamino con la polenta.