8137171
Inviato: 20 Lug 2009 9:33
Oggetto: Monster, SS ed V-strom in montagna (Giro del 18/07/2009)
Report di una "gita" di mezzo luglio...
Sabato mattina, belli freschi e motivati, appuntamento alle 8,15 sotto casa mia. Siamo in tre, Giovanni con il suo mitico SS750, Bruno con il suo Suzuki Vstrom 650, ed io con il solito Bastardo Giallo.
Le previsioni meteo sono buone, dopo un venerdì di piogge e temporali serali. Infatti al mattino il cielo è sereno, le montagne sono “pulite” a parte qualche nuvola residua verso la Val di Susa, che dovrebbe dissolversi nel corso della giornata. Temperatura intorno ai 20°.
Decidiamo quindi di partire. Programma del giro: Torino, Moncenisio, col du Galibier, Col du Lauteret, Monginevro, Torino.
Appena infilata la Val di Susa, però, iniziamo a pensare che forse non abbiamo fatto una scelta azzeccata; un forte vento ci accoglie, rendendo difficile la guida e soprattutto percorrere le rotonde, visto che le folate di tanto in tanto cercano di farci andare dritto. Le montagne di fronte a noi continuano ad avere qualche nuvolone sopra loro, ma noi proseguiamo sperando che una volta iniziato a salire anche il vento si attenui. Infatti così è, e per i primi km in salita della SS 25 iniziamo anche a divertirci (in particolare io che apro il gruppo) con qualche bella piega… ma presto devo rallentare, perché l’asfalto inizia ad essere bagnato a chiazze, segno del passaggio di un temporale nelle prime ore del mattino. Continuiamo a salire mentre la temperatura scende a precipizio: da 28 a 18 gradi nel giro di pochi km. Ricomincia anche il forte vento. Al riparo di una casa, ci fermiamo e ne approfitto per infilare una felpa leggera che ero riuscito a stipare sotto la sella (e meno male che prima di partire ho messo la fodera termica alla giacca di pelle) e un paio di guantini di gomma sotto i guanti estivi in pelle; Bruno si mette i pantavento, Giovanni resiste, con la sua tuta intera. Si riparte, ma la strada è sempre più bagnata. Infatti salendo ancora inizia a piovere, anche se il sole continua ad illuminarci a sprazzi dalle nuvole. La pioggia è portata dal vento, ma ciò non toglie che sia comunque bagnata… ovviamente io non ho portato una tuta antipioggia (furbo, eh?) non pensando di trovare un clima simile. In compenso arrivati al lago (m. 2081) lo spettacolo di un luminosissimo arcobaleno che attraversa il lago ci riempie gli occhi… e non è il solo: decine di arcobaleni piccoli e grandi saltano da una valle all’altra, con un effetto meraviglioso. Ma non c’è tempo per fermarsi, la temperatura è scesa ancora: ora siamo intorno ai 6°. Scendiamo più rapidamente possibile verso Lanslebourg-Mont-Cenis, sperando che il temporale resti in quota. Purtroppo troviamo pioggia anche in basso, anche se il cielo sereno si continua ad intravedere di fronte a noi.
Una breve sosta in un bar, e io ne approfitto per andare in tutti i negozi a cercare un paio di pantaloni antivento… che ovviamente non trovo, se non capi ultra-tecnici dal costo esorbitante. Ma una volta non esistevano i K-Way? Risaliamo in moto verso Modane, e per un breve pezzo la strada è semi-asciutta,
e ci consente di dare un'occhiata, passando, al bellissimo Forte de l'Esseilon, in quel momento illuminato dal sole. A Modane piove di nuovo ma continuiamo, sempre nella speranza che le nuvole restino in alto. Vana speranza, visto che a Saint-Michel-de-Maurienne piove a dirotto. Bruno si infila la tuta antipioggia, Giovanni continua ad essere asciutto grazie alla tuta che è perfettamente impermeabile, ed io lo sono a metà: la giacca tiene benissimo, ma non posso dire altrettanto dei jeans.
Saliamo il Col du Telegraphe (1560 m) e scendiamo a Valloire, sempre sotto la pioggia. Inizio a guidare tremando come un pulcino. Mi rifermo davanti ad un negozio, nella speranza di trovare i pantavento. Sono disposto a pagare qualsiasi cifra…. Ma ovviamente non li hanno. La fermata mi fa appannare la visiera dall’interno, costringendomi a viaggiare per qualche km con tenendola semiaperta. La temperatura resta tra i 12 ed i 6 gradi.
Ma il peggio deve ancora venire. Iniziamo a salire il Col du Galibier, immersi nella nebbia e nella pioggia. I prati al nostro fianco sono spolverati di neve fresca. Saliamo ancora e la neve diventa sempre di più. Dopo un tornante usciamo dalla nebbia, e ci troviamo come sospesi nel bianco: un raggio di sole ci abbaglia, la neve è circa 20 cm, e le nuvole sotto di noi sembrano un tappeto di cotone. Per fortuna la strada è bagnata ma pulita.
Anche qui lo spettacolo è splendido, ma il freddo è intensissimo. Arriviamo al tunnel du telegraphe
(100 mt che bypassano il sommo del colle, a 2645 mt, che tra l’altro è chiuso) sotto la nevicata. Temperatura 4° (al 18 di luglio!!). Aspettiamo che il semaforo ci dia via libera e… panico: i primi 10 mt del tunnel, assolutamente buio, sono un tappeto di neve bagnata portata dalle auto. Li percorrriamo in prima, con i piedi piantati per terra. Al di là del tunnel la neve continua a cadere e ritorna pure il vento. Non sento più la mano sinistra, ed il pollice della destra. Guido con una mano sola, pianissimo, cercando di riprendere il controllo della mano muovendola e “arpeggiando” con le dita. Passiamo anche il Col du Lautaret, e finalmente smette di nevicare e di piovere. La neve si dirada, e vediamo il fondovalle con il sole.
A 29 km da Briancon ci fermiamo in un albergo in mezzo alle montagne, completamente intirizziti.
Io e Giovanni entriamo per prendere un caffè, e ci riscaldiamo le mani tenendo la tazza bollente in mano per 10 minuti… Bruno è fuori al sole.
Risaliamo in moto e ci fiondiamo, incuranti dei velox, verso Briançon. Il sole è caldo, e le nuvole fortunatamente restano indietro. Ci fermiamo nella città vecchia e finalmente, alle 14 precise, ci fermiamo in piazza, seduti al sole, a pranzare con un gigantesco hamburger CALDO. Il cielo è limpido, il vento c’è sempre ma è sopportabile. Decidiamo di non risalire per il Monginevro, ma di fare il più facile (e soprattutto più basso) Colle della Scala. Ripartiamo; alle 15,30 circa siamo a Bardonecchia. Alle 17 sono finalmente a casa.
Mi do dell’idiota e dell’incosciente vedendo nello sgabuzzino la borsa da serbatoio con la tuta antipioggia.
Morale della favola: mai andare in alta montagna senza almeno un paio di pantavento, anche se le previsioni meteo sono buone, e anche se lo stesso giro lo si è già fatto altre volte, con il sole e sudando sotto il paraschiena.
Due cose mi resteranno di tutto questo freddo: la prima è che tra amici, anche in condizioni simili, si riesce a ridere ed a prenderla con filosofia pur battendo i denti; la seconda è che le Metzeler M3 sono buone anche sotto la pioggia…
Ultima modifica di Desmopier il 21 Lug 2009 14:17, modificato 9 volte in totale