aquilasolitaria ha scritto:
Ronfo scrive :
Codice:
Certo bisogna che l'impegno non diminuisca comunque tieni conto che il terremoto è stato di proporzioni e dimensioni devastanti e che anche in Friuli, dove i soldi dello stato erano stati spesi piuttosto bene, ci sono voluti anni per recuperare una normalità accettabile.
In Friuli ci sono state 3 scosse devastanti : il 6 maggio 1976 e l'11 e 15 settembre1976 ed in tutta l'estate si era lavorato sodo per sgomberare e ricostruire ....................non mi sembra che in Abruzzo ci sia altrettanta solerzia ..............la vedo dura, molto dura...........
Non metto in dubbio che sarà moooolto dura e non ho certo io la pretesa, da 700 km di distanza, di avere un sensazione precisa dell'avanzamento dei lavori.
Volevo solo dire che in situazioni catastrofiche come i terremoti che colpiscono grandi città, per di più con tantissimi fabbricati storici e antichi, i tempi non possono essere rapidi e nessuno ha la bacchetta magica soprattutto uno stato come il nostro con le casse vuote e pieno di debiti.
Come del resto dici anche tu, in Friuli, tutto l'anno 1976 è passato tra scosse anche fortissime arrivate 5 mesi dopo la prima e la vera ricostruzione è avvenuta negli anni successivi, dal 1977 in avanti per vari anni.
Ci vogliono capitali giganteschi e noi italiani siamo sempre pronti a pretendere efficienza dallo stato ma al momento di pagare le tasse, soldi che servirebbero anche in questi momenti, troppi si sentono cittadini di un'altro pianeta.
Lo stato e la protezione civile agiranno solo per il periodo dell'emergenza cioè il periodo necessario a togliere la gente dalla strada e dalle tende prima dell'inverno ma la ricostruzione sarà cosa locale da farsi negli anni prossimi (almeno 4 o 5).
Saranno le amministrazioni locali e i cittadini a dover usare bene i soldi della vera ricostruzione man mano stanziati dallo stato centrale negli anni futuri e a non disperderli in mille rivoletti di clientele, tangenti e giochetti vari come avvenuto in occasione di altre grandi tragedie del passato, ancora oggi parzialmente irrisolte.