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Il senso di imprese e competizioni estreme?
6695626
6695626 Inviato: 8 Gen 2009 13:28
Oggetto: Il senso di imprese e competizioni estreme?
 

Prendo spunto dagli ultimi avvenimenti accaduti nella corsa Dakar, che da quest'anno si svolge in Argentina.

Pochi giorni fa è deceduto il pilota Terry (notizie e commenti in questo Topic -> Dakar, muore il motociclista Terry la quinta tappa è stata annullata e la sesta ridimensionata.

La Parigi Dakar è famosa per le condizioni in cui si svolge, estreme e troppo spesso letali: molti motociclisti vi hanno perso la vita (ricorderete Fabrizio Meoni icon_cry.gif ) e tanti altri hanno subito danni fisici.

A questo punto mi chiedo che senso abbia organizzare e ancor più partecipare a una corsa tanto pericolosa, visto che comunque nonostante la moderna tecnologia i soccorsi tardano e alcuni si perdono.

Discorso similare vale per il Tourist Trophy, dove tutti gli anni ci sono vittime, almeno una.

E questo non è un discorso limitato alle corse in moto, ma anche a competizioni di altro tipo, in auto, in barca.

Certo, direte che senza rischio e avventura non c'è gusto nè avventura...

Non so neppure io che pensare, il fatto è che mi colpisce una brutta fine come questa...
 
6695752
6695752 Inviato: 8 Gen 2009 13:46
 

ma io non capisco il perchè non ci siano i giusti soccorsi...tutti i veicoli sono dotati di gps e quindi possono essere controllati...perchè se un pilota rimane fermo per 1/2 ora o più nessuno si preoccupa di andare a controllare cos'è successo???
 
6695816
6695816 Inviato: 8 Gen 2009 13:55
Oggetto: Re: Il senso di imprese e competizioni estreme?
 

SuperCazzola ha scritto:
...A questo punto mi chiedo che senso abbia organizzare e ancor più partecipare a una corsa tanto pericolosa...

Bella domanda la tua...
La risposta alla prima parte credo sia scontata: sopra certi livelli si organizza dove tramite sponsors e media si guadagna molto denaro, il motivo principale è senz'altro quello.

Per quanto riguarda il parteciparvi boh, probabilmente bisognerebbe chiedere a chi davvero vi partecipa...
In questo caso il denaro probabilmente non c'entra proprio nulla, mentre secondo me la convinzione che rischio e avventura a braccetto l'un l'altro diano un sapore unico e irrinunciabile alla vita la fanno da padroni nell'animo di chi sceglie di prender parte a queste competizioni cosi come a tante altre imprese estreme.
 
6696391
6696391 Inviato: 8 Gen 2009 14:51
 

Secondo me poi il discorso sponsor è relativo...

Perchè a un evento come la Dakar non danno il rilievo delle partite di calcio? o della MotoGP o della Formula1?

Poi non comprendo il senso per un uomo di affrontare un'impresa rischiosa così... come scalare un 8000m in Nepal, o fare il giro del mondo il solitaria in barca...

Certo, lasci il segno, ma se muori a te cosa resta? il dolore dei tuoi... icon_confused.gif
 
6696627
6696627 Inviato: 8 Gen 2009 15:14
 

è solo questione di soldi!!

e i soldi li fanno gli organizzatori!!

no i fessacchiotti dei piloti; per loro bastano le briciole, le copertine delle riviste e gli autografi!!

e a noi poveri fessi basta solo Maradona o Valentino (da guardare alla TV o spendendo mezzo stipendio per seguirli da una curva)!! icon_confused.gif

Guardate ad esempio alla Honda o alla Kawa o alla Subaru ritiratesi dalle competizioni più importanti!!

Tutti tristi a dire "oohhhh si sono ritirati!! e ora?? e che facciamo ora???"
Poverini!! manco fossero morti di fame!!
quali gadget compreremo (scarpe, cravatte, e cazzate di ogni genere)

state pure tranquilli che ormai di soldi ne hanno talmente a sufficienza da poter stare fuori dalle gare PER SEMPRE!!!

il senso delle competizoni estreme sta nel fatto che poi compreremo la moto vincitrice della Dakar per andarci in centro!!!
 
6696776
6696776 Inviato: 8 Gen 2009 15:27
Oggetto: Re: Il senso di imprese e competizioni estreme?
 

Petrus ha scritto:
Per quanto riguarda il parteciparvi boh, probabilmente bisognerebbe chiedere a chi davvero vi partecipa...
In questo caso il denaro probabilmente non c'entra proprio nulla, mentre secondo me la convinzione che rischio e avventura a braccetto l'un l'altro diano un sapore unico e irrinunciabile alla vita la fanno da padroni nell'animo di chi sceglie di prender parte a queste competizioni cosi come a tante altre imprese estreme.



Quoto Petrus per quanto riguarda i partecipanti.....

Quoto oscarspa per quanto riguarda tutto il resto...


oscarspa ha scritto:
è solo questione di soldi!!

e i soldi li fanno gli organizzatori!!

no i fessacchiotti dei piloti; per loro bastano le briciole, le copertine delle riviste e gli autografi!!

e a noi poveri fessi basta solo Maradona o Valentino (da guardare alla TV o spendendo mezzo stipendio per seguirli da una curva)!! icon_confused.gif

Guardate ad esempio alla Honda o alla Kawa o alla Subaru ritiratesi dalle competizioni più importanti!!

Tutti tristi a dire "oohhhh si sono ritirati!! e ora?? e che facciamo ora???"
Poverini!! manco fossero morti di fame!!
quali gadget compreremo (scarpe, cravatte, e cazzate di ogni genere)

state pure tranquilli che ormai di soldi ne hanno talmente a sufficienza da poter stare fuori dalle gare PER SEMPRE!!!

il senso delle competizoni estreme sta nel fatto che poi compreremo la moto vincitrice della Dakar per andarci in centro!!!
 
6700800
6700800 Inviato: 8 Gen 2009 21:34
 

ma sinceramente nemmeno io comprendo il perchè di certe imprese...ma bisogna anche dire che nessuno di noi vi partecipa...la gente che vi partecipa potrebbe farlo per il brivido dell'adrenalina, per mettersi alla prova o per dimostrarsi qualcosa o semplicemente per passione...l'importante è che chi decide di prendere parte ad imprese estreme sia conscio di quello che sta facendo e soprattutto non metta a rischio la vita di altre persone che non ne vogliono far parte...i motociclisti che partecipano alla dakar non lo faranno per i soldi (penso io o almeno così mi piace pensarla) ma per la passione per le 2 ruote e per la gioia di sentire lo sterrato scorrergli veloce sotto...comunque mi piacerebbe conoscere l'opinione di qualcuno che a questi eventi partecipa o ha partecipato di persona...
 
6701624
6701624 Inviato: 8 Gen 2009 22:24
 

Il desiederio di superare i propri limiti, magari a costo della vita, ha accompagnato l'uomo praticamente da sempre. Tutti abbiamo presente il mito di Ulisse e gli eventi che sentiamo definire "grandi imprese" delle quali non sempre cogliamo il senso "pratico" (la conquista delle vette, degli abissi, dello spazio e così via). In questo può non esserci niente di male in assoluto; discutere se valga la pena di rischiare la propria vita per conquistare l'Everest senza ossigeno è una questione filosofica e non ha un'unica soluzione.
Poi bisogna però affrontare in tutta onestà il problema di chi crea un business su queste avventure - e il discorso non è limitato agli sport motoristici. Cose tipo i tour operators che ti organizzano il "pacchetto" della scalata all'Everest (esistono davvero) magari prescindendo dalla tua preparazione atletica non hanno senso e fanno accapponare la pelle. L'organizzazione di un grande evento come la (ex) Parigi-Dakar presenta un rischio che ci si speculi sopra - eppure non nascondiamoci che d'è gente che legge certi eventi (Dakar, Man, Everest) come una sfida "proprio perché c'è morta della gente". Purtroppo sono anche le morti di alcuni (pochi? tanti?) poveretti che contribuiscono a creare i miti. Ma sta all'intelligenza di chi vuole partecipare; alla fine penso che sia solo un problema di chi ci partecipa. Resta chiaro che un'organizzazione deve fornire le massime garanzie di sicurezza e di efficienza che lo "stato dell'arte" può fornire; ovviamente neanche Messner sarebbe in grado di garantire che riuscirà a portare uno sull'Everest e ritorno sano e salvo. Anche perché se no che avventura sarebbe?
 
6701661
6701661 Inviato: 8 Gen 2009 22:26
 

SuperCazzola ha scritto:

Certo, lasci il segno, ma se muori a te cosa resta? il dolore dei tuoi... icon_confused.gif


Quoto. Anzi molti di noi dovrebbero pensarlo un po' più spesso prima di mettersi in moto ...
 
6703556
6703556 Inviato: 9 Gen 2009 10:55
 

Beh...

...per i piloti una SENSAZIONE DI FORZA, POTENZA, SFIDA...ad avere le possibilità lo farei anche io...(oltre ad un ritorno economico ed indotto di immagine) icon_twisted.gif

...per le case costruttrici una gran pubblicità icon_rolleyes.gif
 
6703755
6703755 Inviato: 9 Gen 2009 11:33
 

icon_smile.gif il SUPERAMENTO DEI LIMITI, Super...Nicola, e la sfida all'ignoto sono insite nello spirito stesso dell'Essere Umano e senza queste pulsioni istintive che ci distinguono dagli animali non saremmo neanche qui a parlare di moto;
forse staremmo meglio ma chissà...

...di certo, una vita di conserva è in realtà una sopravvivenza animale.

icon_arrow.gif tratto direttamente dalle sagaci Leggi di Murphy,
che paiono talvolta avere una risposta a tutto ed essere molto più profonde di quello che sembrano:

"Nessuna grande impresa è mai stata compiuta da un uomo ragionevole." icon_wink.gif
 
6703772
6703772 Inviato: 9 Gen 2009 11:36
 

pierluigi2 ha scritto:
Il desiederio di superare i propri limiti, magari a costo della vita, ha accompagnato l'uomo praticamente da sempre. Tutti abbiamo presente il mito di Ulisse e gli eventi che sentiamo definire "grandi imprese" delle quali non sempre cogliamo il senso "pratico" (la conquista delle vette, degli abissi, dello spazio e così via). In questo può non esserci niente di male in assoluto; discutere se valga la pena di rischiare la propria vita per conquistare l'Everest senza ossigeno è una questione filosofica e non ha un'unica soluzione.
Poi bisogna però affrontare in tutta onestà il problema di chi crea un business su queste avventure - e il discorso non è limitato agli sport motoristici. Cose tipo i tour operators che ti organizzano il "pacchetto" della scalata all'Everest (esistono davvero) magari prescindendo dalla tua preparazione atletica non hanno senso e fanno accapponare la pelle. L'organizzazione di un grande evento come la (ex) Parigi-Dakar presenta un rischio che ci si speculi sopra - eppure non nascondiamoci che d'è gente che legge certi eventi (Dakar, Man, Everest) come una sfida "proprio perché c'è morta della gente". Purtroppo sono anche le morti di alcuni (pochi? tanti?) poveretti che contribuiscono a creare i miti. Ma sta all'intelligenza di chi vuole partecipare; alla fine penso che sia solo un problema di chi ci partecipa. Resta chiaro che un'organizzazione deve fornire le massime garanzie di sicurezza e di efficienza che lo "stato dell'arte" può fornire; ovviamente neanche Messner sarebbe in grado di garantire che riuscirà a portare uno sull'Everest e ritorno sano e salvo. Anche perché se no che avventura sarebbe?


Quoto
Io comunque non vedo particolari problemi in queste gare.
Ok, sono competizioni estreme, dove uno sport che già di suo ha un fattore di rischio piuttosto elevato, viene portato all'estremo, e credo sia proprio il "brivido" che fa scattare la molla in chi vi partecipa e anche in chi fa da spettatore.
Poi per me vige la regola "mica nessuno obbliga quei piloti a partecipare" quindi se lo fanno, quale che sia il motivo (soldi, fama, brivido) è una scelta loro che rispetto.
E aggiungo che un pilota del TT lo ammiro per quello che fa, perché coscientemente mette a rischio solo la sua incolumità, a differenza dei "ghostrider" o smanettoni vari che si buttano a 250 km/h per le autostrade senza rispetto delle vite altrui.
 
6703868
6703868 Inviato: 9 Gen 2009 11:54
 

de_corsa ha scritto:
icon_smile.gif il SUPERAMENTO DEI LIMITI, Super...Nicola, e la sfida all'ignoto sono insite nello spirito stesso dell'Essere Umano e senza queste pulsioni istintive che ci distinguono dagli animali non saremmo neanche qui a parlare di moto;
forse staremmo meglio ma chissà...

...di certo, una vita di conserva è in realtà una sopravvivenza animale.

icon_arrow.gif tratto direttamente dalle sagaci Leggi di Murphy,
che paiono talvolta avere una risposta a tutto ed essere molto più profonde di quello che sembrano:

"Nessuna grande impresa è mai stata compiuta da un uomo ragionevole." icon_wink.gif


Come non quotarti? icon_smile.gif
 
6703907
6703907 Inviato: 9 Gen 2009 12:00
 

de_corsa ha scritto:
icon_smile.gif il SUPERAMENTO DEI LIMITI, Super...Nicola, e la sfida all'ignoto sono insite nello spirito stesso dell'Essere Umano e senza queste pulsioni istintive che ci distinguono dagli animali non saremmo neanche qui a parlare di moto;
forse staremmo meglio ma chissà...

...di certo, una vita di conserva è in realtà una sopravvivenza animale.

icon_arrow.gif tratto direttamente dalle sagaci Leggi di Murphy,
che paiono talvolta avere una risposta a tutto ed essere molto più profonde di quello che sembrano:

"Nessuna grande impresa è mai stata compiuta da un uomo ragionevole." icon_wink.gif


Vero, e mi riservo di rifletterci...

Senza coraggio e tentare oltre i limiti forse non saremmo arrivati a certi punti...
 
6705205
6705205 Inviato: 9 Gen 2009 14:53
 

Saltando a piè pari tutte le considerazioni relative alla troppo scontata facilità (per inciso senza polemica alcuna) con la quale ci si scaglia contro queste competizioni solo quando giunge qualche incidente o una morte a funestarne lo svolgimento, ci sta che si parli anche di aspetti differenti da quello prettamente sportivo e che comunque al di là di ogni e qualsiasi avvenimento sia anche legittimo porsi certe domande.
Detto questo non posso che essere d'accordo con l'opinione espressa da pierluigi2 alla quale comunque aggiungo alcune considerazioni personali (anche se tardive). Si rende necessaria una distinzione, necessaria per il semplice fatto che questi grandi eventi sportivi sono in primis organizzati da uomini che rappresentano grandi interessi economici, ma sono in seconda istanza (ma non meno importante) fatti e retti da quegli uomini che vi partecipano.
Di certo coloro che fanno la scelta dettata da questioni monetarie sono le case produttrici, per ovvii motivi di visibilità e quindi rientro economico; come dar loro torto? Ma, come dicevo, c'è dietro l'aspetto umano che costituisce una grossa percentuale della spinta affinchè si tengano certe competizioni (altrimenti chi guiderebbe i mezzi che vi partecipano? forse i colletti bianchi di qualche multinazionale? non credo proprio, non darebbe la stessa valenza all'evento snaturandolo della sua natura intrinseca ). E' ovvio che il nocciolo del business (dell'evento sportivo) è costituito dai piloti, i quali direi che sono spinti principalmente da motivi di altra natura (anche se i soldi non fanno schifo a nessuno). Però consideriamo che alcuni (i privati) pagano per partecipare, senza averne alcun ritorno economico. A questo proposito un esempio: quando da adolescente ho trascorso del tempo nel mondo del motocross (con incosciente euforia) pensando magari di partecipare a delle competizioni, l'ho fatto unicamente per puro e semplice piacere personale (mi piaceva andare in mezzo alla natura anche ad infangarmi) certo ero giovane e un po' ingenuo, ma mai mi ha sfiorato l'idea di farne un guadagno (anche se erano altri tempi); oggi sicuramente la situazione è ben diversa, sicuramente soprattutto tra i più giovani si è formata una cultura "money-centric" basata cioè sulla ricerca (a volte assai spasmodica) del successo puramente economico, e questo si vede nei vari "emuli" (quelli che gli anglofoni definiscono assai meglio col termine "wannabe": vorrei essere...) di questi sportivi.
Tornando in argomento, al di là delle tante motivazioni su cui fanno leva gli organizzatori, oltre quelle più evidenti di un ritorno economico di immagine e di vendite di cui beneficiano però solo le case produttrici e gli sponsors quindi, dobbiamo necessariamente osservare la questione dal punto di vista di chi vi partecipa (e che poi da' un contributo enorme, fondamentale, a dare un senso ed a rendere questi eventi vivi e avvincenti). La spinta motivazionale forte (anche se in subordine viene inevitabilmente, quando applicabile, quella economica) è secondo me puramente emozionale, dettata dal semplice ma profondo piacere di farlo, di essere (o arrivare) in un determinato luogo in un determinato momento. Io nel mio piccolo l'ho sperimentata spesso in moto (ovviamente mi accade ancora adesso), un esempio? andando (ormai quasi trenta anni fa) in quell'africa tanto ostile come terra ma generosa nei panorami e anche nelle genti. Ma l'ho anche sperimentata direi anche più forte in altri settori (soprattutto l'alpinismo) e non è facile descrivere la ridda di emozioni che ti attraversano (ed a volte ti sopraffanno totalmente).
Non dimentichiamoci che queste cose si fanno per passione e che il significato della parola passione viene dal latino patior che vuol dire provare, patire; in sintesi la passione è un sentimento che si riferisce ad una emozione che è più forte di noi e che in un certo qual senso subiamo; è motivata dal pensiero di non conoscere mai abbastanza l'oggetto dei nostri desideri; la passione, dicevo, è un sentimento passivo e siccome si subisce, malgrado possa essere anche razionalizzato è qualcosa a cui non si è in grado di sfuggire. Sono convintissimo che solo chi lo fa, sa cosa si prova e forse, solo forse può essere in grado di spiegarlo (difficile dire se "esattamente", perchè saperlo esattamente implicherebbe una conoscenza razionale, ed affermarlo andrebbe in antitesi con la parte invece più passionale e viscerale che spinge verso certe imprese).
 
6705215
6705215 Inviato: 9 Gen 2009 14:54
 

Diciamo che se non ci fossero stati uomini coraggiosi e disposti a rischiare tutto, l'umanità non avrebbe fatto i passi in avanti che ha fatto, in ambito scientifico, tecnico, filosofico, etc...

Tutti noi nella vita abbiamo a modo nostro rischiato in qualche ambito e ciò può aver significato una svolta positiva o un danno, ma senza provare non potremmo dire di aver provato...

Tuttavia ritengo che prendersi dei rischi vada bene se ci si pari le spalle in qualche modo, cercando di ridurre i rischi al minimo.

Quotando la legge di Murphy "Nessuna grande impresa è mai stata compiuta da un uomo ragionevole" posso dire che, come diceva una vecchia pubblicità (riguardo il pizzico di follia distribuito agli umani), lanciarsi col cuore in "imprese" di qualsiasi tipo (amorose, motociclistiche, etc...) fa sicuramente bene allo sirito, soprattutto quando eccessi di ragione ci danno alla testa...

Il tutto però prendendo coscienza dei rischi e delle conseguenze...
Ritengo che eventi spiacevoli siano evitabili soprattutto in manifestazioni importanti come TT e Dakar...
 
6705838
6705838 Inviato: 9 Gen 2009 15:53
 

ark_pinasco ha scritto:
ma io non capisco il perchè non ci siano i giusti soccorsi...tutti i veicoli sono dotati di gps e quindi possono essere controllati...perchè se un pilota rimane fermo per 1/2 ora o più nessuno si preoccupa di andare a controllare cos'è successo???


penso sia la domanda che ognuno si sia posto, prima di tutto.- E' una gara.......quale risposta? Ci sono delle responsabilità ? O il povero Terry era un solitario, fuori gara ?
A Parigi era pure nota la sua posizione....non si era mai mosso.....per me è semplicemente pazzesco morire così, non per la pericolosità della gara, ma per la totale assenza di assistenza e soccorso icon_evil.gif
 
6707756
6707756 Inviato: 9 Gen 2009 18:54
 

aquilasolitaria ha scritto:
ark_pinasco ha scritto:
ma io non capisco il perchè non ci siano i giusti soccorsi...tutti i veicoli sono dotati di gps e quindi possono essere controllati...perchè se un pilota rimane fermo per 1/2 ora o più nessuno si preoccupa di andare a controllare cos'è successo???


penso sia la domanda che ognuno si sia posto, prima di tutto.- E' una gara.......quale risposta? Ci sono delle responsabilità ? O il povero Terry era un solitario, fuori gara ?
A Parigi era pure nota la sua posizione....non si era mai mosso.....per me è semplicemente pazzesco morire così, non per la pericolosità della gara, ma per la totale assenza di assistenza e soccorso icon_evil.gif


che io sappia, il sistema di allarme è indipendente dal sistema di localizzazione ovvero è una sua funzionalità, e va azionato dal pilota.

rimanere fermi una mezz'ora in una gara del genere "ci sta" per mille motivi e non è sufficiente per destare preoccupazioni. in genere.
 
6708089
6708089 Inviato: 9 Gen 2009 19:38
 

Andando al di là di tutte le considerazioni "economiche" o di immagine o comunque legate in qualche modo ai soldi io credo che un senso queste cose ce l' abbiano, solo che magari ci riesce difficile capirlo perchè ha a che fare con l' intimo più profondo di coloro che le compiono. Io credo che sia un qualcosa che si sente dentro, una spinta, un bisogno, un qualcosa che viene da dentro ed è estremamente difficile da spiegare a un altro di fuori. Che vive in modo diverso, prova sentimenti diversi, ha un altro vissuto, il suo. Per dire una stupidata è come, quando, ogni volta che ti prepari a salire sul sul ring qualche "sapiente" amico ti chiede che gusto ci trovi a scambiarti cazzotti con qualcun' altro.. Vaglielo a spiegare, potrei parlargli di sport, di coraggio, di paura e di sudore, o magari di un ricordo di quando ero piu' piccolo, però magari sto zitto e sorrido, e penso... E' vero, non tutte le cose hanno un senso, alcune non si spiegano, si sentono, e se ci pensiamo un attimo forse in fondo in fondo un senso non ce l' abbiamo nemmeno noi...
 
6708277
6708277 Inviato: 9 Gen 2009 20:00
 

penso che non esista un senso, o meglio esistono centinaia/migliaia di sensi, ognuno di noi ha le sue motivazioni, il suo modo per sentirsi "vivo", la sua impresa da conquistare, la sua scommessa personale (con se stesso) da vincere, non sono certo i soldi che mancano ai piloti vincenti e neanche ai privati che si cimentano in questo tipo di gare, lo fanno per passione, per mettersi alla prova, cercano il loro limite, e una cosa che ti viene da dentro, qualsiasi sport cosidetto "estremo" implica un fattore di rischio elevato, e non sono per niente d'accordo con chi li vorrebbe abolire/vietare, l'unico appunto che vorrei fare a questo tipo di gare è la troppa tecnologia messa in campo, che oltre agli utilissimi gps mette in campo dei mezzi che ti permettono di viaggiare a velocità stratosferiche alzando il fattore di rischio, e sposterei la competizione piu su un fattore di orienteering/autosufficenza
 
6712206
6712206 Inviato: 10 Gen 2009 14:50
 

ci possono essere mille motivi per cui lo fanno, l'importante è che sappiano a cosa vanno in contro la scelta e la loro le possibili conseguenze le sanno prima di iniziare.
 
6712437
6712437 Inviato: 10 Gen 2009 15:19
 

Nel rischiare la propria pelle, io credo che ognuno è padrone di fare come vuole.

Ma faccio moralmente una grande differenza tra il rischio in proprio e il rischio organizzato per soldi e per spettacolo.

La Dakar o il TT per me sono immorali perchè ci sono molti soldi in ballo e c'è un pubblico che assiste e si diverte a vedere altri che rischiano la vita.
Molti piloti sono costretti al rischio esagerato perchè il risultato di classifica significa denaro per loro, per gli sponsor, per la squadra.

E' diverso e puro invece chi affronta l'oceano, la montagna o altro rischiando la pelle per passione, per misurarsi con se stesso fuori dai rflettori della pubblicità e del denaro e se poseguire o mollare dipende esclusivamente da lui.
 
6713007
6713007 Inviato: 10 Gen 2009 17:00
 

Ronfo ha scritto:
Nel rischiare la propria pelle, io credo che ognuno è padrone di fare come vuole.

Ma faccio moralmente una grande differenza tra il rischio in proprio e il rischio organizzato per soldi e per spettacolo.

La Dakar o il TT per me sono immorali perchè ci sono molti soldi in ballo e c'è un pubblico che assiste e si diverte a vedere altri che rischiano la vita.
Molti piloti sono costretti al rischio esagerato perchè il risultato di classifica significa denaro per loro, per gli sponsor, per la squadra.

E' diverso e puro invece chi affronta l'oceano, la montagna o altro rischiando la pelle per passione, per misurarsi con se stesso fuori dai rflettori della pubblicità e del denaro e se poseguire o mollare dipende esclusivamente da lui.


Bingo!!! 0509_doppio_ok.gif 0509_doppio_ok.gif
 
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