Quest'anno per il mio compleanno mi sono scelto un regalo speciale: poggiare le mie gomme (e speraindio solo quelle
) sull'asfalto del Mugello.
Un viaggio senza colore e poco clamore (se non quello dei miei denti per il freddo
) in autostrada e giungo con buon anticipo all'uscita di Barberino in attesa di Casey (non quello vero), Jeanny, Lucrifera, Carversan e Mhc.
La piazza d'onore spetta a Casey che mi raggiunge con il suo pandino bianco ed una canotta stile gondoliere di Venezia. Ma l'aria frizzante lo convince che il sottoscritto non vale tanta sofferenza
e si infila un giubbetto. 
Poco dopo arrivano gli altri quattro su
ORRORE una quattro ruote: dunque una per uno...Mumble mumble una ruota per uno e posso fare i clown acrobatici, la bestia c'è (io) ed anche il domatore di belve
(Casey ed il suo 999 in viaggio)...potremmo improvvisare uno spettacolo...
magari pagiamo il conto del ristorante
Dopo qualche pacca sulla spalla e diversi grammi di benzene inalato la Jeanne ha la brillante idea di raggiungere il ristorante: lì l'attesa sarà sicuramente più piacevole che seduti su un guard rail (diavolo d'una donna, quante ne sa
)
Davanti ad una costata di chianina prendo la mia prima (ed unica) vittoria su Casey: arpionamento e trasferimento fiorentina dal vassoio al piatto!!
Mentre tutto quel bendidio si scioglie in bocca cerco di memorizzare tutti i preziosi consigli del mio mentore sul circuito.
Inutile dire che tutti i nomi e numeri che paziente snocciola per la mia incolumità ancora non mi dicono molto.
Uno in particolare però mi rimane bene in mente: "Al Mugello non forzare le traettorie, lascia scorrere la moto"
Arriviamo infine ai box ed iniziano i preparativi: eliminazione specchietti, lubrificazione catena, regolazione pressione gomme, etc....
Davanti al cancelletto dei box un lampo di ragionevolezza (accompagnato da un rombo di bicilindrici, che non mi aspettavo così numerosi, ed un contrappunto di quadricilindrici con un solista a tre) mi spinge a desistere.
Ma quando mai ho fatto qualcosa di sensato in vita mia
? Per cui mi ritrovo in seconda con i birilli che delimitano l'ingresso in pista che sfilano alla mia sinistra.
Iniziano le curve
San Donato: sia lodato Efeso e l'ignoranza dei bicilindrici. La mia piccola Ryuko mi ha perdonato diverse volte la scelta di un rapporto forse alto grazie alla spinta di cui è capace intorno ai 4/5000 giri.
E' forse l'unica curva in cui si riesce a pensare agli errori del giro precedente
se non arriva nessuno dietro. Bellissimo tornante a destra in salita che accompagna ad una traditrice...
Luco: sembra una banale curva a sinistra, ma arriva appena dopo la salita della precedente in un tratto dove la strada si spiana e se si arriva con un poco troppo di gas si perde subito l'effetto frenante della salita e la moto parte dritta.
Poggio Secco: dopo la veloce Luco una curva a destra abbastanza secca che immette in un breve rettilineo verso le
Materassi: bella S con un ingresso più lento dell'uscita, tutta da fare in progressione. Rettilineo per richiamare alla memoria il punto di frenata della
Casanova: la curva che più mi è rimasta impressa del circuito. Se chiudo gli occhi è la prima che rivedo. Punto di frenata in discesa, curva secca a destra che scende ripida verso una quasi nascosta
Savelli: bella curva in contropendenza a sinistra, da fare in pieno per impostare al meglio le seguenti
Arrabbiate: la seconda è quella che maggiormente mi ha spaventato. Il punto di corda all'uscita è dopo uno scollinamento . Seppure fatta a velocità da warm-up lap sono stato orgoglioso quando sono riuscito a raccordarle entrambe in un'unica piega. Ci si lancia poi verso verso la
Scarperia: tutta a destra scalando una marcia e poi la
Palagio: tutta a sinistra per uscire lanciati nel rettilineo che porta al
Correntaio: curvone tutto a destra in pieno appoggio dove lasciare scorrere la moto è una libidine. Con un avantreno preciso sembra di tagliare della seta con una lama affilata. Via veloci verso le
Biondetti: "S" messa bella veloce che non ti lascia rilassare la mente e ti porta così a dimenticare, per qualche secondo, la mia preferita. La
Bucine: una curva che non finisce mai. Si entra veloci, si esce di più. Tutta una piega in appoggio al limite (ho contato mentalmente 14 secondi di piega effettiva) e che avrei voluto non finisse mai. Qui ho
provato un senso di possesisone quasi animale della moto.
Ormai cerco di rilassarmi mettendo alla frusta il motore per arrivare alla staccata della S.Donato. Dal basso dei miei 190 km/h di punta posso permettermi il lusso di protrarre la staccata fino ai 100 metri.
Dire che sono uscito elettrizzato è poco (e non solo perchè le good vibrations mi hanno fatto perdere la vite della freccia posteriore). Fossi rimasto senza benzina credo mi sarei messo a spingere la moto piuttosto che uscire.
Arriva anche Casey e subito ci scambiamo le impressioni. Alla sua esclamazione "Bravo, era facile passarti" ha corso il rischio che gli mostrassi la mia abilità con la sega circolare...
ma era chiaro il senso.
Ho capito il suo consiglio sullo scorrere della moto. Qui sembra quasi di passeggiare velocissimi con la moto, non di correre. Sembra che le nostre piccole conoscano già la strada e basti dar loro fiducia perchè ci mostrino la traettoria migliore, quasi qui venisse forgiata l'anima che pulsa in ciascuna di loro.
Una pista tutta da sfruttare in larghezza mentre lei si snoda sui rilievi...quasi una corsa tridimensionale.
Grazie mille a tutti per la splendida giornata
...o meglio...Grande Sir Pista!!! 
