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Inviato: 20 Lug 2008 19:35
Oggetto: un po´ di parchi e tanti passi in due giorni
Non avendo velleità da "prestazione" mi sto dedicando da un po' di tempo ad uscite di "media" portata da realizzare in 2 gg.
Sono appena tornato da una di queste e devo dire che è riuscita molto bene.
Protagonisti di questa uscita io con la Bmw 1200 RT e mia moglie (ancora inesperta ma con volontà da vendere) con la Transalp 700.
Rispetto all'ipotesi iniziale (che non sto qui a ripetere) l'uscita si è poi così sviluppata:
Sabato mattina alle 8 in punto si parte, direzione Spoleto, superata la galleria di Eggi ed entrati in Valnerina invece di andare verso Norcia saliamo da Santa Anatolia di Narco Verso Monteleone di Spoleto. L'idea si rivela subito indovinata, la temperatura è fresca e il traffico praticamente inesistente: superato il passo di Gavelli (primo passo a circa 1200 mt), si scende a Monteleone di Spoleto e da lì a Leonessa.
Giunti a Leonessa ci immettiamo nella Vallonina e saliamo su per le pendici nord del Terminillo fino a giungere alla "Sella di Leonessa" (secondo passo) a quasi 2000 mt: sosta d'obbligo (veloce perchè fa "freddino") e poi tutta una tirata fino a Rieti e, dopo valutazione delle varie opportunità, si prende la strada che va verso Avezzano.
Invece di seguire la "veloce", scegliamo il vecchio percorso che costeggia il lago del Salto (acque verdissime), tutto immerso nella foresta, dalla diga fino a Fiumata: il percorso è bellissimo, da fare a velocità contenuta causa il fondo stradale non buono, ma merita veramente.
Finito il lago è d'obbligo riprendere la strada nuova e da lì si arriva ad Avezzano, poi Pescina e quindi Gioia dei Marzi entrando nel Parco Nazionale di Abruzzo.
L'obiettivo è Opi e Villetta Barrea dove abbiamo prenotato per la notte.
Passiamo il terzo passo (valico del diavolo a 1400 mt) e alle 15,30 siamo sull'obiettivo.
La temperatura che troviamo è buona e ci sono nuvoloni "estivi" che ogni tanto scaricano qualche gocciolona di pioggia.
In compenso i colori che ci offre la natura sono perfetti e già ci si sente "in vacanza" (anche se si è coscienti che durerà poco).
Breve pausa per occupare la camera e dopo un'oretta si riparte.
Stavolta con una moto sola (la Mukkona) e si va a risalire Forca d'Acero, che è l'entrata laziale del Parco Nazionale di Abruzzo.
La salità è entusiasmante, la Mukkona risponde alla grande (è fresca di tagliando) e va su per le rampe con ritmo ed elasticità. Quando si arriva al passo (1500 mt circa) ci accoglie la "mitica" faggeta che, con raggi di sole dorati che la attraversano, è splendida. Il giorno prima ha piovuto e il fondo è scivoloso, ma l'ambiente non invita a spingere, ma a godere delle sensazioni "fiabesce" che tale foreste sa esprimere.
Sul passo troviamo tanti "colleghi" tra i quali spiccano quattro con il meglio della produzione MV degli ultimi anni: una F4 1078 312, una brutale 989 r, una 910 ed un'altra F4 di cui non sono riuscito ad individuare la versione (comunque splendida): mia moglie mi rimette a posto la mascella che intanto era arrivata a livello dei ginocchi.... e, accanto a tali "nobili" centauri ci gustiamo una birra fresca "artigianale".
Sono solo le 18 e, nonostante i tanti km già percorsi, decidiamo di andare a prenderci un aperitivo a Barrea: si riscende il passo e, tempo 15 minuti, si gusta un analcolico osservando il tramonto sul lago dalla piazza di Barrea.
Anche la sera ci è amica, dopo una cenetta su una trattoria del posto, il lago si presenta come una lastra di acciaio dove si specchia una luna gigante e con tonalità quasi arancioni: il posto è MAGICO!
Il secondo giorno inizia con i migliori auspici.
L'aria è cristallina e ci sentiamo in forma (raggiungiamo quasi il secolo in due....).
Alle 9 si è già in sella e si attacca la strada che va a Scanno, la salita è bellissima e in pochi minuti (la ex zavorrina riesce a tenere buone medie ormai) raggiugiamo il Passo di Godi (circa 1600 mt), un caffè sul rifugio allietati dalla presenza di un bimbo simpaticissimo, e subito giù per il discesone che porta a Scanno.
I tornanti sono perfetti, il panorama magico, e dopo Scanno ci attende il meglio: le Gole del Sagittario.... inondate della luce del mattino hanno dei colori quasi irreali, l'acqua del torrente è trasparente, e intorno paesini arroccati sulle creste fanno da guardia a tale spettacolo della natura.
Non riusciamo ad andare che "pianissimo".... non per la strada, ma per poter gustare il panorama che ci ricorda quello delle Gole del Verdon, in Provenza, che avevamo attraversato qualche anno fa.
Si esce dalle gole e per la vecchia strada (tostissima) si giunge a Sulmona per poi puntare a Raiano (come consigliato dal carissimo BrainB) e da lì salire a Forca Caruso. Il caro BrainB non ci aveva detto però anche delle Gole di San Venanzo e di come la strada fosse "amatissima" dai "centauri"che incontriamo a decine. Passato Castelvecchio Subequo (esatto... il nome è proprio questo) si sale verso Forca Caruso (1400 mt circa) potendo osservare il massiccio dolomitico del Sirente che con la luce del mattino assume tonalità rosate e grigio metallo.
Si è sulla via di casa e la stanchezza comincia a farsi sentire (praticamente abbiamo più di 450 km di curve addosso...), giunti a Celano si risale la strada che porta ad Ovindoli (1000 mt il passo) e all'altopiano delle Rocche. Nonostante l'altezza fa caldo, ed i monti intorno incutono quasi timore per la loro "severità", specie il massiccio del Velino che con la sua roccia granitica fa capire che è una montagna con la quale non scherzare.
La strada che porta all'Aquila è piacevole e poco trafficata (ma sono le 14 e poca gente si azzarda a girare con oltre 33 gradi di temperatura).
La ex zavorrina è stanca e al centro di un tornante all'entrata della città becca un folle che la fa quasi cadere, con perizia "inaspettata" ingrana la marcia e raddrizza la moto: molto spavento ma nulla di grave (l'unico inconveniente nei due giorni).
Passata la paura si può ripartire con obiettivo Amatrice, la stanchezza ci fa rinunciare al previsto "passo delle capannelle" e si va diretti a Montereale per fare poi quella splendida discesa che porta ad Amatrice.
Sono circa le 17 e abbiamo sulle spalle ormai quasi 600 km: una sosta un po' più lunga a Cittareale è d'obbligo: ci si riprende sia "idricamente" (tanta acqua minerale) che "moralmente" (due caffè e un paio di sigarette a volte sono meglio di qualsiasi pozione chimica.....).
Si riparte e si va verso Norcia: Il Valico di Cittareale (1200 mt) e il Valico di Civita (altri 1200 mt) ce li beviamo di un fiato e a quel punto, cedo la testa del "minigruppo" alla ex zavorrina che si occupa di fare l'andatura degli ultimi 90 km su strade che conosce bene.
Il ritmo è buono e poco prima delle 18,15 siamo sul Valico del Soglio (850 mt) e tempo mezz'ora rimettiamo i piedi a casa.
Ricapitolando abbiamo percorso circa 700 km, scalato 10 passi, visto 100 panorami, provato 1000 emozioni, fatto 10.000 curve, e, soprattutto, "vissuto" la moto come piace a noi, sentendola amica e compagna e non un mezzo per affermare qualcos'altro.
Dopo tale "tour" si riesce solo a pensare quale sarà il prossimo e la stanchezza la senti addosso come qualcosa che ti ha fatto bene e non come una "fatica" da dimenticare.
Spero di non essere stato noioso.
un sincero "lamps" a tutti
p.s.
non posto foto in quanto lasciato fotocamera accanto al telefono a casa ..... (considerando la poca simpatia per le foto di una delle due persone del gruppo ho qualche sospetto.....: considerando che io AMO la fotografia... la conclusione è quasi matematica....)
Ultima modifica di AltimOr il 21 Lug 2008 11:28, modificato 2 volte in totale