Secondo me è importante fare una distinzione:
Le corse clandestine non presentano nessun tipo di selezione a monte (tradotto: chiunque venga a conoscenza del "circuito" può partecipare, a patto che abbia o che gli venga messo a disposizione un mezzo per poterlo fare.)
Ciò significa che anche se sei un pirla avrai il piacere di spiattellarti al fianco (magari coinvolgendolo) con un pilota tecnicamente bravo.
Seconda distinzione: escludendo alcuni classici storici (tipo isola di Man) le misure di sicurezza sono praticamente inesistenti nelle corse clandestine, mentre ovviamente, anche se non sembrano mai abbastanza, sono ben più considerate in quelle "ufficiali".
E' incontrovertibile che l'adrenalina derivata dal fascino del proibito sia maggiore nelle corse clandestine, anche se, a dire il vero , nel partecipare a corse dove c'è molto pubblico, essa viene ampiamente compensata.
In definitiva la mia opinione è: non mi sento così insicuro sulle mie doti di guida, da dover rischiare la moto e la vita per una (dubbia) reputazione da mantenere in un'ambito elitario e ristretto... dove corrono più le leggende urbane delle moto.
Quando c'erano le superstrade in costruzione (prima dell'enorme lavoro di costruzione fatto per Italia 90) io come molti ragazzi andavo a fare stupidate (leggasi gare di accelerazione ecc..) assieme ad altri motociclisti, ma i rapporti tra noi erano più improntati all'amicizia che alle scommesse, era insomma più simile al rapporto che si trova ai bar sopra i passi (bracco, futa ecc..)
Oggi, vent'anni dopo, più di metà di quei miei occasionali compagni di avventure son morti in moto, l'altra metà guarda i ragazzetti di oggi con super moto con un certo... compatimento.
Non sono i cavalli, o l'incoscienza a far andare forte... a tutti coloro che corrono in corse clandestine dico: il campionato (della vita) è molto lungo... vedete di riuscire a finire tutte le gare!