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Inviato: 30 Lug 2007 12:03
Oggetto: 29 luglio: Samurai e HondaCB600F agli Orridi di Uriezzo
Dopo aver letto il Report di Yellowkid di Aprile e i riferimenti agli Orridi di Uriezzo, la settimana scorsa mi è balzata in mente la malsana idea di andare a farci proprio un giretto così, assunte le dovute informazioni da Internet, domenica siamo partiti alla volta di Baceno.
Ormai siamo in periodo di ferie e, dopo qualche telefonata (confesso che non ho chiamato proprio tutti), ci siamo ritrovati la mattina alle 9.30 solo io e Fabio (HondaCB600F), che era partito la mattina alle 6 da Cogne, dove lavora, per venire farsi il giretto domenicale con noi (o meglio con me).
Già “benzinati e pisciati” partiamo alla volta di Novara, il traffico è veramente poco e, in un batter d’occhio, siamo alla strada che porta a Caltignaga che percorriamo a velocità “divertimento e sicurezza”; un po’ di traffico lo troviamo a Borgomanero ma niente di eccezionale.
Il clima, per il momento, non è assolutamente fastidioso, anzi, appena arrivati in prossimità di Orta ci avvolge una piacevole frescura; sosta per cappuccio e bibita al solito bar/pasticceria (sempre affollato al mattino), benza e si riparte alla volta di Baceno.
Arriviamo a destinazione e parcheggiamo le moto nel piazzale della chiesa di S. Gaudenzio, un monumento che risale ai secoli XII/XIII.
Un clima festoso ci accoglie : e sì perché all’interno si sta celebrando un matrimonio così, cercando di essere il più discreti possibili (per quanto possano esserlo due turisti/fotografi con tuta, casco e zainetto al seguito), ci diamo all’esplorazione.
Prima tappa alla Cappella dedicata alla Madonna di Lourdes,
per poi passare al resto dell’interno della Chiesa con relativa fonte battesimale,
e “foto ricordo” degli sposi
(a voi l’ardua sentenza relativa alla fortuna/sfortuna dell’essere sposato !).
Bene, sono ormai quasi le 13 e non abbiamo ancora iniziato il giro, così partiamo per il sentiero che ci condurrà agli Orridi;
imbrocchiamo subito il bivio giusto e proseguiamo per l’Orrido Sud e le Marmitte dei Giganti, dove incontriamo per strada qualche turista.
Arriviamo abbastanza freschi alle Marmitte: attraversiamo il ponte in legno e notiamo parecchie persone accampate sui massi a valle; scattiamo qualche foto
e decidiamo di prendere un sentierino che ci porterà leggermente più a monte e in una zona tranquilla. Qui ci accampiamo su un bel massone liscio e consumiamo il nostro lauto pasto che, come al solito, è composto da un bel paio di panini …….
Una citazione brevissima trovata relativa alle marmitte:
In località Maiesso, lungo il corso del fiume Toce, si osservano caratteristiche forme di erosione in roccia denominate marmitte dei giganti. Si tratta di impressionanti cavità emisferiche o cilindriche scavate nella roccia dalla violenza delle acque di fusione del ghiacciaio.
Scattiamo qualche foto
e la voglia “testare” la temperatura dell’acqua mi assale: come potete vedere da questa prima foto, nulla mi può scalfire …………… nei primi 30 secondi, perché poi il freddo siderale dell’acqua comincia ad assalirmi …….. ma nessun problema, tutto Ok !
Ci spaparanziamo ancora un po’ al sole e poi ripartiamo alla volta dell’Orrido Sud, che dovrebbe essere il più lungo e caratteristico.
Due note recuperate su internet:
Durante l'ultima glaciazione la Valle Antigorio era occupata dall'esteso Ghiacciaio del Toce, con uno spessore di oltre 1.000 metri: lo strato di ghiaccio era così potente che solo le cime più alte emergevano. In questo tratto di valle l'imponente azione di modellamento e di erosione operata dai ghiacciai e dai torrenti del passato ha lasciato segni così grandiosi e complessi, e insieme così evidenti, come raramente nelle Alpi si possono trovare. L'azione erosiva si è spinta a tal punto che in meno di 3 km l'imponente gradino roccioso di Premia venne inciso per una profondità di 160 metri. Ma l'espressione più evidente dell'azione erosiva sono gli Orridi di Uriezzo, profonde incisioni in roccia scavate dall'antico sistema di torrenti che scorrevano sul fondo del ghiacciaio che percorreva in passato la valle. Con il ritiro dei ghiacciai, l'andamento della locale rete idrografica si è sensibilmente modificato: la peculiarità degli Orridi di Uriezzo consiste proprio nel fatto che il torrente che li ha modellati ora non percorre più queste strette incisioni, pertanto è possibile camminare agevolmente all'interno di esse. Gli Orridi sono contraddistinti da una serie di grandi cavità subcircolari separate da stretti e tortuosi cunicoli. Le pareti sono tutte scolpite da nicchie, volute, scanalature prodotte dal moto vorticoso e violento di cascate d'acqua e in certi punti si avvicinano tanto che dal fondo non permettono la vista del cielo. Il fondo roccioso non è visibile, perché mascherato da materiale alluvionale e da uno strato di terriccio.L’ingresso fa già presagire che si passerà in diverse strettoie e vari sali-scendi così ci incamminiamo,
saliamo la prima scalinata e ci troviamo nella prima cavità percorsa, come poi osserveremo per tutto il tragitto, da un piccolo rivolo d’acqua; ci fermiamo a fare qualche foto, ci guardiamo tutt’attorno e non vediamo la strada per proseguire: possibile che sia già tutto finito ?!
Ad un più attento esame, una fenditura nella roccia ci mostra il percorso da seguire, così lo imbocchiamo e proseguiamo; il termine “orrido” è assolutamente appropriato: la penombra, la vegetazione composta più che altro da muschi e felci, le rocce a tratti lisce e scolpite da forze quasi “soprannaturali”, non richiama di certo pensieri solari. Lo sguardo rivolto verso l’alto teso a cercare il cielo e lo stesso che cerca di fare capolino da strette fenditure, accentua la sensazione di essere fagocitati in qualcosa di “ultraterreno”. Il tragitto si articola poi in cunicoli e scale in ferro che permettono di superare i vari dislivelli e che ci condurranno poi verso l’uscita ed il sole.
Non prima di incontrare il tipico abitatore delle profondità armato di “cannone laser”, intento a difendersi strenuamente dalle insidie del percorso.
Abbiamo ancora tempo per visitare un altro sito, così prendiamo in direzione “altri Orridi” e seguiamo una comitiva di turisti fino ad un bivio, al quale noi prendiamo verso l’Orrido Ovest (ci è sembrato il più vicino). Incontriamo una bellissima casetta (chi me la vende ?!)
e ci inerpichiamo sullo stretto sentiero in parte riparato dalla boscaglia ed in parte completamente in balia del sole e delle temperature tropicali (probabilmente accentuate dalla fatica che comincia a farsi sentire): in compenso la natura ed il verde che ci circonda allieta la passeggiata.
Imbocchiamo l’ingresso dell’Orrido Ovest e scopriamo con un certo disappunto che questo, non è assolutamente al livello del precedente: è più corto, più ripido, meno intrigante e mi ha costretto a spostare un enorme masso per consentirci il passaggio !
Assolutamente particolare il mozzicone di albero incontrato lungo il sentiero.
Ehm ….. ecco, da adesso, il rientro sarà una peripezia : saliamo e saliamo e saliamo ancora fino ad arrivare alla strada asfaltata ed un bel cartello direzionale con scritto Uriezzo, ci indica che abbiamo ………………… cannato completamente direzione ! Riscendiamo ed ad un bivio prendiamo direzione S.S. Baceno-Premia, cammina e cammina fino a quando ci rendiamo conto che siamo recidivi ed abbiamo sbagliato ancora strada ! Ripercorriamo nuovamente i nostri passi e ritroviamo il sentiero dell’andata che riprendiamo, considerata la stanchezza ed il caldo, a velocità impensabile. Morale della storia: mai lasciare la via vecchia per quella nuova !
Il ritorno a Baceno mi è sembrato mooooolto più lungo che all’andata: fortunatamente al cabinone Enel hanno installato un bel rubinettone sgorgante una stupenda e meravigliosa acqua ghiacciata (caricati come animali da soma, stavamo grondando sudore da tutte la parti e una signora che era lì ci fa: “Caldo, eh ?! Se non mi fosse costato un capitale le avrei tirato addosso il casco ! )
Ok …… Siesta albicocche e rinfresco al parcheggio della chiesa e rientriamo sulla S.S. del Sempione, proseguiamo fino ad Orta e ci fermiamo ancora al barettino dell’andata dove, corroborati da bibite ghiacciate, intratteniamo una bella conversazione con Valentina che tra un cliente e l’altro ci concede parte del suo tempo. Fosse stato per me sarei ancora là a parlare ma il tempo scorre e così si risalta in moto, si rifà benza e via, a velocità non propriamente da C.d.S., verso casa: alle 19.10 arriviamo al "Pro" ed io e Fabio, ancora stravolti dalla camminata e dalla temperatura “tiepida”, ci salutiamo e ci diamo appuntamento alla prossima uscita.
Ok, ho finito il racconto …… Scusate se ogni volta che scrivo divento sempre più prolisso, ma più passa il tempo e più il mondo del motociclista/turista mi scorre nelle vene …….
Ringraziamenti:
Fabio (HondaCB600F) che si è sparato 250 Km alle 6 di mattina per venire a farsi un giro con me.
Valentina di Orta che è stata di una disponibilità, gentilezza e simpatia encomiabile (considerato che non siamo propriamente conoscenti).
Saluti:
A tutto il resto della cumpa che non sto’ a menzionare singolarmente.
Saluti particolari:
Fabio M. con il suo braccione ingessato ma in via di guarigione dopo la caduta ad Adria.
Rammarichi:
Mattia che ha dato forfait all’ultimo minuto.
Non essere riuscito a fare la tipica foto-ricordo con Valentina