04-06-2007
Prima esperienza in pista
Diario della giornata
Ore 4:30
Sveglia, colazione e ritrovo a casa del mio compare Oscar alle 5:15 in attesa dell’altro ragazzo con carroattrezzi e nostre moto.
Ore 5:30
Partenza da Bedizzole in direzione Moniga d/G dove ci dobbiamo incontrare con altri due ragazzi del gruppo e dove dobbiamo caricare altre due moto.
Ore 6:15
Moto caricate e “piloti” pronti al viaggio per raggiungere il circuito.
Ore 8:20
Ci fermiamo ad uno degli ultimi distributori utili per fare rifornimento di “pappa” per le nostre moto.
Ore 9:00
Siamo ad Adria con moto quasi pronte…Ultimi preparativi, piccolo briefing per i principianti, come me, e qualche consiglio da parte dei veterani del gruppo.
Il mio amico ed io aspettiamo ad entrare, terminiamo i preparativi per le nostre moto, montiamo i cronometri e ci “rilassiamo” un attimo..
Ad essere sinceri, cerco di rilassarmi e tranquillizzarmi, infatti non nascondo una certa agitazione.
Ore 9:30
Molti centauri entrati appena aperte le “danze” escono dal tracciato per riposarsi un po’, non c’è più così traffico in pista e decidiamo di entrare, per me è il debutto!!
Da qui in poi non seguo più la “cronologia” della giornata ma quello delle mie emozioni…
Che sono tante e davvero intense!
Mi ritrovo in pista e in un primo momento non so dove girarmi, non so cosa devo fare e come comportarmi.
Fortuna che non sono da solo, ma ci sono Oscar e Claudio che mi assistono, purtroppo per poco e dopo il secondo giro, si stufano di andare a rallentatore e vanno per conto loro.
Nei primi 6/7 giri non ne azzecco una, sbaglio tutto, staccate, traiettorie e impostazione della curva.
Rischio di volare con le gambe all’aria almeno tre volte alla curva prima del tornantino…
Per intenderci, quella dopo la curva del traguardo in fondo al rettilineo.
Entro troppo a piano e cerco di dare gas per uscire forte, ovviamente sbagliando, ma di questo me ne rendo conto solo più tardi.
Il cronometro è impietoso e i tempi non ve li sto neanche a dire.
L’unico punto dove riesco a fare qualcosa di decente è l’ultima curva, quella che ti porta sul rettilineo e infatti è anche l’unico punto dove riesco a “grattugiare” e ad appoggiarmi col ginocchio.
Almeno una piccola soddisfazione prima di rientrare.
Che poi proprio piccola non è…
Rientro ai box senza averci capito niente ma nonostante tutto sono molto fiducioso.
Trovo i miei compagni esperti e chiedo consigli…
Claudio primo fra tutti è quello che mi sprona a fare tutto con estrema tranquillità senza pensare agli altri e senza guardarmi alle spalle.
Il succo è, vai e non pensare a niente, pensa solo alla frenata, all’impostazione della traiettoria e una volta impostata cerca di tenere quella.
Quelli che vanno più forte sanno dove e come passarti e infatti appena rientrati lui mi “uccella” una decina di volte in posti e traiettorie da me impensabili.
Giusto per darmi una dimostrazione.
Decido di entrare col coltello fra i denti per darci come un forsennato, ovviamente con le mie scarse capacità di pilota.
E qui inizia un lento ma costante miglioramento oltre ad un susseguirsi di sensazioni stupende e mai provate…
Faccio un giro per scaldare bene le gomme esco dall’ultima curva e comincio a fare quello che mi hanno consigliato di fare, penso solo alla mia moto.
Cerco di sentirla sotto di me e di capire quello che mi sta dicendo.
Non l’ho mai sentita tanto vicina e così mia!!
I miglioramenti ci sono e me ne accorgo da solo, le saponette iniziano a grattare ovunque e la moto inizia a scendere come mai l’avevo vista fare.
Ma sono io che conduco lei o lei che mi porta dove vuole??
No.
Stiamo trovando l’intesa, inizio a sentirla mia e sotto il mio controllo.
Indescrivibile, difficile trovare parole per raccontare quello che si prova in quel momento.
Giro su giro cerco di migliorare i miei errori in ogni curva, in ogni frenata e in ogni impostazione.
Faccio ancora fatica a capire come si deve trattare la moto prima, durante e dopo una curva, ma quando trovo il metodo e il modo più idoneo e corretto, “casualmente” inizio ad andare sempre più forte.
Gradualmente imparo a conoscere le curve e trovo il modo più o meno corretto di raccordarle e così, quasi senza accorgermene in una decina di giri scarsi abbasso di almeno 10 secondi i tempi scandalosi fatti registrare durante le prime prove.
La fiducia nel mezzo e nel “pilota” aumentano e allora provo a osare di più, soprattutto in staccata (posso dire finalmente di aver portato al limite le pastiglie dei freni).
Qualcuno mi chiederà se non ho sbagliato neanche una staccata…ne ho sbagliate parecchie e almeno 5 o 6 volte hanno sbandierato la bandiera gialla per “colpa” mia…
Ma cosa devo dire? Fare un lungo in pista è “divertente”, non si ha la sensazione di pericolo, basta restare attaccati ai freni e dritti con la moto.
Quando capisci di essere arrivato lungo, soprattutto le prime volte non bisogna avere reazioni brusche.
Cercando di frenare sempre un pochino dopo ho fatto due o tre dritti al tornantino e uno alla variante seguente con annessa passeggiata nell’erba e nella ghiaia…
Almeno posso dire di avere fatto anche un po’ di off-road…
A proposito della variante dopo il tornantino…
Non riuscivo a capire come prenderla e come impostare il successivo cambio di direzione
(spettacolare e divertentissimo), mi è bastato vedere una volta Claudio e ho capito come farla.
Ovviamente non come lui, ma almeno ho iniziato a girare abbastanza forte anche lì…
E la saponetta sul cordolo ne è una dimostrazione.
Il divertimento aumenta in maniera inversamente proporzionale al riscontro cronometrico.
Ovvero, più calano i miei tempi e più io mi sto divertendo.
Inizio a fare qualche sorpasso anche io e il tutto con le dovute precauzioni, niente azzardi né mosse strane e imprevedibili.
In fondo siamo tutti dentro per divertirci!!
Inizio a girare costante sul 1’32” circa quando durante una piega sento lo stivale e la pedana del cambio grattare in modo “strano”.
Rientro di nuovo per riposarmi, bere qualche cosa,asciugarmi dai litri di sudore che grondano dalla mia testa, ma soprattutto per controllare la moto.
Amara sorpresa…La pedalina del cambio è piegata, chiusa a mò di uncino.
Non mi dispero e aspetto che rientri il mio meccanico ufficiale…Oscar.
In qualche modo bisogna rischiare e cercare di raddrizzarla almeno di mezzo centimetro.
Mentre Oscar valuta il danno io vado in missione tra i furgoni e le moto degli altri centauri presenti.
Mi guardo attorno e cerco, provo a vedere se c’è qualche sorella della mia bimba.
Quando vedo un monster mi fermo e chiedo se hanno una pedalina in avanzo…
Non trovo niente e anzi, scopro di non essere l’unico ad avere quel problema.
Soluzione?
Smonto e porto il pezzo piegato dal meccanico che c’è appena fuori la struttura coperta.
In qualche modo con grande delicatezza riesce a raddrizzarlo un po’, quel tanto che basta per farci passare lo stivale.
Così, quasi soddisfatto, torno e rimonto l’uncino.
Faccio qualche litro di benzina, mi rivesto e sono pronto a rientrare.
Un po’ mi disturba la leva in quella posizione, ma cerco di non pensarci e inizio di nuovo a divertirmi come un bambino sulla giostra.
In alcuni momenti c’è molto traffico e così decido di rientrare.
Nonostante tutto sceso dalla moto ho una bella sorpresa, curiosando noto che il tempo sono riuscito a migliorarlo lo stesso, di 1”.
Non mi pare possibile e rinfrancanto ancora una volta dal piccolo miglioramento, nonostante l’handicap della pedalina “vergola”, mi fermo ancora prima di ripartire.
È inutile rientrare subito col marasma che c’è di moto.
Mangio almeno due pani, uno col crudo e uno col salame e mi succhio 1,5l di acqua in 10 minuti.
Appagato dal banchetto mi sento nuovamente pronto ad entrare .
Quasi senza accorgermene sono passate 5 ore da quando sono arrivato, sono le ultime tornate in questa bella giornata di inizio giugno.
Non mi sembra vero raccontarlo adesso, ma a fine giornata, quando ormai sono sfatto e dove il rischio di fare danni aumenta notevolmente, abbasso ancora il crono.
L’ultimo tentativo di migliorare, verso le 14:30 viene stroncato sul nascere in fondo al rettilineo dopo la prima curva un ragazzo scivola e appena inizio ad aprire per arrivare in fondo per la staccata vedo la bandiera rossa.
Nello stesso momento vedo un centauro fermo in mezzo alla pista, proprio all’inizio della curva.
Quando arrivo lì, lemme lemme, il commissario mi fa passare accanto, mi rincuora vederlo seduto e cosciente.
Rientro ai box per l’ultima volta e così saluto Adria.
Sono stanco, indolenzito e bagnato come se fossi appena uscito dalla piscina, ma dentro di me sono felice, soddisfatto e immensamente grato ad Oscar che mi ha sempre assistito nelle mie vicende motociclistiche e che mi ha dato l’opportunità di vivere questi indimenticabili momenti.
Ci sono molte considerazioni e argomenti che si potrebbero approfondire dopo un’esperienza di questo tipo ma adesso giuro che smetto di pigiare in maniera insensata la tastiera e vi lascio godere delle poche foto che ho fatto…
Scusatemi, ero impegnato e non potevo proprio rimandare.
Per chi ha avuto la pazienza di leggersi tutto….
GRAZIE e alla prossima.
Buone foto.
p.s. appena avrò le foto dal fotografo del circuito ovviamente documenterò le pieghe.
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ORE 5:15 PRIMO RITROVO
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IL CIELO DI BEDIZZOLE
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VERSO EST
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I DOLCI DECLIVI CHE PORTANO AL LAGO
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LA LUNA
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CBR DI OSCAR,BRUTALE DI DANIELE E...
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IL LAGO DA MONIGA
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....
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AUMENTA LA LUCE, MENTRE NOI CARICHIAMO LE ULTIME MOTO
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ALL'ARRIVO IN CIRCUITO
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OSCAR LITIGA CON LA TANICA
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CERCO LA POSIZIONE MIGLIORE PER LE SAPONETTE
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MOTO DEL NOSTRO GRUPPO
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NON MI DISPIACEREBBE AVERE ANCHE QUELLA BIANCA...
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QUANDO SI DICE CHE GLI STIVALI NON SERVONO
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OSCAR E L'HONDINA
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LA MIA E' L'ULTIMA A SALIRE
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OTTIME GOMME
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GIA' RADDRIZZATA?!SI FA PER DIRE
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NIENTE DI GRAVE
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NIENTE SPORCO
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...
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ARRIVO A BEDIZZOLE
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FINE GIORNATA
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Saluti Desmo
Ah...per quelli che ancora si stanno chiedendo"ok, ma alla fine, in quanto cavolo hai girato??"...
Miglior tempo 1'30"671
Mi accontento...