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Inviato: 4 Nov 2024 0:06
Oggetto: Stelviata autunnale - 02.11.2024
Negli ultimi anni ho prese l'abitudine di andare, almeno una volta, a fare un saltino sullo Stelvio.
Solitamente il giro me lo faccio in luglio/agosto, ma purtroppo quest'anno i tempi si sono prolungati.
Alla fine, l'ultima chance è il 2 novembre, visto che per il giorno seguente è in calendario la chiusura invernale del passo.
Sabato mattina quindi, una volta espletate le classiche operazioni post risveglio, salgo in sella e parto.
Sono da poco passate le 7:00, c'è una leggera nebbiolina e l'aria è abbastanza freschetta, vista la temperatura oscillante tra 7 e 8 gradi.
Mi dirigo speditamente verso Brescia per poi imboccare la SP510 costeggiando il lago di Iseo.
L'aria è sempre fresca anzi, forse comincia ad esserlo un po' troppo.
Meno male che le manopole riscaldate ed i sottoguanti non mi fanno rimpiangere di aver indossato i guanti estivi.
Certo potrei anche fermarmi ed indossare una maglia in più visto che nella valigia c'è, però... Però dovrei togliermi guanti, casco, giubbino e paraschiena, per poi rimettermi il tutto una volta indossata la maglia.
Voglia: zero. Proseguo con il fresco che mi punzecchia ed io che maledico le temperature basse e me stesso per non volermi fermare...
Lasciatomi il lago d'Iseo alle spalle salgo a Edolo per poi salire all'Aprica.
Il traffico è scorrevole, così una volta sorpassati i "tappi", riesco a godermi la salita con un passo allegrotto.
Arrivo all'Aprica dopo circa due ore e mezzo di viaggio, fermandomi per sgranchire un po' le chiappe e fare colazione.
La giornata è ottima, le temperature si sono un poco alzate, ma decido di indossare comunque una maglia in più. Non si sa mai...
Ripresa la marcia mi dirigo verso Tirano e da qui passo la frontiera, entro in Svizzera e mi dirigo a nord lungo la val Poschiavo, costeggiando anche l'omonimo lago.
Ammetto che una volta in territorio elvetico divento più ligio ai limiti di velocità. Sarà l'effetto della loro famosa inflessibilità...
Gli automobilisti italiani però devono avere più timore di me, visto il margine che si tengono sui limiti.
Dove ci sono i 60 a malapena fanno i 50, dove ci sono gli 80 non arrivano nemmeno ai 70. Io capisco la paura della polizei ma la miseria così non si va avanti... Mortacci vostra!!
Concedendomi nell'ultimo tratto un passo un po' più allegrotto, arrivo al passo del Bernina dove mi fermo giusto per un paio di foto.
Ripercorro quindi a ritroso un pezzo di strada per poi attraversare nuovamente la frontiera e rientrare in Italia per la Forcola di Livigno.
Anche a Livigno solo un veloce passaggio, giusto il tempo di una foto e del pieno di benzina (ça va sans dire).
Punto quindi verso Bormio percorrendo prima il passo Eira e poi il Foscagno.
Proprio dopo quest'ultimo, lavori stradali e la presenza di alcuni semafori per il senso unico alternato creano, per quelli che viaggiano in senso contrario al mio, luuunghe code. Chi va a Livigno deve armarsi di taaanta pazienza e fare una buona scorta di imprecazioni. Ne serviranno tante...
A Bormio imbocco la SS38 e con traffico pressoché assente ed una buona lena, mi dirigo verso lo Stelvio.
Arriverò sul passo poco prima delle 13:30.
Vista l'ora e dato che la colazione è oramai un lontano ricordo, mi rifocillo con un panino al cervo ed un birrozzo.
Ed intanto che ci siamo, entrando in un bar per espletare liquidi corporali, ne approfitto per un caffè ed un bicchierino di amaro Braulio...
Uscito dal bar noto che le moto sono molte meno di poco fa, segno che molti hanno già abbandonato il campo. Accesa la moto, abbandono anch'io lo Stelvio. Anche quest'anno abbiamo timbrato il cartellino, ci si vede l'anno prossimo!
Decido di non scendere dal versante trentino ma bensì di tornare sui miei passi e dopo un breve tratto in direzione Bormio, entro nuovamente in Svizzera valicando il passo Umbrail.
Scendo verso la statale 28 con il traffico che è praticamente assente.
Una volta imboccata la 28 entro nuovamente in Italia mi dirigo a Laudes, passo per Malles Venosta e percorrendo la SS40 arrivo al lago di Resia, fermandomi nei pressi del famoso campanile.
Mentre riposo un po' le terga, scruto gli appunti che mi ero fatto per decidere l'opzione per rientrare alla base. Vorrei fare una capatina per il passo Mendola ma i tempi si allungherebbero un po' troppo. Decido quindi per il tragitto veloce e puntare direttamente verso casa.
Il tratto dal lago di Resia a Merano sarà un po' un tormento. Traffico, trattorini che creano lunghe code e TopoGigio vari che guidano come fossero alla processione della Madonnadell'Incoronata, mi fanno sacramentare non poco...
Da Merano arrivare a Bolzano ci vuol poco, da qui imbocco poi la SS12 in direzione sud.
Comincia a far buio e la visiera scura rende la visibilità, a volte, un poco difficoltosa.
Mi fermo un'ultima volta per un rabbocco di carburante ed indossare gli occhiali gialli, allieveranno il fastidio dell'aria fresca quando alzerò la visiera.
In verità farò un'altra fermata, giusto il tempo di fare una foto al volo:
Dai che manca poco ai 100.000!!
In quel di Trento imbocco l'autostrada per poi abbandonarla a pochi chilometri da casa.
Arriverò alla base poco dopo le 19:00, praticamente 12 ore dopo quando ero partito.
Che dire se non "bel giro". Posti già visti e stravisti, strade fatte e rifatte, ma è sempre un piacere tornare in certi posti.
Il trip segna un totale di 704,6 km. Credo uno dei giri in giornata più lunghi mai fatti, forse addirittura il più lungo...
Bene bene e come di il saggio "anche oggi l'abbiamo portata a casa".
Mappa del viaggio: