Nessuna eccezione... tutti, e dico tutti i centauri, almeno una volta nella vita, per fare bella figura con il prossimo (non importa chi sia: amici, parenti, sconosciuti, stranieri che non capiscono la nostra lingua...) hanno raccontato delle storielle un “pochino” gonfiate, con protagonisti noi e la nostra moto, per passare i cosiddetti “5 minuti di gloria”. Vediamo
le più comuni di seguito...
Sicuramente, la leggenda che preferiamo raccontare, è quella della caduta evitata. Generalmente, il bravo narratore, si rende protagonista di numeri degni di una compagine circense: ha evitato con estrema freddezza un autosnodato a 486 assi che si era immesso da una strada laterale senza curarsi di dare la precedenza, il tutto mentre era in piega e con uno stormo di moschini che si abbatteva sul suo casco, con la visiera aperta appena due secondi prima. Nota
la variante che vede protagonista la pioggia, la neve, mucche assassine che
attraversano la strada in piena città e in perfetta sincronia con l’autosnodato
di cui sopra, il tutto mentre ci squillava il cellulare.
Ovviamente, la realtà non si discosta molto dalla classica “virata” fatta per evitare il nonnetto sul cinquantino
di turno che si immette davanti a noi con estrema cautela e con velocità
prossima agli 0, 1 km/h.
Dopo le cadute, troviamo un’altra storiella sempre di grande effetto:
generalmente il protagonista è sempre il narratore; egli, in una strada irta di
curve e di pericoli, riesce con la sua abilità ai semimanubri quasi divina a
vincere un duello con un omaccione più esperto, più grosso, più bello e con una
moto verosimilmente veloce almeno il doppio e pesante la metà in confronto alla
sua. C'è, anche in questo caso, chi esagera, dicendo che arrivati a destinazione con 10 minuti di anticipo sul rivale sorpassato in precedenza, abbia raccolto elogi dall’intera combriccola di motociclisti al seguito, con tanto di standing-ovation. Il non plus ultra, però, si raggiunge quando a quanto detto sopra, si aggiunge il fatto che il protagonista guidava con la zavorrina
al seguito e con la moto carica di bagagli come una coppia di cammelli egiziani.
Anche in questo caso, l’intera vicenda è da vedersi nel seguente modo: un semplice sorpasso effettuato senza cambiare marcia, ai danni del cinquantino
già citato, con tanto di vecchietto (sempre il solito) al manubrio.
Sempre il ambito di sorpassi, c'è una leggenda metropolitana che circola da
anni...
Il motociclista (anche in questo caso stranamente voce narrante) sorpassa una macchina; dal senso opposto, un altro motociclista (folle) sorpassa un'altra macchina.
Data la velocità dei due motociclisti e il sorpasso risicato, non riuscendo a
rientrare in tempo dal sorpasso, i due si passano a fianco ognuno percorrendo la
corsia opposta al loro senso di marcia.
Quello che ci chiediamo è: ma se non riuscivano a rientrare perché il sorpasso era così risicato,
ognuno dei due motociclisti non avrebbe dovuto fare un frontale con l'auto che
l'altro motociclista aveva appena sorpassato?
Alcune cose è meglio non saperle mai....
Arriviamo ad un’altra delle storie che tutti noi abbiamo sentito almeno una volta... ovvero la storia di quando il motociclista ha evitato i caramba. Il centauro che non vuole esagerare, generalmente dice che in un posto di blocco, hanno fermato il tizio davanti a lui. Ma il mondo è bello perché è vario:
i dueruotisti più accaniti, sostengono generalmente di essere stati inseguiti dai caramba, perché li hanno colti mentre facevano un wheeling davanti ai loro occhi. Per evitarli, hanno fatto di tutto e di più: impennate,
staccate al limite, intraversate, passaggi in strettoie di 3 cm... sono sempre usciti vincitori. Se potete, fategli notare la somiglianza dei loro racconti con le avventure dei ghostrider.
Ultima, ma solo in ordine di impaginazione, è la storia del viaggio perfetto: il centauro in questo caso racconta di essersi fatto 10000 km senza stancarsi, e di aver tenuto una media che sarebbe difficile ottenere anche in caso di strade chiuse al traffico. In realtà, dopo 20 km si è buttato sul primo pratone,
esausto e senza il minimo residuo di energia...
Anche questo articolo è finito... vi saluto, spero di avervi fatto passare i soliti 10 minuti di svago... e mi raccomando: se raccontate una “storiella metropolitana” farcitela
di panzane: alla fine, è bello che sia così.
Lamps!