Sono passati tre mesi da quando ho avuto “l’incidente” (di cui ho parlato nel mio precedente articolo ”incidente - è capitato anche a me…”) che mi ha procurato una grave frattura al radio del braccio sinistro con conseguente intervento chirurgico e fissaggio sui monconi dell’osso di una bella piastra di titanio di 13 cm. e 7 viti; sono passati tre mesi e, superati i timori e le ansie del primo momento (sarò ancora capace di andare in moto? non dal punto di vista tecnico ovviamente, ma dal punto di vista mentale), sono finalmente risalito in sella.
Ero curioso di capire se e cosa fosse cambiato in me rispetto al mio rapporto con la moto; dopo le prime uscite posso trarre le prime considerazioni.
Quindi messa in moto, frizione tirata, piede che spinge in giù la pedivella del cambio, mano sinistra che (con un poco di fatica visto che il polso deve ancora riprendersi del tutto) molla la leva della frizione e si va!:
- non è diminuita la passione;
- non è cambiato quel comportamento irrazionale per cui al termine di un bel giro cerco comunque allungare la strada del ritorno a casa per allontanare il più possibile il momento in cui scendo di sella e parcheggio la moto nel box;
- non è cambiata la voglia di fare chilometri e di scoprire itinerari sempre nuovi;
- non è cambiato il piacere di scambiare il saluto con gli altri motociclisti che incontro per strada;
- non è cambiata la soddisfazione di eseguire quei (pochi) lavoretti di piccola manutenzione di cui sono capace.
Dette le note positive ho però anche avvertito che qualcosa in me per il momento è cambiato, io sono sempre stato un motociclista consapevole che la caduta è un rischio molto concreto e costantemente in agguato, questo sia a seguito di comportamenti nostri che di comportamenti di altri (anche se nell’incidente di tre mesi fa in effetti non sono mica caduto!) e di questo rischio ho sempre cercato di tenerne debitamente conto, ma ora, fatte le prime uscite, devo riscontrare che è alla consapevolezza del “rischio caduta” è subentrata un’altra sensazione: "quella di potermi fare male", che è qualcosa di diverso e di più rispetto al puro timore della caduta.
Sarà che sono passati solo tre mesi dall’incidente e che il processo di riabilitazione del braccio e del polso sinistro non è ancora completato al 100% , sarà che il ricordo della frattura, del dolore conseguente sono ancora freschi nella mia memoria, come è fresco anche il ricordo del complicato intervento chirurgico e dell’ulteriore conseguente dolore nonché delle successive pesanti sedute fisioterapiche, però si tratta di un pensiero che, pur non facendo diminuire la mia pressoché innata voglia di moto, consolidatasi in diversi (ahimé) lustri di attività motociclistica, in qualche modo me la fa gustare un poco di meno.
Forse prima al rischio incidente/caduta non ero in grado di abbinare anche il rischio costituto dalle conseguenze fisiche di cui invece oggi ho una evidenza concreta.
Volgendo al positivo la situazione devo dire che questa sensazione, o forse più correttamente lo si può definire come uno stato d’animo, costituisce un ulteriore stimolo ad adottare comportamenti prudenti e questo certamente non guasta, però sinceramente non è che mi piaccia troppo.
Passerà? Spero proprio di sì e che le belle giornate di moto, anche sotto il profilo meteo spero, che mi aspettano nei prossimi mesi contribuiscano a farmi godere della passione che condividiamo in modo più rilassato ancorché sempre con la dovuta attenzione ed il sempre necessario buon senso.