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Dopo l’incidente di nuovo in sella
Scritto da MAUROX - Pubblicato 05/05/2014 09:06
Tre mesi dopo l’incidente, di nuovo in sella ma…

Sono passati tre mesi da quando ho avuto “l’incidente” (di cui ho parlato nel mio precedente articolo ”incidente - è capitato anche a me…”) che mi ha procurato una grave frattura al radio del braccio sinistro con conseguente intervento chirurgico e fissaggio sui monconi dell’osso di una bella piastra di titanio di 13 cm. e 7 viti; sono passati tre mesi e, superati i timori e le ansie del primo momento (sarò ancora capace di andare in moto? non dal punto di vista tecnico ovviamente, ma dal punto di vista mentale), sono finalmente risalito in sella.

Ero curioso di capire se e cosa fosse cambiato in me rispetto al mio rapporto con la moto; dopo le prime uscite posso trarre le prime considerazioni.
Quindi messa in moto, frizione tirata, piede che spinge in giù la pedivella del cambio, mano sinistra che (con un poco di fatica visto che il polso deve ancora riprendersi del tutto) molla la leva della frizione e si va!:
  • non è diminuita la passione;
  • non è cambiato quel comportamento irrazionale per cui al termine di un bel giro cerco comunque allungare la strada del ritorno a casa per allontanare il più possibile il momento in cui scendo di sella e parcheggio la moto nel box;
  • non è cambiata la voglia di fare chilometri e di scoprire itinerari sempre nuovi;
  • non è cambiato il piacere di scambiare il saluto con gli altri motociclisti che incontro per strada;
  • non è cambiata la soddisfazione di eseguire quei (pochi) lavoretti di piccola manutenzione di cui sono capace.

Dette le note positive ho però anche avvertito che qualcosa in me per il momento è cambiato, io sono sempre stato un motociclista consapevole che la caduta è un rischio molto concreto e costantemente in agguato, questo sia a seguito di comportamenti nostri che di comportamenti di altri (anche se nell’incidente di tre mesi fa in effetti non sono mica caduto!) e di questo rischio ho sempre cercato di tenerne debitamente conto, ma ora, fatte le prime uscite, devo riscontrare che è alla consapevolezza del “rischio caduta” è subentrata un’altra sensazione: "quella di potermi fare male", che è qualcosa di diverso e di più rispetto al puro timore della caduta.

Sarà che sono passati solo tre mesi dall’incidente e che il processo di riabilitazione del braccio e del polso sinistro non è ancora completato al 100% , sarà che il ricordo della frattura, del dolore conseguente sono ancora freschi nella mia memoria, come è fresco anche il ricordo del complicato intervento chirurgico e dell’ulteriore conseguente dolore nonché delle successive pesanti sedute fisioterapiche, però si tratta di un pensiero che, pur non facendo diminuire la mia pressoché innata voglia di moto, consolidatasi in diversi (ahimé) lustri di attività motociclistica, in qualche modo me la fa gustare un poco di meno.
Forse prima al rischio incidente/caduta non ero in grado di abbinare anche il rischio costituto dalle conseguenze fisiche di cui invece oggi ho una evidenza concreta.

Volgendo al positivo la situazione devo dire che questa sensazione, o forse più correttamente lo si può definire come uno stato d’animo, costituisce un ulteriore stimolo ad adottare comportamenti prudenti e questo certamente non guasta, però sinceramente non è che mi piaccia troppo.

Passerà? Spero proprio di sì e che le belle giornate di moto, anche sotto il profilo meteo spero, che mi aspettano nei prossimi mesi contribuiscano a farmi godere della passione che condividiamo in modo più rilassato ancorché sempre con la dovuta attenzione ed il sempre necessario buon senso.
 

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Commento di: fabrirav il 05-05-2014 21:42
Ciao, non sai quanto ti capisco...sono caduto due volte e tutte e due da fermo!! La prima, moto nuova, non la conoscevo bene, la sto parcheggiando mi sbilancio e tombola!! La seconda ancora peggio, dopo averla lavata faccio per metterla sul cavalletto mi scivola un piede con disastrosa caduta, tra l'altro ho fatto di tutto per tenerla sfracellandomi la mano che è rimasta sotto...
Ma soprattutto quello che ho bene nella memoria sono tutti quei motociclisti che ho soccorso, e già, ho fatto per anni il servizio in Automedica e ti confesso che ogni volta che salgo sulla moto mi passano davanti alcune immagini che ahimè si sono ben piantate nella mente. Ma... , e c'è sempre un ma...in quei momenti ripenso ad una frase che mi disse un Primario motociclista,di quelli veri, la macchina lui non c'è l'aveva, aveva venduto la sua Honda a 170.000 km ed si era incazzato di brutto quando la moto successiva, un GS 1200, l'aveva piantato a soli 90.000 . Un giorno gli chiesi" ma non hai paura di cadere quando sei in moto?" Risposta:" il giorno che scoprirò di non avere paura sarà il giorno che non andrò più in moto..."
Se ci rifletti in quella risposta c'è tutto quello che cerchi...
Buona guida e...a presto!!
Commento di: mikininja il 07-05-2014 20:45
..bentornato MAUROX ..è un piacere saperti di nuovo in sella ..non preoccurti troppo del lato psicologico, qualche altro giretto ed il vento tutto porterà via. ..voglio aggiungere un'augurio a tutti gli altri convalescenti di cui ho in precedenza letto, e per fabrirav: grande il primario-filosofo, penso abbia insegnato un nuovo proverbio che riguarda tantissimi di noi ..io ci rientro di sicuro ASD
Commento di: eltordo il 06-05-2014 08:28
Buongiorno Maurox, ti scrivo come compagno di sventura. Il 14/03, dopo una giornata di 10 ore di lavoro, grazie alla pessima manutenzione stradale, sono caduto a causa di un dislivello di venti centimetri del manto stradale in curva e grazie anche ad una buca dove si è infilato il piede sinistro. Per fortuna andavo a 20 km/h, ero in una rotonda e c'era il traffico lentissimo del rientro. Risultato: frattura scomposta di tibia e perone, intervento, chiodo a T endomidollare di 40 cm nella tibia e 5 viti. Ho ripreso a camminare da una settimana con le stampelle dopo più di un mese di sedia a rotelle. La moto non ha riportato danni, per fortuna. Ho una voglia matta di tornare in sella, ma è ancora presto e non so come affronterò la situazione. Ero caduto altre due volte in passato, sempre da fermo e più di una sbucciatura non mi ero mai fatto. Spero di risalire in sella fra tre settimane e forse sarò meno spensierato, perché la moto è la mia evasione (è come la coperta di Linus) e tale vorrei che rimanesse. Buona strada, amico.
Eltordo
Commento di: Elr0ndK il 06-05-2014 14:40
Molti di noi, purtroppo, sembra che siano completamente estranei alla consapevolezza che in moto siamo molto ma molto esposti.
Non dico che bisogna aver paura, però la consapevolezza che non controlliamo l'ambiente circostante dovrebbe dissuadere i più a fare manovre da incoscienti ed invece, con molto rammarico, che spesso anche motociclisti ultranavigati incorrono nell'eccesso di confidenza: vuoi per sorpassi a dir poco azzardati, vuoi perché non indossano protezioni, vuoi per qualsiasi altro motivo ma sembra che ci si senta completamente padroni della strada.
Non dico i ragazzini, anche se ne ho viste davvero di ogni da parte di gente che poteva avere 16 anni al massimo, ma almeno da chi in moto ci sa andare mi aspetterei una maggiore "consapevolezza": io, per questione di cm, non sono stato travolto da un cretino con un Fazer mentre, a seguito della presenza di ostacolo in corsia (dementi che camminavano a piedi in contromano e nemmeno a bordo strada), mi allargavo per non travolgerli a mia volta. Capiamoci, chi va forte non è "più bravo".
E le conseguenze sono le stesse per tutti, non siamo mica Wolverine che abbiamo le ossa di adamantio.
Un po' di testa collegata al polso fa sempre bene!
Commento di: llanzo il 06-05-2014 20:54
Posso aggiungere i mie due cents ?
30 allora, 35 anni fa ! su Triumph bonny, sul dritto, di giorno, non ho visto nessuna macchia d'olio, mi sono trovato col culo per terra in una frazione di secondo. Non ho guidato per 3 mesi... Nella zona c'erano grossi lavori edili con camion che andavano su e giu e sicuramente sara' stata una macchia d'olio. La paura che mi ha impedito di guidare e'stata: "e se mi trovo a 90 km ora in curva larga e c'e' una macchia d'olio ? Con un auto, magari te la cavi, insomma, quell'asperienza mi ha rovinato il piacere di andare in moto.
Commento di: disubbidiente il 07-05-2014 01:25
Ciao a tutti, mi accodo anche io con un paio di considerazioni.
A me l' "inconveniente" è capitato il 17/03 : percorrevo - in scooter - un corso di scorrimento a Torino per andare a lavorare, quando una autoambulanza della Croce Verde di un paesino vicino a Torino mi taglia la strada (senza sirena nè indicatori di direzione) : per evitarla ho frenato talmente bene che mi sono fermato a tre/quattro metri di distanza, ma (quando avevo già ridotto abbastanza la velocità) sono caduto sulla sinistra, con conseguente frattura della tibia, fortunatamente rimessa in sesto solo con gesso e senza intervento (ho appena iniziato la fisioterapia).
Al di la' della rabbia per le prevedibili affermazioni della controparte ( ... ha fatto tutto da solo ... ) ho cercato anche io in questo periodo di razionalizzare e riflettere sull'accaduto.

Premettendo che è purtroppo ancora lontano il momento di risalire in sella (non tanto dello scooter quanto del regalo che mi sono fatto lo scorso anno, dopo 3 anni di tentennamenti, e con il sogno - ormai sfumato - di un lungo giro questa estate) la prima considerazione è di tipo statistico. Con la moto ho avuto modo di percorrere solo 3000 km dallo scorso ottobre, ma con gli ultimi due scooter ho percorso 70.000 km in 6 anni (in città e in piccoli giri) : non dico che fosse obbligatorio che mi capitasse qualcosa, ma - in fondo - sapevo che possibile / probabile.

Paura di ritornare in sella ? Purtroppo la prova sul campo ci sarà solo tra qualche mese, ma credo, e spero, di non avere blocchi o timori che toglierebbero tutto il gusto dell'usare solo due ruote per viaggiare.

Cosa è cambiato adesso ? Mi ritengo un guidatore ragionevolmente prudente, soprattutto in moto cerco sempre di rispettare il mio personale motto "nel dubbio, rallenta o frena" e ho scelto un tipo di moto più nella previsione di viaggi che per provare l'ebbrezza della velocità.
Mi sono convinto di essere stato, tutto sommato, anche fortunato (nessuna auto mi ha urtato mentre ero a terra; non ho urtato contro il cordolo di cemento che era solo ad una manciata di centimetri dalla mia testa; non ho avuto necessità di un intervento alla gamba; ecc) e mi sono anche convito che "inconvenienti" di questo tipo purtroppo capitano ma così come capitano danni anche più gravi in situazioni molto più paradossali, come cadere su una pietra sciando dopo aver corso per anni a 300 km in pista.
Quindi non c'è semplicemente fatalismo o un atteggiamento di sfida al proprio angelo custode per vedere chi dei due va più veloce : credo che si debba avere abbastanza "paura" da avere sempre presenti quali sono i propri limiti e dove inizia la colpevole incoscienza, ma non abbastanza "paura" da privarsi del gusto di questa passione.

Come diceva una pubblicità dei miei tempi, "... si, si, si, sembra facile ...." : spero che alla prova dei fatti questa esperienza mi porti solo ad uno stile di guida ancora più tranquillo che mi permetta di gustare ancora di più i giretti che ho la ferma intenzione di continuare a fare.

Buona ripresa a tutti quelli che condividono con me il periodo di astinenza forzato ....

Paolo
Commento di: devargas il 07-05-2014 14:55
Forse passerà, forse no...conosco la sensazione. Mi sono fatto seriamente male la spalla, con tanto di operazione chirurgica...anzi due e quasi due mesi di ricovero e...tanto tanto dolore. Ma la moto non c'entrava niente, mi ero fatto male in casa (colmo). Ciononostante, quando mi sono riavvicinato alla moto, per quanto non avessi preso con lei l'incidente causa del dolore e del disagio, ricordo, era ben viva questa fastidiosa consapevolezza, addirittura l'ipotesi di rifarmi male mi procurava un senso di nausea.

Posso dirti che la sensazione è associabile alla moto, sicuramente, ma anche ad eventuali sci, pattini, skatebord, o imprese come tuffarsi, scalare, o fare judo etc etc.

Tu, nella tua narrazione sei anche arrivato da solo al nocciolo della questione: è il dolore, la paura di farsi male in un momento nel quale sei fragile. A me è passata...suppongo passerà anche a te. L'importante è non avere perso gusto e passione per moto e passeggiate. Ciao! Wink
Commento di: GregWRX il 07-05-2014 18:37
Io ti capisco da una parte.. Sono un neofita e prima della moto, ahimè, guidavo lo scooter 125. Un giorno decido di farmi un giretto da solo, strada dritta senza incroci e da neofita che sono... supero tutti alla velocità massima possibile appena vedo un buco, sopratutto i camion. Arrivato in città, vedo davanti a me un semaforo rosso in lontananza (100 m circa) e anche lì allora supero, non vendendo che c'era un incrocio nel quale si può svoltare a destra e indovina un po'? Ero allì'altezza del parafango anteriore di questa Fiat Croma di 20 anni e gira, io riesco a rimanere sulla moto. Io non mi sono fatto nulla, aparte un paio di graffi sulla gamba destra ma proprio lievi, lo scooter anche, dopo una passata di polish per eliminare giusto che un pelino della vernice della sua macchina sembrava nuovo. La Croma invece bozzo enorme sulla portiera anteriore, bozzo sulla portiera posteriore e rigata su entrambi i vetri con la leva del freno. Da quel giorno ho il terrore di superare... lo faccio quando ci sono i semafori rossi ma andando a 5 km/h e controllando se non ci sono uscite a sinistra o se le macchine hanno la freccia. A volte ho talmente tanta paura che rimango fermo nel traffico, senza superare nessuno.. e a vedere le moto che mi superano mi sento un po uno stupido ma d'altronde è così.. Auguri di fine riabilitazione e speriamo di non trovarci più a parlare di questi argomenti... Mr. Green
Lamps! Doppio Lamp Green
Commento di: devargas il 08-05-2014 10:01
Infatti il motociclista non si vede in colui che è appena salito su di una moto e la possiede da poco tempo. Ma in quelle persone che hanno le loro esperienza in chilometri, in scampati incidenti, ed effettive cadute. Si vede in coloro che per un motivo od un altro hanno baciato l'asfalto per scoprire un "forse anche utile" limite. In coloro che si leccano le ferite, ma caparbiamente risalgono in sella, ma con un fare rinnovato da esperienza e prudenza.

La coscienza rinnovata dal tempo, dalle vicissitudini e dall'esperienza, crea un motociclista più vero e cosciente, anzi, creano "IL MOTOCICLISTA". Infatti non è affatto scontato che il pivello che si diverte affidandosi alla sorte e guidando come in un videogioco, al primo serio incidente non prenda coscienza e paura tutt'assieme ed appenda il casco al chiodo terminando li la sua carriera di "motociclista".
Commento di: GregWRX il 08-05-2014 10:50
Non ci penso nemmeno di appendere il casco al chiodo! Però devo ammettere che prima ho anche assaggiato l'asfalto scivolando, sempre con quel benedetto scooter, sulla ghiaia, pinzata di anteriore, era sera su strada non illuminata, mi accosto per aspettare un mio amico e via con l'anteriore... Infatti da all'ora se posso, pinzo meno con l'anteriore e più con il posteriore. Mi ha detto anche mio papà, che motociclisti si nasce si, ma lo si diventa anche con il tempo, maturando esperienza.
Commento di: devargas il 08-05-2014 12:31
Parole sacrosante! Smile
Commento di: bossdeifiori il 26-07-2014 21:18
Il papà del Greg la sa lunga, mooooooooooolto lunga