Un motociclista lo si riconosce indubbiamente, anche quando è lontano dalla sua moto, purchè sia uscito con essa.
Un po' come Jon Waine veniva riconosciuto come cow boy quando lo incontravi: puzzolente di sterco di vacca, stivali, cosce storte, e sella a tracolla.
I nostri indizi, come hai accennato sono più subliminali, e dedicati ad un osservatore fino (a meno che non stiamo ovviamente con giubbotto da moto e casco in mano).
Io per esempio, quando ripongo il casco in ufficio, sono riconoscibile da qualche segnetto di grasso lasciatomi dalla catena quando libero al mattino la moto, gli stivali, che, se non prettamente motociclistici, presentano il segno del cambio, la camicia, dietro, che non mi accorgo di avere fuori dai pantaloni. I colleghi lo capiscono quando sto con la moto.
Viceversa, nelle uscite senza moto, magari con la famiglia, non esiste cenno identificativo alcuno, in quel signore oramai di mezzetà c'hio sono, affinché qualcuno possa ricondurmi al mondo ed al popolo motociclistico.
Però, se mai vedo parcheggiate moto e proprietari, mi intrufolo ammirando, e (se mi è consentito dalle circostanze) parlando: delle loro moto, di gare, motori, luoghi; cosa da irrimediabili nostalgici se la moto non la si possiede e semplicemente la si è posseduta, ma, viceversa, avendola, inevitabilmente poi l'atteggiamento mentale suscita curiosità.
Alla fine la domanda che mi rivolgono è consueta: "tu che moto c'hai?" Ecco, mi hanno riconosciuto, bello, pulito, riassettato, in giacca e cravatta!
Alla fine, un motociclista lo si riconosce dalla somma delle due cose: nell'aspetto esteriore piccoli cenni "ancorchè sia uscito con la moto" e l'atteggiamento mentale, se, al cospetto di moto e motociclisti, di moto si mette a parlare. (Magari dimentico di moglie e figli che aspettano).
Ciao e lamps a tutti.