Ne esistono vari tipi, i principali sono le tradizionali, GEL e AGM. La differenza è costruttiva e riguarda principalmente la
manutenzione. Le tradizionali hanno all'interno una soluzione acida liquida, quelle al GEL hanno un composto molto denso appunto simile al gel,
mentre nelle AGM o "Absorbed Glass Mat", l'acido è assorbito tra strati di materiale in fibra di vetro.
GEL e AGM, come vedremo, non hanno
bisogno di alcuna manutenzione. Per il resto le accortezze per una lunga durata devono essere le stesse.
Quando completamente carica una batteria riesce a fornire la corrente accumulata in un intervallo di tempo più o meno lungo a seconda della
capacità per cui è stata progettata. Ad esempio, una batteria 12V-30 Ampere/Ora (Ah) riesce a fornire 30 Ampere per un ora (oppure 15A per due
ore o 60A per mezz'ora ecc..), dopodiché la sua tensione scende sotto i 12V e bisogna caricarla.
Queste considerazioni sono vere in teoria mentre in pratica sono progettate per fornire bene e continuativamente una corrente che è il 10-20%
della loro capacità massima.
Diverso è il concetto di corrente di spunto. Questa può essere anche maggiore di 6 volte la capacità indicata (es. 36Ah=216Ampere), ma solo
per pochi istanti necessari, ad esempio, a far girare un motorino d'avviamento.
Il processo di scarica, durante un normale utilizzo avviene con tempi molto più lunghi, infatti questi alti assorbimenti si verificano solo in fase di
accensione della moto. Nell'istante in cui il motorino d'avviamento riceve la corrente scorrono molte decine di Ampere, ma appunto solo per
pochi istanti. In quel momento la batteria viene fortemente utilizzata, ma come
il motorino inizia a girare la corrente cala vistosamente e se la moto parte
subito l'assorbimento diviene bassissimo fino praticamente a terminare nel momento in cui si rilascia lo starter. Da questo momento
la batteria comincia ad essere ricaricata dall'apposito circuito di carica che provvede a restituire l'energia persa e quella che verrà
successivamente consumata dalle varie utenze. Tra queste la principale è rappresentata dalle lampadine dei fari anabbaglianti e di posizione.
Se la moto viene utilizzata per un periodo sufficientemente lungo da permettere un bilancio positivo tra la corrente consumata dai circuiti e quella
ripristinata dal movimento, in teoria la batteria non ha bisogno di nessuna carica aggiuntiva. La sua carica viene infatti continuamente
ripristinata. Se invece i tragitti sono sempre di breve durata, la batteria tenderà inevitabilmente a scaricarsi.
Avviene inoltre anche un normale processo di scarica che lentamente fa scendere la tensione degli elementi e questo è inevitabile e del tutto
normale. Questo processo riduce la carica circa dello 0,5-1% giornalmente quindi se si lascia la moto inutilizzata per un periodo molto lungo è
bene provvedere con qualche accorgimento per evitare che la batteria si rovini. Controlli periodici sullo stato della batteria poi sono del tutto
consigliati in generale per aumentarne la vita.
Mantenere sempre carica la batteria quindi ne aumenta la vita e l'efficienza generale, vediamo come provvedere ad una corretta carica.
Le batterie vengono vendute precaricate, ma è buona norma, prima di utilizzarle, applicare un ciclo di ricarica a bassa corrente per riportarla al
100% della carica.
Il processo di carica consente alle celle che formano l'accumulatore di immagazzinare lentamente la corrente fornita. Questa corrente di norma
deve essere il 10% della capacità indicata della batteria. Quindi una batteria da 36 Ah deve essere caricata con una corrente di 3,6 Ampere per
un tempo massimo di 10-12 ore.
All'inizio la tensione sarà sui 12.6-13 V, poi questa tensione salirà molto lentamente. Quando arriva a 13.5-13.6 V significa che la batteria è
quasi completamente carica.
La batteria infatti internamente è formata da 6 elementi di 2,1 Volt l'uno. Per mantenerla carica bisogna fornire almeno 2,3V ad elemento,
ottenendo una carica lenta di mantenimento. Questa carica può essere portata a 2,5V per elemento se la batteria viene normalmente utilizzata,
con i normali cicli di carica/scarica. Evitare di andare oltre i 15Volt e quindi di fornire molta corrente per abbreviare i tempi di carica.
Così
facendo si va incontro al fenomeno detto di solfatazione. Si tratta di un fenomeno sgradito e dannoso che consiste nella formazione all'interno
degli elementi, di cristalli di solfato di piombo. Con una carica violenta questi cristalli aumentano e si legano tra loro formando uno spessore
sulle piastre interne e conseguente perdita di efficienza ed erogazione. Evitare dunque i carica batterie rapidi che spesso forniscono troppa
corrente di carica.
Indicativamente questi sono i valori per una normale ricarica di una decina di ore:
- Batteria normale: 13.4 - 13. 8 Volt
- Batteria GEL: 13.8 - 14. 1 Volt
- Batteria AGM: 14.4 - 14.6 Volt
Il fenomeno della solfatazione colpisce la batteria anche quando questa si scarica senza mai ricaricarla. Più si scarica più il fenomeno aumenta
fino a rovinare del tutto la batteria. Un'altra causa di solfatazione si verifica quando le piastre della batteria, a causa del basso livello
dell’elettrolita, vengono esposte all’aria. Per questo motivo alle batterie a liquido bisogna anche controllare periodicamente il livello
dell'elettrolita.
Questo ci dà lo spunto per parlare della densità dell’elettrolito e del
Densimetro, lo strumento appunto per misurare la densità delle batterie
tradizionali.
Il liquido contenuto nella batteria è una soluzione acida composta di acqua distillata e acido solforico. In una batteria carica la densità a 27°C è
maggiore di 1.260 Kg/l. Quando è inferiore a 1.120 la batteria è completamente scarica.
La densità è indicata in Kg/l o Kg/dm3 in certi casi anche in gradi Baumè (scritto Bè)
- Densità 1,265 Kg/l - Bè 30,23 - Carica al 100%
- Densità 1,225 Kg/l - Bè 26,51 - Carica al 75%
- Densità 1,190 Kg/l - Bè 23,04 - Carica al 50%
- Densità 1,155 Kg/l - Bè 19,37 - Carica al 25%
- Densità 1,120 Kg/l - Bè 15,46 - Completamente scarica
Per misurare questi livelli si utilizza un semplice densimetro per batterie che è solitamente formato da una ampolla di vetro e una pompetta per
aspirare il liquido. Dentro l'ampolla c'è un peso con un'asta graduata che si alza a seconda della densità del liquido all'interno dell'ampolla. I
modelli più semplici sono colorati di rosso e di verde quelli più precisi anche di altri colori. I valori indicati dai colori corrispondono ai vari livelli di
densità e quindi di carica. Il verde rappresenta la condizione di carica il rosso di scarica. Le due condizioni si verificano
perché, quando la
batteria è completamente carica l'acido solforico è in soluzione con l'acqua, quindi l'elettrolito è più denso.
Quando invece è completamente
scarica l'acido solforico aderisce alle placche e quindi la soluzione diviene acquosa con conseguente densità e peso minore.
Per concludere un breve cenno sul caricabatterie. In commercio se ne trovano di ottima qualità. Preferite quelli dotati di uno strumento che
indichi la tensione e la corrente di carica in modo da poter monitorare l'andamento del processo. Inoltre esiste una categoria di caricabatterie
detti automatici. Questi sono l'ideale per le batterie che rimangono inutilizzate per lunghi periodi, in quanto mantengono costantemente la carica
fornendo tensione solo quando necessario.
Per riassumere i processi di carica e manutenzione:
- Mantenete la batteria sempre carica se non utilizzata ricaricatela ogni 2 settimane o utilizzate un caricabatterie automatico
- Controllate, dove possibile, il livello e la densità dell’elettrolito per controllare che tutto sia normale
- Mantenetela pulita, controllate i morsetti e se necessario dopo averli serrati ingrassateli con vaselina.
- Caricate con 1/10 della corrente indicata dal costruttore (36Ah=3,6A)
- Evitate ricariche violente per ridurre i tempi previsti ma al contrario preferire ricariche lente.