L'amico in questione è il mio, ormai ex, CBF 1000!
Un amico improvviso, arrivato quasi per caso. Ma che rimarrà sempre nel cuore.
Anno 2006, l'inizio.
Tutto parte da molto lontano, ero un ragazzino con la fissa per i motori e la musica, sopratutto i motori in quel periodo.
Quell'estate la mia passione diventò malattia.
Mia madre erano già anni che insisteva perché diventassi indipendente e comprassi uno scooter, io non volevo, avevo un maledetto terrore delle due ruote e le trovavo scomode ed insensate. Sognavo la macchina! Quella si... Così credevo.
Un maledetto pomeriggio, dopo, scuola ero in compagnia di un mio caro amico nel parcheggio sotto casa sua, un posto come tanti disperso nella campagna modenese. Un pomeriggio primaverile, freddo ma con un bel sole e quell'aria limpida che rende anche un posto desolato, un piccolo angolo di paradiso.
Torniamo al "maledetto". Lui si era appena comprato il 50ino, un Malaguti Drakon NKD "Ducati Replica", stavamo affrontando la solita discussione auto vs moto: lui insisteva che la moto ti dava sensazioni che mai avresti potuto provare in una scatola di ferro ed io sostenevo che era stupido e che non capiva quanto fosse pericoloso e scomodo avere solo due ruote! Al che mi buttò uno sguardo di sfida "Prima di parlare, hai mai provato ad andarci?", io ero assolutamente verginello di due ruote, risposi con un secco "No grazie, non m 'interessa!", al che mi butta le chiavi e fa "Dai, va là, salta su!" !!! Cosa?!?! Su due ruote?? Dopo un quarto d'ora di discussione riesce a farmi salire in sella... Che dire, le prime impressioni confermavano quello che pensavo: scomoda, insicura, inutile.... Poi mi fece accendere il piccolo motore e già li qualcosa cambiò, non capii se fu il motore in mezzo alle gambe o il tirare la frizione e sentire il "clack" della marcia innestata, fatto sta che mi ero già innamorato.
Ammetto che ci misi un paio (o decine di paia...) di volte a capire come modulare frizione e gas, ,ma quando capii... Oooo quando capiii...
Ogni giorno, fuori da scuola, m'inventavo una scusa per fare qualche giretto con quella piccola Moto, era una droga e più ci giravo e più ci volevo girare... Al che presi la mia decisione.
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Malaguti Drakon NKD.
Anno 2007. La follia ha inizio.
Dicevo: presi la mia decisione! Avrei comprato una moto tutta mia!
D'estate lavoravo dalla fine della scuola fino al suo inizio! Senza ferie o altro, l'obiettivo era solo La Moto e visto che in casa di soldi non ne giravano troppi e, sopratutto non volevo far pesare le mie voglie ai genitori che avevano altre due da mantenere, ci davo dentro alla grande!
A scuola poi cominciò il TotoMoto: compravamo qualunque rivista pubblicasse test o comparative di 125cc e passavamo le ore di lezione e dopo lezione, io ed il mio amico, a confrontare schede tecniche nemmeno fossimo dei super esperti in materia...
I nomi erano tanti: Aprilia RS, Cagiva Mito, Derbi GPR ecc ecc... Solo uno era un secco NO: il CBR 125R della Honda! Quello no! Brutto e mal colorato, mai avrei speso soldi per quella moto!
Poi un giorno, inizio 2007, sfogliando per l'ennesima volta i listini una folgorazione! che diavolo era quello spettacolo rosso e nero? Con quelle linee da vera Race Replica!? O cavolo... Ma era il nuovo CBR 125R !!!
Rimasi folgorato, sembrava incredibile come una carenatura diversa la facesse brillare di nuova luce!
La sera a cena esposi la questione ai miei genitori, ai quali per poco non venne un infarto: ma come, non avevo mai nemmeno voluto lo scooter ed ora ero li a magnificare, addirittura, un 125! A marce per giunta!
Però cedettero presto con l'accordo che l'avrei pagata e mantenuta nella bella stagione lavorando, d'inverno mi avrebbero aiutato loro.
Era fatta. La follia aveva vinto.
Tralascio tutta la storia dell'attesa ed arriviamo al momento più interessante ed emozionante: il ritiro del mezzo!
Arrivammo in concessionaria prestissimo, aveva appena aperto i battenti, ed eccola là: bella, bellissima, in centro alla sala con i suoi occhioni che mi fissavano.... Non so se è vero che le moto hanno un anima, sono sicuro che in quel momento Lei mi scelse! (Avete visto "Avatar", la scena di quando lui trova il suo drago? Ecco una cosa del genere...). Il concessionario parlavaparlavaparlava, pensava lo stessi a sentire? Capii solo quando tirò fuori le chiavi e me le porse.
Era vero allora. Quei 20km per tornare a casa non li scoderò MAI, di tutti quelli che ho fatto son quelli che più vividi in assoluto. Eravamo noi due nel vento, lei che pulsava ed ubbidiva ai miei comandi... Avevo le lacrime agli occhi, fino a poco tempo prima mai avrei pensato di potermi innamorare davvero di quello che molti considerano "toc de fer"! Ricordo persino il primo saluto che ricevetti in quei chilometri: da un collega a cavallo della sorella maggiore del mio 125, un CBR 600RR rosso e nero.
Fu quel giorno che diventai un Motociclista.
Pian piano che prendevo confidenza aumentava la distanza percorsa: prima 20, 50, 100km al pomeriggio dopo scuola, ma volevo di più sempre di più! I monti modenesi presto divennero piccoli, volevo passare quanto più tempo possibile assieme a Lei, furono mesi bellissimi a perderci in Austria e Svizzera, così come sugli appennini senza una meta. Mia madre era disperata perché non mi vedeva mai a casa (e nemmeno i professori a scuola mi vedevano così spesso...).
In tanto il tempo passava e la voglia di qualcosa di più tormentava le mie notti.
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Honda CBR 125R. Bimba.
Anno 2010. La crescita.
E così decisi che dovevo separarmi da lei. Dopo appena 33000km era giunto il momento di dirci addio. Lei sembrava averlo capito, ogni uscita era sempre più malinconica... Passavo più tempo a rimirarla, una volta raggiunti i nostri posti segreti, che a guidarla. volevo che capisse che l'amavo e che sempre l'avrei amata, purtroppo dovevo crescere. Così fu, andò ad una giovane ragazza di 16 anni, fui felice così! Le avrebbe insegnato quello che aveva insegnato a me senza tradirla e con pazienza.
Veniamo al dunque... Il problema era di tipo burocratico: a 19 anni, fresco di A2, potevo comprare solo una moto depotenziata!
Ripresi le discussioni col mio amico, che intento si era preso una Z750 nuova, su che moto avrei potuto comprare con un budget di 3500€ e depotenziata. Volevo assolutamente una moto sportiva, o meglio La Moto Sportiva che bagnava i miei sogni da sempre: il CBR 600RR! Peccato questo depotenziato non lo facessero.
Una sera d'inverno, mentre si era a Modena per una birretta, venne fuori che un nostro amico comune aveva un Kawasaki Ninja 636 del 2003, depotenziato, in vendita! Bah, gli buttai per scherzo "Dai la prendo e poi andiamo in giro assieme con due Kawa! Ma va va...". Infatti.
Come potete immaginare andai a vederla sta bestia: abituato alle dimensioni del 125 mi sembrava una moto da Gran Premio.
Nera. Ingrugnita. Sguaiata.
Mi fissava sul suo cavalletto con uno sguardo che diceva "Stai in la incapace! Ti mordo!", morale?? Me ne usci con la classica frase "LA posso provare?" perbacco.... Appena salito in sella, non abituato ai semimanuri, mi schiaccia il pollice della mano destra, fu in quel momento che capii: doveva essere mia! Phobia la chiamai...
Portai mia madre a vederla, pur pagandola e mantenendola io avevo piacere sapesse, rimase incerta se essere terrorizzata o ammaliata da cotanto mezzo! Insomma ok, basta che non ti ammazzi!
Via allora a casa! Il Ninja è stata davvero la moto perfetta per me: aveva la potenza per portarmi serenamente in giro, era scomoda, cattiva, psicopatica e sopratutto... Uno spettacolo da guidare!
Se il CBR fu come la prima morosina, il Ninja fu come la ragazza più grande che ti mostra come gira il mondo!
Con lei cominciarono i primi giri tirati, il ginocchietto per terra e tutte quelle cose che avevo sempre sognato di fare, poi i faceva morire il suo essere dura e scontrosa, dovevi avere i cojones con lei, se la domavi allora ti si concedeva con tutta se stessa.
Finché...
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Kawasaki Ninja ZX-636R. Phobia.
Anno 2013. La maturazione.
Così passarono gli anni ed km... Finché un brutto giorno successe l'irreparabile: scivolai mentre salivamo a Sestola (ancora oggi grazie Chichi!): io non mi feci niente, a Phobia non andò così bene: telaio piegato contro una macchina.
Non vi so dire la sensazione che provai. L'avevo distrutta! La mia moto. Lei che mi aveva insegnato tanto.
Distrutto.
Devo ringraziare tanto i ragazzi del Gruppo Emilia, in special modo Alex che si fece il c**o cubico per me, se trovai la forza di rimettermi in sella e continuare. Ok, ma che moto prendere? Avevo già adocchiato un Ninja 600 ed un CBR 600 il "problema", se così lo si può definire era un altro: Ilaria.
Piccola parentesi: Ilaria è la mia morosa da ormai 6 anni, una ragazza stupenda, che mi prende per come sono, sincera allegra, testona, determinata... Ed una piccola motociclista in erba!
Già col 125 veniva ogni tanto via con me, pochi km certo, però ad ogni km s'insinuava in lei il seme della passione...
Parlo d'Ilaria perché la moto che presi dopo fu un omaggio a lei ed alla sua pazienza!
Grazie ad Alex decisi di portare a casa una moto che fosse comoda per due e che non costasse troppo, ricapitoliamo la moto doveva essere: comoda, affidabile, sicura ed economica! In una parola Honda, in qualche parola in più: honda CBF 1000 ST! Il nostro amico!
Lo portai a casa, grazie ad Alex, da Imola e quando Ilaria lo vide non vi so dire la luce che avevano i suoi occhi: ora pure lei poteva vivere la moto! (Di fatti la prendevo in giro dicendole che quella era la "Sua" moto).
Il primo giro la portai sulla Raticosa a coccolare la gatta dello chalet mentre ci gustavamo la schiacciata ripiena. Lei non riusciva a smettere di ridere dalla felicità. Ed io come lei, ero in moto con assieme a lei.
Con il nostro CBF arrivò la maturità: viaggi e viaggetti, piogge torrenziali e giornate torride, sempre giù a macinar chilometri e chilometri! (oltre alle pedane ed ai cavalletti).
Ora Ilaria s'intende di moto, sente le gomme lavorare e s'infervora nelle discussioni tecniche! Pure lei nel tunnel e tutto grazie a Lui!
Il nostro amico silenzioso che ci ha accompagnato per questi due anni senza mai battere ciglio.
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Honda CBF 1000ST. Chtulhu.
Purtroppo, il caro CBF, non è mai riuscito a darmi ciò di cui sento ancora un gran bisogno: godere alla guida!
Così decidemmo di salutarci! Lui andrà ancora in giro a rendere felice un altro motociclista e noi continueremo a macinare chilometri su chilometri assieme, ringraziandolo per averci insegnato la gioia della condivisione del viaggio.
Ora basta, sono troppo lungo...
Ciao amico mio, ciao Effone (come ti chiamavamo affettuosamente), ti porteremo sempre nei nostri cuori...