Il 18 gennaio dell'anno scorso, mi sveglio con dei fastidi all'addome che da lì a poco diventano lancinanti, quasi da svenimento...

Ambulanza, ospedale, ore di attesa dopo la visita con dei dolori che mi facevano contorcere su quello scarno lettino.

Alla fine un chirurgo decide di farmi fare una tac, il responso parla di perforazione intestinale devo essere operato urgentemente. Finalmente so di cosa si tratta, fra poco i dolori passeranno verrò operato.

Mi trasferiscono vicino alla sala operatoria per le operazioni di rito, accanto a me la mia fedele compagna con le lacrime agli occhi, lei sa la verità io no.

I dolori sono ormai insopportabili da molte ore, da quando sono arrivato al PS ne sono passate non meno di 9, che si riveleranno importantissime per quello che succederà in seguito.

Prima di entrare in sala ci salutiamo con Laura certo che l'avrei rivista poco dopo.

Chiaramente non sapevo nulla di quanto stava accadendo, il mio battito cardiaco era aumentato di molto e la pressione era scesa, la prima diagnosi è perforazione intestinale con setticemia in atto.

L'intervento dura diverse ore, durante quest'ultimo smetto di respirare autonomamente e, mi collegano al respiratore automatico sono in coma, quando i chirurghi escono dalla sala operatoria il responso è impietoso: non c'è più nulla da fare, non arriverà alla mattina successiva, lo trasportiamo in rianimazione.

Vengo trasferito in un altro ospedale perché lì non c'è questa struttura, i miei familiari seguono l'ambulanza nella disperazione, anche in quest'ultimo posto non danno speranze sono in shock settico, il peggio del peggio, dicono ho iniziato con i polmoni, in breve tempo ad uno ad uno tutti gli organi collasseranno, raccomandano di tenere i cellulari accesi perché a breve potrebbero essere chiamati, il mio organismo non reagisce quindi...

Il giorno dopo vengono avvisati gli amici e parenti che tra lo sgomento generale mi fanno visita attraverso quel vetro che ci separa, naturalmente questo mi viene raccontato perché sono sempre in coma.

Una mattina (sono passati 12 giorni) apro gli occhi e penso che mi hanno svegliato dopo l'intervento, così non è, c'è qualcosa che non torna, ho un tubo in bocca che mi fa respirare, non ho assolutamente forza, ho le braccia e mani gonfie tanto da non riuscire a muoverle ed a chiuderle, sento dolori alla testa e alle gambe, non capisco cosa stia succedendo.

Finalmente qualcuno mi spiega la situazione, sono invaso dall'infezione, sono stato tenuto in coma farmacologico per tutto questo tempo, ho poche speranze.

Vengo assalito dalla disperazione, sono impotente, mi riaddormento, non ho più la cognizione del tempo, sento una voce credo di stare a sognare apro gli occhi e vedo Laura piena di lacrime di gioia, la mia felicità è immensa (scusate mi sto commuovendo al ricordo).

Mi mette al corrente di quanto è successo e quanto è grave la situazione, ma adesso ho una certezza almeno nella mia mente, ce la farò!
In questo periodo molte persone mi sono state vicine una fra tutte Marko60, che più o meno tutti i giorni mi veniva a fare visita.

Le giornate passano lente, la situazione ai medici sembra sempre più irreparabile, ma io vedo che ogni giorno che passa recupero forze e sto meglio del giorno prima, sarà come dicono loro boh.

Alla fine contro ogni previsione medica di possibilità di salvezza dopo 64 giorni esco ridotto ad un mucchio ossa dall'ospedale vivo e con le mie tremolanti gambe.

Questo periodo della mia vita mi ha fatto capire quanto sia importante l'amore e la forza che quest'ultimo trasmette a noi e quanto c'è d'aiuto nei momenti brutti.
La mia compagna è stata determinante nell'aiutarmi e sostenermi nei momenti in cui stavo pensando di lasciarmi andare, a volte è stata molto dura ma ha ottenuto l'effetto desiderato, nulla era più bello e importante del suo sorriso anche quando non c'era da ridere affatto. Mai finirò di ringraziarti Laura, ma in cuor tuo sai.

In questa fase della mia vita ho capito alcune sfumature delle persone, quelle su cui facevo affidamento sbagliando e quelle su cui non ne facevo. Quando ero in fin di vita c'è chi mi ha pugnalato alle spalle in maniera vergognosa, fino a quel momento si erano dichiarati amici, ma la vita è cosi, guarda avanti e non ti curar di loro.

Mi è stato di grande aiuto il mio amico Marko60, che con tutte le sue visite pomeridiane mi allietava e mi faceva fare due risate, i ViterBikers egli altri amici del Tinga che mi hanno fatto visita spesso e, quelle persone che non mi aspettavo Falkonero, Powerbe a dimostrami il loro affetto in quanto non è che avessimo grande confidenza. Tutte quelle persone che mi hanno mandato MP o mi hanno chiamato quando ero in grado di rispondere al telefono, tutte persone di questo forum (al di fuori dei miei amici extra Tinga e dei parenti).

Ho capito sulla mia persona che gli amici si vedono veramente nel momento del bisogno, ad un anno di distanza li voglio ringraziare e dir loro che gli voglio bene. Grazie grazie grazie.

Altro momento importante è stato quando sono risalito sulla moto, avevo le lacrime agli occhi ero felice come un bambino, anche se ho alle spalle 38 anni di 2 ruote, era come se fosse la prima volta. Che bello sentire l'aria in faccia, andare a prendere Laura che ha avuto il coraggio di montare in sella (ma lo sappiamo che non ha tutte le rotelle :-))

Ritornare alla vita, uscire con gli amici, condividere con loro quei momenti, tutto quello che diamo per scontato ma scontato non è.

Ho capito che le cose a cui spesso diamo importanza o a cui aspiriamo o gli stereotipi non contano nulla, solo due cose sono veramente importanti, l'amore e la vita.
Sì, la vita la quale spesso diamo per scontata ma che è appesa ad un filo e, quel filo lo avevo quasi rotto del tutto.

Quando venni fatto moderatore scrissi un articolo "Emozioni" relativo a quello che avevo provato da quando mi ero iscritto al Tinga; beh oggi posso dire di essere stato ben felice di farlo, perché questo forum mi ha permesso di conoscere delle persone veramente meravigliose con le quali ho stretto amicizia e condiviso momenti bellissimi e con i quali abbiamo dei sogni nel cassetto ancora da realizzare.

Quindi ancora un' altra volta grazie amici grazie Tinga e scusatemi se sono stato tedioso, ma volevo festeggiare con voi il primo anno della nuova vita che il Signore mi ha donato.