La Community Ting'Avert
Una compagna nei momenti difficili
Scritto da Broom - Pubblicato 10/01/2011 10:35
Quello che leggerete è accaduto circa due anni fa...

All'epoca avevo molta meno esperienza di oggi ma comunque vivevo con molta "intimità" il rapporto con la moto. Per me è stato sempre un mezzo di evasione più che di corsa o di scorribande. La velocità è sempre stata secondaria al luogo in cui mi trovassi. Questo racconto vuole essere una testimonianza di questo rapporto che probabilmente molti di voi condividono con le proprie due ruote.

Diagnosticarono un tumore alla spina dorsale a mia madre quella sera. Mio fratello era tornato a casa distrutto da un’attesa in ospedale. Le dissero che non avrebbe più camminato e che difficilmente sarebbe sopravvissuta. Me la fecero salutare per venti minuti in una corsia definita “un pollaio”, con delle luci al neon eccessive. Avrebbe dovuto dormire lì quella notte ed io me ne sarei dovuto andare.

All’uscita dall’ospedale l’asfalto era umido ed il cielo nero come la notte che mi avvolgeva. Era venerdì e avrei potuto dormire il giorno dopo. Era tardi e non mi correva dietro nessuno ma ancora non ci pensavo. Ero uscito con un senso di disgusto e con le tempie pressate dalle notizie del medico. Ancora mi ricordo la sua espressione quando con freddo garbo mi disse: “vuole sedersi?” ed io rifiutai dicendo di stare benissimo. Una maschera perfetta. Avevo incassato un colpo enorme in modo impassibile e sapete cosa accadde?

Accadde che fuori dall’ospedale c’erano in tutto non più di 30 macchine e al centro del parcheggio, ben visibile, la mia moto. Era lì che sembrava un parente, in attesa di chiedermi come stessi. Pensai che era bello vederla lì dopo una notizia del genere. Mentre camminavo verso di lei per cercare di capire come concludere quella serata schifosa, cominciarono ad uscirmi delle lacrime senza che mi concedessi il lusso di piangere. Era piovuto. In un certo senso il cielo aveva pianto per me. Mio fratello doveva essere informato ma l’avrei potuto fare anche il giorno dopo. La mia ragazza attendeva notizie e sapeva ancora meno. Salii sulla moto e cominciai a mettermi casco, guanti e a regolare le cinghie dello zaino mentre sentivo la giacca e la cravatta sotto gli abiti diventare pesanti da sostenere. Sembravo un automa. Il motore, acceso qualche istante prima si tornava caldo.

Partii lentamente e iniziai a percorrere una strada di Roma chiamata via Flaminia. Da lì presi una strada chiamata Via di Grotta Rossa che, oltre per un ospedale, è nota perché ancora in espansione. Cominciai a salire senza una meta precisa e poi, improvvisamente mi fermai. Non c’era anima viva e il cielo si illuminava per brevi istanti come a segnalare l’arrivo del temporale. Lampi sottili rompevano le nuvole mentre io restavo lì, nel buio di una strada, convinto che quella notte il tempo si sarebbe fermato lì. Chiusi gli occhi e per un secondo che sembrò l’eternità mi sembrò di voler restare lì sempre. Poi il motore della moto mi riportò alla realtà. Guardai sotto di me, l’asfalto era finito, i pantaloni da pioggia erano sporchi di terra e proteggevano il completo. Le scarpe invece erano un disastro. Montai in sella e lentamente mi avviai verso l’asfalto. Stringevo il manubrio come se mi evitasse di sentire dolore. Ripensai al viaggio di ritorno, palesemente fatto sopra i limiti di velocità per raggiungere prima l’ospedale e, mentre tornavo in strade conosciute, pensavo “non aprire, resta calmo, sei su una moto”.

La moto si guidò da sola o così parve. Mi ritrovai, non so neanche io come, a casa dalla persona più importante della mia vita: la mia ragazza. Sembrava che le due ruote si fossero trasformate in una di quelle macchine d’epoca comodissime. Dall’andatura lenta ed aggraziata. Di quelle che non ti fanno sentire neanche le buche. Girai lo sterzo, spensi il motore e scesi dalla moto. Feci qualche passo e mi girai tornando nuovamente da lei. Mi dava protezione. Mi sentivo tranquillo in viaggio con lei. Mi appoggiai al serbatoio, chiusi gli occhi, feci un sospiro e carezzai il serbatoio. Slacciai il casco che proteggeva i miei pensieri e l’aria fredda della notte mi svegliò liberandomi da loro. Un ultimo sguardo prima di entrare in una casa sicura e poi...


...oggi mia madre è sotto controllo. Ha finito la chemioterapia e vive bene e con serenità la sua vita. Durante le sue cure i medici hanno imparato a conoscere quella moto che avevo iniziato a chiamare “La vecchia signora”. Ogni volta che devo ritirare delle analisi dall’ospedale, so che lei è lì fuori ad aspettarmi, pronta a portarmi ovunque io voglia.
 

Commenti degli Utenti (totali: 15)
Login/Crea Account



I commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.

Commenti NON Abilitati per gli utenti non registrati
Commento di: maxsardinia1 il 10-01-2011 16:52
Stai vicino a tua madre tutto il tempo che puoi
Commento di: NEGURO79 il 10-01-2011 18:37
Sono senza parole :-(
Un'abbraccio forte a te e a tua madre ... e perche' no ... una lucidata alla "signora d'acciaio che ti aspetta sempre fuori dall'ospedale ....
Commento di: Stefano149 il 11-01-2011 05:39
Motociclisti..... Gente strana!

Auguri x un sereno 2011 e oltre a te Broom, tua madre e alla versyna.
Commento di: zetatauro il 11-01-2011 20:19
broom sono contento che mamma vive con serenità,i miei migliori auguri
Commento di: K950 il 12-01-2011 12:38
Ho letto per caso, sono rientrato nel sito dopo anni...
Prima cosa sono contento per le condizioni di tua madre, so cosa hai passato perchè io l'ho vissuto con mio padre..
La passione invece che hai per la moto è ammirevole e come dico sempre io ci sono moto e moto, alcune hanno l'anima, le mie hanno davvero qualcosa di speciale e lo percepisco quando le guardo...
Complimenti per tutto e in bocca al lupo per il futuro!
Commento di: Broom il 12-01-2011 18:40
Grazie infinite...grazie a tutti.
Commento di: luce77 il 13-01-2011 13:06
ciao broom!
anche io ho passato questi momenti con mio padre che ha deciso comunque di mollarmi a maggio scorso.e io tra un ospedale e un altro montavo e smontavo,e rastauravo in garage la mia moto.
forse ?solo perche ' andava fatto o forse?perche era meglio cosi'.
in bocca al lupo.

lamps fratello!!!
Commento di: peravallo il 13-01-2011 00:00
Mi spiace per tua mamma ma se adesso riesce a stare bene sono contento per te...ricordati che tutte le cose hanno un'anima, le moto pure, e sono d'accordo con te sul fatto che la nostra bimba non è un mezzo di trasporto con il quale andare al massimo della velocità ma anche fare passeggiate...io con la mia vado sotto la pioggia quando cade piano e ti giuro riesco a farmi rilassare in una maniera che sicuramente hai provato anche tu, come se appunto le sapesse cosa provi e inconsciamente ti aiutasse a superare tutti i tuoi problemi...
Commento di: mass1mo il 13-01-2011 12:37
ho lo stesso tipo di rapporto con la mia moto, su di lei potrò sempre contare!! sembrano parole stupide ma io ci credo fermamente.
Commento di: hellyturchese il 13-01-2011 13:48
grazie per avermi fatto capire che non sono la sola che riesce ad avere un rapporto speciale con la propria moto.....
grazie per queste belle parole, dell'amore che traspare per le persone a te care, non tutti sono sentimentalmente piatti in questa nostra italia.
dicono che tutti in questa vita hanno la stessa quantità di dolore, sparso durante il viaggio in un modo diverso per ognuno, spero che quello che hai passato sia tutto il dolore possibile della tua vita... forza e coraggio la vita tutto sommato è bellissima anche se in alcuni casi è durissima
un lamps
Commento di: Maurizio60 il 13-01-2011 15:26
Edo oggi è la seconda volta che leggo un tuo articolo e trovo che riesci a trasmettere esattamente le emozioni che vivi, complimenti davvero!!! Un'abbraccio a te e uno alla tua mamma... stalle vicino più che puoi, falle sentire il tuo Amore per lei, raccontagli della tua passione.. te lo dice uno che purtroppo ha perso sua madre qualche anno fa e ogni giorno il primo pensiero corre a Lei.

Buona strada ;-)
Commento di: Broom il 13-01-2011 22:44
grazie :) di cuore
Commento di: LS70 il 14-01-2011 07:54
Ho passato la tua stessa situazione con mia madre, ma tu sei molto più forte di me, in quel periodo odiavo tutto e tutti facendomi la solita domanda " perchè propio a mia madre ?". Solo in un secondo tempo capii che stavo sbagliando grazie a mia madre che distesa su un letto di ospetale mi dava lei il "coraggio e la forza " di superare quel brutto nonento ( lo so, doveva essere il contrario) e mi domandava come stava "pamplona" ( il nome della mia moto) come se fosse stata mia figlia.
Forza e coraggio ( l 'hai da vendere ) e stai vicino a tua madre, anche se non lo chiede ha molto bisogno dell' affetto dei suoi cari. In bocca al lupo per tua madre e per la tua famiglia.
Commento di: Tricky86 il 14-01-2011 14:12
Ciao Broom, complimenti per le belle parole. E' da tanto che non mi prendo un attimo per leggere gli articoli ma questa volta, non so perchè, ho pensato di fermarmi sulla home page.

Ti auguro tutto il bene del mondo per questo 2011, a te e a tua mamma!

Vedrai che "La vecchia signora" non ti abbondonerà mai. Sono di questa idea dal giorno che ho fatto ritorno anche io con lei da un ospedale dopo un incidente in moto di una persona cara. Mi ha portata a casa, senza correre, solo io e lei per più di un'ora di strada. E che freddo che faceva, ancora me lo ricordo ma ce l'abbiamo fatta. Non mi ha lasciata!

Un abbraccio,
Tricky

Commento di: vufered750 il 20-01-2011 16:22
Un Abbraccio a te e a tua Madre ed una pronta guarigione...